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Channel: I Pasticci dello Ziopiero
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Croissant sfogliatissimi e con il lievito madre!!!!

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Ve lo dico subito: se non fosse stato per LEI, la mia socia-panettoni, non li avrei mai fatti!
E nonostante ultimamente fossi stato tanto indaffarato a manipolare ogni bendidio, dopo aver visto questo risultato, non ho resistito!
Mi sono subito procurato la farina giusta (e sì, perché anche in questo caso la farina è FON-DA-MEN-TA-LE!) e mi sono studiato per filo e per segno tutto il suo procedimento.
E alla fine....

(Fai click sulla foto per ingrandirla)
Taaaam! Li ho fatti anche ioooo!!! :))))

E senza neanche una Ziopiero-variante!!!!
Contenta?
Io sì! :))))

Ma passiamo subito ai fatti, che il post sarà lunghetto.
Iniziamo con lo sfatare una falsa convinzione:

Fare la sfoglia non è difficile

E neanche troppo impegnativo.
Basta un minimo di attenzione.
Inoltre non richiede molto del nostro tempo, ma solo un po' di organizzazione, poca poca!

E adesso seguitemi, perché con questa ricetta avrete i vostri cornetti pronti per la super colazione della domenica mattina! :)))

Sì, avete capito bene!
Domenica mattina!
E con un minimo di accortezza in più, li potete avere pronti anche per le altre mattine! ;)

I TEMPI

Vi faccio subito vedere la tabella di marcia che ho appositamente predisposto per chi non vuole impazzire con i calcoli dei tempi.
Poi, ovviamente, potete applicare tutte le varianti che preferite; sappiate solo che questi cornetti necessitano dalle 16 alle 20 ore di lievitazione se fatti d'inverno e dalle 8 alle 12 d'estate.



Come vedete il tempo di lavoro totale è di 1h 20' circa, distribuito in diversi momenti, quindi gestibilissimo.

La parte che porta via più tempo è la formatura (circa una mezz'oretta in tutto).
La seconda e la terza piega sono invece le operazioni più veloci (5 minuti l'una).

Le varie pause le decidete voi in base alle vostre esigenze, purché facciate riposare il primo impasto almeno 4 ore e l'impasto dopo le pieghe almeno un'ora.

Se seguirete la mia tabella vi occorreranno 20' la sera del venerdì, 20' totali sabato mattina e 30' sabato dopo pranzo. In questa maniera la mattinata del sabato è salva!
Visto come è facile?
(e vi pare poco?!!?!)


LA RICETTA

Impasto:
500g di farina 00 forte, ma non troppo (max W300)
150g di lievito madre

1 tuorlo
90g di zucchero
15g di burro sciolto
9g sale

240g di acqua
Una bacca di vaniglia
Zeste di arancia
  • Mettete acqua, zucchero e sale in un pentolino
  • Pesate il tutto (per comodità)
  • Portate a ebollizione fino a completo scioglimento dello zucchero
  • Aggiungete acqua fredda fino a ripristinare il peso prima dell'ebollizione (l'eventuale calo di peso è dovuto ad un po' d'acqua evaporata)
  • Fate freddare
  • Sciogliete il burro e aggiungetevi subito i semi di vaniglia e le zeste di arancia; in questa maniera gli aromi sprigionano il massimo del loro potenziale
  • Tagliuzzate il lievito madre nella ciotola e aggiungetevi parte dello sciroppo (circa 75g)
  • Mescolate fino ad ottenere una sorta di cremina densa e omogenea
  • Inserite tutti i rimanenti ingredienti e impastate quasi fino ad incordare
  • Avvolgete poi l'impasto nella pellicola alimentare
  • Riponete in frigo per minimo 4 ore

Consigli:
È importante che l'impasto non sia incordato, altrimenti la sua eccessiva elasticità vi impedirà di stenderlo come si deve.
Prima di riporlo in frigorifero, dategli già una forma leggermente schiacciata, vi faciliterà la successiva operazione di stesura.

Sfogliatura:
290 g di burro freddo

  • Sistemate il burro (intero) tra due fogli di carta forno
  • Col mattarello iniziate a picchiettarlo per farlo leggermente ammorbidire
  • Fate poi rotolare il mattarello avanti e indietro fino ad ottenere un quadrato 20x20cm
  • Riponete il burro in frigorifero per almeno 4 ore, sempre avvolto dalla carta forno

(Fai click sull'immagine per ingrandirla)

Consigli:
È importante che in questa fase il burro venga toccato il meno possibile con le mani, anzi meglio se non lo toccate proprio!
Le misure devono essere rispettate, poi capirete perché! ;)

Prima Piega
  • Infarinate il tavolo di lavoro
  • Stendete l'impasto fino ad ottenere un quadrato 30x30; se più grande, togliete la parte eccedente e conservatela in frigorifero avvolta nella pellicola trasparente
  • Tirate fuori dal frigo il panetto di burro e sistematelo al centro dell'impasto, come mostrato nella foto
  • Chiudete gli angoli del quadrato formato dall'impasto sopra il panetto di burro
  • Iniziate a stendere l'impasto sempre lungo la stessa direzione, fino ad ottenere un rettangolo lungo 60cm e alto circa 20-22cm.
(Fai click sull'immagine per ingrandirla)
 
Consiglio:
È importante che il rettangolo sia preciso, cioè tutti gli angoli di 90° e i lati non presentino ondulazioni, in pratica siano dritti. Nel caso non fosse così, allora rifilatelo e conservate gli scarti in frigorifero avvolti nella pellicola trasparente. Alla fine ci farete delle semplici ma ottime brioches!
  • A questo punto fate una piega a 3, cioè partendo dal lato lungo piegate su sé stesso un terzo dell'impasto e poi chiudete "a libro" l'altro terzo:
(Fai click sulla foto per ingrandirla)

  • Riponete l'impasto in frigo per minimo un'ora

    Seconda e Terza Piega 
    • Togliete l'impasto dal frigo
    • Iniziate a stenderlo in modo di allungarlo* solo da un lato fino ad ottenere nuovamente un rettangolo preciso lungo 50-60cm (la lunghezza dipende da quanto impasto avete rifilato in precedenza e da quanto riuscirete a stenderlo) e sempre della stessa altezza, che se avete fatto le cose per bene dovrebbe essere di 20-22cm (anche qui se il rettangolo non è preciso rifilatelo come spiegato nella prima piega)
    • Rifilate le imperfezioni in modo da ottenere un rettangolo perfetto
    • Conservate i ritagli insieme agli altri precedentemente ottenuti
    • Fate la piega a tre
    • Riponete l'impasto in frigo per minimo un'ora prima di ripetere le stesse operazioni per la terza piega.
    * l'impasto va steso in modo da "allungare" il lato corrispondente alla "costola" del libro (con riferimento alla foto precedente per "costola" del libro intendo il lato lungo a sinistra).

    Con la terza piega avrete ottenuto la nostra sfoglia per i croissant, che se fatta bene avrà 27 strati alternati tra burro e impasto (3 pieghe per 3 volte fa 27, appunto).

    Avrete anche ottenuto un po' di pasta brioches. Formatela, fatela lievitare e cuocetela. ;)

    Formatura
    • Togliete la sfoglia dal frigo
    • Iniziate a stenderla allungandola solo da un lato (quello della "costola") fino ad ottenere nuovamente un rettangolo sempre della stessa altezza (che ormai sapete dovrà essere di 20-22cm). Questa volta la lunghezza finale dipenderà da quanto riuscirete a stendere il lato lungo. Potreste arrivare anche a 80-100cm
    • Rifilate i lati lunghi in modo da ottenere due linee belle dritte e parallele tra loro
    • Conservate questi tagli di sfoglia, che sono diversi dai precedenti (quelli delle brioches) perché avranno i canonici 27 strati
    • Armatevi di un righello e iniziando da un angolo del lato lungo (es. in basso a sinistra) fate un segno ogni 8 cm; saranno le basi dei triangoli che andranno a formare i croissant
    • Analogamente segnate la sfoglia anche sul lato opposto, sempre ogni 8cm ma partendo da 4cm dall'angolo (in alto a sinistra)
    • A questo punto, partendo dall'angolo in basso a sinistra, a incidete la sfoglia in modo da ottenere dei triangoli aventi la base di 8cm e l'altezza di 20cm
    • Conservate le parti di sfoglia avanzate dai due lati corti
    (Fai click sull'immagine per ingrandirla)
    • Fate un taglio al centro della base di ogni triangolo
    • Per formare il cornetto prendete con le mani le estremità del triangolo (base e vertice) e tiratelo in modo da allungarlo
    • Poggiatelo poi sul tavolo di lavoro e iniziate ad arrotolarlo su sé stesso partendo dalla base e tenendo sempre teso l'impasto che via via arrotolerete
    • Il cornetto alla fine dovrà presentare i canonici 7 scalini:
    (Fai click sull'immagine per ingrandirla)
    • Formate anche i ritagli di sfoglia dando una forma a vostra scelta, anche semplicemente arrotolandoli
    • Adagiate i vostri cornetti (e i ritagli formati) su una teglia dove avrete sistemato in precedenza della carta forno, facendo attenzione a riporre la punta centrale a contatto con la teglia, altrimenti in cottura questa tenderà ad alzarsi alterando l'estetica del prodotto finale
    • Coprite con della pellicola trasparente e mettete a lievitare per almeno 16 ore o fino a farli triplicare di volume.
    (Fai click sull'immagine per ingrandirla)
     N.B. La temperatura di lievitazione è importantissima: non deve mai superare i 24°, altrimenti il burro inizierà a sciogliersi e...ciao ciao sfogliatura!!!

    Cottura
    Ingredienti per la rifinitura:
    1 uovo (o anche solo l'albume)
    2 cucchiai di latte
    Zucchero

    • Sbattete l'uovo(o l'albume)
    • Diluiteci dentro il latte
    • Spennellate i cornetti facendo attenzione a non bucarli con il pennello
    • Spolverateci sopra lo zucchero
    • Infornate a 200° (forno ventilato) fino a cottura
    • Gustateli...

    (Fai click sulla foto per ingrandirla)

    ESTETICAMENTE

    Se il lavoro è fatto come si deve, la parte esterna dei cornetti dovrà mostrare tutti i giri delle varie sfogliature:

    (Fai click sulla foto per ingrandirla)
    e la parte interna dovrà essere "a nido d'ape".

    ...vabbè, penso parli da sola! :)))

    (Fai click sulla foto per ingrandirla)
    Questo tipo di alveolatura, detta a "nido d'ape" si potrà ottenere solo grazie ad una lavorazione precisa, ma ormai sapete come dovrete fare.
    È conseguenza - come ci spiega qui Tamara - "dell'azione combinata di calore, vapore e impermeabilizzazione determinata dalla materia grassa usata. Grazie all'elevata temperatura l'acqua contenuta nelle sfoglia evapora e causa il distacco dei vari strati che si sono formati durante la preparazione. La materia grassa contenuta nei vari strati li rende impermeabili e non permette al vapore di uscire. Infine il calore cuocerà delle sottili lamelle che un volta fredde resteranno comunque ben distaccate tra loro. Questo processo è chiamato "lievitazione fisica".


    CONSERVAZIONE E SUCCESSIVA CONSUMAZIONE
    Questi cornetti si mantengono friabili e belli briciolosi fino al giorno dopo, perdendo però via via parte della loro croccantezza.

    Potete conservarli surgelandoli o appena formati o dopo cotti.

    Nel primo caso li dovrete togliere dal congelatore 24 ore prima della loro cottura e lasciarli lievitare, sempre ad una temperatura non superiore ai 24°. Una volta cotti non troverete nessuna differenza con quelli cotti e mangiati subito.

    Se invece li avete congelati cotti, allora il mio consiglio è di iniziare a scongelarli dalla sera prima per poi scaldarli 5' nel forno a 200°; sentirete qualche piccola differenza rispetto a quelli cotti e mangiati subito, ma il risultato è comunque di buon livello.

    Sempre se li avete congelati cotti e morite dalla voglia di mangiare un cornetto, potete sempre optare per lo scongelamento rapido (microonde) e poi passaggio nel forno, ma in questo caso, pur mantenendo quasi intatto il sapore, la perdita di fragranza è maggiore.

    E le striscioline di sfoglia avanzate?
    Eccole!
    (Fai click sulla foto per ingrandirla)
    Anche queste saranno gustosissime!

    MATEMATICAMENTE
    Attenzione:
    Tutte le misure in centimetri che qui vi ho dato si riferiscono esclusivamente alle dosi indicate negli ingredienti e sono perfette per ottenere dei cornetti di giuste dimensioni e peso (40 grammi)

    (Fai click sulla foto per ingrandirla)

    Qualora voleste fare metà dose, sappiate che non potrete ottenere una sfogliatura perfetta facendo un quadrato di burro 20x20 e un panetto 30x30, ma dovrete riproporzionare tutte misure: 14x14 per il quadrato di burro e 21x21 per l'impasto.
    Quando andrete a chiudere l'impasto per la prima sfogliatura vi troverete un quadrato di circa 15cm per lato e di conseguenza dovrete stendere la pasta sfogliata allungandola su tutti e 4 i lati per arrivare ad avere un rettangolo di altezza 20 cm.
    Si può fare, intendiamoci, ma è un'operazione un po' più difficile e onestamente non ne vale la pena.
    Quindi...

    NON CAMBIATE ASSOLUTAMENTE LE DOSI!

    Che altro aggiungere?

    Ah, sì! Ultimo avviso:



    Ci sono due posti liberi per il corso delle Colombe e Cioccolatini!!!

    APPROFITTATENE!!! 
    PASQUA È VICINA!!!

    (Per dettagli e informazioni sui costi fai click sul banner)


    Vi saluto con un ultimo collage rappresentativo

    Ciao e alla Prossima.  

    (Fai click sull'immagine per ingrandirla)


    Lo Ziopiero

    Guardate anche le altre realizzazioni:

    Bigné alla ricotta caramellati

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    Ogni tanto faccio dei bigné.
    Ne faccio sempre tanti e quelli che avanzano li congelo.
    Non si sa mai!
    Potrebbero sempre servire!

    Di solito li riempio con lo zabaione per farci dei profiteroles.
    E dall'ultimo profiteroles ne erano avanzati giusto una manciata che silenziosi mi aspettavano nel freezer, tutti infreddoliti.
    Me li ero quasi dimenticati!!!

