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Channel: I Pasticci dello Ziopiero
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Pandoro con lievito madre

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Premessa

Questa storia inizia da lontano...molto lontano...almeno 700 km...

DiScceee... 700km?!?!? Ma contando da dove?!?!??

Be', per me da Roma... fino ad arrivare al tacco d'Italia.
E poi anche l'origine temporale è lontana, molto lontana...

Azzzipie', ma qui è tutto lontano?!?!?!

Ebbe', sì! Ma per fortuna poi il mondo virtuale rende tutto più vicino!
E pure più divertente! :))

tikke-takke tikke-takke (rumore di tasti premuti compulsivamente sulla tastiera del pc) 

Tama', per Natale facciamo insieme un post sul pandoro, come abbiamo fatto per i panettoni e per le colombe? Magari per andar sul sicuro iniziamo adesso...

Vi lascio immaginare la risposta della mia socia-a-distanza quando a fine agosto le inviai questa mail!

Qualche ora dopo...

Pie', ma io il pandoro non l'ho mai fatto!
E poi,  se mi metto a fare un pandoro con questo caldo, qui dopo un'ora è già lievitato!
Non sarebbe meglio aspettare... un paio di mesi...?

Ahahahaha! Mi sono pure immaginato la scena!
Lei che se ne stava beata al mare, tranquillamente appiccicata a qualche scoglio salentino e io le andavo a fare queste proposte oscene!
Forse avrei dovuto aspettare un po'...
Ma voi sapete come sono fatto, no?

Tempo due giorni e sono tornato alla carica:
(sempre tikke-takke tikke-takke)

Tama', qui il tempo vola! Se vogliamo fare un prodotto di qualità dobbiamo giocare di anticipo! Ti ricordi quanti panettoniabbiamo dovuto fare prima di arrrivare al top del top?

Insomma Pie'! Ti rendi conto che siamo al 29 agosto?!?!?

Aahahaah, hai ragione! E se intanto io facessi delle prove, magari mi metto pure ad escogitare qualche metodo alternativo, hai visto mai esce fuori qualcosa di interessante...nel frattempo tu potresti iniziare a studiare qualcosa, senza necessariamente passare i pomeriggi estivi ad impastare...magari escogiti un tuo metodo infallibile!

Mammamia Piero!!! Ma tu non molli mai!! Sei peggio di un martello pneumatico trapanatore! Guarda che mi dissocio!

Ok, Ok! Allora facciamo così: prenditi un po' di tempo ma sappi che presto tornerò alla carica! :)))

Ma tanto sapevo che le avevo sfruculiato per benino il cervello e che si sarebbe subito messa all'opera!  ;)

Così nelle settimane a seguire abbiamo invaso gmail di fogli excel pieni di numeri, confronti, calcoli.
Ed errori!
Tanti!
:D :D :D

A Pie', non mi tornano i conti. Se rifaccio i calcoli a mano il totale è diverso!
Tama', usa almeno la calcolatrice!

Pie', ti ammazzerei ogni volta che mi cambi le pesate

Aho, mandame ora esatta di quando inforni che accendo un cero!

E questo è solo un piccolo stralcio della conversazione che aveva per oggetto "Pandoro"!

Ma alla fine l'alchimia è avvenuta!

(Fai click sulla foto per ingrandirla)

DiSceeee....bello, bello, ma a noi interessa conoscere tutti i passaggi, i trucchi, i punti fondamentali per rifarlo uguale uguale!!!

Be', allora mettetevi comodi e concentratevi, perché non sarà una passeggiata!

E di post da leggere e studiare ce ne sono due.
Questo qui che state leggendo e, ovviamente, quello di Tamara.
Anzi tre, perché in visioni gustative troverete anche tutto il passo passo fotografico!

Allora. Prima di tutto...

Organizziamoci

Gli Stampi
Per prima cosa occorre capire la misura dello stampo in vostro possesso.

E sì, perché lo stampo del pandoro ha una forma tutta particolare che se vuoi calcolarne il volume non ti bastano due stage con Pico de Paperis e Archimede Pitagorico!


Poi, se poco poco provi a chiedere aiuto al negoziante che te lo vende, ecco che ti vengono date le risposte più insensate!
E anche ammesso che uno riesca a calcolare il volume di un tronco di cono stellato, ma quanto impasto ci va?
E sì, perché a noi, alla fine, quello interessa!!!

Il metodo più facile per calcolare il volume dello stampo è quello di piazzarlo sulla bilancia, azzerare la tara e riempirlo d'acqua fino all'orlo.
Il risultato che si ottiene in chili (virgole comprese) è, con buona approssimazione, uguale al suo volume espresso in litri (purché non facciate questa misurazione ad alta quota, ma non credo di avere lettori che si colleghino dalla cime dell'Everest con l'intenzione di fare il pandoro...)

Ora, senza arrovellarvi con calcoli astrusi, prendete il valore che segna la vostra bilancia, che presumibilmente sarà in grammi, dividete per tre e otterrete grosso modo quanto dovrà pesare l'impasto che metterete dentro a lievitare.
Chiaro?
Esempio: nello stampo ci vanno 2400g di acqua? Il peso dell'impasto sarà 800g (ma se ne mettete 830 nessuno vi aspetterà di notte dietro l'angolo di casa e con un ascia in mano!)

Il vostro stampo contiene 2700g di acqua? Metteteci 900g di impasto!

Tutto chiaro? 

Le dosi che vi darò qui sono per 900g di impasto.

Ora qualcuno di voi mi chiederà: ma se avessi uno stampo da 2100g di acqua e non sapessi fare i conti per riproporzionare tutti gli ingredienti, come dovrei fare?

Semplice. Fai l'impasto da 900g con le dosi che ora ti darò; poi ne metterai 700 nello stampo (2100 diviso 3 fa 700) e con il rimanente impasto farai tanti piccoli pandorini, così:

(Fai click sulla foto per ingrandirla)

(Nota Bene: il pandoro di questa foto non è quello della ricetta che segue, ma è ottenuto con un impasto unico diretto, frutto di uno dei miei tanti esperimenti)


Le Difficoltà
Per fare questo impasto l'uso dell'impastatrice è altamente consigliato.
Se non ce l'avete....be'...procuratevene una. ;)
Con questi impasti non si scherza! :))

Se siete alla prima esperienza con i super lievitati, ve lo dico di cuore: leggete con calma questo post ma non vi azzardate a fare subito il pandoro. :))))
Dedicate prima il vostro tempo e la vostra passione a fare pratica con lievitati più semplici.
Tecniche e lavorazioni qui descritte, per quanto dalla lettura possano sembrare facili, non sono affatto alla portata di chi al massimo ha impastato un ciambellone.
E lo dico col massimo rispetto di fa i ciambelloni! :)))

Arrivate a questi impasti per gradi.
Lo sapete, per me sono la tesi di laurea dei lievitati e...si sa, non ci si laurea senza aver fatto prima il liceo e poi l'università! :)))

(Fai click sull'immagine per ingrandirla)


Preparazioni a corredo
Prima di tutto organizzatevi mentalmente con largo anticipo.
E poi anche materialmente.
Questo significa, ad esempio, pesare e preparare gran parte dell'occorrente il giorno prima di iniziare il primo impasto; in particolare andrà preparato l'aroma pandoro, che prevede l'uso di arance o mandarini canditi rigorosamente fatti in casa, l'Emulsione pandoro, lo Zucchero a velo aromatizzato, il mix di tuorli e, sembrerà una stupidaggine ma non lo è, tutte le pesate.

Queste attività possono portar via anche più di un'ora!!!!
E iniziare l'impasto avendo nelle gambe già un'ora di attività culinaria, per quanto possiate esser forti e resistenti, non ve lo consiglio ;)

(Fai click sull'immagine per ingrandirla)

Lievito Madre
Forse fin qui l'ho dato per scontato, visto che l'ho messo nel titolo del post, ma è sempre meglio ribadirlo: questo pandoro si fa con il Lievito Madre e NON con il lievito di birra.

Questo significa avere pronto un lievito madre bello arzillo, con almeno 3 rinfreschi, e chi ha il lievito madre sa bene di cosa parlo. ;)
Per chi volesse fare il pandoro con il lievito di birra può sempre leggere questo post qui, dopo aver letto questo, si intende! :D :D :D

Riposo in frigo
Anche se è opzionale, consiglio vivamente di farlo.
È una scelta che comporta due vantaggi: 1) migliora ulteriormente il sapore; 2) permette di gestire meglio i tempi per la lievitazione finale; p.es. se finiamo il secondo impasto alle 16:00 e non vogliamo rischiare di restare in piedi tutta la notte in attesa del momento in cui il pandoro può essere infornato, possiamo mettere l'impasto in frigo per tirarlo fuori circa 8-10 ore prima dell'ora in cui pensiamo di cuocerlo.
Ricordate però che è meglio non superare le 24 di frigo.

I Tempi
Non abbiate fretta e, soprattutto se siete al primo pandoro, prendetevi un intero week end a disposizione.
Annullate il parrucchiere, lo shopping ai centri commerciali, la lezione di Zumba e il corso accelerato di lanciatore di freccette!
Al massimo riuscirete a bervi il the con le amiche, ma a casa vostra!
....a meno che.... non seguite la mia...

Tabella di Marcia
Vista la peculiarità di tutta la preparazione, ritengo importante condividere qui, come in altri post simili, una tabella con le varie fasi di preparazione.

Questa suddivisione, come vedete, è ottimale per non passare ore e ore consecutive appresso a questa maratona. Al massimo è richiesto un impegno di un'ora per volta.

Nella tabella che segue ho supposto voler di cuocere il pandoro la domenica mattina.
Ovviamente se lo volete cuocere un altro giorno basta sostituire la giornata di domenica con quella da voi scelta, e poi a ritroso tutte le altre.



...e finalmente:

Ricetta e Procedimento

Le dosi sono per uno stampo che contenga 2700g di acqua e in cui andranno 900g di impasto.
N.B. Se sommate tutti i pesi qui sotto riportati il totale sarà poco maggiore di 900, ma occorre tener presente che durante la lavorazione una piccola parte dell'impasto inevitabilmente va sempre perduta.

Aroma Pandoro
20g miele
10g burro
15g canditi di arancia o mandarino
10g Marsala
Semi di mezza bacca di vaniglia
Zeste di un limone
  • Frullate i canditi
  • Scaldate il miele ed il burro con dentro i semini di vaniglia e le zeste di limone
  • Fate freddare
  • Unite tutti gli ingredienti e frullate ancora fino ad ottenere una crema densa
  • Conservate in frigorifero

Emulsione
70g di burro
20g di latte
35g cioccolato bianco sbriciolato
Semi di una bacca di vaniglia
  • Sciogliete il burro
  • Unite il latte e scaldate il tutto
  • Versate il cioccolato e mescolate energicamente fino a farlo sciogliere completamente (non devono rimanere grumi)
  • Conservate in frigorifero
  • Tiratela fuori un'ora prima dell'inizio del secondo impasto e, se necessario, mescolatela fino a farla tornare della densità di una crema

Zucchero a velo aromatizzato
100g zucchero a velo
4g rum
5g cioccolato bianco grattugiato
Semi di una bacca di vaniglia

  • Unite gli ingredienti e passateli al cutter per un paio di minuti
  • Conservato in un barattolo ben asciutto
  • Al momento di spolverarlo sul pandoro ricordatevi di farlo con un setaccio

Mix di Tuorli
65g di zucchero
35g acqua
100g tuorli
  • Scaldate acqua e zucchero finché quest'ultimo si sarà sciolto 
  • Fate intiepidire
  • Aggiungete i tuorli
  • Mescolate per bene (al limite usando un frullatore ad immersione)
  • Coprite e mettete in frigorifero
  •  
N.B. come detto in precedenza, consiglio di preparare il giorno prima l'aroma pandoro, l'emulsione, lo zucchero a velo aromatizzato e il mix di tuorli.


Primo impasto
Mix di tuorli (vedi sopra)
90g Lievito Madre
45g latte
180g farina manitoba
80g di burro tagliato a quadratini, leggermente ammorbidito
  • Mettete il mix di tuorli nell'impastatrice
  • Aggiungete tutto il lievito madre spezzettato
  • Montate il gancio a foglia e avviate piano finché il lievito non si sarà sciolto
  • Aggiungete il latte, continuando a mescolare 
  • Aggiungete quasi tutta la farina
  • Impastate fino a far legare bene l'impasto (si dovrà staccare dalle pareti)
  • Sostituite il gancio a foglia con il gancio a spirale e continuate a impastare
  • Iniziate ad aggiungere un quadratino di burro per volta, aggiungendo il successivo solo dopo che il precedente sia stato completamente assorbito
  • Ogni tanto aggiungete un pochino di farina che vi eravate lasciati da parte
  • Completate l'impastamento a mano con qualche Slap and Fold, come mostrato nel filmato

  • Fat lievitare l'impasto per 12-15 ore o fino a quando sarà triplicato, non di più.