    Poi, complice della ricotta avanzata da dei Cannoli Siciliani, ecco che mi torna in mente l'immagine di una bustina con dentro delle palline gialle...

    mmmmmmmm.....perché no?
    In fondo è già tutto pronto.
    Ho i bigné, ho il ripieno....

    mmmmmm.... però qui ci vuole un tocco in più...
    E sapete cosa manca al bigné?
    La croccantezza!
    E sì, perché diciamocelo: i bigné, per quanto possano essere buoni, sono mosci!!!
    E un dolce, come dicono i manuali, deve essere morbido, cremoso e...croccante!

    E allora?

    Niente di più semplice.
    Basta fare un caramello ed ecco che il bigné assume un'aria più da dolce! :)))

    Poi un po' di granella di pistacchio e.....


    (Fai click sulla foto per ingrandirla)
    Che ve ne sembra?

    Addentateli pure...e non vi preoccupate se fuoriesce della ricotta: è buon segno!!!


    (Fai click sulla foto per ingrandirla)


    Per il ripieno basta mettere in una ciotola dell'ottima ricotta di pecora e versarvi sopra una quantità di zucchero pari alla metà del peso della ricotta stessa.
    Lasciate in frigo una notte in modo che rilasci tutta l'acqua che poi toglierete.
    Mescolate poi per bene lo zucchero e aggiungetevi pezzetti di cioccolato fondete (io uso quello al 70%). Quanto? Ma quanto ne volete, che domande!!!



     Allora, avete iniziato a fare la pasta choux...? :)))

    Poi mi direte se vi piacciono! ;)



    Ciao e alla Prossima.

    Lo Ziopiero

    (Fai click sulla foto per ingrandirla)


    Guardate anche le altre realizzazioni:

    Danesi con lievito naturale - Differenze a confronto

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    Ve li ricordate?
    Li avevo pubblicati quasi due anni fa, ispirandomi ad una ricetta di Montersino, rivisitata e modificata, soprattutto per quanto riguarda le dosi di lievito di birra, di cui raccomando sempre un uso moderatissimo.

    Oggi vi presento una versione tutta mia e con il lievito naturale.
    (Fai click sulla foto per ingrandirla)


    Avete presente il giorno e la notte? Il bianco e il nero? Il sole e la luna?
    Bene.
    Anche qui le differenze sono abissali e si notano da subito.

    E per chi non avesse voglia di provare entrambe le versioni e ne volesse provare solo una, consiglio caldamente questa!

    La sofficità, la morbidezza, il sapore, la capacità di conservazione...tutto è diverso.
    E migliore.

    E così sono lieto di presentarvi....

    LE DANESI DELLO ZIOPIERO

    TABELLA DI MARCIA

    Come ormai di consueto inizio con lo schema delle varie attività, suddivise nell'arco del tempo, così vi trovate l'organizzazione del lavoro già bella e pronta!


    Come potete vedere il tempo totale per la realizzazione di queste meraviglie è intorno all'ora e mezzo e l'attività che vi richiederà maggiore impegno sarà quella della formatura (30 minuti circa).

    RICETTA


    Prefermento
    50 g di licoli o di lievito madre (25 g se fa molto caldo)
    200 g di farina manitoba
    235 g di acqua
    • Mescolate tutti gli ingredienti 
    • Coprite la ciotola
    • Lasciate fermentare per 8-10 ore

    Impasto 
    Tutto il prefermento
    320 g di farina W300
    100 g di zucchero
    2 uova intere
    1 tuorlo
    120 g di burro 
    zeste di arancia 
    5g di sale
    • Impastate tutto insieme fino quasi ad incordatura; se incorderete l'impasto sarà poi molto difficile stenderlo
    • Lasciate riposare l'impasto per un'oretta.
    Formatura
    Albicocche o Pesche sciroppate
    Crema Pasticcera
    • Stendete l'impasto ad un altezza di 4-5mm circa
    • Tagliate formando dei quadrati di 6-8 cm
    • Incidete lungo le diagonali, ma senza arrivare al centro
    • Ad ogni angolo avrete così due punte. Piegate una punta si e una no verso il centro, pigiate leggermente e lasciate lievitare in una teglia precedentemente rivestita con carta da forno
    (Fai click sull'immagine per ingrandirla)
    • A lievitazione avvenuta spennellate le danesi con un uovo sbattuto e finite di comporle mettendo al centro un cucchiaino di crema pasticcera da forno (dimezzate le dosi riportate nel post del link) e sopra mezza albicocca o pesca sciroppata

    (Fai click sull'immagine per ingrandirla)
    • Forno a 180° fino a cottura ultimata.

      Lucidatura
      Mentre le danesi cuociono preparate la gelatina per la lucidatura:
      Sciroppo della frutta sciroppata usata
      2 cucchiai di zucchero
      2 g di colla di pesce in fogli
      • Mettete a bagno la colla di pesce per fino a quando diventa morbida (5-10 minuti)
      • Strizzatela e asciugatela
      • Mettete lo zucchero nello sciroppo
      • Portate ad ebollizione fino a completo scioglimento dello zucchero
      • Scioglietevi poi la colla di pesce, mescolando delicatamente
      • Lucidate le danesi appena tolte dal forno

      Lasciate freddare sul una gratella e....azzannate pure!

      (Fai click sulla foto per ingrandirla)

      Come potete notare l'interno è particolarmente alveolato e di conseguenza la morbidezza e la sofficità sarà inebriante.
      Di gran lunga superiori a quelle fatte con il lievito di birra!

      Provatele e mi direte!

      Ciao e alla Prossima.

      (Fai click sull'immagine per ingrandirla)

      Lo Ziopiero

      Guardate anche le altre realizzazioni:

      La Polacca-Romana di Aversa

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      DiSceeeee....ma se è di Aversa come fa ad essere Polacca?!?!?!?
      E se è Polacca, come fa ad essere Romana?
      E se è Romana, come fa ad esser di Aversa?
      E se è......

      Vabbè, vabbè, adesso ti spiego tutto per benino.
      Intanto mettiti seduto, acchiappati una polacca, cioè una romana, cioè...vabbè, MAGNA!!!

      (Fai click sulla foto per ingrandirla)
      POLACCAMENTE
      Quest'estate ero comodamente seduto ad un tavolino del bar di uno stabilimento balneare quando sento un ragazzo tessere lodi sperticate sulle polacche!

      Vabbè, avrà avuto le classiche avventure alla Enzo, il personaggio di Verdone del film "Un sacco bello!", ho pensato.  

      "Pensa: me ne son fatte 3!!!"

      (dajè, proprio come Verdone! Ora ci manca solo che tira fuori le penne a sfera e i pacchetti di collant)!!!

      Ma quando ha iniziato a parlare di morbidezza e sofficezza, di crema e amarene, di profumo e aromi, allora ho capito che la questione aveva poco a che fare con Enzo quanto con qualcosa di mangereccio!

      Tendo l'orecchio, mi avvicino, faccio l'interessato...ed ecco che mi trovo immerso in un vero e proprio simposio culinario, durante il quale imparo che questo dolce è una sorta di brioche, che all'interno è farcito con crema e amarene, che è tipico di Aversa e che è poco conosciuto nel resto d'Italia.

      Motivo in più per approfondire.

      Però ad Aversa non avevo voglia di andare e quindi non avevo modo di assaggiarlo.

      Fino a quando una mattina nella mia blogroll appare questo post di Pasqualina!

      Letto.
      Detto.
      Fatto.

      (Fai click sulla foto per ingrandirla)

      Ma con qualche mia variante...romana alla Ziopiero!

      Prima di tutto ho usato il lievito naturale al posto del lievito di birra (ma a questo ormai siete abituati).
      Poi ho fatto delle variazioni all'impasto, rendendolo più soffice e morbido.
      Infine, la seconda e pure la terza volta che le ho rifatte, ho messo l'uvetta passa al posto delle amarene e vi dirò..vi dirò...be', poi mi direte voi! :))))


      RICETTA


      Prefermento
      50 g di licoli o di lievito madre (25 g se fa molto caldo)
      200 g di farina manitoba
      235 g di acqua
      • Mescolate tutti gli ingredienti 
      • Coprite la ciotola
      • Lasciate fermentare per 8-10 ore
      Impasto 
      Tutto il prefermento
      320 g di farina W300
      100 g di zucchero
      2 uova intere
      1 tuorlo
      120 g di burro 
      zeste di arancia 
      5g di sale
      • Impastate tutto insieme fino quasi ad incordatura; se incorderete sarà poi molto difficile stendere l'impasto
      • Lasciate riposare l'impasto per un'oretta.
      Formatura
      Crema Pasticcera da forno (dimezzate le dosi riportate in questo post)
      Amarene sciroppate (versione di Aversa) o uvetta (versione romana di Ziopiero)
      Zucchero in granella
      • Stendete l'impasto ad un altezza di 4-5mm circa
      • Tagliate formando dei rettangoli 7x15 cm
      • In una metà del rettangolo fate una bella montagnetta con la crema e metteteci sopra le amarene o l'uvetta precedentemente ammollata e strizzata

      (Fai click sulla foto per ingrandirla)
      • Chiudete sovrapponendo con l'altra metà, avendo cura di tendere un po' l'impasto in modo tale da rimboccarlo sotto
      • Sistemate a lievitare su carta da forno
      • A lievitazione avvenuta (8-10 ore d'inverno, 6-7 d'estate) spennellate le polacche con albume sbattuto con due cucchiai di latte e spolverizzate con zucchero in granella
      • Forno a 180° fino a cottura ultimata.
      (Fai click sull'immagine per ingrandirla)

      Lasciate freddare su una gratella e....azzannate pure!

      (Fai click sulla foto per ingrandirla)

      Come potete notare l'interno è particolarmente alveolato e di conseguenza la morbidezza e la sofficità sarà assicurata.

      Provatele e mi direte!

      (Fai click sull'immagine per ingrandirla)


      E per concludere, ecco a voi il mitico Enzo, che cerca di convincere Sergio ad andare con lui a Cracovia:



      Grande Verdone!!!


      Ciao e alla Prossima.

      Lo Ziopiero

      Guardate anche le altre realizzazioni:

      Vera Pizza Napoletana: a casa si può fare!!!!

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      Gli amanti della Pizza Napoletana, quella tonda al piatto per capirci, lo sanno bene: per cuocerla occorre un forno a legna grazie al quale la temperatura raggiunge i 480° , condizione affinché la cottura avvenga in 60, massimo 90 secondi.


      Questo requisito porta come conseguenza che cuocere la Pizza Napoletana nel forno elettrico casalingo è tecnicamente impossibile. Questo infatti raggiunge al massimo la temperatura di 280° e la pizza, per cuocersi, impiegherebbe dai 10 ai 15 minuti, cambiando tutte le particolarità gustative che la caratterizzano a discapito del risultato finale.


      VARI STRATAGEMMI

      Negli anni molti di noi amatori hanno provato ad escogitare sistemi che, almeno in parte, arginassero questo problema ma devo dire che finora i risultati ottenuti e che ho visto e testato non sono mai stati soddisfacenti.

      Ne è riprova che se girate nei vari blog difficilmente troverete dei risultati apprezzabili e comunque la pizza napoletana, nonostante sia uno dei prodotti italiani più famosi al mondo, è quella meno rappresentata tra i foodblogger casalinghi.

      Anche io nel tempo ho provato ad escogitare diversi sistemi, quali ad esempio l'uso della pietra refrattaria, che con la sua capacità di accumulare il calore a lungo poteva simulare, in parte, la pietra dei forni a legna, ma di sicuro questo sistema non riusciva a far alzare la temperatura interna del forno.
      Sono passato poi a cercare di simulare la volta bassa, sistemando all'ultimo piano del forno una teglia  e accendendo il grill per raggiungere la temperatura massima in una zona ristretta, ma alla fine si otteneva una pizza biscottata sopra e non cotta sotto.

      Ormai avevo abbandonato l'idea di riuscirci, quando un giorno mi arriva una mail di Anna del blog Profumi di Pasticci, in cui mi si suggeriva un nuovo metodo di cottura che ho subito sperimentato:

      (Fai click sulla foto per ingrandirla)


      LA COTTURA VINCENTE

      Occorrente:
      Per cuocere la pizza nel forno elettrico di casa in un tempo paragonabile a quello della cottura nel forno a legna occorre prima di tutto procurarsi un testo in ghisa. Per chi non lo avesse consiglio quelli molto spessi, comprati in un negozio serio, non sulle bancarelle, per intenderci. È un po' caro, ma verrete ampiamente ricompensati dal risultato che otterrete.

      Le fasi
      La pizza sarà cotta in due fasi:
      • la prima sul fornello, poggiata sul testo (circa un minuto)
      • la seconda nel forno, dove traferiremo il nostro testo, sistemandolo all'ultimo piano, immediatamente sotto il grill acceso (circa un minuto e mezzo, due di cottura) 
      Qui potete notare come nella prima fase la nostra pizza inizi a sviluppare il cornicione, gonfiandolo progressivamente (e il tutto avviene in un minuto!):
      (Fai click sull'immagine per ingrandirla)

      La strategia
      È importante che all'inizio della seconda fase la serpentina del grill sia tutta rossa incandescente.
      Attenzione che non sempre quando è acceso il grill la serpentina è al massimo della sua potenza, in quanto sono alternati momenti in cui è accesa a momenti in cui è spenta.

      Vi consiglio quindi di fare delle prove a vuoto per capirne i tempi.
      Normalmente quando si accende il grill, dopo 3' la serpentina diventa incandescente ed è momento ideale per infornare.
      Poi si spenge automaticamente (se infornate in questo momento vi verrà una pizza ciofeca).
      Per far riattivare più rapidamente possibile il grill l'unica possibilità è aprire lo sportello del forno in modo che la temperatura scenda e automaticamente la serpentina si riaccenda.

      Vi consiglio di iniziare la prima fase (cioè mettere la pizza nel testo) non appena la serpentina del grill comincia (o ricomincia) a diventare rossa.

      La cottura
      Questa la sequenza da me seguita:
      • Posizionate la griglia, dove andrete a sistemare il testo, all'ultimo piano del forno, vicino al grill 
      • Scaldate il forno per 5' in modalità ventilato
      • Scaldate il testo sul fuoco per 5' circa
      • Accendete il grill
      • Quando la serpentina inizia a diventare rossa sistemate, tramite la classica pala, la vostra pizza sul testo e aspettate fino a quando il cornicione inizia a gonfiarsi (circa un minuto).
      • Quindi spostate il testo sulla griglia in forno, facendo attenzione che il grill sia incandescente, cioè nella fase di massima produzione di calore; la pizza continuerà a cuocersi molto rapidamente, quindi non perdetela di vista
      • Ruotate il testo di 90 o 180° e ogni tanto avvicinatelo al grill per ottenere il classico effetto leopardato maculato.

      Se tutto è andato come si deve dovreste ottenere un risultato di questo tipo:

      (Fai click sulla foto per ingrandirla)

      Non vi fate ingannare dalle proporzioni: la parte centrale della pizza (quella condita, per capirci) sembra piccolina, ma in realtà le foglie di basilico sono enormi, lunghe circa 12cm!!!!

      Prego notare l'interno del cornicione:
      (Fai click sulla foto per ingrandirla)

      Altro vantaggio non da poco che ho notato con questo tipo di cottura è la base della pizza, che normalmente nei forni di casa non viene mai cotta come si deve.
      Qui, sempre grazie alla precottura sul testo, la base mi sembra ben cotta e sono presenti le classiche piccole bruciature:
      (Fai click sulla foto per ingrandirla)


      SAPER RINUNCIARE

      Prima di passare alla preparazione della pizza, è bene ricordare una cosa:
      Fare le pizze è un gesto d'amore e richiede qualche rinuncia.
      Prima tra tutte quella di mangiare tutti insieme e contemporaneamente.

      Quando diventerete pratici vedrete che ogni pizza porterà via 3-5 minuti e se i commensali sono più di 4 non farete mai a tempo a servirli tutti contemporaneamente senza farli attendere.

      Il pizzaiolo non riuscirà mai (o quasi) a mangiare insieme agli altri commensali.

      Quindi consiglio di iniziare a fare pratica in intimità...due pizze per due persone, tre al massimo, rimandando gli inviti a tutto il parentado, amici e colleghi di lavoro quando vi sentirete pronti per l'evento, sapendo già da ora che sarà una impegnativo.

      COME FARE LA PIZZA

      Per fare bene la pizza napoletana occorre saper:

      a) impastare come si deve
      b) fare bene i panetti
      c) stendere e formare le pizze
      d) saperle cuocere al punto giusto

      In questo post mi sono concentrato soprattutto sul punto d) (e meno male che i punti non eran 7!), dando per scontato che i primi 3 passaggi li sappiate fare, anche perché non basterebbero né le mie spiegazioni né un filmato per insegnarvi tutto come si deve.

      Vi posso però consigliare di andare a vedere in pizzeria come lavoro un bravo pizzaiolo, per  poi provare a rifare le stesse mosse in casa.
      Ma sappiate sin da ora che occorrono decine e decine di tentativi per arrivare a raggiungere risultati accettabili.

      LA RICETTA

      Anche qui di ricette ce ne sono un'infinità e ognuno pensa di avere quella migliore, super segreta, tramandata da veri pizzaioli.

      Ero anche tentato di non riportare nessuna ricetta, visto che il post verteva soprattutto sul metodo di cottura, ma poi mi sembrava di lasciare un'opera a metà, per cui....

      Ingredienti per due pizze, da mangiare la sera:

      300g di farina W240
      190g di acqua
      0,3g di lievito di birra
      8g di sale

      Come vedete la dose di lievito di birra è praticamente simbolica (0,15g a pizza).
      Su questo, lo sapete, non transigo!
      Questa dose minimalista di lievito di birra vi assicura un'alta digeribilità, oltre ad una pizza di qualità..

      Al mattino:
      • Sciogliete il lievito nell'acqua
      • Versate metà della farina
      • Impastate fino a ad ottenere una specie di cremina
      • Aggiungete il sale e la restante farina
      • Impastate fino ad ottenere un impasto liscio e lucido, ben incordato
      (Fai click sulla foto per ingrandirla)

      • Mettete l'impasto in una ciotola
      • Coprite e lasciate riposare l'impasto per 8 ore circa.

      Al pomeriggio
      • Rovesciate l'impasto sul piano infarinato
      • Formate i panetti
      • Sistemate i panetti in un contenitore ermetico infarinato
      • Chiudete il contenitore
      • Aspettate 4-5 ore: vedrete come saranno ben lievitati

      (Fai click sull'immagine per ingrandirla)


      Alla sera

      Provo a scrivere due paroline su come stenderla, ma continuo a consigliarvi di andare a vedere di persona.

      • Infarinate la pala
      • Infarinate il piano di lavoro
      • Con molta attenzione prendete il panetto, aiutandovi con una spatolina e un raschietto flessibile e adagiatelo sul tavolo, facendo in modo che la parte che prima stava sotto venga posizionata a contatto con il tavolo; ricordatevi però che in cottura questa parte sarà quella in cui metterete il condimento
      • Con le dita esercitate una leggera pressione al centro (in questa maniera spingete l'aria verso i bordi, cioè verso quello che diventerà il cornicione)
      • Girate l'impasto, ruotandolo di un quarto di giro, ripetendo la pressione e allargando leggermente verso i bordi
      • Ripetete l'ultima operazione altre 2 volte; a questo punto la parte che inizialmente era sotto starà sopra
      • Date un paio di forti schiaffi (sì, schiaffi) al centro della pizza, in modo da far andare l’ultima aria residua verso i bordi
      • Liberate il tavolo dal grosso della farina
      • Ora va completata la stesura seguendo una serie di movimenti non facili da descrivere. Per le prime volte consiglio semplicemente di allargare la pizza stendendola con i palmi delle mani, senza toccare i bordi. Sempre nel post di Anna troverete dei filmatini esplicativi
      • Sistemate la pizza sulla pala formando il più possibile a cerchio
      • Condite con salsa di pomodoro aiutandovi con il dorso di un cucchiaio
      • Lanciate dall'alto un pizzico di sale
      • Mettete la mozzarella, tagliata a cubettini lunghi
      • Giro di olio evo dal centro verso i bordi
      • La pizza è pronta per esser cotta.
      (Fai click sull'immagine per ingrandirla)



      TENTATIVI
      Ovviamente non pensiate di arrivare subito alla migliore pizza del mondo.
      Come vi ho detto qualche tentativo vi ci vorrà, sia per acquisire dimestichezza con i vari passaggi, sia per la cottura.
      Ad oggi che pubblico ho provato tre volte questo tipo di cottura, ognuna a distanza di una settimana dall'altra e nel collage che segue potete vedere i vari progressi (almeno a mio avviso sono progressi).

      (Fai click sull'immagine per ingrandirla)
      Stesso metodo, ma un minimo di esperienza in più ogni volta.

      A questo punto penso di avervi detto tutto!
      A questo punto passo la palla, anzi il panetto, a voi!

      Buone Pizze a Tutti

      Per chi volesse approfondire le nozioni sulla pizza, consiglio la lettura di questi due disciplinari:
      http://www.molinosanfelice.com/pdf/disciplinare_pizza_napoletana_STG.pdf
      http://www.pizzanapoletana.org/public/pdf/Disciplinare_AVPN.pdf


      Ciao e alla Prossima.


      (Fai click sull'immagine per ingrandirla)


      Lo Ziopiero

      Guardate anche le altre realizzazioni:

      La Magia della Piadina Romana (DiSceeee......)

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      (Fai click sulla foto per ingrandirla)


      DiSceeee.... Ma che a Roma se fanno 'e piadine?

      Guarda che a Roma si fa di tutto...pure le piadine, solo che sono diverse da quelle romagnole 

      DiSceeeee...e come so' le piadine romane? Se fanno colle bighe? Io null'ho mai viste!

      Ma nooooo!!!! Niente biga e niente Ben Hur!
      Sono piadine speciali e mentre le cuoci fanno anche una piccola magia che ti stupirà...

      'na magggiiiaaaa?!?!?! E che mai faranno?!?!?! Li buchi der Colosseo?!??!

      Tu stai buono lì, leggiti la ricetta, guardati il filmato e poi mi dirai.
      (Ommamia, come devo fare con questo... )

      Ricetta

      Ingredienti per ogni persona

      70 g farina 0
      30 g farina farro integrale
      50 g acqua
      10 g olio
      2 g sale

      • Impastate
      • Formate poi un cilindro
      • Avvolgete nella pellicola trasparente
      • Fate riposare due ore
      • Formate delle ruote*
      • Stendete le piadine
      • Cuocete
      • Fate la magia*
      •  ???*
      *guardatevi il filmato, che è più semplice! (e capirete anche la magia!!!) :)))


      Allora, avete visto la magia? La piadina si gonfierà come un canotto sotto i vostri occhi!
      E poi nel buco che si è creato potrete metterci tutto quello che volete.
      Nella foto di apertura ho messo yogurt greco, salmone e valeriana. :))

      In quella che segue stracchino, fesa di tacchino e qualche foglia di insalata.



      ...DiSceee.... Però vedi cha alla fine so' bucate come er Colosseo...?!?!?

      Aiutooooooooo!!!!!!  :))))))

      Meglio che vada, che devo fare i cornetti sfogliati impastati con il lievito madre....
      Tanto voi avete capito tutto, no?
      Fatele, son facili, buone e veloci.
      ...e così poi mi direte se anche a voi è venuta la magia!!!! :))))

      Ciao e alla Prossima.

      Lo Ziopiero

      Guardate anche le altre realizzazioni:

      La Carbonara - Quella Vera!

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      (Fai click sulla foto per ingrandirla)


      È un piatto tipico della tradizione romana, un po' come la cacio e pepe.
      E come la cacio e pepe, anche la carbonara l'ho vista preparare in tanti modi diversi, chi col guanciale, chi con la pancetta, chi con lo speck. Chi la fa saltare in padella, chi la fa con la pasta corta...insomma ne ho viste di tutti i colori e sapori.

      Intendiamoci, queste varianti sono tutte buone e gustose, ma non sono La Carbonara.

      Se volete mangiare la "Vera Carbonara", allora dovete seguire alcune semplici regole.
      Poi mi direte :))))

      Ingredienti per 4-5 persone:

      500 g di spaghetti
      150 g di guanciale
      2 uova
      2 tuorli
      Pecorino romano grattugiato (tanto)
      Pepe nero (abbastanza)

      Tagliate il guanciale a cubetti di 1 cm di lato e metteteli a scaldare a fuoco basso in una padella fino a far sciogliere il grasso; in pratica deve "sudare".

      (Fai click sulla foto per ingrandirla)

      Rompete le uova nella terrina che conterrà la pasta: aggiungete un pochino d'acqua fredda, meglio se gasata, del pecorino e il pepe nero, sbattendo il tutto con la forchetta. Poggiate la terrina per mezzo minuto a mo' di coperchio della pentola continuando a sbattere, in modo da dare cremosità al composto.

      (Fai click sull'immagine per ingrandirla)

      Aggiungete poi un po' d'acqua di cottura della pasta.
      Attenzione: le uova NON devono fare grumi con il pecorino!!!
      Il tutto deve restare cremoso!
      Scolate la pasta avendo l'accortezza di non sgocciolarla completamente, conservando un po' della sua acqua di cottura.
      Mettetela poi nella terrina, aggiungete altro pecorino già grattugiato e mescolate velocemente.
      Alla fine unite il guanciale, mescolate ancora, in modo da fare rapprendere e - se necessario - aggiungete un po' dell'acqua di cottura tenuta da parte.

      A piacere, aggiungete poi nel piatto ulteriore pepe e pecorino.

      Ora mi vorrei soffermare su cosa NON va fatto:
      • NON si usa olio: il grasso del guanciale è sufficiente a farlo rosolare e renderlo croccante al punto giusto
      • NON si usa pasta corta, ma spaghetti
      • NON va assolutamente saltata in padella, altrimenti si rischia la cottura dell'uovo! Il condimento è una cremina densa e non dei pezzi di frittatina! ;)

      OK?

      :))))

      Consiglio numero uno
      NON si versa il grasso del guanciale nel condimento, anche se molti lo fanno.
      Io preferisco non utilizzarlo, per non ammazzare il sapore del condimento. È una scelta.

      Consiglio numero due
      La pasta alla carbonara non avanza mai. Ma se dovesse avanzare, allora potete farci una bella frittata alla....carbonara!!!!

      (Fai click sulla foto per ingrandirla)

      (Fai click sulla foto per ingrandirla)

      Tutto chiaro?!?!?!
      :))))

      Ciao e alla Prossima.

      (Fai click sull'immagine per ingrandirla)


      Lo Ziopiero

      Guardate anche le altre realizzazioni:






      Budapest...una città assolutamente da visitare! Prima Parte

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      Budapest - Panorama dal Bastione dei Pescatori


      Budapest era un sogno nel cassetto.
      Quel cassetto ogni tanto l'aprivo, ci sbirciavo dentro e poi lo richiudevo.
      A volte ci aggiungevo qualcosina, tipo un monumento, una via, un panorama.
      A volte poi andavo sui siti dei voli per vedere i prezzi, nella speranza di trovare l'offerta di un low cost.
      Ma il sogno rimaneva sempre lì, nel cassetto.
      Sia nel mio, sia in quello di mia figlia.

      Ma si sa: per far accadere le cose occorre volontà e un pizzico di grinta in più!
      Non basta desiderare.
      Occorre agire!
      E così è stato.

      Ho aperto quel cassetto e per prima cosa ho prenotato il volo (130€ pp A/R con Alitalia)
      Come si suol dire, ho "gettato il cuore oltre l'ostacolo"
      Era giugno 2014 e l'ho prenotato per fine agosto.
      Sì, lo so: è passato quasi un anno da quando ho fatto questo viaggio a quando ho deciso di descrivervelo. Ma in fondo cosa importa quando l'ho fatto? L'importante è offrirvelo rendendovi partecipi, no?


      Così da giugno in poi ho iniziato a fare uno di quei miei programmi di viaggio super impegnativi.
      A scartabellare anzi, per meglio dire, a navigare nella miriade di siti fino a farmi un'idea ben precisa delle cose da vedere.

      Poi ho prenotato i miei soliti 48 alberghi, aspettando fiducioso che qualcuno sbracasse un'offerta appetibile proprio per i giorni compresi tra i due voli di andata e ritorno.
      Ammetto che mi è andata bene! ;)
      Hotel President, un 4 stelle centralissimo, 80€ per 2 persone, colazione compresa.

      E così venerdì 29 agosto siamo partiti, mia figlia ed io, emozionatissimi per la nostra nuova avventura.