Secondo impasto
Primo impasto
65g farina manitoba
25g tuorli
6g sale
Mix Aromatico 
45g di zucchero a velo
Emulsione
  • Usando il gancio a spirale, impastate il primo impasto con quasi tutta la farina per almeno 10-15 minuti, in modo che riprenda per bene l'incordatura
  • Mischiate tra loro il sale ai tuorli e poco per volta inseriteli nell'impasto, senza smettere di impastare
  • Aggiungete il mix aromatico, sempre poco per volta, ed eventualmente un pochino di farina se vedete che l'impasto tende a perdere l'incordatura
  • Aggiungete l'emulsione, sempre poco per volta, alternandola con lo zucchero a velo e l'ultima parte della farina.
  • Continuate ad impastare fino ad ottenere un impasto liscio e omogeneo

(Fai click sulla foto per ingrandirla)
  • Mettete l'impasto in un contenitore a chiusura ermetica, leggermente imburrato, e sistematelo in frigorifero ad una temperatura di 4°, lasciandolo riposare per almeno 6 ore e per non più di 24

    Formatura e Pirlatura

    • Togliete l'impasto dal frigorifero
    • Aspettate un'oretta affinché ritorni a temperatura ambiente
    • Imburrate lo stampo
    • Fate una prima pirlatura con la tecnica illustrata in questo filmato (anche se è un impasto di panettone, la tecnica non cambia)

    • Fate riposare l'impasto sul tavolo di lavoro, senza coprirlo, per una mezz'oretta
    • Fate una seconda ed ultima pirlatura
    • Mettete l'impasto nello stampo e copritelo con della pellicola trasparente
    • Lasciate lievitare fino a 2 cm dal bordo (tempi tra le 6-8 ore)
    • Togliete la pellicola trasparente e aspettate un'oretta circa, in modo che si formi una pellicina sottile sulla superficie

      Cottura e Sformatura

      I tempi di cottura e le modalità dipendono molto dal vostro forno, dimensioni comprese!
      Non è improbabile, infatti, che durante la cottura il pandoro cresca a tal punto da toccare il soffitto del forno stesso, pregiudicando l'effetto cupoletta.
      Questo, ovviamente, lo scoprirete solo durante la cottura stessa e...ci potete fare ben poco.
      Le uniche due possibilità per ovviare a questo inconveniente sono, per il prossimo pandoro che farete, o farlo lievitare di meno (a discapito della qualità, e ve lo sconsiglio) o usare uno stampo più piccolo (lo so, ne mangerete di meno...)
      • Impostate la temperatura a 160°, preferibilmente in modalità ventilato
      • Infornate (anche a forno freddo)
      • Non aprite mai il forno per i primi 55 minuti! Il pandoro potrebbe sgonfiarsi, vanificando tutto il lavoro fatto fin'ora
      • Cuocete per 60-65 minuti circa (i tempi variano in funzione delle dimensioni dello stampo e della capacità di cottura del vostro forno)
      • Per capire se il pandoro è cotto prendete coraggio e infilzatevi dentro uno spiedino lungo o un ferro da calza; se esce pulito, allora il pandoro è pronto
      • Togliete il pandoro dal forno e lasciatelo freddare 
      • Quindi sfilatelo delicatamente dallo stampo e lasciatelo riposare in piedi, sulla sua base maggiore
      Se la cupoletta rimarrà tale e il pandoro avrà la forma di Ercolino sempre in piedi, allora sarà OK! ;)
      (ve lo ricordate quel pupazzo che più lo spingevi più rimaneva in piedi dondolando sulla propria base?)

      (Fai click sulla foto per ingrandirla)


      Conservate il pandoro dentro una busta per alimenti e NON consumatelo prima di 4-5 giorni

      (Fai click sulla foto per ingrandirla)


      Ricordatevi che il pandoro, prima di essere consumato, va sempre scaldato leggermente.
      Potete mettere la fetta sul termosifone o anche 10 secondi nel micronde

      A proposito di fetta...
      Questo è l'interno!

      (Fai click sulla foto per ingrandirla)


      ...e questa è la fetta di un pandorino fatto con un unico impasto diretto...

      (Fai click sulla foto per ingrandirla)
      Ma di questo, semmai, parleremo in un altro post! ;)


      Concludendo...

      tikke-takke tikke-takke...Ve lo confesso: scrivere questo post è stato molto più impegnativo e difficile che fare il pandoro! :P

      E a questo punto, se non lo avete già fatto, andate nel condominio delle svalvolate a leggervi tutto il  resoconto  di Tamara
      E se lo avete fatto, rifatelo!!! :)))
      E non perdetevi tutto il passo passo fotografico in  visioni gustative!

      Nel frattempo... vado a farmi un pandoro senza stress da fotografie e documentazione!

      :D :D :D :D :D


      Ciao e alla Prossima.

      (Fai click sull'immagine per ingrandirla)

      Lo Ziopiero

      Guardate anche le altre realizzazioni:


      Torta Guadeloupe

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      DiSceeee......Zioooo! È tanto che non ci fai una torta come si deve....

      È vero!
      Effettivamente negli ultimi tempi piuttosto che fare cose nuove ho rifatto dolci più che sperimentati, come le Delizie al Limoncello o l'Opera!

      Poi un giorno, non so com'è, mi è andato l'occhio su questa torta fatta dall'amico Marco che a sua volta l'ha presa da Montersino  e....sapete come son fatto, no?

      Gli ingranaggi si son messi in moto, i neuroni a saltare come scimmie impazzite, le dite a digitare compulsivamente sulla tastiera...e mentre la salivazione saliva al massimo, ecco che la lista degli ingredienti iniziava a prender corpo, lo schema mentale di come procedere si andava formando, la suddivisione nelle varie tappe man mano si concretizzava...

      ...e alla fine....

      (Fai click sulla foto per ingrandirla)

      Ve lo dico subito: questa torta è fantastica!!!
      Un connubio di passione ed un equilibrio di sapori, come tutte le torte di Montersino qui riprodotte

      E come ogni torta che si rispetti, anche questa è composta da diversi strati.

      Si parte, dal basso, da una frolla al cacao.
      Sopra si mette una composta di banane e rum.
      Quindi un mousse di cioccolato e latte condensato.
      Infine una glassa di cioccolato al latte.
      Per ultimo si procede alle decorazioni con una mousse di cioccolato fondente e un disco di cioccolata.

      (Fai click sulla foto per ingrandirla)

      DiSceeee....e te pare faScile?

      Beh, farla non è difficile, a patto di conoscere alcune Tecniche di Base

      E, come al solito, alla fine è solo questione di organizzazione, suddividendosi per bene il lavoro.

      Tutte le parti necessarie possono esser fatte in momenti separati.

      Vi dico come ho fatto io.

      Ho iniziato con la frolla al cacao.
      La si può fare con largo anticipo, tanto si conserva bene qualche giorno.

      Anche il disco di cioccolato per la decorazione può esser fatto in qualsiasi momento libero e poi lasciato lì in attesa.

      Poi ho fatto la composta di banane e la mousse di cioccolato e latte condensato, dando inizio al montaggio della torta che dopo queste due fasi va messa nel congelatore.

      Ultimo passo prima della decorazione sarà la preparazione della glassa di cioccolato al latte; anche qui seguirà un passaggio nel congelatore.

      Praticamente la nostra torta è pronta, ci manca solo l'ultimo passo, cioè preparare la mousse di cioccolato fondente con la quale decorarla.

      (Fai click sul collage per ingrandirlo)


      Vediamo ora in particolare le...

      Dosi e Procedimento

      Per una torta di 22cm di diametro:

      Frolla al cacao

      30g di albumi(Montersino usa i tuorli, ma dopo un confonto con Marco ho preferito gli albumi)
      65g di zucchero
      80g di burro
      2g  di sale
      80g di farina 00

      25g di fecola di patate
      7g di lievito per torte salate
      10g di cacao amaro in polvere

      • Impastate burro e zucchero per fare la classica sabbiatura
      • Unite quindi il resto delle polveri continuando a impastare
      • Infine aggiungete gli albumi, per far legare il tutto
      • Chiudete l'impasto nella pellicola trasparente e riponete in frigorifero per almeno 2 ore
      • Stendete l'impasto ad uno spessore di mezzo centimetro
      • Infornate a 180° fino a cottura

      Composta di banane e rum
      600g banane senza buccia
      40g di burro
      90g di zucchero
      20g di rum

      Attenzione: le altre 2 ricette che ho visto portano dosi dimezzate rispetto a quanto ho qui scritto.
      Con quelle dosi mi è venuta una composta poverella tant'è vero che ho dovuto farne una seconda al volo. Per fortuna che, come vedete, ci vuole poco! ;)
      • Mettete in una padella il burro e lo zucchero
      • Fate colorire il caramello 
      • Aggiungete la banane tagliate a rondelle
      • Fatele caramellare mescolandole con un cucchiaio di legno
      • Versate quindi il rum e fiammeggiate
      • Infine frullate il tutto
      (Fai click sul collage per ingrandirlo)



      Mousse di cioccolato e latte condensato
      125g di latte condensato 
      65g di tuorli
      125g cioccolato al latte
      4g di colla di pesce 
      250g di panna
      Semi di vaniglia

      Premetto che sono sempre scettico verso l'uso del latte condensato nei dolci, lo reputo un prodotto industriale del quale si può fare a meno a beneficio di prodotti più freschi, ma in questo caso ho voluto provarlo.
      Effettivamente, nella mousse appena fatta e assaggiata, il sapore del latte condensato si sente un po' troppo, ma nell'insieme poi quasi scompare.

      Nel procedimento che segue Montersino porta a 85° i tuorli, procedendo ad una pastorizzazione diversa da quella che abbiamo visto qui.
      • Mettete a bagno la colla di pesce
      • Fondete il cioccolato al latte
      • Semimontate la panna
      • Mescolate i tuorli con il latte condensato e i semi di vaniglia
      • Scaldate il tutto al microonde (o sul fuoco basso) mescolando spesso e fino a quando raggiungerà i 85° 
      • A questo punto montate il composto fino al raffreddamento
      • Strizzate la colla di pesce e scioglietela 2 secondi (reali) al micronde oppure mettetela nel cioccolato appena fuso mescolando energicamente
      • Aggiungete al composto il cioccolato al latte fuso e la colla di pesce
      • Aggiungete la panna semimontata, mescolando energicamente
      Questa mousse va preparata dopo la frolla al cacao e la composta di banane al rum.

      Glassa di cioccolato al latte
      125g di cioccolato al latte
      75g di cioccolato bianco
      25g di glucosio
      5g di colla di pesce
      150g di panna da montare
      5g di latte in polvere (omessi)

      Ho omesso i 5g di latte in polvere...francamente non mi sembrava che fossero così indispensabili! ;)
      E poi è una vita che non ho poppanti che mi girano per casa!! :))))
      • Mettete a bagno la colla di pesce
      • Tagliate i due cioccolati in scaglie o quadratini più piccoli possibile
      • Fate bollire la panna con il glucosio
      • Strizzate e asciugate la colla di pesce
      • Fuori dal fuoco unite il cioccolato al latte, il cioccolato bianco e la colla di pescce
      • Frullate il tutto con il frullatore ad immersione
      • Lasciate freddare leggermente

      Disco di Cioccolato
      70g di cioccolato bianco
      70g di cioccolato fondente 
      • Procuratevi un foglio di acetato
      • Sciogliete il cioccolato bianco 
      • Fatelo raffreddare leggermente
      • Spalmatelo sul foglio di acetato 
      • Aspettate giusto il tempo di farlo solidificare leggermente (10 minuti circa)
      • Con l'apposito pettine grattate via le striscioline
      • Aspettate almeno un'oretta in modo che si freddi per bene
      • Sciogliete il cioccolato fondente
      • Fatelo raffreddare leggermente
      • Spalmatelo sul cioccolato bianco in modo che penetri per bene tra le striscioline del cioccolato bianco
      • Aspettate giusto il tempo di farlo solidificare leggermente (10 minuti circa)
      • Incidetelo nella forma desiderata tipicamente tonda, di diametro minore di quello della torta; se usate uno stampoo tagliante come ho fatto io, allora vi suggerisco di lasciarlo per tutto il tempo fino al suo utilizzo
      • Lasciate solidificare per almeno 4 ore
      • Staccatelo con delicatezza dall'acetato
      (Fai click sul collage per ingrandirlo)

      Mousse di Cioccolato Fondente
      100g di cioccolato fondente
      30g di zucchero 
      15g di acqua
      60g di tuorli
      150g di panna montata

      Ci andrebbero anche 10g di burro...ma onestamente...
      • Mescolate i tuorli con l'acqua e lo zucchero
      • Scaldateli al microonde fino ad 85° mescolandoli ogni tanto con una frusta
      • Montateli con la frusta fin quasi al raffreddamento
      • Versatevi il cioccolato fuso tiepido e mescolate. 
      • Incorporate delicatamente la panna montata
      • Mettete in frigorifero per non più di  un'ora

       Montaggio della Torta

      Una volta pronti tutti i composti, montare la torta è facile e divertente.

      Si inizia ovviamente dallo strato di frolla, che suggerisco di posizionare o su una superficie di acciaio/alluminio o su un foglio di carta forno a sua volta poggiato su una superrficie rigida.

      Dopo la frolla si mette la composta di banane e rum, senza però arrivare ai bordi.

      Quindi la mousse di cioccolato e latte condensato.
      A questo punto si mette nel congelatore per almeno 4 ore.

      Poi si versa sopra la glassa di cioccolato al latte e si rimette nel congelatore.

      (Fai click sul collage per ingrandirlo)

      Si procede poi alle decorazioni con la mousse di cioccolato fondente, usando, se l'avete, la sac a poche con la bocchetta Sant'Honoré.

      Per ultimo si adagia sopra il disco di cioccolata.

      Volendo, al posto del disco, potete mettere delle rondelle di banane ripassate nel caramello.

      Tutte chiare le varie fasi?


      (Fai click sul collage per ingrandirlo)

      Allora siete pronti per la fetta!!!!

      (Fai click sulla foto per ingrandirla)

      Dedicatamente...

      Questa torta la voglio dedicare alle mie tre amiche svalvolate:

      Silvia, perché so che starà lì sbavando davanti alle foto...

      Emmettì, perché i primi tempi in cui si affacciò qui da me si firmava con lo stesso nome di questa torta!

      Tamara, perché dopo avermi sopportato con i panettoni, le colombe e i pandori, adesso dovrà sopportarmi finché non farà anche lei la Torta Guadeloupe!!! :D :D :D



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      Ciao e alla Prossima.

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      Lo Ziopiero

      Guardate anche le altre realizzazioni:

      Torta PasticciotTAM (DiSceee....)

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      DiSceee..... ma non si chiamava torta pasticciotto?

      Sì! Ma lo sai, no? A me piace cambiar nome alle cose...

      DiSceee.... ma non capisco? Perché pasticciotTAM? Che è latina?
      Pasticciotta, pasticciotae, pasticciotae; pasticcioTAM, pasticciotta, pasticciotta!

      Ommammamia! Come devo fare io con questo...?

      La Torta PasticciotTAM la chiamo così perché la ricetta l'ho presa dalla ZiaTam, che me ne ha tanto parlato e che poi finalmente ha pubblicato in occasione del primo compleanno del blog-svalvolato.

      E mai nome fu così appropriato! :)))

      È una torta tipica leccese, sorella maggiore del arcinoto pasticciotto dal quale si differenzia solo per la forma.
      Lui è piccolo, modello pasticcino (qui lo potete vedere nel suo stampino originale).
      Lei, invece, è una bella bestia...

      (Fai click sul collage per ingrandirlo)

      Questa torta è concettualmente facile, e anche abbastanza veloce da fare.

      DiSceeee.... perché concettualmente?
      (Aho, ma sta ancora qui?)

      Concettualmente perché parte dai concetti di base della pasticceria, come la Crema Pasticcera e la Pasta Frolla.

      E poi perché a mio avviso questa torta è un po' come l'arte concettuale: più che sul godimento estetico (di fatto la torta esteticamente non è bella, diSciamocelo), si basa sul pensiero...