      Come sempre alternerò informazioni turistiche ad informazioni pratiche, curiosità e - ovviamente - tante tante foto!

      Siete pronti a seguirmi?

      Partiamo!!!!

      Budapest, per quei pochi che non lo sanno, è l'unione di Buda, la parte vecchia, con Pest, la parte più moderna. Le due parti sono divise in due dal Danubio. 

      La prima scelta da fare è dove dormire, se a Buda o a Pest.
      Io ho scelto la parte moderna perché più pratica e perché la maggior parte delle cose che volevo visitare eran lì a portata di mano, o meglio di piedi!
      E come vedrete i posti sono tutti facilmente raggiungibili a piedi o al massimo con poche fermate di metro.

      Vi dico subito che rispetto a Istanbul, che abbiamo visto insieme, Budapest è una città molto più raccolta, un piccolo gioiellino, anch'essa ricca di cultura e di storia.
      La permanenza consigliata è di 4-5 giorni.

      Informazioni Utili
      Arrivati in aeroporto suggerisco di prendere lo Shuttle, una navetta molto più economica e comoda del taxi.
      Troverete le indicazioni appena mettete piede a terra, nel vero senso della parola: una linea colorata sul pavimento vi condurrà direttamente al desk dove effettuare la prenotazione, a meno che non preferiate farla on line dall'Italia, risparmiando qualche euro; in entrambi i casi in pochi minuti arriverà la navetta e vi porterà al vostro hotel.

      La prima cosa, e forse unica, a cui dovrete prestare attenzione sono i pagamenti.
      In Ungheria la moneta è il Fiorino Ungherese e il cambio con l'Euro è abbastanza vantaggioso, a patto che paghiate in valuta locale con il bancomat o, meglio ancora, con la carta di credito.
      Moltissimi esercizi commerciali, infatti, vi proporranno di pagare in Euro e voi sarete tentati dal farlo per comodità di calcolo, ma attenzione: il cambio che vi applicheranno prevede sempre un sovraprezzo di un 10-15, a volte anche 20%, e non è poco.
      Anche prelevare i soldi dal bancomat non conviene, per via dei tassi applicati, per cui limitate all'essenziale questa operazione, magari facendola solo una volta, che comunque va fatta per le piccole spese.
      Idem per i pagamenti in Euro col bancomat: non sempre il tasso era accettabile (per accettabile intendo dell'ordine del 1%).
      Con i pagamenti effettuati con la carta di credito e in valuta locale non ho mai avuto sorprese. ;)

      Primo Giorno
      Arrivati nel pomeriggio, abbiamo subito preso confidenza con la città.
      La vita del centro turistico si svolge essenzialmente la tra le due piazze, Elisabeth ter e Vorosmarty ter (ter vuol dire piazza).
      In quest'ultima  troverete Gerbeaud, una delle pasticcerie più famose di Budapest, dove potrete gustare la famosa torta dobos, torta a strati che non ho trovato particolarmente buona in quanto un po' stopposa, diversamente dalla sós-mogyorós-barackos, anche questa a strati con una base di nocciole pralinate, un foglio di cioccolato, mousse al cioccolato al burro di arachidi, parte centrale con albicocche, glassatura superiore: una vera leccornia. Ho provato a cercare la ricetta in rete, ma senza esiti soddisfacenti. Se qualcuno di voi....

      Cena al Cyrano, dall'apparenza lussuosa, ma il costo per cenare è abbordabilissimo e i piatti che vi porteranno sono tutti curati quanto deliziosi; passeggiata serale lungo il Danubio, da cui si può ammirare la città vecchia tutta illuminata e il Ponte delle Catene, il più famoso di Budapest.

      Budapest - Galleria Nazionale

      Budapest - Ponte delle Catene


      Secondo Giorno

      Budapest - Itinerario Secondo Giorno

      A Budapest ci sono tre linee di Metropolitana.
      A pochi passi dall'albergo c'erano le tre fermate. Meglio di così!
      Abbiamo preso la M3 verso il Museo delle Arti Applicative (visto solo da fuori)

      Budapest - Museo delle Arti Applicative
      Da qui una passeggiata fino a Balna Budapest una bella struttura moderna in vetro e acciaio, all'interno della quale è bello passeggiare.

      Budapest - Balna Budapest

      Budapest - Balna Budapest

      Budapest - Balna Budapest - Interno

      Poco distante ci sono i Mercati Generali (Vámház körút 1), situati in un'enorme struttura al coperto, al cui interno si trova di tutto, dal cibo all'oggettistica varia. Merita assolutamente la visita.

      Budapest - Mercati Generali

      Budapest - Mercati Generali - Food

      Usciti dal mercato si attraversa il Danubio da Szabadsag hid (hid vuol dire ponte)
       
      Budapest - Szabadsag hid
       e si raggiunge GellertHill, una collinetta panoramica alla cui base è posta la Chiesa nellaRoccia (da visitare) e dalla cui cima si può godere un bel panorama.


      Budapest - Panorama da Gellert Hill
      Peccato solo che la Cittadella, una fortezza costruita dagli Asbugici, fosse chiusa.

      Scesi nuovamente al livello del Danubio, abbiamo costeggiato il fiume in direzione Nord e all'altezza di Ybl Miklos ter, ai piedi della Galleria Nazionale, siamo entrati questo edificio di cui non ricordo il nome:


      Budapest - Ybl Miklos ter

      Ve lo segnalo perché oltre ad avere al suo interno un modello dell'intera città di Budapest tutto in legno, i suoi bagni hanno un arredo alquanto singolare: sulle porte, infatti, troviamo scritti dei pezzi di storia ungherese, suddivisi per anni.

      Budapest - Palazzo in Ybl Miklos ter - Porte dei bagni

      Ovviamente dopo le foto sono entrato in una di questi bagni per il classico pit-stop! :))))

      Per lo spuntino di metà giornata consiglio di star leggeri, se volete continuare con un giro turistico pomeridiano.

      Attraversiamo nuovamente il Danubio, questa volta dal Ponte delle Catene...

      Budapest - Ponte delle Catene
      ...e dirigiamoci verso il Quartiere Ebraico, un posto in cui torneremo più volte durante il nostro soggiorno perché veramente merita.

      Camminando per le strade del quartiere col naso all'insù, si ha la netta sensazione di trovarsi in un posto che nel recente passato doveva esser stato molto ricco e sfarzoso.

      Budapest - Quartiere Ebraico

      Ora è caratterizzato dai cosiddetti "romkocsma", a noi noti come Pub in Rovina.
      Si tratta di locali allestiti nei cortili di vecchie fabbriche abbandonate, prese in gestione da giovani creativi che ne hanno reinventato il look in modo alternativo e originale; non c'è da stupirsi di trovarsi seduti su una vecchia poltrona da dentista o in una vasca da bagno!
      Nei pub in rovina si può fare di tutto: ascoltare musica dal vivo, ballare, vedere una mostra d’arte, vedere un film proiettato su un muro vecchio oppure semplicemente chiacchierare sorseggiando qualcosa da bere e godendosi l’atmosfera dei locali.
      Il più famoso di tutti è sicuramente il Zsimple.


      Budapest - Pub in Rovina

      Sempre nel quartiere ebraico non si può mancare il Gozstu Udvar Market , un mercatino delle antichità compreso tra i cortili dei palazzi di due grandi isolati.
      La giornata si è conclusa con la classica passeggiata serale lungo il Danubio illuminato.
      Dalla terrazza dell'albergo, poi, abbiamo ammirato la città di notte e dall'alto, e abbiamo anche avuto la fortuna di vederla incorniciata dai fuochi d'artificio.

      Budapest - Fuochi d'Artificio


      Budapest - Fuochi d'Artificio


      Budapest - Fuochi d'Artificio


      Terzo Giorno

      Budapest - Itinerario Terzo Giorno (mattina)


      Dedicato ancora alla città vecchia, Buda.
      Si attraversa l'ormai noto Ponte delle Catene per poi salire nella zona del Castello, Palazzo Sandor e la Galleria Nazionale

      Budapest - Ponte delle Catene verso Buda e Galleria Nazionale


      Si può prendere il trenino a cremagliera o farsela a piedi.

      Budapest - Trenino a Cremagliera


      Budapest - Dal Trenino a Cremagliera

      In ogni caso potrete godere di una bella vista della parte nuova:

      Budapest - Ponte delle Catene verso Pest


      Si arriva subito alla Galleria Nazionale.
      Noi siamo stati accolti da alcune bancarelle che servivano bistecche a prima mattina!

      Budapest - Bancarelle di Cibo alla Galleria Nazionale
      ...e per fortuna non solo bistecche.

      Budapest - Galleria Nazionale

      Attraverso questo cancello si va verso Palazzo Sandor:

      Budapest - Verso Palazzo Sandor

      Immancabile cambio della guardia con i soldati che indossavano tutti occhiali da sole!

      Budapest - Cambio della Guardia

      Percorrendo la via principale si arriva alla Chiesa di San Mattia, detta anche “Chiesa dell’Assunta” o “Chiesa dell’Incoronazione”, per il fatto che fu scenario di memorabili nozze reali e celebri incoronazioni, tra cui quella di Francesco Giuseppe I (ve lo ricordate?) e della consorte Elisabetta, nel 1867.


      Budapest - Chiesa di San Mattia


       Alle spalle della chiesa si trovano i Bastioni dei Pescatori, da cui si può ammirare un altro bel panorama della città, incorniciato dalle volte.

      Budapest - Panorama dai Bastioni dei Pescatori - In fondo il Parlamento

      Sempre vicino alla chiesa potete trovare Ruszwurm, la più antica pasticceria ungherese, un piccolo gioiellino dove i dolci sembrano fatti da deliziose nonnine nascoste dietro il laboratorio.
      In questo locale hanno messo piede ospiti illustri, come l'amata principessa Sissi.

      Budapest - Pasticceria Ruszwurm

      Come certamente molti di voi sanno, Budapest è famosa per le sue Terme, dislocate un po' in tutta la città.
      Quelle che abbiamo visitato noi sono le Lukacs, approfittando anche della mattinata uggiosa e a tratti piovosa.

      Budapest - Itinerario Terzo Giorno (pomeriggio)

      Dopo esserci rilassati a dovere, nel pomeriggio siamo andati nella zona di Varosliget, famosa per il parco, il Vajdahunyad Castle...

      Budapest - Vajdahunyad Castle
      ...lo zoo, l'orto botanico, ma soprattutto per le Terme Szechenyi:

      Budapest - Terme Szechenyi

      Probabilmente le più caratteristiche e ma anche le più turistiche.

      Usciti dal parco ci si trova a ridosso di Piazzale degli Eroi, una delle più importanti della città, dedicata alla memoria dei grandi eroi della storia ungherese, le cui statue sono incorniciate in due file di colonne che circondano la piazza e alla cui fine si trovano due carri simbolici: il primo è guidato da una figura maschile che lo guida usando come frusta un serpente, allegoria della guerra; il secondo è condotto da una donna tramite una foglia di palma, allegoria della pace.

      Budapest - Piazzale degli Eroi

      Tornando verso l'albergo abbiamo approfittato della poca fila per salire sopra la Basilica di Santo Stefano

      Budapest - Basilica di Santo Stefano

      Budapest - Basilica di Santo Stefano

      Dedicata al primo re cristiano ungherese; è la chiesa più grande di Budapest e la sua cupola, alta 96 metri, è visibile da ogni punto della città...per cui tutta la città è visibile da qui!

      Budapest - Vista dalla Basilica di Santo Stefano - Gillert Hill

      Budapest - San Mattia e Bastioni dei Pescatori visti dalla Basilica di Santo Stefano

      Dietro la basilica siamo stati attratti da una lunga fila che finiva dentro una gelateria!
      Ma cosa ci sarà mai stato di così buono?
      Sapete che diffido delle gelaterie, vista la mia produzione casalinga, ma quando si è in vacanza bisogna provare tutto e siamo entrati:


       Avete visto che opere d'arte?

      Budapest - Gelato a forma di fiore

      Lo so, volete sapere qualcosa riguardo il sapore....be', niente di particolare.

      Per oggi mi fermo qui.
      Nel prossimo post andremo a visitare altri luoghi interessanti!
      Non mancate!

      Ciao e alla Prossima

      Lo Ziopiero


      Budapest...una città assolutamente da visitare! Seconda Parte

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      Continuiamo il nostro viaggio a Budapest (qui la prima parte)


      Quarto giorno

      Budapest - Itinerario Quarto Giorno
      Che rapporto avete con i cimiteri?
      Molti di noi, forse per cultura o forse per scaramanzia, non li amano, ma vi posso assicurare che spesso in questi luoghi si trovano delle vere e proprie opere d'arte.
      A Roma abbiamo un cimitero che addirittura porta il nome di Monumentale, ed è un vero patrimonio architettonico, con tanto di gite organizzate.
      Per non parlare poi del Cimitero Acattolico, altro gioiello poco conosciuto ai più e dove spesso vado a fotografare.

      Anche Budapest ha il suo bel Cimitero monumentale, definito uno dei più belli d'Europa.

      Budapest - Cimitero Kerepesi

      Budapest - Cimitero Kerepesi

      Budapest - Cimitero Kerepesi

       Peccato solo per la pioggia, che non ci ha dato tregua per quasi tutto il giorno, anche durante la visita al Cimitero Kerepesi.


      Budapest - Cimitero Kerepesi
      Budapest - Cimitero Kerepesi

      Budapest - Cimitero Kerepesi

      Dopo il Cimitero, siamo tornati al Quartiere Ebraico, sicuramente la zona di Budapest che ci è piaciuta maggiormente.

      Dopo aver girovagato tra vicoli e piazze, siamo entrati nella Sinagoga Dohany, nota anche come Sinagoga Grande, luogo molto rappresentativo, suggestivo e ricco di significati.

      Budapest - Sinagoga Grande

      Consiglio la visita guidata, che fornisce molte informazioni sul posto e sulle abitudini in generale.
      Per esempio abbiamo appreso che l'organo, qui presente, nelle Sinagoghe è una vera rarità in quanto suonarlo è considerato un mestiere e il giorno delle funzioni la religione ebraica impone il divieto assoluto di lavorare.
      Abbiamo anche imparato che all'interno delle Sinagoghe non si trovano immagini o icone.

      Uscendo poi nel cortile troviamo il Cimitero, con il suggestivo Albero della Vita, un salice piangente in argento, opera di Imre Varga, sulle cui foglie sono incisi i nomi di persone morte.

      Budapest - Albero della Vita

      Molto suggestivo.

      Altra cosa che abbiamo imparato è che sulle tombe ebraiche non ci sono fiori ma sassi.

      Budapest - Tombe Ebraiche
       
      Budapest - Tombe Ebraiche
      Questo perché la Religione Ebraica separa le cose vive (come i fiori, appunto) dalle cose morte.


      Usciti dalla Sinagoga Grande abbiamo continuato il giro per il quartiere, visitando anche la Rumbach Sinagoga e pranzato al Vintage Café (Dob utca, 21), altro posto delizioso

      Il pomeriggio, causa diluvio, non siamo usciti, ma ci siamo deliziati nella SPA dell'albergo e poi cena al Kheiron Restaurant: anche questo un posto che mi sento di consigliarvi. Prezzi contenuti! ;)


      Quinto giorno

      Nella notte tuoni, fulmini e saette si sono scatenati fino ad esaurirsi, così la mattina ci svegliamo con un bel sole e poche nuvole.

      È il giorno del rientro, ma avendo fissato il volo di pomeriggio, avevamo tutta la mattinata a disposizione.

      Budapest - Itinerario Quinto Giorno

      Usciti dall'albergo siamo andati a vedere il Parlamento, certamente il palazzo più rappresentativo di Budapest. Classico esempio di architettura neo gotica.

      Budapest - Il Parlamento

      Budapest - Il Parlamento


      La visita all'interno l'abbiamo saltata, nonostante valesse la pena: per farla per bene ci sarebbero volute 3-4 ore, ma il quinto giorno prevedeva delle visite molto particolari alle quali non volevo rinunciare.
       
      L'ultima giornata, infatti, l'ho voluta dedicare "alla memoria", cioè alla visita di quei particolari luoghi che rappresentano e conservano la storia ungherese dal 1944 al 1989.

      In questo periodo l'Ungheria subì prima l'occupazione da parte dei nazisti (dicembre 1944), poi la "finta" liberazione da parte dei sovietici (febbraio 1945), che in realtà sottoposero la popolazione a supplizi e torture inenarrabili, fino alla definitiva liberazione, avvenuta pochi decenni fa (1989).

      Si inizia da Szabadsag ter, Piazza della Libertà, vicino all'albergo.
      Questa piazza, edificata nel 1886 all'indomani della demolizione delle caserme Asburgiche, è sicuramente una delle più imponenti della città, circondata da magnifici palazzi, tra cui la Banca Nazionale Ungherese e l'ambasciata degli Stati Uniti.

      Budapest - Banca Nazionale

      Lungo il marciapiede del lato sud della piazza si trovano raccolte testimonianze simboliche relative al periodo dell'occupazione:

      Budapest - Banca Nazionale

      Da qui ci si dirige verso il Danubio, sulla riva che costeggia il Parlamento.
      All'inizio quasi non si notano, poi improvvisamente vi appariranno come d'incanto sotto i vostri occhi, come se fossero state abbandonate lì poco prima.
      Sono 60 paia di scarpe di bronzo arrugginito, ma sembrano vere.

      Budapest - Scarpe della Memoria
      Apparentemente insignificanti, sembrano quasi deturpare la pulizia del paesaggio e della città intera.
      In realtà rappresentano uno dei tanti momenti tristi di questa nazione, che nel 2005 lo scultore Gyula Pauer ha voluto simboleggiare in maniera molto significativa e con un tono a dir poco inquietante.

      Budapest - Scarpe della Memoria

      È il memoriale dell'eccidio ebraico avvenuta per mano delle Croci Frecciate, la milizia che collaborava con i nazisti, che ad un certo punto decise di accelerare i tempi assassinando i deportati direttamente in città.

      Budapest - Scarpe della Memoria

      Fu proprio qui, su questa riva, che si compiva l'estremo, terribile atto: legati a gruppi di due, spalle contro spalle, i deportati subivano l'ultima atroce umiliazione, dopo esser stati privati dei loro beni, primo tra tutti la libertà. E per ultimo le scarpe.


      In bilico sul bordo del marciapiede sopra il fiume, con un colpo di pistola alla testa veniva uccisa la prima vittima.
      La coppia cadeva, legata, in acqua e il peso inerme del cadavere si trascinava a fondo la seconda vittima, che moriva per annegamento.
      Nessuno veniva risparmiato.
      Donne, anziani, bambini.
      Nessuno.

      Budapest - Scarpe della Memoria


      L'ultima tappa significativa è alla Casa del Terrore, il museo testimone dei tragici effetti dei due regimi dittatoriali, nazista prima e comunista dopo, che come abbiamo detto oppressero l'Ungheria dal 1944 fino alla sua definitiva liberazione, 1989.

      Budapest - Casa del Terrore

      L'ambientazione e l'atmosfera creata al suo interno, luci, musiche e ambientazioni, ha il preciso scopo di trasferire al visitatore l'angoscia della vita vissuta durante questo atroce periodo.

      Celle, strumenti di tortura, testimonianze scritte e filmate, oggetti, fotografie...tutto altamente evocativo, anzi oserei dire vivo!

      Ho trovato questa visita molto toccante, ma anche molto istruttiva.
      Una testimonianza palpitante di cosa siano stati capace di fare gli uomini ad altri uomini.

      Forse qualcuno potrebbe trovare esagerata questa forma di rappresentazione, ma personalmente ritengo che bisogna avere il coraggio di testimoniare queste (come altre) atrocità nella maniera più veritiera possibile e qui, in questo museo, quasi ti sembra di respirare la stessa atmosfera, pur consapevole che la nostra immaginazione non potrà mai arrivare a provare quanto hanno provato i nostri simili, molto più sfortunati di noi.

      Budapest - Casa del Terrore (muro esterno)

      Questa è stata l'ultima tappa del viaggio.

      Spero che il racconto vi abbia incuriosito e le foto vi siano piaciute.
      Come sempre questi post servono a entrambi: a voi come punto di partenza per eventuali viaggi e a me come album di ricordi.

      La prima parte del viaggio la trovate qui.

      Vi saluto con un ultima foto

      Budapest - San Mattia e Bastioni dei Pescatori

      Ciao e alla Prossima

      Lo Ziopiero

      Baguettes con Lievito Naturale

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      (Fai click sulla foto per ingrandirla)


      La baguette è un pane molto particolare.

      Prima di tutto perché è francese...e i francesi, si sa, sono particolari!
      Poi perché è un pane di forma invitante, sottile sottile e con il suo mezzo metro e oltre di lunghezza!
      Infine...be', chi è stato in Francia lo sa bene! La maggior parte del tempo che la baguette passa all'aperto lo trascorre sotto l'ascella del suo futuro (e spero unico) consumatore!
      Un vero tripudio di umori!

      Ma come je sarà venuto in mente ai francesi di adottare questa strana forma di trasporto?!?!?

      Che poi è pure scomoda! Metti che passa un amico sull'altro marciapiede e tu, per salutarlo attraendo la sua attenzione, gli vuoi fare ciao ciao col braccio?
      Eccola là che quella, la baguette, ti ruzzola a terra!
      Oddio, a questo punto meglio un pane al vago ricordo di un antitraspirante piuttosto che condito con le suole dei passanti! Dalla padella alla brace, insomma!

      DiSScceee... ma perché vuoi fare le baguette con tutti i pani che hai già fatto?!?!?

      Prima di tutto perché l'altro giorno in un negozio ho visto questo e me lo sono subito accattatato!!!!

      (Fai click sulla foto per ingrandirla)

      E poi perché è un pane semplice, saporito e anche abbastanza facile da fare visto che la sua alveolatura deve essere abbastanza compatta (ci manca solo che in una fetta di 5 cm di diametro ci siano dei buchi grandi come monete da un euro! Te magni l'aria)

      (Fai click sulla foto per ingrandirla)


      Ora, prima che qualcuno abbia da ridire, precisiamo subito una cosa: le disciplineeer de la perfet baghet de parì e de tut la franz, compres pur la corsik  prevede l'uso di soli 4 ingredienti: acqua, farina, lievito e sale.

      Visto però che il nostro lievito è naturale e quindi è fatto di acqua e farina, gli ingredienti diversi diventano 3.

      Così per far tornare i conti ho deciso di metterci anche del latte, per dare un gusto leggermente più saporito alla nostra baguette e salvare l'aritmetique.
      psssss: non glielo dite però ai francesi, eh? :)))))))


      Quanto alla lunghezza...sappiamo bene che i nostri forni casalinghi a malapena arrivano a 50 cm, ben lontani dai canonici 65 minimo (sempre citati nel disciplineeer); ma noi anche qui non diciamo niente ai cugini d'oltralpe, ok?
      (che poi 'sta cosa dei cugini non l'ho mai capita, né tanto meno digerita!)

      :)))))

      (Fai click sull'immagine per ingrandirla)


      RICETTA


      Prefermento
      50 g di licoli o di lievito madre (25 g se fa molto caldo)
      200 g di farina manitoba
      200 g di acqua
      • Mescolate tutti gli ingredienti 
      • Coprite la ciotola
      • Lasciate fermentare per 8-10 ore
      Impasto 
      Tutto il prefermento
      350 g di farina W300

      200 g di farina di semola rimacinata grano duro
      110 g di acqua 

      120 g di latte
      15 g di sale

      • Impastate tutto insieme fino ad incordatura
      • Lasciate riposare l'impasto per un'oretta.
      Formatura
      • Dividete l'impasto in tre parti (quindi verranno tre baguettes)
      • Stendete ciascuna parte fino a formare un lungo rettangolo
      • Arrotondate formando un lungo cilindro con le punte più piccoline
      • Mettete a lievitare fino triplicare di volume
      • Con una lametta fate 3-4 tagli in diagonale, senza paura
      • Spolverate con della farina rimacinata di grano duro
      (Fai click sull'immagine per ingrandirla)

      Cottura
      • Forno a 240° per i primi 6-8 minuti. Durante questa fase, se volete, potete spruzzare dell'acqua sulle baguettes
      • Poi portate la temperatura a a 200° per altri 6-8 minuti
      • Infine a 180° fino a cottura completata
      Aspettate un paio d'ore prima di tagliare la prima fetta.....seeeeeeeeee

      (Fai click sulla foto per ingrandirla)


      A colazione, con la marmellata è particolarmente gustosa....

      (Fai click sulla foto per ingrandirla)
      Ma anche a merenda con mozzarella e pomodoro e olio come si deve.....
      (Fai click sulla foto per ingrandirla)

      ...e sì, lo confesso! Alla tenera età di 53 anni ho fatto una merenda come facevo una volta....


      E voi?
      Fatele! Vi piaceranno!!!!
      :))))))

      Ciao e alla Prossima.

      Lo Ziopiero

      Guardate anche le altre realizzazioni:

      Bocconcini di Tacchino al Curry e Pecorino (Ricetta dello Ziopiero)

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      C'è in piatto che ultimamente faccio a ripetizione, almeno una volta a settimana.
      E sapete perché?
      Perché è gustosissimo e semplicissimo fare!

      DiSceeeeee...e perché non lo hai ancora pubblicato?

      Già!
      Perché?

      (Fai click sulla foto per ingrandirla)

      Forse perché mi sembrava troppo banale?
      O forse perché mi concentro talmente tanto su dolci e super lievitati che quando faccio un semplice secondo non gli do la giusta importanza?

      DiSceeeeee....Azzipie', ma ce voi di''sta riScetta?!?!?!

      ...effettivamente...

      Ricetta

      Ingredienti
      Bocconcini di tacchino
      Burro
      Panna
      Curry
      Pecorino stagionato
      • Fate sciogliere del burro in una padella
      • Mettete i bocconcini di tacchino
      • Girateli e rigirateli finché saranno cotti

      (Fai click sull'immagine per ingrandirla)

      • Aggiungete della panna
      • E poi del curry
      • Mescolate ogni tanto 
      • Togliete dal fuoco quando la panna inizia a rapprendersi fino a diventare una sorta di cremina

      (Fai click sull'immagine per ingrandirla)

      Una volta sistemati nel piatto sparpagliate qua e là delle scagliette di pecorino

      (Fai click sulla foto per ingrandirla)

      Volendo potete mettere vicino della rughetta o qualche altra semplice contorno:

      (Fai click sulla foto per ingrandirla)

      Visto com'è facile?
      E sentirete come sarà buono!!!

      E ovviamente, visto la brevità del post e soprattutto della preparazione, questo piatto entra di diritto nel club: Buoni e Veloci!
       

      (Fai click sull'immagine per ingrandirla)


      Ciao e alla Prossima.

      Lo Ziopiero

      Guardate anche le altre realizzazioni:

      Tagliatelle al barolo e scoglio di mare (...idem come sopra)

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      Ci siamo.
      È arrivato il Natale.
      Con tutti i suoi pregi e difetti.
      Si tirano le somme (che poi me devono spiega' perché a Natale e non a Ferragosto o il 27 ottobre!);
      Si fanno progetti (idem come sopra);
      Si addobba l'albero o il presepe (idem come sopra);
      Si comprano i regali (idem come sopra);
      Si apre il Panettone o il Pandoro (idem come sopra); 
      Si mangia a rotta di collo (idem come sopra);
      Si ingrassa di 4 chili (idem come sopra);
      Ci si lamenta di esser ingrassati 4 chili (idem come sopra);
      Si dice di esser tutti più contenti (idem come sopra)
      ...e più buoni (idem come sopra)...

      Insomma un film visto e rivisto.

      Però....alla fine....inevitabilmente...come tutti gli anni...

      Che ci mangiamo la sera della vigilia?
      E il 25?
      E l'ultimo dell'anno?

      Tutti voi assidui lettori sapete bene che nel mio blog potete trovare oltre 500 ricette, suddivise tra Primi, Secondi, Dolci, Preparazioni Varie o che potete studiare le tecniche di base comprensive di filmati.

      Oggi vi presento un primo piatto semplice e originale e contemporaneamente gustoso e sfizioso, a base di tagliatelle al vino (idem come...qui!)
      E che vino!!!