      DiSceeee.... sur penZiero?!?!?!? Azzzipie', ma che stai addi'? Mica li penZieri se magneno!

      Abbbellodezzio, tu non poi capi'!
      (sic...che mi tocca sopportare....)

      Questa torta l'avevo nei miei pensieri da tantissimo tempo, ma sapete com'è, no?
      Rimanda oggi, posticipa domani...alla fine...

      Alla fine l'ho fatta!!!!!

      (Fai click sulla foto per ingrandirla)

      Tamara, che diSci?
      Può andare?
      :))))

      Ricetta

      Come dicevo fare questa torta non è particolarmente difficile, tanto è vero che l'ho inserita tra le cose buone e veloci.

      Basta preparare una frolla, che per questa torta deve essere rigorosamente con lo strutto, e una crema (rigorosamente ricca); poi si aggiungono le amarene eeeee.... voilà! La torta è pronta per essere formata e infornata!
      E poi mangiata.

      Ingredienti per uno stampo da 26 cm

      Frolla allo strutto
      450 g di farina 00 
      50 g di fecola di patate o maizena
      220 g zucchero
      220 g strutto
      1 uovo intero
      2 tuorli (conservate gli albumi)

      1  pizzico di sale
      1 cucchiaino di lievito o di bicarbonato
      zeste grattugiate di mezzo limone

      • Setacciate farina e lievito
      • Impastate con lo strutto fino ad ottenere la cosiddetta "sabbiatura"
      • Aggiungete lo zucchero 
      • Continuate ad impastare
      • Aggiungete infine il resto degli ingredienti
      • Impastate fino ad ottenere una palla bella copatta
      • Avvolgere la palla nella pellicola trasparente
      • Riponete in frigorifero per almeno un'ora

      Crema Pasticcera

      1 litro di latte
      250 g zucchero
      80 g maizena
      10 tuorli medi
      Scorza di mezzo limone
      semi di una bacca di vaniglia

      Vi devo spiegare come fare la crema....?
      Non credo, ma se volete sapere come farla con il metodo usato da Montersino andate a vedere questo mio post, nel quale troverete anche una ricetta di crema adatta per le cotture al forno.


      e in più
      Amarene scioroppate

      Preparazione

      Per prima cosa predisponetevi la teglia, che per questa torta dovrà essere con i bordi alti.
      Poi, se volete esser sicuri di sformare la torta senza grossi danni, suggerisco di ritagliarvi delle strisce di carta forno e di sistemarle a croce dentro la teglia, in modo che le estremità fuoriescano dai bordi:

      (Fai click sulla foto per ingrandirla)
      In questa maniera, al momento di sformarla, sarà sufficiente tirare contemporaneamente le estremità delle strisce.
      OK?
      OK!

      Ora prendete la palla di frolla dal frigorifero.
      Staccatene circa due terzi e iniziate ad ammorbidirla con le mani.
      Per capire meglio come procedere vi riporto qui un filmato che feci diversi anni fa, può sempre tornare utile ;)
      (mi scuso in anticipo per le braccia pelose! :D :D :D)




      Una volta sistemata la frolla nello stampo, bucherellate la superficie con una forchetta, versatevi dentro la crema, distrubuite sulla superficie amarene a sufficienza e poi... affondatele!!!

      (Fai click sul collage per ingrandirlo)

      Stendete poi la rimanente frolla (il metodo ormai lo conoscete, no?).
      Coprite poi la torta sigillando i bordi con i rebbi di una forchetta
      Bucherellate la superficie e spennallatela con gli albumi sbattuti.

      Tutto chiaro?

      (Fai click sul collage per ingrandirlo)

      Ora, considerando che la torta va gustata rigorosamente calda e che la sua cottura richiede circa 40 minuti, se dai vostri calcoli scoprite di essere in anticipo con i tempi, potete tranquillamente parcheggiarla in frigorifero aspettando l'ora X.

      Infornate la torta un'ora prima di servirla ad una temperatura di 180° se forno statico o 160° se ventilato.

      Socia, la tua PasticcioTAM ora l'ho fatta...
      Adesso tocca a te con la mia Guadeloupe...
      Quando la fai?
      Quando la fai?
      Quando la fai?

      :))))))


      BaSci

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      Ciao e alla Prossima.

      Lo Ziopiero

      Guardate anche le altre realizzazioni:

      Gnocchi di semolino alla romana - Stesse ricette ma risultati diversi...

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      Questo è un piatto semplice e veloce, e anche molto buono!
      Quindi....lo mettiamo qui, nella lista dei piatti Buoni e Veloci!

      Però vi avverto: la sua semplicità nasconde delle insidie...

      Volete sapere la storia?
      Ok, mettetevi comodi e ascoltate:

      L'ultima volta che mangiai gli gnocchi di semolino alla romana fu più di 20 anni fa....forse 25...
      Me li ricordavo buoni, saporiti, morbidi, gustosi...
      Bei ricordi....
      Bell'età...
      Più che altro giovane....

      Lo scorso mese fui invitato da mia cognata e cosa mi vedo apparire in tavola?
      Proprio gli gnocchi di semolino alla romana!

      Certo d'aspetto erano un po' diversi dal mio ricordo...però...si sa: a volte la bellezza dei ricordi supera quella del presente...

      Vado di forchetta...
      mmmm devo dire che anche il ricordo del sapore era decisamente diverso...
      Vabbe'...insomma 'sti gnocchi non solo non erano quelli dei ricordi, ma neanche mi piacevano!!!
      :((((
      Li ho addirittura lasciati lì, nel piatto...

      DiSceeee...bella faccia tosta che hai! Bel maleducato!
      Ma (e questo ve lo do come consiglio) se una cosa non vi piace, ditelo subito, altrimenti rischiate di vedervela propinata ad ogni invito a pranzo, soprattutto se certi tipi di pranzi sono frequenti!
      Conosco persone che in tempi non sospetti, pur di ingraziarsi la futura suocera, hanno passato le successive 1500 domeniche a doversi mangiare "quella pasta con la besciamella e i broccoli che ti era così tanto piaciuta".  :))

      Però 'sta storia degli gnocchi a me non andava giù!
      Come poteva piacermi un piatto che ora non mi piaceva più?

      Così, tempo due giorni, riacchiappo la mia vecchia ricetta e li rifaccio.

      (Fai click sul collage per ingrandirlo)

      E volete sapere una cosa?
      Erano buoni, buonissimi!
      Squisiti, squisitissimi!!!
      Diversi, diversissimi!!!

      Vabbe', fatta pace con gli gnocchi...però...qualcosa non mi quadrava...
      DiSceeee...vabbe', sarà stata un'altra ricetta...
      Ok, andiamo a verificare.

      Torno da mia cognata e le chiedo degli gnocchi...per caso ti ricordi dosi e procedimento?
      Certo! Ho tutto scritto!
      E tira fuori un faldone tutto precisino con all'interno tante ricette scritte per benino a macchina, ognuna inserita in una bustina trasparente, avete presente?
      (roba che se lo dovessi fare io per tutte le ricette che ho catalogate in un mega file word non mi basterebbe un'intera libreria wall to wall!)

      Ma la cosa che mi ha più sconvolto è stata la ricetta....ERA IDENTICA ALLA MIA!!!

      Ma come è possibile?!?!?!
      Fammi leggere meglio...
      Uguale Uguale!
      Pure le stesse parole nella descrizione!

      Ora  qui sorge una doverosissima domanda:

      Come può avvenire ciò?
      Come è possibile?
      Due ricette identiche e due risultaati praticamente opposti!!!!
      Eppure è avvenuto.

      Il fatto è che non basta avere le stesse dosi, non basta seguire alla lettera le stesse indicazioni, non basta....

      DiSceee....vabbe', ma cosa basta?

      E già...."secondo voi cosa basta"?

      Mentre ci pensate vi scrivo dosi e ricetta:

      Ingredienti per 6 persone:

      1 litro di latte
      3 pizzichi di sale
      250 g di semolino
      100 g di burro
      100 g di Parmigiano Reggiano
      2 tuorli
      Noce moscata (facoltativa)
      Gorgonzola (facoltativo)
      • Scaldate il latte in un pentola antiaderente 
      • Quando sta per bollire, versate a pioggia il semolino
      • Cuocete a fuoco basso fino a che si staccherà dalle pareti della pentola, girando di continuo con un mestolo di legno.
      • Togliete il semolino dal fuoco 
      • Incorporate la metà del burro
      • Poi il sale
      • Poi la metà del parmigiano grattugiato
      • E infine i 2 tuorli, amalgamando bene il tutto.
      • Versate il semolino sul marmo bagnato di acqua fredda 
      • Con una grossa lama bagnata spianate il semolino all'altezza di 1 cm
      • Coprite con un panno ben lavato e strizzato 
      • Lasciate raffreddare per almeno 1 ora.
      • Tagliate in cerchi di circa 6 centimetri di diametro
      • Disponete gli gnocchi in una teglia leggermente imburrata
      • Spolverate con il parmigiano rimasto
      • Adagiate dei fiocchetti di burro al centro di ogni gnocco
      • Facoltativo: spolveratina di noce moscata e sbuffo di gorgonzola.
       
      (Fai click sul collage per ingrandirlo)
      • Con gli scarti potete fare una teglia meno bella, ma parimente buona ;)
      • Infornateli a 180° per circa 15' fino a che sono dorati e gli ultimi 3' mettere in funzione il grill per gratinarli sopra.

      (Fai click sulla foto per ingrandirla)

      Allora ci avete pensato?
      "Cosa basta?"

      Ok, dopo che mi avrete risposto andate a fare questi Gnocchi di Semolino alla Romana.

      eeeeee..... FATELI VENIRE BUONI, BUONISSIMI!!!
      (ma son sicuro sarà così!)

      Ciao e alla Prossima.

      Lo Ziopiero

      Guardate anche le altre realizzazioni:

      Tagliatelle al barolo e scoglio di mare (...idem come sopra)

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      Ci siamo.
      È arrivato il Natale.
      Con tutti i suoi pregi e difetti.
      Si tirano le somme (che poi me devono spiega' perché a Natale e non a Ferragosto o il 27 ottobre!);
      Si fanno progetti (idem come sopra);
      Si addobba l'albero o il presepe (idem come sopra);
      Si comprano i regali (idem come sopra);
      Si apre il Panettone o il Pandoro (idem come sopra); 
      Si mangia a rotta di collo (idem come sopra);
      Si ingrassa di 4 chili (idem come sopra);
      Ci si lamenta di esser ingrassati 4 chili (idem come sopra);
      Si dice di esser tutti più contenti (idem come sopra)
      ...e più buoni (idem come sopra)...

      Insomma un film visto e rivisto.

      Però....alla fine....inevitabilmente...come tutti gli anni...

      Che ci mangiamo la sera della vigilia?
      E il 25?
      E l'ultimo dell'anno?

      Tutti voi assidui lettori sapete bene che nel mio blog potete trovare oltre 500 ricette, suddivise tra Primi, Secondi, Dolci, Preparazioni Varie o che potete studiare le tecniche di base comprensive di filmati.

      Oggi vi presento un primo piatto semplice e originale e contemporaneamente gustoso e sfizioso, a base di tagliatelle al vino (idem come...qui!)
      E che vino!!!

      (Fai click sulla foto per ingrandirla)



      Per le tagliatelle al Barolo
      (a persona)
      110 g di semola rimacinata
      35 g di Barolo
      20 g di albume
      • Impastate
      • Lasciate riposare l'impasto almeno un'ora
      • Formate le tagliatelle

      Per il condimento
      Pomodorini
      Totani (o seppioline)
      Gamberi
      Cozze o altri frutti di mare a vostra scelta
      • Scaldate uno spicchio d'aglio nell'olio
      • Tagliate a metà i pomodorini
      • Mettete a cuocere i pomodorini con la parte esterna verso l'alto (così conservano maggiormente il sapore)
      • Aggiungete i totani
      • A parte aprite le cozze alla fiamma
      • Scottate appena i gamberi
      • Rapidissima saltata in padella con la pasta scolata al dente
      • Gustate....


      (Fai click sul collage per ingrandirlo)

      Allora: ve l'ho data l'idea?
      Nooo?
      Volete altre idee?

      Niente di più semplice!

      La nostra amica Stefania di Profumi e Sapori ha preparato un bellissimo ebook.

      http://www.ricettedellefeste.it/

      All'interno delle 135 pagine troverete 30 Ricette di Antipasti, 20 Ricette di Primi, 20 Ricette di Secondi, 20 Contorni e 30 Dolci.

      Cosa aspettate?
      Scaricatelo direttamente dalle Ricette delle Feste! ;)




      Ciao e alla Prossima.

      Lo Ziopiero

      Guardate anche le altre realizzazioni:

      Panettoni di marca a 1,99€?!?! ...Ma per favore!!!!

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      Non facciamoci prendere per i fondelli!!!!!


      Anche se in offerta (il prezzo intero sarebbe stato 2,99€) il concetto non cambia.
      Costano troppo poco!

      DiSceeee... Ma non sei contento? Una volta tanto che possiamo risparmiare...?

      Beh...in questo caso non è proprio così.
      Intendiamoci, a risparmiare risparmiamo ma... per questa volta risparmiamoci il risparmio!!!!

      E provo e dirvi perché!

      Tutti voi sapete con quali ingredienti sono fatti i panettoni.
      E tutti voi fate la spesa come me, cercando di risparmiare ma senza abbassare la qualità di quello che acquistiamo e poi introduciamo nel nostro corpo.

      Ma facciamoci due conti "della serva" e proviamo a vedere quanto ci costa grosso modo un panettone casalingo da un chilo, basandoci su questa ricetta:

      Farina (300g) diciamo 0,60€
      Tuorli (140g) saranno 8 uova? Facciamo 1,60€
      Burro (140g) 1,00€
      Zucchero (130g) 0,20€
      Uvetta (125g) direi 1,00
      Canditi (125g) 3,00€ (prezzo medio di mercato, anche se noi li facciamo a casa)

      Siamo arrivati a 7,40€ di ingredienti.
      A questo costo dobbiamo aggiungere anche il costo del pirottino (0,80€), della busta dove conservarlo (0,10€) e, se vogliamo esser onesti, anche il costo di cottura...facciamo 0,10€

      Totale:  8,40€

      Non ho voluto calcolare altri costi quali il tempo che ci dedichiamo (fra pesate, gestione del lievito madre, andare a far la spesa, ecc), altrimenti sarei arrivato almeno a 10€ tondi tondi...

      Avete già capito dove voglio arrivare...ma meglio dirla tutta, magari dettagliando meglio in modo che tutti noi riusciamo a farci un'idea chiara.