      (Fai click sulla foto per ingrandirla)



      Per le tagliatelle al Barolo
      (a persona)
      110 g di semola rimacinata
      35 g di Barolo
      20 g di albume
      • Impastate
      • Lasciate riposare l'impasto almeno un'ora
      • Formate le tagliatelle

      Per il condimento
      Pomodorini
      Totani (o seppioline)
      Gamberi
      Cozze o altri frutti di mare a vostra scelta
      • Scaldate uno spicchio d'aglio nell'olio
      • Tagliate a metà i pomodorini
      • Mettete a cuocere i pomodorini con la parte esterna verso l'alto (così conservano maggiormente il sapore)
      • Aggiungete i totani
      • A parte aprite le cozze alla fiamma
      • Scottate appena i gamberi
      • Rapidissima saltata in padella con la pasta scolata al dente
      • Gustate....


      (Fai click sul collage per ingrandirlo)

      Allora: ve l'ho data l'idea?
      Nooo?
      Volete altre idee?

      Niente di più semplice!

      La nostra amica Stefania di Profumi e Sapori ha preparato un bellissimo ebook.

      http://www.ricettedellefeste.it/

      All'interno delle 135 pagine troverete 30 Ricette di Antipasti, 20 Ricette di Primi, 20 Ricette di Secondi, 20 Contorni e 30 Dolci.

      Cosa aspettate?
      Scaricatelo direttamente dalle Ricette delle Feste! ;)




      Ciao e alla Prossima.

      Lo Ziopiero

      Guardate anche le altre realizzazioni:

      Panettoni di marca a 1,99€?!?! ...Ma per favore!!!!

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      Non facciamoci prendere per i fondelli!!!!!


      Anche se in offerta (il prezzo intero sarebbe stato 2,99€) il concetto non cambia.
      Costano troppo poco!

      DiSceeee... Ma non sei contento? Una volta tanto che possiamo risparmiare...?

      Beh...in questo caso non è proprio così.
      Intendiamoci, a risparmiare risparmiamo ma... per questa volta risparmiamoci il risparmio!!!!

      E provo e dirvi perché!

      Tutti voi sapete con quali ingredienti sono fatti i panettoni.
      E tutti voi fate la spesa come me, cercando di risparmiare ma senza abbassare la qualità di quello che acquistiamo e poi introduciamo nel nostro corpo.

      Ma facciamoci due conti "della serva" e proviamo a vedere quanto ci costa grosso modo un panettone casalingo da un chilo, basandoci su questa ricetta:

      Farina (300g) diciamo 0,60€
      Tuorli (140g) saranno 8 uova? Facciamo 1,60€
      Burro (140g) 1,00€
      Zucchero (130g) 0,20€
      Uvetta (125g) direi 1,00
      Canditi (125g) 3,00€ (prezzo medio di mercato, anche se noi li facciamo a casa)

      Siamo arrivati a 7,40€ di ingredienti.
      A questo costo dobbiamo aggiungere anche il costo del pirottino (0,80€), della busta dove conservarlo (0,10€) e, se vogliamo esser onesti, anche il costo di cottura...facciamo 0,10€

      Totale:  8,40€

      Non ho voluto calcolare altri costi quali il tempo che ci dedichiamo (fra pesate, gestione del lievito madre, andare a far la spesa, ecc), altrimenti sarei arrivato almeno a 10€ tondi tondi...

      Avete già capito dove voglio arrivare...ma meglio dirla tutta, magari dettagliando meglio in modo che tutti noi riusciamo a farci un'idea chiara.

      Andiamo a riprendere il nostro panettone di marca (una qualsiasi) e proviamo ad elencare tutte le voci di costo ad esclusione degli ingredienti.
      Per semplicità percoriamo a ritroso il suo percorso dal supermercato alla fabbrica:
      • Guadagno del venditore (supermercato)
      • Costo di distribuzione (sistemazione nei vari scaffali)
      • Costo di trasporto (benzina, più carico e scarico merce)
      • Guadagno del trasportatore (deve pure magna', e mica se po' nutri' fregando i panettoni che trasporta!)
      • Costo di imballaggio (ok, è irrisorio)
      • Costo della confezione (scatola, busta, pirottino)
      • Costo della produzione (infornate, consumi elettrici, macchinari vari, ecc)
      • Costo del personale
      • Guadagno della fabbrica produttrice
      • Ed, infine, costo della pubblicità!!! (che a detta di molti incide mediamente del 30% sul prezzo finale dei prodotti)
      Ora, anche se non sono in grado (e forse nessuno di noi lo è) di valorizzare in denaro ogni singola voce qui su elencata, di sicuro tutti noi siamo in grado di fare delle piccole stime, come ad esempio che un rivenditore guadagna dal 20% al 50% del prezzo finale al pubblico per ogni singolo prodotto, incidendo, insieme alla pubblicità, in maniera significativa su tale prezzo.

      A questo punto il nostro panettone da 1,99€ (ma lo stesso discorso vale per uno da 5 o da 10€, perché, fidatevi, aumentano molto i margini e pochissimo i costi delle materie prime): quanto costa alla produzione in termini di ingredienti....?
      Vogliamo essere generosi - o, meglio, ottimisti, ma molto ottimisti - e ipotizzare 50 centesimi...?

      Cioè tutta quella roba lì, che poi va dentro il panettone e poi dentro le nostre pance, al produttore costa 50 centesimi...????
      Gli stessi ingredienti cha a noi costano, come abbiamo visto, 8,40€?!?!?!!?
      Cioè a loro costa 17 volte di meno?!?!?!

      Dov'è il trucco?!?!?!?

      Qualcuno di voi potrebbe dire: "ma si sa, nell'industria i costi sono diversi...non pagheranno mica le cifre che paghiamo noi al supermerato per gli stessi prodotti! Quelli comprano quintalate di merce..."

      A parte il fatto che anche le grandi catene di supermercati comprano quintalate di merce per cui teoricamente potrei fare lo stesso discorso per il prezzo al pubblico delle materie prime, ma noi qui parliamo di un panettone che abbiamo stimato avere 50 centesimi di ingredienti rispetto agli 8 e passa euro che costerebbe a noi se lo facessimo in casa.

      Quanto mai potranno pagare le uova, il burro, l'uvetta, i canditi...?
      OK, la risposta ce l'abbiamo: 50 centesimi in tutto.

      Ma per 50 centesimi, mi dite che materie mettono dentro i nostri amati panettoni che ci propongono così generosamente nei corridoi dei supermercati, a rischio di inciamparci dentro???


      (a proposito, anche la postazione dell'esposizione ha un costo, che per vergogna non ho inserito).

      Se tutto costa mediamente 17 volte di meno, le 8 uova le pagano 8 centesimi! Giusto? Vi torna?
      Cioè un centesimo ad uovo!!!!

      E con il ragionamento mi fermo alle uova, perché se andassi a sindacare su tutti gli altri singoli ingredienti la storia sarebbe ancor più triste... (avete idea del processo di produzione per ottenere i canditi...? Provate solo ad immaginare le fasi dalla frutta intera al barattolo di canditi luccicanti...)

      Insomma, qui le cose son due: o hanno trovato la gallina dalle uova a raffica, nel senso che ne spara 100 al giorno in cambio di un po' di mangime (ovviamente sottocosto anche quello) e tanta pomata per il loro retrofit, gli alberi che producono le arance già candite, le spighe di grano che fanno comunella, vanno insieme al mulino, si macinano e si raffinano e poi si impacchettano, oppure....

      Oppure ci stanno fregando alla grande....prima il portafoglio e poi - ahimé - la nostra salute.

      DiSceeee....ma la soluzione qual è?
      In realtà la soluzione non c'è, vista l'enorme quantità di panettoni (e pandori) venduti in questo periodo. Nessuno ne può fare a meno, a quanto pare!

      O meglio...ci sarebbe, la soluzione.
      Anzi ce ne sarebbero due.
      Anzi tre.

      O non si comprano i panettoni
      O si comprano quelli artigianali da persone e forni di fiducia.

      ....oppure, come molti di voi già fanno, ce li facciamo in casa!

      Oggi ho detto la mia.

      Se volete dire la vostra, fate pure...:))))))


      Ciao e alla Prossima.

      Lo Ziopiero

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      Gnocchi Viola con Vongole Rughetta Fritta e....

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      Gnocchi viola con Vongole e Rughetta fritta
      Dopo gli gnocchi arancioni e quelli verdi, non potevano mancare gli gnocchi viola!!!!

      DiSceeeee.... VIOLA?!?!?!?!

      Sì, sì, viola!
      E il colore, questa volta, è dato direttamente dalla patate e non da un ingrediente colorato.

      DiSceeeee.... PATATE VIOLA?!?!?!?!

      Certo. Viola.
      Eccole. Da fuori si presentano così:

      Patate viola
      DiSceeeeee....ma non sono viola!!!

      Ok, Ok, non sono viola, ma se le sbucciate (dopo averle bollite, ovviamente) si presenteranno così:

      Patate viola


      Dopo che le avete bollite e sbucciate, le impastate con la farina....



      Disceeeeeee..... Ma quanta farina? 

      Ma questo lo dovreste sapere meglio di me!

      Negli gnocchi non esistono dosi: si fa tutto regolandosi con la consistenza dell'impasto, che alla fine dovrà risultare bello compatto.

      OK?

      Dopodiché, si passa alla ....gnoccatura!!!!

      Formate dei cilindretti tutti di uguale spessore
      Tagliate gli gnocchetti
      Lasciateli riposare (se ne vengon tanti li potete anche congelare)



      Passiamo ora al condimento.

      Per le vongole immagino sappiate tutto.
      Come spurgarle, come aprirle e come condirle.
      Nel caso voleste adottare il mio sistema di condimento potete sbirciare qui (e ve lo consiglio vivamente!!!)

      L'abbinamento che suggerisco oggi, come vedrete, è un po' azzardato, forse bizzarro, ma alla fine si è dimostrato particolarmente delicato e gustoso.

      Partiamo dalla prima bizzarrìa: la rughetta fritta.

      Certo, non è che uno si sveglia la mattina, magari dopo una notte piena di incubi, e decide di fare la rughetta fritta (anche se tutto sommato come ispirazione ci starebbe pure).

      Come variante è particolare, conferisce un tono sciccoso al piatto e solletica le papille gustative, soprattutto quando la si schiaccia con la lingua sotto il palato.

      Per friggerla basta immergerla nell'olio caldo (suggerisco quello di arachidi a 180°)

      Rughetta Fritta

      DiSceeee....e la seconda bizzarrìa?

      Il pecorino!
      A scagliette.

      Gnocchi viola con Vongole Pecorino e Rughetta fritta

      So che alcuni di voi potrebbero inorridire (e qualche anno fa sarei inorridito anche io, quindi vi capisco), ma qui devo dire che l'abbinamento è quello giusto!

      Azzardate e non ve ne pentirete. ;)

      DiSceeeeee....e se avanza della rughetta che ce famo?!?!?!?

      Come che ce fate?!?!?!??
      Vi fate questo pesto con pomodorini e noci.

      Della serie: qua nun se butta gniente!!!!!!
      Be', vabbè...le bucce delle patate le potete pure buttare!!!! :)))))

      Bucce viola

      :))))))))))))))))

      Allora, tutto chiaro?


      Gnocchi Viola con Vongole, Rughetta Fritta e Pecorino

      Ciao e alla Prossima.

      Lo Ziopiero

      Guardate anche le altre realizzazioni:

      gnecche-gnacche...ovvero: non disturbar lo Ziopiero che impasta!

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      Disceeee..... Azzzipe', ma quest'anno solo Pandori? Gniente Panettoni?

      Be', a parte il fatto che di panettoni ne ho fatti ormai una ventina a botte di 3 a week end, ma visto che lo scorso anno vi ho ammorbato con tremila elucubrazioni e altrettante spiegazioni culminate poi in questo post qui, quest'anno pensavo di soprassedere...

      DiSceeee....e non ci diSci gniente gniente?

      ...ekkevedevodadi'? Ormai sapete tutto!

      Boh, che ne so... Un nuovo segreto, una curiosità, un aneddoto...

      Beh sì, una storiella ve la posso raccontare, magari vi fate due risate come me le son fatte io 
      (a vicenda conclusa, però! Non durante!)

      Daje Ziiipie', 'conta 'conta!

      Volevo fare l'ennesimo panettone, sapete no?
      Di quelli puffettosi, che ti si squagliano in bocca....
      (Fai click sulla foto per ingrandirla)

      E come ormai voi tutti sapete quando faccio un superdolce o un super lievitato (o anche quando faccio un ovetto sodo) mi piace organizzarmi con una tabella di marcia.

      La mia plurisperimentata tabella di marcia per i panettoni è questa:


      (la tabella dell'ovetto sodo ve la risparmio!)

      Così un venerdì pomeriggio esco prima dall'ufficio per fare le cose con calma, come è giusto che sia.
      In questa maniera i panettoni sono proprio una passeggiata di salute.
      Davvero.
      Ormai li faccio a occhi chiusi.
      A patto che tutto vada per il verso giusto.

      ...E noi sappiamo benissimo che le cose, per il verso giusto, non ci vanno mai! Vero Murphy?

      Ma partiamo dall'inizio.
      Arrivo a casa dove c'era il mio terzo rinfresco di pasta madre compresso in un barattolo.
      Bene!

      Mi cambio con calma e mi infilo la mia tuta da combattimento.
      Bene!

      Poi inizio con le pesate.
      Perfetto. Tutto torna.
      Ho anche messo i 6g di sale in una ciotolina-ina-ina.

      Poi arriva il momento di tagliare le arance che avevo candito un paio di settimane prima.
      A mio avviso è il lavoro più lungo, e anche più rognosetto.
      Cubettini di arancia che ti si appiccicano dappertutto...
      In ogni caso finisco in tutta tranquillità.
      Perfetto.

      Erano quasi le 18:30...meglio fare un riposino.
      Giusto!
      Mai impastare con la stanchezza di una giornata addosso.
      Pesare e tagliare sì.
      Impastare no. ;)

      Vado a fare un salutino da mio suocero, giusto per esser sicuro di sbracarmi una mezz'oretta sul divano senza saltellare in casa come una scimmia impazzita!
      Fantastico!

      Torno a casa (ore 19:15 circa) e ho tutto pronto sul tavolo di lavoro, manco fossi Montersino.
      Ottimo!

      Unisco i tuorli freddi di frigorifero all'acqua fredda con dentro lo zucchero precedentemente sciolto. Parte la frusta a filo...
      FRrrrrrrrrr
      Perfetto!

      Una vocina familiare alle mie spalle...

      "Papà, mangiamo?"
      Sì amore, lasciami solo due minuti, il tempo di incordare.
      ...Vabbe' facciamo 10.

      "Papà ma tu che ti mangi?"
      Non lo so tesoro, fammi solo finire qui
      (Dove ho messo la farina?)

      "Papà io inizio a cucinarmi che ho fame"
      Sì tesoro...
      (ah, eccola!)
      gnecche-e-gnacche gnecche-e-gnacche gnecche-e-gnacche  
      (rumore del gancio a foglia)

      "Papà vuoi che ti cucini qualcosa?"
      (cacchio, qui l'umidità mi frega! Mannaggia ammé che non ho iniziato prima)
      No, tesoro mio. Grazie.
      Semmai mi faccio due ovetti al volo, ma prima preferisco finire qui.
      gnecche-e-gnacche gnecche-e-gnacche

      "Papà, ma dobbiamo mangiare con questo rumore?"
      (aricacchio, pure lei ha ragione...)
      gnecche-e-gnacche gnecche-e-gnacche
      No, tesoro. In 3 minuti incordo tutto
      (a proposito, perché non si incorda, questa mi sembra una crema più che un impasto!)

      "Papà sono passati tre minuti"
      gnecche-e-gnacche gnecche-e-gnacche
      ancora crema ancora crema

      Sì amore, facciamo così, tu inizia a mangiare..
      gnecche-e-gnacche gnecche-e-gnacche
      crema-crema gnecche-e-gnacche gnecche-e-gnacche
      (Questo ancora non incorda! Dove ho sbagliato? Cacchio, cacchio! E pure accidenti!)
      ...io intanto mi faccio gli ovetti
      gnecche-e-gnacche gnecche-e-gnacche
      crema-crema crema-crema

      Detesto fare più cose contemporaneamente...
      Prendi le uova, sposta il barattolo, (gnecche-e-gnacche) prendi il padellino, arisposta il barattolo, (gnecche-e-gnacche) apri le uova nel piatto, uffa sto barattolo sempre in mezzo, (gnecche-e-gnacche) sbatti le...

      cacchio...ma...CACCHIO DAVVEROOO!!!
      IL LIEVITO MADREEEEEEEEEEEE!!!!!

      CHE CA@@O CI STA A FARE ANCORA DENTRO IL BARATTOLOOOOOOOOOOO!!!!

      MA PORCA PALETTAAAA!!!!!!!!

      frrrzzzshshssh
      (uovo che brucia)

      %**##**%@@@$%### §§§
      (io che impreco!)

      gnecche-e-gnacche gnecche-e-gnacche
      (questo sapete cos'è)

      crema-crema crema-crema 
      (e anche questo, grrrrr)

      STOP!

      Silenzio
      frrrzzzshshssh
      o quasi...

      Sssswap!
      (barattolo aperto con dentro il lievito imbufalito)

      Ssssswish
      (messo il lievito madre a pezzetti nella "crema-crema")

      ARIgnecche-e-ARIgnacche 
      ARIgnecche-e-ARIgnacche
      (partenza in sordina, o quasi)

      ARIgnecche-e-ARIgnacche
      Crema sì-Crema no
      ARIgnecche-e-ARIgnacche 
      Crema sì-Crema no

      Crema no-Crema no
      (forse ha preso...)

      Sbatt-Sbatt
      (forse incorda...)

      Sbatt-Sbatt
      (dai dai...)

      Stunc-Stunc
      (ormai ci siamo...)

      Insomma alla fine ha incordato!
      Però...come si dice dalle mie parti...

      Che Smaltita!!! :)))))

      "Papà, tutto ok?"
      , tesoro. Tutto ok! :) 
      "Dai, papà. Ti faccio compagnia mentre ti mangi quest'ovetto freddo...."
      :)))))


      FINALMENTE
      Il secondo impasto (eseguito la mattina successiva, come da tabella) è filato liscio come l'olio.
      Incordato in pochi minuti.
      Pirlatura perfetta.

      E per fare una cosa diversa l'ho messo a lievitare in un pirottino basso.

      (Fai click sulla foto per ingrandirla)
      Scarpatura a 8 punte...

      (Fai click sulla foto per ingrandirla)
      ....e per voi che mi avete seguito fin, qui la fetta....

      (Fai click sulla foto per ingrandirla)

      SALUTA...MENTE

      Carissimi amici, con il post di oggi chiudo per il 2014.

      È stato un anno denso, piacevole e ricco di ricette.

      Spero di ritrovarvi tutti qui subito dopo la befana!

      Ci aspetta un 2015 ricco di  nuove realizzazioni!
      ...e anche di sorprese!!!! ;)

      BUON TUTTO A TUTTI

      (Fai click sul collage per ingrandirlo)


      Lo Ziopiero

      Guardate anche le altre realizzazioni:



      Friselle, anzi... Frisèddhe!!!

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       Frisèddhe


      De susu, de sutta, ssuppate, risciuncate....

      Azzipie', ma come parli?!?!?!?


      ...an chinu, cucchie cucchie,  mpitruddhate, mpiscuttàte...

      Azzipie', ma che te prende?

      ...capase, còcchia, chianca, spunzate, ruzzulisciare....

      Aho!!! Ma te voi fa' capi'?!?!?!?!


      ...Caro mio, qui c'è poco da capi' se nel sangue non hai un po' di Salento!

      Ma scusa, nun eri romano de Roma? Hai pure scritto 'na cifra de post!

      ...

      Be', sì, è vero: sono nato e cresciuto a Roma e adoro la mia città, come scritto e descritto più volte.

      Ma metà del mio sangue è Salentino. Mia madre era di Lecce, così come i suoi genitori, tutti i suoi nonni....i nonni dei nonni....qualcosa nel sangue ce l'avrò pure, nooo? :)))))

      Ma purtroppo tutta questa gente non c'è più, così quando ho voglia di Salentinità mi rivolgo allamia socia di panettoni che è un'altra salentina DOC, DOP, e pure DOS (Denominazione d'Origine Salentina!)
      Sbircio nel suo blog di svalvolate e faccio qualcuno dei suoi piatti, come pasticciotti, pittùle, pucce leccesi, torta pasticiotta, ciciri e tria...

      E così ho fatto per le friselle! 
      Anzi Frisèddhe, alla leccese!!!

      Certo ho dovuto torturare Tamara telematicamente insistendo affinché mi onorasse di una sua ricetta DOC, DOP e pure DOS!
      E lei, puntualmente, me l'ha data, anzi l'ha pure pubblicata!

      DiSceeee...ma l'ha pubblicata quasi un anno fa!

      È vero! Ci ho messo una quaresima prima di pubblicare anche io queste friselle, ma alla fine...

      Frisèddhe
      Eccole!

      Le Friselle di Tamara, anzi le Frisèddhe!


      Ricetta:
      200 g licoli rinfrescato
      600 g di farina di grano salentino *
      200 g di farro integrale
      100 g di grano saraceno
      600 g di acqua
        25 g di sale


       * come ci ricorda Tamara, il grano salentino non si trova facilmente fuori dal Salento, per cui si può usare, in alternativa, uno dei  seguenti sfarinati di grano duro: farina di grano duro, semolato, semola integrale, semola non rimacinata, semola rimacinata.

      Guarda caso avevo il grano salentino e avevo anche dell'ottima farina di orzo, per cui alla fine ho fatto un mix: 200g grano salentino e 400g di  farina di orzo.
      • Impastate tutto insieme, fino ad incordatura
      • Fate lievitare fino al raddoppio
      • Porzionate in pezzi da 130g circa
      • Fate dei filoncini lunghi 20 cm circa e chiusi ad anello, a formare una ciambella, ops, una frisella, ma col buco più piccolo
      • Mettete le friselle a lievitare, cucchie cucchie, come dice Tamara, cioè vicine vicine, frapponendo tra di esse della carta da forno
      • Fate lievitare fino al raddoppio
      • Cuocetele a 180 gradi per 15/20 minuti circa
      Le friselle, anzi frisèddhe, le tireremo fuori dal forno quando saranno cotte ma ancora morbide.

      A questo punto si tagliano a metà (tipo panino) e si sistemano su una griglia e rimesse subito in forno a 160° a biscottare per circa un'ora.



      DiSceeeee.....E come si mangiano?

      Semplice!
      Prima di tutto occorre "sponzarle"
      Certo, per poterlo fare come si deve occorrerebbe lo "sponzafriselle", anzi lo spunzafrisèddhe!

      ???????

      Trattasi di un piatto fondo sormontato da un piatto a forma di mezzaluna, con dei buchi:

      Spunzafrisèddhe
      Prima si mettono a bagno le frise nel piatto di sotto (de sutta) e poia scolare nel piatto di sopra (de supra)

      Spunzafrisèddhe

      In mancanza di spunzafrisèddhe potete tranquillamente ammolarle nell'acqua.
      Il tempo di ammollo dipende da quanto sono dure o, meglio, da che tipo di farina avete utilizzato.

      Dopo averle ammollate, si spreme sopra un pomodorino...



      Solo uno?
      Ma noooooooooo!!! Quanti ne volete!!!!



      E si continuano a condire a piacere.
      A me piacciono con mozzarella di bufala e basilico e soprattuto... tanto olio, ovviamente pugliese!!!!

      Frisèddhe
      Si conservano a lungo nelle buste trasparenti per alimenti.

      Tutto chiaro adesso?

      De susu, de sutta, ssuppate, risciuncate....

      Come? Non afferrate il significato di alcune parole...?

      ...an chinu, cucchie cucchie,  mpitruddhate, mpiscuttàte...

      Allora andatevi a leggere tutte le spiegazioni (e non solo) che ci ha regalato Tamara.

      Ciao e alla Prossima.

      Lo Ziopiero


      ...capase, còcchia, chianca, spunzate, ruzzulisciare....





      Guardate anche le altre realizzazioni:

      Veneziane con il Lievito Madre

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      Dopo le polacche-romane-aversane, ecco a voi leeee... Veneziane!!!



      DiSceeee....ma non le avevi già fatte?  

      Beh...sì! Quelle con quella forma buffissima!!!

      Però non le avevo fatte con il lievito madre.
      Che, come sappiamo, è tutta un'altra cosa.

      Prima di tutto sono più morbide.
      E poi sono più soffici.
      E poi durano più a lungo
      E poi....sono più BBBONE!!!!!

      La ricetta, ormai, è più che sperimentata, provata su vari tipi di brioches.

      RICETTA


      Prefermento
      50 g di licoli o di lievito madre (25 g se fa molto caldo)
      200 g di farina manitoba
      235 g di acqua
      • Mescolate tutti gli ingredienti 
      • Coprite la ciotola
      • Lasciate fermentare per 8-10 ore
      Impasto 
      Tutto il prefermento
      320 g di farina W300
      100 g di zucchero
      2 uova intere
      1 tuorlo
      120 g di burro 
      zeste di arancia 
      5g di sale
      • Impastate tutto insieme fino ad incordatura
      • Lasciate riposare l'impasto per un'oretta
      • Formate poi delle pallocchette, chiudendole bene sotto
      • Mettetele a lievitare sulla carta da forno sistemata sopra una teglia e copritele con della pellicola trasparente
      • Quando saranno triplicate di volume, con delle forbici fate due tagli a croce al centro
      • Spennellate la superficie con dell'albume sbattuto mescolato con del latte
      • Metteteci sopra una abbondante cucchiaiata di crema pasticcera adatta per le cotture al forno.
      • Una spolverata di zucchero in granella
      • Forno a 180° fino a cottura ultimata.




      Una volta tolte dal forno, lasciatele riposare qualche minuto su una gratelle e poi.....


      Come noterete questo tipo di impasto è molto idratato e questo fa a tutto vantaggio dell'interno della nostra veneziana, che si presenterà particolarmente alveolato; di conseguenza la morbidezza e la sofficità sarà assicurata.



      Ma dite un po': si riesce dalla foto a capire la morbidezza e la sofficità?
      O la vedo solo io?

      :)))))


      Ciao e alla Prossima.

      Lo Ziopiero

      Guardate anche le altre realizzazioni:

      Rotolone di Crepes: una tradizione Maya

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      Ma che? Daero?

      Davvero cosa?

      Daero che i Maya facevano le crepe e le arrotolavano pure?

      Ma no, cosa hai capito!
      Non i Maya, ma Maya!!!

      Maya è lei!
      È grazie a Maya che iniziai ad usare il licoli senza più abbandonarlo, quindi dovete ringraziare anche lei se in questi ultimi due anni ho sfornato tutti questi lievitati, dolci e salati

      La Tradizione Maya, che altro non sono che incontri svalvolati,  vuole che ogni volta che ci vediamo si porti ognuno qualcosa da mangiare!!!

      Così all'ultimo incontro svalvolato abbiamo mangiato queste orecchiette col grano arso, le bracioline messinesi di Emmettì, il pane alla cicoria di Francesca,l'Operà dello Ziopiero  (che poi sarei io Me Medesimo!) e due  Rotoloni di Crepes offerti da Maya.

      E siccome questi rotoloni ci erano piaciuti molto, le abbiamo prima estorto la ricetta e poi deciso di farlo e pubblicarlo tutti insieme lo stesso giorno: Tamara, Silvia, Emmettì, e il Sottoscritto Me Medesimo!



      Maya, ovviamente questo post è per te!
      E pure quest'altro!

      Ricetta
      Per un rotolone (6-8 porzioni circa)

      250g di Broccoli bolliti (conservate l'acqua!)
      60g di Mortadella 
      Parmigiano grattugiato
      Burro

      Crepes
      80g farina 00
      20g farina grano arso (o in mancanza potete usare la farina di grano saraceno)
      250g di latte
      2 uova
      un pizzico di sale
      • Frullate tutto insieme e lasciate riposare un frigo per un paio d'ore almeno.
      • E poi fate le crepes!

      Besciamella
      150g di acqua di cottura dei broccoli
      100g di latte
      15g di farina
      15g di burro
      100g di stracchino
      sale e pepe
      zafferano
      • Scaldate i liquidi fino quasi ad ebollizione
      • Sciogliete la farina in 80g di latte e aggiungete il composto ai liquidi
      • Continuare a cuocere a fuoco dolce, continuando a girare fino ad addensamento
      • Aggiungete i restanti ingredienti, avendo cura di sciogliere per bene il tutto.
      Variante dello Ziopiero:
      A parte frullate 30g di broccoli lessati con un po' di besciamella e il risultato versatelo nella restante besciamella.