      Andiamo a riprendere il nostro panettone di marca (una qualsiasi) e proviamo ad elencare tutte le voci di costo ad esclusione degli ingredienti.
      Per semplicità percoriamo a ritroso il suo percorso dal supermercato alla fabbrica:
      • Guadagno del venditore (supermercato)
      • Costo di distribuzione (sistemazione nei vari scaffali)
      • Costo di trasporto (benzina, più carico e scarico merce)
      • Guadagno del trasportatore (deve pure magna', e mica se po' nutri' fregando i panettoni che trasporta!)
      • Costo di imballaggio (ok, è irrisorio)
      • Costo della confezione (scatola, busta, pirottino)
      • Costo della produzione (infornate, consumi elettrici, macchinari vari, ecc)
      • Costo del personale
      • Guadagno della fabbrica produttrice
      • Ed, infine, costo della pubblicità!!! (che a detta di molti incide mediamente del 30% sul prezzo finale dei prodotti)
      Ora, anche se non sono in grado (e forse nessuno di noi lo è) di valorizzare in denaro ogni singola voce qui su elencata, di sicuro tutti noi siamo in grado di fare delle piccole stime, come ad esempio che un rivenditore guadagna dal 20% al 50% del prezzo finale al pubblico per ogni singolo prodotto, incidendo, insieme alla pubblicità, in maniera significativa su tale prezzo.

      A questo punto il nostro panettone da 1,99€ (ma lo stesso discorso vale per uno da 5 o da 10€, perché, fidatevi, aumentano molto i margini e pochissimo i costi delle materie prime): quanto costa alla produzione in termini di ingredienti....?
      Vogliamo essere generosi - o, meglio, ottimisti, ma molto ottimisti - e ipotizzare 50 centesimi...?

      Cioè tutta quella roba lì, che poi va dentro il panettone e poi dentro le nostre pance, al produttore costa 50 centesimi...????
      Gli stessi ingredienti cha a noi costano, come abbiamo visto, 8,40€?!?!?!!?
      Cioè a loro costa 17 volte di meno?!?!?!

      Dov'è il trucco?!?!?!?

      Qualcuno di voi potrebbe dire: "ma si sa, nell'industria i costi sono diversi...non pagheranno mica le cifre che paghiamo noi al supermerato per gli stessi prodotti! Quelli comprano quintalate di merce..."

      A parte il fatto che anche le grandi catene di supermercati comprano quintalate di merce per cui teoricamente potrei fare lo stesso discorso per il prezzo al pubblico delle materie prime, ma noi qui parliamo di un panettone che abbiamo stimato avere 50 centesimi di ingredienti rispetto agli 8 e passa euro che costerebbe a noi se lo facessimo in casa.

      Quanto mai potranno pagare le uova, il burro, l'uvetta, i canditi...?
      OK, la risposta ce l'abbiamo: 50 centesimi in tutto.

      Ma per 50 centesimi, mi dite che materie mettono dentro i nostri amati panettoni che ci propongono così generosamente nei corridoi dei supermercati, a rischio di inciamparci dentro???


      (a proposito, anche la postazione dell'esposizione ha un costo, che per vergogna non ho inserito).

      Se tutto costa mediamente 17 volte di meno, le 8 uova le pagano 8 centesimi! Giusto? Vi torna?
      Cioè un centesimo ad uovo!!!!

      E con il ragionamento mi fermo alle uova, perché se andassi a sindacare su tutti gli altri singoli ingredienti la storia sarebbe ancor più triste... (avete idea del processo di produzione per ottenere i canditi...? Provate solo ad immaginare le fasi dalla frutta intera al barattolo di canditi luccicanti...)

      Insomma, qui le cose son due: o hanno trovato la gallina dalle uova a raffica, nel senso che ne spara 100 al giorno in cambio di un po' di mangime (ovviamente sottocosto anche quello) e tanta pomata per il loro retrofit, gli alberi che producono le arance già candite, le spighe di grano che fanno comunella, vanno insieme al mulino, si macinano e si raffinano e poi si impacchettano, oppure....

      Oppure ci stanno fregando alla grande....prima il portafoglio e poi - ahimé - la nostra salute.

      DiSceeee....ma la soluzione qual è?
      In realtà la soluzione non c'è, vista l'enorme quantità di panettoni (e pandori) venduti in questo periodo. Nessuno ne può fare a meno, a quanto pare!

      O meglio...ci sarebbe, la soluzione.
      Anzi ce ne sarebbero due.
      Anzi tre.

      O non si comprano i panettoni
      O si comprano quelli artigianali da persone e forni di fiducia.

      ....oppure, come molti di voi già fanno, ce li facciamo in casa!

      Oggi ho detto la mia.

      Se volete dire la vostra, fate pure...:))))))


      Ciao e alla Prossima.

      Lo Ziopiero

      Guardate anche le altre realizzazioni:

      gnecche-gnacche...ovvero: non disturbar lo Ziopiero che impasta!

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      Disceeee..... Azzzipe', ma quest'anno solo Pandori? Gniente Panettoni?

      Be', a parte il fatto che di panettoni ne ho fatti ormai una ventina a botte di 3 a week end, ma visto che lo scorso anno vi ho ammorbato con tremila elucubrazioni e altrettante spiegazioni culminate poi in questo post qui, quest'anno pensavo di soprassedere...

      DiSceeee....e non ci diSci gniente gniente?

      ...ekkevedevodadi'? Ormai sapete tutto!

      Boh, che ne so... Un nuovo segreto, una curiosità, un aneddoto...

      Beh sì, una storiella ve la posso raccontare, magari vi fate due risate come me le son fatte io 
      (a vicenda conclusa, però! Non durante!)

      Daje Ziiipie', 'conta 'conta!

      Volevo fare l'ennesimo panettone, sapete no?
      Di quelli puffettosi, che ti si squagliano in bocca....
      (Fai click sulla foto per ingrandirla)

      E come ormai voi tutti sapete quando faccio un superdolce o un super lievitato (o anche quando faccio un ovetto sodo) mi piace organizzarmi con una tabella di marcia.

      La mia plurisperimentata tabella di marcia per i panettoni è questa:


      (la tabella dell'ovetto sodo ve la risparmio!)

      Così un venerdì pomeriggio esco prima dall'ufficio per fare le cose con calma, come è giusto che sia.
      In questa maniera i panettoni sono proprio una passeggiata di salute.
      Davvero.
      Ormai li faccio a occhi chiusi.
      A patto che tutto vada per il verso giusto.

      ...E noi sappiamo benissimo che le cose, per il verso giusto, non ci vanno mai! Vero Murphy?

      Ma partiamo dall'inizio.
      Arrivo a casa dove c'era il mio terzo rinfresco di pasta madre compresso in un barattolo.
      Bene!

      Mi cambio con calma e mi infilo la mia tuta da combattimento.
      Bene!

      Poi inizio con le pesate.
      Perfetto. Tutto torna.
      Ho anche messo i 6g di sale in una ciotolina-ina-ina.

      Poi arriva il momento di tagliare le arance che avevo candito un paio di settimane prima.
      A mio avviso è il lavoro più lungo, e anche più rognosetto.
      Cubettini di arancia che ti si appiccicano dappertutto...
      In ogni caso finisco in tutta tranquillità.
      Perfetto.

      Erano quasi le 18:30...meglio fare un riposino.
      Giusto!
      Mai impastare con la stanchezza di una giornata addosso.
      Pesare e tagliare sì.
      Impastare no. ;)

      Vado a fare un salutino da mio suocero, giusto per esser sicuro di sbracarmi una mezz'oretta sul divano senza saltellare in casa come una scimmia impazzita!
      Fantastico!

      Torno a casa (ore 19:15 circa) e ho tutto pronto sul tavolo di lavoro, manco fossi Montersino.
      Ottimo!

      Unisco i tuorli freddi di frigorifero all'acqua fredda con dentro lo zucchero precedentemente sciolto. Parte la frusta a filo...
      FRrrrrrrrrr
      Perfetto!

      Una vocina familiare alle mie spalle...

      "Papà, mangiamo?"
      Sì amore, lasciami solo due minuti, il tempo di incordare.
      ...Vabbe' facciamo 10.

      "Papà ma tu che ti mangi?"
      Non lo so tesoro, fammi solo finire qui
      (Dove ho messo la farina?)

      "Papà io inizio a cucinarmi che ho fame"
      Sì tesoro...
      (ah, eccola!)
      gnecche-e-gnacche gnecche-e-gnacche gnecche-e-gnacche  
      (rumore del gancio a foglia)

      "Papà vuoi che ti cucini qualcosa?"
      (cacchio, qui l'umidità mi frega! Mannaggia ammé che non ho iniziato prima)
      No, tesoro mio. Grazie.
      Semmai mi faccio due ovetti al volo, ma prima preferisco finire qui.
      gnecche-e-gnacche gnecche-e-gnacche

      "Papà, ma dobbiamo mangiare con questo rumore?"
      (aricacchio, pure lei ha ragione...)
      gnecche-e-gnacche gnecche-e-gnacche
      No, tesoro. In 3 minuti incordo tutto
      (a proposito, perché non si incorda, questa mi sembra una crema più che un impasto!)

      "Papà sono passati tre minuti"
      gnecche-e-gnacche gnecche-e-gnacche
      ancora crema ancora crema

      Sì amore, facciamo così, tu inizia a mangiare..
      gnecche-e-gnacche gnecche-e-gnacche
      crema-crema gnecche-e-gnacche gnecche-e-gnacche
      (Questo ancora non incorda! Dove ho sbagliato? Cacchio, cacchio! E pure accidenti!)
      ...io intanto mi faccio gli ovetti
      gnecche-e-gnacche gnecche-e-gnacche
      crema-crema crema-crema

      Detesto fare più cose contemporaneamente...
      Prendi le uova, sposta il barattolo, (gnecche-e-gnacche) prendi il padellino, arisposta il barattolo, (gnecche-e-gnacche) apri le uova nel piatto, uffa sto barattolo sempre in mezzo, (gnecche-e-gnacche) sbatti le...

      cacchio...ma...CACCHIO DAVVEROOO!!!
      IL LIEVITO MADREEEEEEEEEEEE!!!!!

      CHE CA@@O CI STA A FARE ANCORA DENTRO IL BARATTOLOOOOOOOOOOO!!!!

      MA PORCA PALETTAAAA!!!!!!!!

      frrrzzzshshssh
      (uovo che brucia)

      %**##**%@@@$%### §§§
      (io che impreco!)

      gnecche-e-gnacche gnecche-e-gnacche
      (questo sapete cos'è)

      crema-crema crema-crema 
      (e anche questo, grrrrr)

      STOP!

      Silenzio
      frrrzzzshshssh
      o quasi...

      Sssswap!
      (barattolo aperto con dentro il lievito imbufalito)

      Ssssswish
      (messo il lievito madre a pezzetti nella "crema-crema")

      ARIgnecche-e-ARIgnacche 
      ARIgnecche-e-ARIgnacche
      (partenza in sordina, o quasi)

      ARIgnecche-e-ARIgnacche
      Crema sì-Crema no
      ARIgnecche-e-ARIgnacche 
      Crema sì-Crema no

      Crema no-Crema no
      (forse ha preso...)

      Sbatt-Sbatt
      (forse incorda...)

      Sbatt-Sbatt
      (dai dai...)

      Stunc-Stunc
      (ormai ci siamo...)

      Insomma alla fine ha incordato!
      Però...come si dice dalle mie parti...

      Che Smaltita!!! :)))))

      "Papà, tutto ok?"
      , tesoro. Tutto ok! :) 
      "Dai, papà. Ti faccio compagnia mentre ti mangi quest'ovetto freddo...."
      :)))))


      FINALMENTE
      Il secondo impasto (eseguito la mattina successiva, come da tabella) è filato liscio come l'olio.
      Incordato in pochi minuti.
      Pirlatura perfetta.

      E per fare una cosa diversa l'ho messo a lievitare in un pirottino basso.

      (Fai click sulla foto per ingrandirla)
      Scarpatura a 8 punte...

      (Fai click sulla foto per ingrandirla)
      ....e per voi che mi avete seguito fin, qui la fetta....

      (Fai click sulla foto per ingrandirla)

      SALUTA...MENTE

      Carissimi amici, con il post di oggi chiudo per il 2014.

      È stato un anno denso, piacevole e ricco di ricette.

      Spero di ritrovarvi tutti qui subito dopo la befana!

      Ci aspetta un 2015 ricco di  nuove realizzazioni!
      ...e anche di sorprese!!!! ;)

      BUON TUTTO A TUTTI

      (Fai click sul collage per ingrandirlo)


      Lo Ziopiero

      Guardate anche le altre realizzazioni:


      Cheese Cake d'Autore, ispirandosi a Montersino

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      (Fai click sulla foto per ingrandirla)

      Se vi dovessi raccontare la vera storia di come ho fatto questa Cheese Cake dovreste prima leggere Gnecche e Gnacche per immaginarvi di cosa sono capace, nel senso di quali pasticci sono capace di produrre durante le mie pasticcionerie, soprattutto se sono interrotto da mille domande!!!

      Solo che questa volta il pasticcio l'ho combinato tutto da solo, senza interferenze!
      È stato tutto opera mia.
      Non ho attenuanti.

      Dopo diverse sfornate di Pandori e Panettoni, all'inizio delle mie vacanze di Natale, che quest'anno per mia fortuna sono state particolarmente lunghe (wow!), decisi di dedicarmi un po' alle torte.

      Ho rifatto diverse volte la Sacher Calabrese cambiando e raffinando alcune tecniche (e come spesso capita è venuta pure meglio di quella pubblicata, ahimé), rifatto anche un mio vecchio cavallo di battaglia e poi ho fatto qualche nuova realizzazione, come questa Cheese Cake:

      (Fai click sulla foto per ingrandirla)

      Premesso che non ho mai amato la Cheese Cake, non fosse altro per l'uso di un noto formaggio spalmabile che chiamarlo formaggio è un vero oltraggio ai veri formaggi - tanto è vero che l'unica cheese cake da me fatta e pubblicata è stata questa - quando ho visto la foto di quella fatta da Montersino mi ci sono fiondato, cercando di ispirarmi al disegno.

      DiSceeeee....e quel famoso del formaggio spalmabile innominabile?

      Be', semplice: ho usato robiola e panna. Ora qualcuno potrebbe sostenere che non è una vera cheese cake, ma se una cosa che si chiama Torta al Formaggioè fatta con un non formaggio, non vedo perché io non possa chiamare questa torta Cheese Cake!

      :))))

      Ricetta e dosi

      Per una torta di 20cm

      Per il sotto:
      210g biscotti integrali (se li volete fare in casa suggerisco questi)
      100g burro 
      • Frullate grossolanamente il tutto
      • Ricoprite la base dello stampo schiacciando per bene, fino a formare uno strato di circe 1cm.

      Per il mezzo:
      400g robiola
      110g uova
      50g tuorli
      145g zucchero
      8g farina
      80g panna
      Semi di Vaniglia
      • Frullate robiola, zucchero e vaniglia
      • Aggiungete un po' per volta le uova e i tuorli
      • Quindi la farina
      • Infine la panna a filo 
      • Rivestite i bordi interni dello stampo con della carta stagnola
      • Versatevi il composto
      • Cuocete in forno a 150° a bagno maria per 40-50' circa; a fine cottura il composto dovrà risultare leggermente tremolante al centro

      Per il sopra:
      Lo strato di cioccolato ho deciso di farlo con l'ormai nota glassa a specchio, non tanto per la specchiatura, che in questo tipo di torta ha poco senso, quanto per il particolare sapore molto intenso che ben si prestava abbinato alla parte sottostante.

      Queste le dosi usate:
      180 g di zucchero semolato
      60 g di cacao
      120 g di panna
      140 g di acqua
      6 g di colla di pesce

      • Unite zucchero e cacao
      • Scaldate acqua e panna insieme
      • Versatele quindi a filo nelle polveri girando accuratamente in modo che non vi siano grumi; alla fine vi verrà un liquido leggermente denso
      • Portate poi tutto quasi a ebollizione (intorno ai 100° circa)
      • Far freddare fino a 50°
      • Unite la colla di pesce precedentemente ammollata in acqua fredda e ben strizzata
      • Mescolate per bene

      La glassa va versata intorno a 35°.
      Tra  quando si toglie dal fuoco e l’utilizzo trascorrono circa 45 minuti, per cui regolatevi.

      Per non far colare la glassa lungo i bordi (sui quali andranno poi gli buffi di panna) ho poggiato al centro della torta un disco di 17 cm di diametro.

      Per il sopra-sopra:

      Sciogliete del cioccolato bianco, infilatelo in un conetto fatto con la carta forno, tagliateci la punta e date sfogo alla vostra vena artistica!
      (Io ho fatto dei ghirigori così come capitava!)

      Per il sopra-allato: 
      100g di panna
      1 cucchiaio di zucchero
      Cacao amaro
      • Montate la panna con lo zucchero
      • Con una bocchetta a stella fate il bordo intorno alla torta
      • Spolveratelo con il cacao
      (Fai click sulla foto per ingrandirla)


      Pasticciosamente
      DiSceeeee....sì, vabbe', ma la storia del pasticciaccio?

      ahahahaha, speravo te ne fossi dimenticato!

      Beh, diSciamo che non avendo pianificato come si deve la cottura a bagno maria (che poi ancora qualcuno mi deve spiegare perché si chiami così), mi son trovato un pelino in difficoltà con l'uso delle carabattole in quel momento a mia disposizione.

      Ho pensato che la cosa più semplice fosse mettere il dolce in un contenitore con i bordi alti e ficcare questo contenitore dentro un'altro ovviamente più largo....ovviamente....più largo..ovviamante...

      Solo che era sì più largo (ovviamente), ma non tanto più largo.
      Non solo!
      Il primo contenitore, all'interno del quale avevo deciso di cuocere la torta già bella compattata dentro un cerchio e con tutto il ripieno (quello del mezzo) e con sotto la sua base di acciaio, era appena appena più largo della torta.

      Insomma salvatomi dalla minacciosa acqua in cui sta benedetta Maria si fa il bagno, non mi sono salvato il momento in cui sono andato a tirar su la torta....

      Il fondo di acciaio si era appiccicato a mo di ventosa alla base del contenitore interno!!!!
      E non ne voleva sapere né di staccarsi né tantomeno di uscire!
      Proprio no.
      Ci ho provato in tutte le maniere.
      Niente!

      DiSceeee....E allora che hai fatto?

      Ho rischiato.
      Ho detto: O la va, o la spacca!

      E infatti... si è spaccata, la torta! (grrrrrrrrr)
      Nel goffo tentativo di capovolgerla in un altro disco piatto di acciaio.

      Vabbe', è andata.

      Senza perdermi d'animo (ma perdendomi in qualche imprecazione) ho subito cercato di rimetter dritta per il suo verso la torta, tentando di ricomporla alla meno peggio...

      Niente, ormai l'armonia era saltata, la poesia aveva perso le rime, il fiume era tracimanto, vabbe'...è inutile che ci giro attorno: il casino l'avevo combinato!!!

      Ma non finisce qui!!!!

      Visto che il giro di boa ormai l'avevo compiuto, mi sembrava un sacrilegio frullare tutto nella spazzatura, così ho deciso di continua (...a fare casini!!!!!)

      Infatti, come se non bastasse, me ne sono accadute altre!!!!

      Dopo aver appiccicato i cocci mi son detto: vabbe', la bravura si misura anche nel saper porre rimedio agli errori, magari invento una torta nuova, come fece Caroline Tatin per la sua famosa Tarte!

      Così, dopo aver sistemato il cerchio da 17cm al centro della...ehmmm vabbe, chiamiamola ancora torta, ci ho versato dentro la glassa di cioccolato.

      Dai Piero, ce l'hai fatta. Mi son detto. Praticamente hai coperto lo sfacelo.
      La corona esterna - per fortuna - era miracolosamente intatta e comunque sopra ci sarebbero andati gli sbuffi di panna.
      Ci siamo!
      Hai recupera...     noooooooooooooooooooo!!!!! Che pirla!!!!

      La glassa si era infiltrata tra i cocci ed ecco che stava fuoriuscendo alla grande!
      Noooooooooooooooooooooo!!!!!!!!!!!!
      Aiutoooooooooooooooooooo!!!!!!!!!!
      Glassa che usciva da ogni dove !!!!!!

      Vabbe', vada come vada, la catafotto nel freezer, mi chiudo lo sportelletto alle spalle e non ci penso più.

      .....seeeeeeee
      Vabbe' ci penso ma la lascio in pace, ok?

      Passata un'oretta buona  sono andato a vedere...


      Per fortuna che l'emorragia si era fermata quel tanto da lasciare lo strato di cioccolato bello in vista.
      Dopo tutto ancora qualcosa si poteva fare.
      E l'ho fatto!
      E tutto sommato il risultato finale non è stato catastrofico quanto la preparazione.

      (Fai click sulla foto per ingrandirla)


      Ora l'unico mio rammarico è stato quello di non aver documentato le varie fasi della catastrofe, sarebbe sarebbe stato interessante, oltre che divertente.

      Ma.... detto tra noi, se la dovessi rifare (e la rifarò) non credo che seguirò lo stesso percorso.
      E neanche voi, spero! :)))

      piesse: ah, ricordatevi: la vera torta al formaggio è questa! :))))))))))))))))))) 


      Ciao e alla Prossima.

      Lo Ziopiero

      Guardate anche le altre realizzazioni:


      Torta Bavarese ai Tre Cioccolati by Montersino (Gluten Free)

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      Come vi dicevo qui, quest'anno le mie vacanze di Natale sono state piuttosto lunghe.

      Non mi sono mosso da Roma, gustandomi la mia città e facendo con calma le cose che mi son sempre piaciute, come pasticciare in cucina. :))

      Tra le varie realizzazioni che ho prodotto, oggi vi propongo questa Torta Bavarese ai Tre Cioccolati, un classico della pasticceria.
      Per la sua realizzazione mi sono ispirato a quella di Montersino

      (Fai click sulla foto per ingrandirla)
      Apparentemente difficile, in realtà vedremo come con alcuni semplici accorgimenti risulterà fattibilissima.

      Inoltre, come vedrete, è una torta Gluten Free!

      Dosi e Ricetta
      Per uno stampo da 22 cm

      Base Biscotto
      30g tuorli
      45g di albumi
      45g zucchero
      15g cacao
      • Setacciate il cacao
      • Montate, ma non troppo, gli albumi con lo zucchero
      • Inserite i tuorli leggermente sbattuti
      • Mescolate senza far smontare eccessivamente gli albumi
      • Aggiungete il cacao
      • Mescolate ancora
      • Inserite in un cerchio tondo da 17, max 18 cm
      • Cuocete nel forno a 190° per 15 minuti

      Base per le bavaresi
      320g di latte
      60g di zucchero
      180g di tuorli
      • Unite tuorli e zucchero
      • Mescolate energicamente
      • Unite il latte
      • Scaldate sul fuoco, mescolando, fino al raggiungimento dei fatidici 85° * e non oltre altrimenti le uova iniziano a cuocersi
      • Mettete da parte
      *Questo procedimento assicura la pastorizzare dei tuorli

      Le tre bavaresi di cioccolato
      Le dosi sono identiche per ogni bavarese, cambia solo il tipo di cioccolato.
      Faremo, nell'ordine, prima la bavarese con il cioccolato fondente, poi al latte e infine bianco.
      Ognuna di esse andrà fatta solo un attimo prima di metterla nella torta.
      La torta, dopo aver versato ogni strato di bavarese, va posta nel congelatore per almeno un paio d'ore.


      Per ogni bavarese:
      175g di base per le bavaresi
      100g di ogni cioccolato (fondente, a latte, bianco)
      5 g di colla di pesce ammollata nell'acqua e ben strizzata
      200g di panna semimontata

      • Sciogliete completamente il cioccolato
      • Scaldate un terzo della base di bavarese
      • Scioglietevi dentro la colla di pesce, mescolando per bene onde evitare la formazione di grumi (se ciò dovesse accadere basta che rimettiate il tutto nel forno a micronde per qualche secondo e poi mescolare di nuovo)
      • Versatevi il cioccolato
      • Mescolate per bene fino ad ottenere un composto omogeneo
      • Unite la panna semimontata 
      • Continuate a mescolare energicamente
      E qui viene il bello!
      La bavarese sarà quasi liquida.
      In questa, maniera quando la verserete nello stampo, non ci sarà bisogno di livellarla per ottenere degli strati pressoché perfetti!

      E per finire...

      Glassa di cioccolato al latte
      Attenzione: questa glassa una volta pronta va subito versata sulla torta, quindi regolatevi ;)

      110g panna
      85g cioccolato al latte
      35g cioccolato bianco
      15g glucosio
      3g di colla di pesce ammollata nell'acqua e ben strizzata
      • Sciogliete completamente i due cioccolati
      • Portate quasi a bollore la panna insieme al glucosio
      • Scioglietevi dentro la colla di pesce, mescolando per bene onde evitare la formazione di grumi
      • Versatevi il cioccolato
      • Mescolate per bene
      • Unite la panna semimontata 
      • Continuate a mescolare energicamente

      Montaggio della torta
      Riassumo quanto fin qui detto:
      • Si inizia dalla base, con il biscotto, che suggerisco di bagnare con del vin cotto diluito in acqua.
      • Quindi si mette il cerchio intorno, regolandolo in modo da lasciare un paio di cm tra bordo e biscotto.
      • Foderate la parte interna del cerchio con una striscia di foglio acetatato.
      • Versate il primo strato di bavarese (cioccolato fondente), filtrandola con un colino.
      • Congelatore per almeno 2 ore
      • Versate il secondo strato di bavarese (cioccolato al latte), filtrandola con un colino.
      • Congelatore per almeno 2 ore
      • Versate il terzo strato di bavarese (cioccolato bianco), filtrandola con un colino.
      • Congelatore per almeno 2 ore
      • Versate la glassa di cioccolato al latte
      • Congelatore
      La torta va tirata fuori dal congelatore e messa in frigo almeno 16 ore prima di essere consumata e, preferibilmente, tolta dal frigo 15-30 minuti prima.

      Decorazioni di Cioccolato

      Anche qui potete sbizzarrirvi.
      Mi sono rifatto a quanto avevo fatto per la Torta Guadeloupe

      Disco di Cioccolato
      50g di cioccolato bianco
      50g di cioccolato fondente 

      • Procuratevi un foglio di acetato
      • Sciogliete il cioccolato bianco 
      • Fatelo raffreddare leggermente
      • Spalmatelo sul foglio di acetato 
      • Aspettate giusto il tempo di farlo solidificare leggermente (10 minuti circa)
      • Con l'apposito pettine grattate via le striscioline
      • Aspettate almeno un'oretta in modo che si freddi per bene (potete anche velocizzare i tempi mettendo il tutto in frigorifero)
      • Sciogliete il cioccolato fondente
      • Fatelo raffreddare leggermente (l'ideale sarebbe 32°)
      • Spalmatelo sul cioccolato bianco in modo che penetri per bene tra le striscioline del cioccolato bianco
      • Aspettate giusto il tempo di farlo solidificare leggermente (10 minuti circa)
      • Incidetelo nella forma desiderata (triangoli, cerchi...)
      • Lasciate solidificare per almeno 4 ore
      • Staccatelo con delicatezza dall'acetato
      • Decorate quindi la vostra torta


      (Fai click sulla foto per ingrandirla)

      Fatela!
      Farete un figurone!

      Poi fatemi sapere, eh? ;)

      Ciao e alla Prossima.

      Lo Ziopiero

      Guardate anche le altre realizzazioni:

      Benelux senza Lux - Terza Parte: I "Paesini Bassini"

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      Vi confesso una cosa.
      Al termine del viaggio Benelux senza Lux avevo pensato di fare un unico post.
      In fondo questo è un blog di cucina.
      È anche vero che c'è un'ampia sessione dedicata alla fotografia e un'altra ai viaggi....


      E poi, dopo i 4 post su Istanbul, magari vorrete leggere di nuove peripezie in cucina...


      Ma poi, dopo aver impostato il primo post, mi son detto: beh, forse uno è troppo poco, troppo limitativo.
      Ce ne vogliono almeno due.
      Ma già mentre scrivevo il secondo post mi era chiaro che sarei arrivato a tre!
      E ora ve lo dico: aspettatevi anche una quarta parte!!!!
      Solo per contenere le foto che ho selezionato per voi tre post non bastano!!!

      Spero che tutto ciò non vi faccia arrabbiare. :)))
      Vi prometto che alla fine del quarto round vi posterò una ricetta tipica olandese!!!! :))))

      Dunque. Ci eravamo salutati ad Amsterdam.
      Oggi visiteremo altri "paesini bassini"


      Sesto giorno

      Visto che prima siamo andati a Nord di Amsterdam altro non ci rimane che andare a Ovest e poi a Sud.