      A questo punto il più è fatto!
      Passiamo alla composizione!
      • Sistemate 6 crepes come nell'immagine qui sotto
      • Versate la besciamella senza arrivare ai bordi
      • Spargetevi i broccoli lessati e spezzettati
      • Completate con strappi di mortadella


      • Arrotolate il rotolone (!)
      • Sistemate il rotolone su una teglia, sopra la carta forno (in realtà le crepes si dovrebbero mettere da subito sopra la carta forno ma...me ne ero dimenticato!!!)
      • Spargete qua e là dei fiocchetti di burro
      • Spolverate con abbondante parmigiano
       
      • Avvolgete il rotolone con la carta forno
      • Infornate a 200° per circa 20'
      • Poi aprite la carta forno, accendete il grill e fate rosolare quanto basta.

        L'ideale, ovviamente, è mangiarlo caldo, con tutto il ripieno che esce dalle crepes croccanti...



        A questo punto, se ancora non l'avete fatto, andate a leggervi il post del condominio.
        Come? L'avete fatto? Rifatelo!!! :))))

        Ciao e alla Prossima.

        Lo Ziopiero

        Guardate anche le altre realizzazioni:

        Torta Biancomangiare - Quando le passioni superano i maestri...

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        Eleonora, Tamara
        Due menti all'opera.
        Due appassionate della cucina.
        Due amanti delle cose impegnative.
        Due pasticcere nate.

        Si incontrano.
        Si confrontano.
        Realizzano...

        Quando hanno presentato questa torta in un post a 4 mani (qui quello di Eleonora e qui quello di Tamara) ho capito che dietro c'era stato un pensiero, un lavoro che va oltre la semplice riproduzione di una ricetta di un maestro.

        Perché, e noi lo sappiamo bene, non basta scrivere gli ingredienti, le dosi e due paroline di spiegazione.
        Non basta dar per scontato che tutti sanno.
        Non si possono omettere misure e lasciare all'intuito o al caso la realizzazione, rischiando che il povero incauto arrivi a metà del lavoro scoprendo che non gli basta la chantilly o la panna!

        E loro, Eleonora e Tamara, da esperte quali sono, hanno fatto un lavorone a beneficio di tutti.
        Me compreso!

        Così, appena ho visto le loro realizzazioni e i loro risultati, ho subito voluto dar loro soddisfazione, riproducendo, anche se non con la stessa perfezione, il frutto dei loro studi e impegni.

        Torta Biancomangiare

        Devo confessarvi, però, che quando vidi gli ingredienti di questa torta non pensai potesse essere così buona!
        E neanche così facile.
        Certo fa sempre parte di quelle torte impegnative, ma tra quelle impegnative non è di sicuro la più impegnativa! :)))

        Sorvolo sui dettagli delle lavorazioni, perché le descrizioni di Eleonora e di Tamara sono praticamente perfette tanto da indurre a pensare che le vere maestre siano loro!!!

        Nel post mi limito all'essenziale, con qualche piccolissimo cambiamento nella ricetta (altrimenti non sarei io!!!!).

        TABELLA DI MARCIA

        Per prima cosa occorre aver ben chiara come è strutturata la torta per suddividerci il lavoro in modo razionale e pratico.

        Gli strati, partendo dal basso, sono:
        • Biscuit di mandorle imbevuto di bagna all'amaretto
        • Gelatina di fragole e arancia
        • Mousse biancomangiare
        • Biscuit di mandorle, sempre imbevuto di bagna all'amaretto
        • Mousse biancomangiare
        • Glassa al cioccolato bianco


        Possiamo pensare di suddividerci il lavoro in 4 fasi, ben distinte una dall'altra e realizzabili in momenti diversi.


        Occorrerà poi un cerchio di acciaio a dimensione variabile.

        RICETTA
        Per le dosi è importante decidere da subito le dimensioni finali della torta (e poi dicono che le dimensioni non contano!)

        Eleonora l'ha fatta di 22cm
        Tamara di 26cm (solita esagerata!!!)
        Io ho fatto quasi una via di mezzo, 23cm (quindi 21cm per le parti interne)

        Biscuit di mandorle
        (Cerchio da 21cm di diametro, 2cm in meno della dimensione finale della torta)

        200gFarina di mandorle setacciata o Mandorle tritate finemente
        180gZucchero a velo
        145gZucchero semolato
        145gAlbume
        • Rivestite con carta forno il fondo di una teglia
        • Stessa cosa per i bordi del cerchio imburrando per bene la carta forno che andrà a contatto con l'acciaio, in modo che aderisca bene
        • Montate gli albumi con lo zucchero semolato, a neve lucida ma non troppo densa
        • Incorporate la farina di mandorle 
        • Versate metà composto nel cerchio e livellare con una spatola o il dorso di un cucchiaio
        • Cuocete in forno  a 230° per 3 minuti e poi a 180° per 7 minuti
        • Aspettate che il biscuit si freddi prima di toglierlo dallo stampo e staccarlo dalla carta forno
        • Cuocete il secondo biscuit


          Bagna all'amaretto

          60gAcqua
          35gZucchero
          35gLiquore all'Amaretto
          • Versate acqua e zucchero in un pentolino
          • Pesate il tutto e segnatevi il risultato
          • Portate a ebollizione l'acqua con lo zucchero fino a quando questo non si è sciolto completamente
          • Pesate nuovamente il tutto e aggiungete l'acqua eventualmente evaporata
          • Quando la bagna si sarà intiepidita, aggiungete il liquore all'amaretto.

          A questo punto bagnate i due biscuit e congelateli.

          Godetevi un meritato riposo.

          Gelatina di fragole e arancia

          100gSucco d'arancia
          180gZucchero semolato
          245gFragole
          30gZenzero fresco macinato
          8gAmido di mais o di riso
          10gGelatina in fogli
          • Tagliate le fragole in piccoli pezzi e grattugiatevi dentro lo zenzero
          • Mescolate
          • Sciogliete l'amido di mais in qualche cucchiaio di succo d'arancia
          • Unite il tutto al restante succo d'arancia 
          • Aggiungete lo zucchero
          • Scaldate il tutto a fuoco basso
          • Versatevi le fragole con lo zenzero e cuocete per un minuto
          • Aggiungete la gelatina ammollata e strizzata
          • Mescolate per bene fino a farla sciogliere completamente
          • Versate il composto nel cerchio da 21cm di diametro (in questo caso se avete una tortiera delle stesse dimensioni è meglio)
          • Congelate


          Mousse Biancomangiare

          490gPanna
          440gLatte
          100gZucchero semolato
          100gFarina di Mandorle setacciata o mandorle tritate finemente
          16gAmido di mais o riso
          10gGelatina in fogli


          Semi di una bacca di vaniglia

          Attenzione: i prossimi due passaggi vanno effettuati qualche ora prima (anche un giorno prima):
          • Scaldate il latte con lo zucchero, le mandorle e i semi di vaniglia fino a quando lo zucchero non si sarà sciolto
          • Coprite e lasciate in infusione nel frigorifero per qualche ora (massimo un giorno)
          Quindi:
          • Filtrate il latte aromatizzato e scaldatelo a fuoco basso
          • Sciogliete l'amido di mais in 20 g di latte freddo, aggiungete li tutto al latte caldo e mescolate
          • Cuocete a fuoco basso fino a far addensare il latte, mescolando con un cucchiaio di legno
          • Aggiungete la gelatina ammollata e strizzata, continuando a girare per farla sciogliere per bene
          • Lasciate freddare fino a 26/28° circa
          • Montate la panna e incorporatela 
          Montaggio 

          Una volta fatta la mousse potete procedere al montaggio della torta che, come tutte le torte di questo tipo, avverrà al contrario, cioè iniziando dallo strato che alla fine apparirà in alto.
          Quindi, nell'ordine, gli strati e i relativi passaggi saranno:
          • Mousse biancomangiare
          • Congelatore per un'ora al massimo
          • Biscuit di mandorle (già inzuppato con la bagna all'amaretto), che avrà diametro 21 cm, per cui centratelo bene
          • Mousse biancomangiare, arrivando fino ai bordi del cerchio
          • Congelatore (minimo un'ora)
          • Gelatina di fragole e arancia 
          • Strato di mousse ai bordi
          • Biscuit di mandorle 
          • Strato di mousse ai bordi
          • Congelatore (minimo un'ora, massimo 3 mesi)

          Glassa Cioccolato Bianco

          La glassa andrà preparata preferibilmente il giorno prima della consumazione della torta.
          Una volta pronta, andrà fatta freddare per circa un'ora prima di essere versata, quindi considerate questo tempo nella vostra tabella di marcia.

          250gCioccolato bianco
          170gPanna fresca
          6gGelatina in fogli

          • Sciogliete il cioccolato (micronde o bagnomaria)
          • Scaldate la panna
          • Aggiungete la gelatina ammollata e strizzata
          • Unite i due composti mescolando delicatamente, facendo amalgamare bene il tutto cercando di evitare la formazione di grumi (nel caso date qualche colpetto col frullatore ad immersione, avendo poi cura di sbattere per bene la ciotola con dentro il composto per far uscire le bolle d'aria)

            Glassatura

            Per glassare occorre che la temperatura della glassa sia a 28°.
            A questo punto avete due possibilità: o versate la glassa subito, aspettando che la temperatura scenda fino a 28°, oppure potete conservare la glassa in frigorifero (non più di un giorno) e prima di glassare farete sciogliere nuovamente il tutto per poi aspettare che la temperatura scenda ai fatidici 28°.

            • Sistemate una griglia sopra una scodella
            • Sopra la griglia mettete un coppapasta (renderà più semplici le operazioni di spostamento della torta una volta glassata)
            • Sistemate la torta congelata sopra il coppapasta
            • Iniziate a versare la glassa partendo dai bordi
            • Lasciate rassodare qualche secondo
            • Trasferite la torta su un poggia torta piatto
            • Sistemate la torta in frigorifero


            La torta potrà essere consumata dopo qualche ora (ricordatevi che al momento della glassatura la torta è ancora congelata!).

            N.B. Se volete vedere il filmato di come eseguire la glasatura guardate qui



            Decorazione

            Qui potete sbizzarrirvi!
            Personalmente ho fatto una cosa molto semplice: caramellato una manciata di mandorle e sistemate sulla torta.
            Al di là del gusto estetico (non sono certo un cake designer), questa scelta incontra sicuramente il gusto di tutti i sensi.
            Vedere, sentire e poi gustare sotto i denti il croccante delle mandorle dà un certo appagamento.
            Tatto e olfatto...bè fate voi! :)))

            Per caramellare le mandorle sciogliete in un pentolino dello zucchero con due gocce d'acqua.
            Poi metteteci le mandorle.
            Dopo un po' lo zucchero inizia a colorarsi, colorando (e caramellando) le mandorle.
            Togliete le mandorle e lasciatele freddare su carta forno.

            Piccolo suggerimento: non assaggiatele, altrimenti ve le finirete tutte e dovrete rifarle di nuovo!!!  :))))

            Tutto chiaro?!?!!?

            OK, vi siete meritato una fetta!



            Ciao e alla Prossima.

            Lo Ziopiero

            Guardate anche le altre realizzazioni:

            Brrrrrrr...un pane venuto dal freddo!!!

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            DiSceeeee....ma che viene dall'Alaska?!?!!??!

            Ma nooooooooooo!!!!

            ...e allora perché "dal freddo"?!?!?

            ....beh, perché in realtà viene dal freddo...per la precisione dal frigorifero!!!!!

            ...scusa...in che senZo?!?!?

            Hai presente quando leggi 36 ore di lievitazione, 48 ore di lievitazione, 72 ore di lievitazione?

            Queste lievitazioni così prolungate per dei lievitati così semplici non si possono effettuare a temperatura ambiente, soprattutto nei periodi estivi.

            Ecco allora che entra in gioco il freddo o, meglio, il frigorifero che oltre a consentire una lenta e giusta lievitazione, ci permette di ottenere un prodotto molto più saporito, con l'interno ben alveolato, anche usando farine meno ricche di glutine, come vedremo.

            Ricetta

            80 g di lievito madre 
            250 g di farina 0, preferibilmente macinata a pietra
            250 g di semola rimacinata o farina integrale
            420 g di acqua
            10 g di sale 


            Si parte con un autolisi di un'oretta: 300g di farina (di cui 250 semola o integrale) e 300g di acqua
            Mescolate in una ciotola e coprite.

            Passata l'oretta si aggiungono tutti gli altri ingredienti e si impasta, fino ad incordatura.

            Lasciate riposare l'impasto per un'altra oretta.

            Fate delle pieghe a tre capovolgete e lasciate riposare un'altra mezz'oretta.


            Formate due pagnotte e sistematele, avvolte in un panno infarinato, dentro due stampi da plumecake.


            A questo punto inizia la terapia del freddo...
            Frigorifero a temperatura non inferiore a 8° (altrimenti i batteri non ci pensano proprio a venir fuori!)
            Da questo momento in poi inizia l'avventura.
            Sì perché non ci saranno tempi sicuri...diciamo che prima di 20 ore il nostro pane difficilmente sarà pronto per essere infornato. Ma potrebbero servire anche 30 ore.
            Voi controllate il livello di lievitazione e quando sarà quasi triplicato, allora accendete il forno portandolo a 240°.

            Poco prima di infornare adagiate con cura le pagnotte su una teglia (meglio se in ferro).

            Visto la l'operazione non è  facilissima da spiegare, vi allego un filmati che feci in occasione di un altro tipo di pane, ma il metodo è lo stesso.


            Per i primi 7-8' cuocete nella parte più bassa del forno.
            Poi portate il pane ad un piano superiore e abbassate la temperatura a 200°
            Dopo altri 10' portate la temperatura a 180° e completate fino a cottura.

            Spruzzate ogni tanto forno e pane con dell'acqua, in modo tale da far venire una bella crosta croccante.

            Una volta cotto, sfornate e lasciate il pane su una gratella.
            Potete anche lasciarlo nel forno (spento). Rimarra caldo e croccante ;)



            Farina Senatore Cappelli



            Farina Integrale


            Quanto all'alveolatura: qui si potrebbe discutere per ore...c'è chi ama buconi grandi come caverne, chi li preferisce piccoli e compatti. Personalmente ritengo corretta una giusta via di mezzo...anche perché mentre gli alveoli chiusi sono spesso sinonimo di un pane pesante e poco lievitato, è anche vero che....

            Coi buchi nun se magna!!!!

            :))))))))))))

            Ciao e alla Prossima.

            Lo Ziopiero

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