      Disceeee...ma a Est no?
      Meglio di no, visto che a Est c'è il mare! :)))

      Il primo paesino bassino che si incontra è Haarlem, a meno di 40 km a Ovest della capitale.

      Haarlem - Molen De Adriaan
      (Fai click sulla foto per ingrandirla)

      Classica cittadina olandese, tranquilla e deliziosa, con la sua Grote Markt, i suoi canali, i suoi mercati.

      Haarlem
      (Fai click sulla foto per ingrandirla)
      Passeggiare di prima mattina nei vicoli di Haarlem dà la sensazione di vivere la cittadina come persone del luogo, godendosi magari la calma seduti in un bar.

      Haarlem
      (Fai click sulla foto per ingrandirla)
      p.s. il signore che legge il giornale NON sono io!!!! :))))

      Dopo Haarlem tappa praticamente obbligata è Leiden, situata sul fiume Rijn a poco più di 40 km a Sud.

      Tralasciando la periferia, conviene dirigersi subito nella parte storica, attraverso la porta di accesso con ponte levatoio e bel panorama su un vecchio mulino.

      Leiden - Porta di accesso
      (Fai click sulla foto per ingrandirla)


      Leiden - Ponte Levatoio
      (Fai click sulla foto per ingrandirla)


      Leiden - Molen de Put
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      Come ogni paesino dell'Olanda, anche Leiden è circondato da canali...

      Leiden
      (Fai click sulla foto per ingrandirla)
       Leiden
      (Fai click sulla foto per ingrandirla)

      ...biciclette...

      (Fai click sulla foto per ingrandirla)

      (Fai click sulla foto per ingrandirla)

      e ricco di mercati.

      (Fai click sulla foto per ingrandirla)
      (prego notare la dimensione della carote in primo piano!!!!)


      Passeggiando per il centro non potete fare a meno di rimanere incantanti dalle continue melodie intonate ogni 15 minuti dalla torre campanaria....
      Le musiche sono prodotte alternativamente o dalle campane o da un carillon.
      Molto suggestivo, davvero! :)))

      (Fai click sulla foto per ingrandirla)


      Ma a mio avviso la cosa che più caratterizza la città sono "Le poesie sui muri".

      DiSceee.... Ma che so' le poesie sui muri?

      Sono esattamente le... Poesie sui Muri!

      L'idea nacque qualche anno fa e prevedeva di selezionare 101 muri di case per scrivervi su altrettante poesie nella lingua originale dell'autore.
      La cosa bella è che da allora il processo è diventato virale e tante altre poesie si sono aggiunte alle prime.
      Cercatele, passeggiando col naso all'insù.
      È questo un modo diverso e originale di guardare la città, immergendosi contemporaneamente in frammenti di cultura.

      Leiden - Poesie sui muri
      (Fai click sulla foto per ingrandirla)
      Leiden - Poesie sui muri
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      Leiden - Poesie sui muri
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      Leiden - Poesie sui muri
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      Leiden - Poesie sui muri
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      Leiden - Poesie sui muri
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      Leiden - Poesie sui muri
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      Lasciando Leiden e sempre procedendo verso Sud, dopo appena 25 km si arriva a Delf.

      Come ogni "paesino bassino" anche Delf ha la sua Grote Markt, la sua Oude Kerk con l'alta torre campanaria, la sua piazza Dam, la sua Oospoort (porta della città vecchia), e tanti canali (suoi pure quelli!!!)

      Delf - Torre Campanaria
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      Delf - Canali
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      Delf - Canali
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      Delf - Oospoort
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      La giornata si conclude con l'arrivo a Alphen aan den Rijn, un paesino conosciuto soprattutto per il suo parco di uccelli.
      Qui potrete trovare le specie più disparate (e più rare) di volatili.
      Se poi pernotterete al Van der Valk Avifauna non solo l'entrata al parco sarà gratuita, ma potrete accedervi anche durante l'orario di chiusura (vera chicca!).

      Vi lascio qui giusto 3 scatti rappresentativi, rimandando eventualmente  la pubblicazione di altri scatti ad un post fotografico dedicato.


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      Settimo giorno
      Dopo la visita ad Avifauna (se decideste di farla ritagliatevi circa tre ore), nel programma avevo inserito la visita a Gouda, altra città famosa per il formaggio.
      No, dico, ma vi rendete conto?!?!? Questi chiamano le città come i formaggi (o forse sono i formaggi che hanno dato il nome alle città....)
      D'altra parte pure noi abbiamo Gorgonzola. :)))

      A Gouda ogni giovedì si svolge il mercato del formaggio, appunto.
      E che giorno ci sono capitato?
      Di giovedì!
      Un caso....? :))))

      Gouda
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      Gouda
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      La piazza, oltre che di formaggio, si riempie di bancarelle che vendono cibarie di tutti i tipi.
      Se siete amanti dello street food (ma so che lo siete) qui potete sbizzarrirvi tra stroopwafels, panini con le aringhe e fritti vari (e dai colori assai sospetti....).

      Com'era prevedibile, anche Gouda ha i suoi mulini, il suo Stadhuis e le sue chiese gotiche.
      Vi confesso che ormai ero abbastanza assuefatto da tali visioni, per cui ho preferito dirottare su dei laghetti appena fuori dalla città, collegati tra loro con delle piccole stradine, punteggiati da ville stupende.
      Credetemi: ne vale il percorso in macchina. ;)

      Ho saltato invece a piedi uniti Oudewater, un piccolo borgo ad Est di Gouda, noto anche come città delle streghe!
      Questo posto è famoso per la casa delle bilance per le streghe (la Heksenwaag).

      Disceeee...Ma e streghe nun ze poteano pesa' su 'na bilancia normale come tutte l'artre perzone normali?

      A parte che se una è una strega persona tanto normale non deve essere...

      Il fatto è che la credenza popolare attribuiva alle streghe un peso praticamente inesistente (altrimenti come facevano a cavalcare le scope?), misurabile attraverso delle bilance speciali (e ditemi se questa pure non è una stregoneria!!!!)

      Fu così che a Oudwater c'era la bilancia per streghe più famosa d'Olanda.

      Così molte donne accusate di stregoneria si recavano qui per farsi pesare e farsi rilasciare un "certificato" che garantisse sulla loro normalità.

      Secondo me qui si facevano pesare anche le streghe vere (perché, sia ben chiaro, le streghe esistono!!!). Figuriamoci se non trovavano qualche stregonerie per taroccare la bilancia prima di salirvi sopra!!!
      Così alle brutte sul rogo ci finiva al massimo il manico di scopa!

      Dopo Gouda avevo individuato un posto molto caratteristico da visitare: Kinderdijk, pochi kilometri ad Est di Rotterdam.

      Qui si trovano ben 19 mulini ad acqua tutti ancora funzionanti, che si susseguono al lato di due canali, nel verde della campagna olandese.
      Luogo sicuramente molto particolare (patrimonio dell'Unesco dal 1997), ideale per una biciclettata in pieno relax.

      Kinderdijk
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      Kinderdijk
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      Kinderdijk
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      Siamo arrivati alla conclusione di questo post.
      Per completezza vi lascio qui una mini mappa con evidenziati i luoghi visitati in questo post.

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      Ci vediamo per il rush finale: Veere, Middelburg, Bruges, Gent e infine Bruxelles ci aspettano!!!


      Ciao e alla Prossima

      Lo Ziopiero

      Benelux senza Lux - Gli altri post

      Tandoori Masala e... le piotte cadute dal cielo!

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      In origine le piotte a Roma erano le 100 lire.
      Ve le ricordate?

      Com'erano belle....
      E com'erano siginificative!

      Con una piotta avevi diritto a 3 canzoni al juke box, o a due partite a flipper o una a biliardino, che se poi avevi anche mezza piotta (cioé 50 lire), incastrandola lungo il perno che faceva uscire le palline, le partite erano infinite o almeno duravano fino a quando il padrone del bar ti sgamava!

      Una piotta era anche la richiesta minima sindacale di tutti coloro che elemosinavano qualche spicciolo:
      "che sciai 'na piotta?"
      Era la frase tipica che ti sentivi rivolgere camminando per le vie dei vari quartieri romani.

      Poi col tempo e con la svalutazione il termine ha indicato indifferentemente sia le cento lire, sia le cento mila lire, ma senza timore di confondersi; il contesto nel quale venivano nominate eliminava ogni dubbio.

      Come vi ho detto diverse volte, ho abitato 25 anni a Trastevere, in una traversa di via della Lungara.

      Questa via, fatta costruire da papa Giulio II della Rovere, effettivamente è una delle vie più lunghe di Roma (da cui il nome) e originariamente collegava in un unica linea retta San Pietro a Santa Maria in Trastevere.

      Corre parallela al Tevere e prima dell'arrivo dei Savoia da questa via si arrivava direttamente al fiume.

      Poi i piemontesi, per evitare le continue esondazioni, fecero costruire degli altissimi argini tutt'ora esistenti.

      In molte zone di Roma non si percepisce la differenza tra la vetta degli argini e l'originale livello di calpestìo, anche perché si sono creati dei leggeri pendii, quasi impercettibili. Tranne nella parte del Tevere che fiancheggia Via della Lungara.

      Qui il dislivello con il Lungotevere è evidentissimo, una specie di dirupo verticale la cui altezza massima è 5 metri circa, al livello del famigerato numero civico 29...
      Chi conosce Roma sa già  di cosa sto per parlare...

      In corrispondenza del 29, infatti, ha sede il noto Carcere Giudiziario di Regina Coeli.

      Ora non tutti sanno che nel passato c'era una tradizione assai comune per i romani che vi avevano, come dire, soggiornato: chi usciva da Regina Coeli, per augurarsi di NON tornarci più, lanciava delle monetine, esattamente il contrario di quanto si fa con Fontana di Trevi, dove si lanciano le monetine con l'auspicio di tornarci, e quindi di tornare anche a Roma.

      Il gesto scaramantico veniva effettuato contemporaneamente con disprezzo e violenza e il lancio normalmente avveniva da sopra il Lungotevere, come a significare una posizione di superiorità rispetto all'uscita che si trova più in basso.

      Ora voi dovete immaginarvi un bambino di 8-10 anni che una mattina, inconsapevole di tutta questa pappardella che vi ho raccontato, camminando per via della Lungara si vede piovere dal cielo 100 lire!!!
      E come se non bastasse subito dopo altre 100. E poi 50. E ancora 50! Insomma un vero miracolo caduto dal cielo!!!!

      Fino a quel giorno non conoscevo questa usanza, assai nota invece dagli abitanti del quartiere che proprio per questo motivo quando passavano in prossimità del civico 29 abbassavano istintivamente la testa (fino a quel momento pensavo che il motivo fosse per non farsi riconoscere dalle guardie, invece era semplice ricerca di piotte!)

      Ancora oggi, quando passo per Via della Lungara, guardo per terra in cerca di qualche euro, più per sperare di ritrovare testimonianza di una vecchia tradizione piuttosto che sperare di fare una colazione gratis (tanto sapete che nei bar ci vado mal volentieri, i cornetti ormai li faccio a casa!).

      :))))))

      DiSceeeeee....ma cosa c'entra questa storia con il Tandoori Masala?

      Niente! Non c'entra assolutamente niente!
      Mi andava di raccontarla e basta!!!  :)))))

      Anche perché oggi vi parlo di Tandoori Masala così nel prossimo post parlerò del Riso Rosso Thailandese, superbamente insaporito proprio con questo mix di polveri.

      Prepararlo è semplicissimo!
      Occorre polvere di zenzero, peperoncino, cardamomo, pepe, chiodi di garofano, cannella, cumino, noce moscata...e chi più ne ha più ne metta!

      (Fai click sulla foto per ingrandirla)
      Con un pestello schiacciate per bene e mescolate.

      (Fai click sulla foto per ingrandirla)
      Scaldate pochi minuti in una padella e subito noterete come la cucina si riempirà di un inebriante profumo....

      (Fai click sulla foto per ingrandirla)


      Conservate poi il Tandoori Masala in un barattolo.
      Al prossimo post ci servirà per preparare questo Riso Rosso Thainlandese:
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      Ciao e alla Prossima.

      Lo Ziopiero

      Guardate anche le altre realizzazioni:

      FINALMENTE UN CORSO CON LO ZIOPIERO!!!

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      Era tanto che me lo chiedevate...
      Era tanto che lo volevo fare...
      Era tanto che aspettavo un'occasione...

      E poi, l'altro giorno, mi arriva una mail...

      Caro Ziopiero...ti facciamo una proposta indecente!
      Verresti da noi a Bologna a fare un corso sulla Colomba Pasquale

      Cigolìn, Cigolello ecco che il mio cervello inizia a viaggiare...

      Clikke e clacke e mi spulcio il sito Otto in Cucina, e scopro che dietro c'è un gruppo di persone appassionate che hanno messo in piedi una struttura di primissimo livello, organizzata appositamente per i corsi di cucina! Un piccolo regno!

      Cigolìn, Cigolellogià mi piace!
      Cigolìn, Cigolello il progetto inizia a concretizzarsi nella mia fantasia...

      Non faccio passare più di mezz'ora che scatta la telefonata con Elisa, una delle organizzatrici.

      "Pronto?"
      (aho, io quando sento l'accento emiliano già mi squaglio! Empatia al primo istante!)

      "Ciao! Sono lo Ziopiero..."

      In un attimo ci siamo piaciuti.
      In due attimi abbiamo capito che si poteva fare.
      Al terzo attimo avevamo già il programma pronto...

      Ecco che tutto, come per magia, iniziava a prender forma e consistenza!!!
      Anzi di più!
      E alla fine della telefonata...RILANCIO:

      "Senti, ma se tra una lievitazione e l'altra ci mettessi in mezzo un secondo corso...?"
      Ekkettelodicoaffa'? L'entusiasmo di Elisa lo sentivo vibrare attraverso la sua voce...

      "Zio, tu proponi e io ti dico di sì"

      E così fu.

      Sabato 7 e domenica 8 marzo tutti a Bologna!




      Affrettatevi a decidere!
      Questa volta avrete due super corsi al prezzo di uno!!!

      Per informazioni e prenotazioni clickate qui 

      Oppure telefonate direttamente al 333 5357265
      O inviate una mail a info@ottoincucina.eu

      Ciao e....

      CI VEDIAMO TUTTI AL CORSO!!!!

      Lo Ziopiero

      Guardate anche le altre realizzazioni:

      Riso Rosso Thailandese con Tandoori Masala e Pollo al Curry

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      Allora, avete preparato il Tandoori Masala

      OK!

      Allora passiamo subito alla ricetta del...

      Riso Rosso Thailandese

      (Fai click sulla foto per ingrandirla)
      Ingredienti
      Riso Rosso Thailandese
      Tandoori Masala
      Pinoli

      • Mettete  a bagno il riso per un'ora
      • Scolatelo
      • Riempite una pentola d'acqua e sale
      • Versatevi il riso
      • Mettete sul fuoco e portate ad ebolizione a fuoco dolce
      • Cuocete per circa 20'
      • Scolate quando è al dente (attenzione: ha una consistenza diversa dal riso a cui siamo abituati)
      • Fermate la cottura sciacquando con acqua fredda
      A questo punto:
      • Continuate la cottura in padella e con del burro
      • Aggiungete i pinoli precedentemente tostati
      • E infine il Tandoori Masala 

      Per non farci mancare nulla accompagniamo il piatto con un ....


      Pollo al Curry

      Ingredienti
      Una cipolla
      2 carote
      Olio
      Aglio
      Yougurt greco
      Curry
      Mandorle tostate
      Bocconcini di pollo

      • Rosolate l'aglio in padella
      • Aggiungete poi cipolla e carote tagliate sottili sottili
      • Aggiungete acqua (tanta)
      • Cuocete 5' a fuoco sostenuto e poi il resto a fuoco basso/moderato; le cipolle devono ammorbidirsi, quasi sciogliersi
      • Aggiungete curry
      • A parte mescolare yogurt e bocconcini di pollo
      • Aggiungete altro curry
      • A questo punto versate i bocconcini di pollo alle cipolle e carote
      • Continuate fino a quando il pollo sarà cotto

      (Fai click sull'immagine per ingrandirla)


      Servite insieme al riso.


      (Fai click sull'immagine per ingrandirla)



      Ciao e alla Prossima e.... mi raccomando:

      NON MANCATE AL CORSO DELLO ZIOPIERO!!!!


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      Lo Ziopiero

      Guardate anche le altre realizzazioni:

      Pane bianco, colombi innamorati e attese...

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      Tempo fa (oddio forse è gia passato un anno!) mi trovavo su una panchina aspettando l'arrivo di un amico.

      L'amico stava attardando così, per ingannare l'attesa....

      Già, l'attesa...ve la ricordate?
      Quell'ansioso far niente in attesa (appunto) che qualcosa avvenga...
      E nel frattempo si cercava di ingannarla...

      Di solito si iniziava sempre passeggiando su e giù lungo il marciapiede, giocando a non calpestare le linee formate dalle crepe (oltre a qualcos'altro)...
      Poi ci si fermava e si iniziava a guardare le persone che ti transitavano davanti: quella col cappotto rosso, quello che legge il giornale, quei due che litigano animatamente...
      Se l'attesa si prolungava si passava all'analisi, fantasiosa, dei soggetti che avevamo a disposizione....
      Che mestiere farà? Sarà ricco? Sposato? Dallo sguardo sembra un poco di buono....
      E iniziavamo a perderci in un dedalo di pensieri mentre il tempo dell'attesa scorreva...anche piacevolmente, cullandoci in un dolce far niente...

      E adesso?
      Forse non sappiamo più cos'è l'attesa....
      O, meglio, la inganniamo talmente bene che non siamo più capaci né di passeggiare, né di analizzare, né di fantasticare come facevamo prima...

      E cosa facciamo?
      Appena si prospettano 3 secondi di attesa ecco che mettiamo subito mano al nostro supertecnologico smartphone e iniziamo a spippolare....

      Vediamo chi mi ha scritto, controlliamo il blog, ultime notizie da internet, news, immagini, selfie, un altro selfie, un altro ancora... feisbuc, uozzapp, tuitter, mi trovo qui, sono stato là....guarda su, commenta giù....

      E così, in pochi anni, abbiamo perso il gusto dell'attesa, del dolce far niente, dell'osservare il mondo intorno a noi (vabbe', ormai è un mondo di uozzappisti e feisbuchisti ma sempre un mondo da osservare è!)

      E tu? Cosa hai fatto quel giorno per ingannare l'attesa....? Non hai uozzappato con nessuno, non hai detto all'intero gruppo di amici quanto eri contento di stare su una panchina di un ospedale aspettando l'uscita di un amico...?

      No, non l'ho fatto.

      Mi sono messo, invece, ad osservare gli uccelli intorno a me.
      In particolare una coppia di piccioni...

      Sarà stata una coppia?
      Sì, era una coppia.
      Erano chiaramente un Lui e una Lei.
      Lui la corteggiava, girandole amorevolmente intorno secondo un consolidato e ancestrale rituale.
      Lei...be' diciamo che ci stava ancestralmente! Penso di poterlo affermare senza essere un ornitologo.

      A questo punto, però, non ho resistito.
      Anche io ho tirato fuori il mio supertelefonino tecnologico, dopo circa un quarto d'ora ho capito come funzionava la telecamera e ho inziato a filmarli.
      Mi spiace solo che il filmato sia venuto un po' mosso (l'emozione, sapete no?)
      :))))))

      Ed ora, accomodatevi e godetevi questi intimi attimi di attesa.
      Ne vedrete delle belle!!!!

      Ah, accendete gli altoparlati prima di fare play! ;)



      :))))

      Passiamo ora alla ricetta.

      Era tanto che non pubblicavo un pane.
      Sarà che ne ho pubblicati tanti, sarà che lo faccio praticamente tutte le settimane per cui è inserito nella cose di routine e di banale normalità, ma sta di fatto che questo pane non è affatto banale!

      (Fai click sull'immagine per ingrandirla)
      E merita di esser provato!

      Il procedimento prevede sia un prefermento sia un'autolisi, ma la cosa non deve preoccuparvi: non vi porterà via tempo! ;)

      Se lo volete gustare all'ora di pranzo, seguite questo schema:

      La sera:
      Prefermento:
      50g di lievito madre o licoli
      200g di acqua
      200g di farina manitoba
      • Mescolate tutto insieme.

      Autolisi:
      200g acqua
      200g mix di farina a vostra scelta (ho messo kamut, farro bianco, enkir, tutte rigorosamente macinate a pietra)
      • Mescolate acqua e farine, coprite e andate a dormire.
      •  
      La mattina:
      • Unite i due impasti e aggiungete 100g di altro mix di farine e 10g di sale
      • Impastate fino ad incordare
      • Formate due filoncini e adagiateli in due stampi da plume cake
      • Fate lievitare fino a quando triplicano
      • Accendete il forno a 240°
      • Rovesciate i due filoncini su una teglia di ferro, facendo molta attenzione a non far sgonfiare l'impasto
      • Iniziate la cottura posizionando la teglia sulla base del forno
      • Dopo una decina di minuti portate la temperatura a 220° e spostate la teglia al primo piano del forno
      • Dopo altri 10 minuti abbassate ancora la temperatura a 190° fino a cottura ultimata.
      Come vedete il procedimento è assai facile.
      Unica difficoltà la potreste incontrare qundo andate a rovesciare i due filoncini.
      Se volete vedere meglio come fare, guardatevi questo filmato:




      E adesso godetevi questo pane, sano, semplice e profumato....

      (Fai click sull'immagine per ingrandirla)


      Ciao e alla Prossima e.... mi raccomando:

      NON MANCATE AL CORSO DELLO ZIOPIERO!!!!

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      Lo Ziopiero

      Guardate anche le altre realizzazioni:

      Benelux senza Lux - Quarta Parte: da Middelburg a Bruxelles

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      Eccoci per il rush finale.
      Lo so, forse l'ho tirata un po' troppo per le lunghe con questo Benelux!
      Ma in verità i resoconti dei viaggi riportati in questo blog fanno tanto comodo anche a me, che ho la memoria cortissima e rischio poi di dimenticarmi prestissimo di tutte le cose fatte e viste!
      Pensate che ogni pomeriggio mi scordo regolarmente cosa ho fatto la mattina!!! :))
       
      Dunque: c'eravamo lasciati con i "paesini bassini" (se ricordo bene... :D :D :D).
      E precisamente a Gouda! (visto che servono i post!)

      Adesso scendiamo ancora verso Sud, fino a Veere, attraversando diverse isolette e penisolette, come potete vedere dalla piantina:

      (Fai click sull'immagine per ingrandirla)

      Ottavo Giorno:

      Veere è un piccolo paesino circondato dall'acqua (vabbe', da questa parti è praticamente scontato!).
      Meta turistica assai ambita (non è facile trovare da dormire e i prezzi sono un po' più cari della media), Veere offre un ambiente calmo e tranquillo.

      Veere - Cattedrale sullo sfondo
      (Fai click sulla foto per ingrandirla)

      Veere
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      Veere
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      L'intera visita si è svolta sotto la pioggia, che ha smesso di cadere proprio il momento in cui siamo risaliti in macchina per andare a Middelburg!!!

      E come spesso accade in Olanda, nel giro di pochi minuti il sole è tornato a splendere (o quasi)!

      Middelburg
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       Indovinate cosa c'è a Middelburg?

      Middelburg - Grote Markt e Stadhius
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      ahahahaha, manco a farlo apposta!
      Immancabile Stadhius (municipio), rigorosamente in stile gotico.
      Bella la piazza...

      Middelburg - Grote Markt
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      ...belle le strade, soprattutto quelle un po' più nascoste...

      Middelburg - Vicoli
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      Middelburg - Vicoli
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      ...belli i cortili medievali...

      Middelburg - Cortile medievale
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      Ma quello che più mi ha colpito è stata questa fontana con l'acqua gialla!!!

      Middelburg - Fontana Gialla
      (Fai click sulla foto per ingrandirla)
      Appena l'ho vista ho pensato di esser diventato improvvisamente daltonico!!!
      Ma come gli sarà venuto in mente... Bah! :))))

      Si lascia Middelburg per andare a Bruges, attraversando dighe chilometriche a dir poco spettacolari (e pensare che noi sono decenni che discutiamo per un ponticello sullo Stretto di Messina...)

      (Fai click sull'immagine per ingrandirla)

      È incredibile come questo popolo abbia letteralmente stravolto la geografia del posto strappando al mare terre sommerse per renderle poi abitabili!


      Brugesè  una città assolutamente da visitare.

      Bruges
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       Bruges
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      È semplicemente incantevole e ricca di angoli da sogno...

      Bruges
      (Fai click sulla foto per ingrandirla)

      Bruges
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      Bruges
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      Una vera goduria per gli occhi...

       Bruges - Scorci...
      (Fai click sulla foto per ingrandirla)

       ...e ovviamente anche qui troviamo....

      Bruges - Stadhuis
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      Bruges - Stadhuis
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      :))))


      Nono e Decimo Giorno:

      Per vedere Bruges un pomeriggio e una serata sono più che sufficienti, quindi la mattina del nono giorno si parte alla volta di Gand.

      Sicuramente la costruzione più rappresentativa della città è il castello Gravensteen, ancora perfettamente conservato.

      Gand - Castello di Gravensteen
      (Fai click sulla foto per ingrandirla)

      Immancabile poi l'ormai arcinota Grote Markt con lo Stadhuis e il Belfort, uno dei tre campanili medievali allineati posti nel centro storico di Gand (gli altri due appartengono alla cattedrale di San Bavone e alla chiesa di San Nicola). Pensate che anche questo campanile, risalente al 1400, fa parte dei patrimoni dell'Unesco.

      Alto 95 metri, è il simbolo dell'autonomia e dell'indipendenza della città e ogni 15' entra in funzione un mega carillon a ricordarci la sua presenza (come se non si notasse già di suo!)

      Gand - Stadhius e Belfort
      (Fai click sulla foto per ingrandirla)
      Gand in lingua celtica significa "confluente"; infatti è situata alla confluenza di due fiumi, il Leie e lo Schelda. In italiano antico il suo nome fu tradotto in Guanto...Mah...

      Particolarmente piacevoli le passeggiate lungo le due sponde del fiume (che non ho capito se fosse lo Schelda o il Leie): da un lato la Granslei e dall'altro la Korenlei.

      Gand - Granslei
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      Gand - Ponte di San Michele
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      Molto suggestivi un po' tutti gli scorci di Gand.

      Gand
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      Gand
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      Gand
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      Il giro del Benelux senza Lux sta per finire.
      Gli ultimi due giorni prevedono come tappa Bruxelles, città europea per eccellenza.

      Anche qui, come ad Amsterdam, ho trovato tantissimi italiani e, in generale, una folla di turisti a dir poco impressionante!

       Bruxelles - Turisti alla Grand Place
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      Devo confessarvi che la folla nelle città mi ha sempre dato un po' fastidio, ma d'altra parte qui è inevitabile, visto anche il periodo.

      La zona più caratteristica della città è senza dubbio il quadrilatero racchiuso tra rue de l'Ecuryer, rue du Marchè aux Herbes e rue des Bouchers, ricco di vicoletti e ristoranti caratteristici.

       Bruxelles- Vicoli e Ristoranti
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      Ma l’attrattiva principale di questa zona è sicuramente costituita dalla Galleria Saint-Hubert, uno spazio coperto costruito a metà ottocento. Qui una volta si incontravano artisti e letterati, ora si incrociano turisti o clienti dei lussuosi negozi.


      Bruxelles - Galleria Saint-Hubert
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      Bruxelles - Galleria Saint-Hubert
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      Una caratteristica non a tutti nota è che Bruxelles è una delle capitali del fumetto; non a caso troviamo spesso alcuni murales raffiguranti vari personaggi come questi:

      Bruxelles - Murales
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      Bruxelles - Murales
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      Bruxelles - Murales
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      Volendo visitare una chiesa, la più rappresentativa è senza dubbio la Cattedrale intitolata a Santa Godula e San Michele Arcangelo, i due patroni della Città. Praticamente una copia identica a Notre Dame di Parigi...


      Bruxelles - Cattedrale Sts-Michel-Gudule
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      Centro nevralgico di tutta la città rimane comunque la Grand Place.
      Se ci andate ad agosto la troverete tutta infiorata e lo spettacolo è davvero notevole, anche se ne snatura un po' la caratteristica.


       Bruxelles - La Grand Place Infiorata
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        Bruxelles - La Grand Place Infiorata
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      Il secondo giorno a Bruxelles consiglio di dedicarlo alla visita del Quartiere Europeo e dell'Atomium, una costruzione in acciaio che rappresenta i 9 atomi di un cristallo di ferro costruita in occasione dell'Esposizione Universale del 1958.

      Bruxelles - Atomium
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      Bruxelles - Quartiere Europeo
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      Bruxelles - Quartiere Europeo
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      Bruxelles - Quartiere Europeo
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      Bene.
      Il nostro viaggio è terminato.
      Finalmente, dirà qualcuno di voi :))))

      A volte penso che le nostre città non siano visitate abbastanza, soprattutto visto il loro potenziale e la quantità di cose che offrono da visitare. È un gran peccato.




      Ciao e alla Prossima

      Lo Ziopiero

      Benelux senza Lux - Gli altri post



      Babà al Cioccolato...È nato 'nu criatuuuuuuuro..

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      ...è nato nirooo!  ♫ ♪


      e ‘a mamma ‘o chiamma gGiro, sissignore, ‘o chiamma gGiro.♫ ♪

      (Fare click sulla foto per ingrandirla)


      STORICAMENTE
      Certo che quando nel reparto maternità dell'ospedale Loreto Mare di Napoli nel 1945 iniziarono ad avvenire "fatti strani" non deve essere stato facile...

      La storia delle criature nire partorite da alcune ragazze/donne napoletante deve essere stato un vero shock per l'epoca, soprattutto se si pensa al contesto in cui è avvenuto e alle relative cause e conseguenze.

      Forse nessuno meglio di Edoardo Nicolardi, dirigente amministrativo di detto ospedale, lo ha potuto rappresentare, stigmatizzando in versi l'accaduto, versi che poi E.A. Mario, suo consuocero, ha abilmente musicato riuscendo a rappresentare un dramma attraverso un ritmo musicale azzeccatissimo e tutt'ora apprezzato.  (e di sicuro molto meglio - a mio avviso - di quanto gli fosse riuscito con "La Canzone del Piave", le cui note musicali sono sempre sue).

      Sta di fatto che mentre preparavo questi babà mi risuonava in mente, e mi risuona tutt'ora, testo e ritornello della Tammurriata Nera.

      E due paroline qui mi piace condividerle con voi.

      Diciamo subito che per i non napoletani (come me) un qualsiasi tentativo di tradurre letteralmente il testo in italiano non ha senso.

      Come sappiamo, dietro ogni parola dialettale c'è una cultura, una tradizione, che una mera traduzione svilirebbe, soprattutto in casi come questo.

      Occorrerebbe un'immersione completa nell'ambiente, sia temporale dell'immediato dopo-guerra, sia culturale, di allora come di ora, in quella stratificazione di suoni, gesti, movimenti ricchi di significati assai difficile da interpretare senza una certa... napoletanità!

      Però...Ci voglio provare!
      Almeno in parte, prendendo spunto proprio dal ritornello, dove è espresso e abilmente riassunto il concetto, molto chiaramente:

      Seh, vota e gira, seh
      seh, gira e vota, seh
      ca tu 'o chiamme Ciccio o 'Ntuono,
      ca tu 'o chiamme Peppe o gGiro,
      chillo 'o fatto è niro niro, niro niro comm'a cche...


      "vota e gira"è un termine tipicamente meridionale, usato moltissimo, che corrisponde grosso modo a dire "come la metti la metti", anche se in dialetto ha un significato molto più colorito del letterale "volta e gira"; qui si vuol dare quel senso di rimescolamento continuo, come per ingannare chi ti sta davanti, un rimescolamento senza sosta col chiaro intento di disorientare l'interlocutore, un po' come il gioco delle tre carte, dove le mani corrono più veloci dello sguardo e tu sei convinto invece di sapere dov'è la soluzione.

      E poi, e qui la traduzione è facile: "chiamalo come ti pare, Ciccio, Antonio, Peppe o gGiro" che sarebbe come a dire: puoi chiamarlo con qualsiasi nome (purché sia napoletano, sia ben chiaro) ma resta comunque il fatto (e qui la conclusione, è dura, inevitabile, inappellabile) che...:

      "chillo 'o fatto è niro niro, niro niro comm'a cche..."

      "La verità è che quello è nero...e come la mettiamo?"

      E, notate la delicatezza: il testo dice "niro" non "negro", come si soleva dire a quei tempi; "niro", come a togliere quella nota dispregiativa razzista, perché alla fine una criatura è sempre una criatura, come fai a disprezzarla?

      Ma, badate bene a non lasciarvelo sfuggire, la forza dell'intera strofa risiede tutta in quel "Seh", monosillabo prolungato, quasi impercettibile, ma di una forza dirompente, ricco di significati, sicuramente nella mimica accompagnato da un'alzata di sopracciglio e uno sguardo di traverso...come a dire "ma chi vuoi prender per fesso...? Proprio a me che ho capito tutto prima ancora che tu inventassi una storia riparatrice?" E tutto in un semplice monosillabo:

      "Seh"

      Vedete che potenza?

      "Seh"

      La realtà dei fatti, per chi non lo sapesse, è che l'anno prima (1944) erano sbarcati a Napoli i soldati americani per liberarla dall'occupazione tedesca e fra loro molti erano di colore: da allora iniziarono i casi di bambini nati con la pelle nera.


      LA MIA CRIATURA NIRA

      Ma veniamo adesso alla mia criatura nira....


      Sicuramente i miei babà "niri" sono stati un parto assai più facile, almeno dal punto di vista morale!
      Sapevo già chi fosse il padre!

      I babà al cioccolato non li avevo mai fatti.
      Eppure la variante nelle dosi rispetto al babà tradizionaleè minima, quasi impercettibile.
      Basta un poco di cacao.
      E qualche goccia di cioccolata, come suggerisce Montersino.

      Per il resto è tutto uguale!

      (Fare click sulla foto per ingrandirla)

      Ma veniamo al dunque!

      Ricetta

      Per 12 babà circa in bicchierini da 8cm
      100 g lievito madre (o licoli)
      350 g farina manitoba
      6 tuorli
      5 albumi
      90 g burro
      60 g di zucchero
      35 g di gocce di cioccolato 
      10 g cacao amaro in polvere
      7 g sale

      • Se avete l'impastatrice potete impastare tutto insieme fino ad incordatura. Se non l'avete....be'...potete sempre impastare a mano, ma fatelo solo se avete dimestichezza con questo tipo di impasti. 
      • Avviate prima a velocità moderata
      • Dopo 2-3 minuti passate ad una velocità più sostenuta, direi energica
      • Lasciate lavorare l'impastatrice fino a quando l'impasto non si stacca completamente dalle pareti (tempi orientativi: dai 10 ai 15 minuti)
      • Alla fine l'impasto dovrà risultare liscio e non appiccicoso
      (Fare click sulla foto per ingrandirla)
      • A questo punto schiacciate l'impasto e inserite le gocce di cioccolata:

      (Fare click sulla foto per ingrandirla)
      • Con l'aiuto della spatola piegate l'impasto sopra le gocce, schiacciatelo ancora e continuate a metter le gocce rimanenti, usando la stessa tecnica (gira e vota, appunto).
      • Lasciate quindi riposare l'impasto per una decina di minuti.
      • Dividete l'impasto in pezzi da 65-70g l'uno e sistemateli nei bicchierini di alluminio precedentemente imburrati.
      • Coprite con della pellicola trasparente e lasciate lievitare (qui i tempi possono variare in funzione di diversi fattori, per cui ci potrebbero volere dalle 6 alle 12 ore)
      • Quando gli impasti sono arrivati quasi al bordo, togliete la pellicola e aspettate che fuoriescano dal bordo
      • Infornate a 160° per circa 35'-40'.
      (Fare click sull'immagine per ingrandirla)

        N.B. Dalla prima formatura alla fine della cottura i vostri babà saranno aumentati di volume tra le 6 e le 8 volte!!!!!

        Bagna al caffè
        Caratteristica del babà è che vanno immersi in una bagna zuccherosa.
        In questo caso usiamo una bagna al caffè:

        900g di acqua
        270g di zucchero
        15g caffè solubile
        60g caffè in polvere

        • Bollite acqua e zucchero fino a sciogliere quest'ultimo
        • Unite caffè in polvere e caffè solubile
        • Lasciate in infusione per una ventina di minuti
        • Filtrate per bene
        • Immergete poi ogni babà nella bagna e sistematelo poi a testa in giù in un piatto


        Azzipie', ma perché tutta questa "Tammurriata"?

        ....eheheheheh, indovina un po'?

        Tu intanto preparati psicologicamente, che a breve con i babà al cioccolato faremo questa:

        (Fare click sull'immagine per ingrandirla)


        E voi godetevi la canzone.
        Ho scelto quella interpretata dalla Nuova Compagnia di Canto Popolare, la versione da me preferita.
        Il filmato di accompagnamento è tratto da Paisà (R. Rossellini, 1946).
        Il video l'ho preso da qui





        Per chi volesse approfondire meglio il testo può leggere qui.



        Ciao e alla Prossima e.... mi raccomando:

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        Guardate anche le altre realizzazioni:


        Gelatina Neutra

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        Spesso nelle ricette di pasticceria troviamo ingredienti di difficile reperibilità sul mercato.

        Uno di questi è la gelatina neutra, usata generalmente per lucidare quelle torte la cui superficie è liscissima.

        Per questo motivo normalmente la gelatina neutra si spalma sulla superficie della torta quando questa  ancora congelata (-18°), usando una spatola a gomito in modo da rendere la distribuzione più omogenea possibile e l'effetto finale quasi a specchio.

        Se la volessimo spalmare su una torta fredda di frigorifero rischieremmo di comprometterne l'estetica alterandone la sua superficie che da liscia diventerebbe rugosa!

        Preparare la gelatina neutra è semplicissimo.
        Normalmente ne preparo una piccola quantità, sufficiente per un paio di torte.

        Ingredienti
        100gdi acqua
        20g di glucosio
        55g di zucchero
        6g di succo di limone
        2,5 di colla di pesce
        • Mettete a bagno la colla di pesce per qualche minuto
        • Strizzatela e asciugatela
        • Fate bollire l'acqua, lo zucchero e il glucosio fino a quando lo zucchero è completamente sciolto
        • Togliete dal fuoco e unite la colla di pesce
        • Girate per farla sciogliere
        • Versatevi il succo di limone
        • Mescolate
        • Mettetela in un vasetto di vetro a chiusura ermetica
        • Chiudete




        Dopo un po' diventerà...gelatinosa! :))
        Conservatela in frigorifero.

        Al momento di usarla scaldatela fino a scioglierla e, quando avrà raggiunto i 32°, versatela sulla torta appena tirata fuori dal congelatore.
        Ne basta poca.

        La torta va poi messa nel frigorifero.

        Tutto chiaro?
        :)))))))))))))))

        A questo punto che sapete come fare la gelatina neutra e i Babà al Cioccolato, siete pronti per la Torta Babà Cioccolato e Ricotta!!!

        (Fare click sull'immagine per ingrandirla)


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        Lo Ziopiero


        Guardate anche le altre realizzazioni:


        Torta Babà al Cioccolato Ricotta e Caffè (by Montersino)

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        Allora, avete preso dimestichezza con i Babà al Cioccolato?
        Avete imparato a fare la Gelatina Neutra?
        Siete pronti psicologicamente per una mega torta?
        Guardate che vi porterà via tempo...vi avverto.
        Ma il risultato appagherà sicuramente il vostro senso estetico ...e anche quello gustativo!!!

        (Fai click sulla foto per ingrandirla)
        Come sempre per questo genere di torte occorre organizzarci per bene, mentalmente e anche materialmente!

        Cominciamo quindi a fare "mente locale" alle varie preparazioni che ci aspettano:

        Babà al Cioccolato
        Pandispagna al Cioccolato
        Mousse di Ricotta
        Mousse di Cioccolato e Caffè
        Bagna al Caffè
        Gelatina Neutra
        Ghirigori di Cioccolato

        Comeeeee?
        Vi è venuta già l'ansia da prestazione...?
        Ok, pigliamola alla lontana....

        LONTANAMENTE
        C'era una volta Lo Ziopiero...
        Comeeeee? Troppo alla lontana?
        Vabbè, accorcio!
        Lo scorso Natale ero in cerca di qualche ispirazione dolciaria e mi sono messo a sfogliare un libro del mio pasticcere preferito quando mi cade l'occhio su questa Torta Babà al Cioccolato Ricotta e Caffè, la cui ricetta potete trovare anche qui.

        Subito mi è venuta voglia di farla.

        Che poi, come spesso accade, la voglia mi è venuta subito ma poi la realizzazione è avvenuta dopo oltre un mese...

        Vabbè, è vero pure che nel frattempo ho fatto e pubblicato la Torta ai Tre Cioccolati e la Cheeseecake d'Autore, ma questa torta intanto continuava a farmi capolino e alla fine...alla fine ce l'ho fatta!

        Dicevamo che è impegnativa ma, come molte altre qui presentate, può essere realizzata un po' per volta, prendendosi anche delle belle pause.

        E così oggi un pezzo, domani un altro alla fine ve la troverete bella e pronta per essere divorata!

        MARCIANDO E TABELLANDO
        Come ormai è mia abitudine e per meglio organizzarvi il lavoro, vi ho predisposto una tabella di marcia, suddivisa in 5 fasi, contraddistinte da un colore diverso, ognuna delle quali finisce con una "PAUSA A PIACERE" che, visto il tempo totale di lavorazione (5 ore), vi consiglio di concedervi.


        Attenzione: nel caso aveste lo stesso mio libro o voleste seguire il procedimento indicato qui da Montersino, non vi fate ingannare dai tempi di preparazione indicati nella ricetta (70 minuti).
        È impossibile preparare questa torta in soli 70', anche se avete qualcuno che vi abbia già pesato tutti gli ingredienti e un altro che vi lavi tutte le carabattole che sporcherete.

        DIMENSIONIAMOCI
        Partiremo con una base di pandispagna di 22cm di diametro, per poi arrivare ad una torta di quasi 30cm di diametro finali.
        Procuratevi quindi un cerchio di 22cm di diametro e un sottotorta di almeno 34cm.

        Per i babà useremo dei bicchierini più piccoli, alti 6,5 cm; in pratica faremo dei babini..

        Ricetta

        Pandispagna al cioccolato 
        Tortiera da 22cm

        5 uova
        150g di zucchero
        75g di farina
        35g di cacao amaro
        40g di fecola di patate
        Un pizzico di sale
        • Scaldate fino a 40° uova e zucchero, mescolando con una frusta per evitare diventi una frittata
        • Togliete poi dal fuoco e montateli a lungo
        • Aggiungete le polveri setacciate, senza smontare il composto
        • Versate in una teglia imburrata e infarinata
        • Infornate a 180° fino a cottura
        Dal pandispagna così ottenuto si possono ricavare 3 dischi; per questa torta ne servirà uno solo.
        Il pandispagna può essere conservato avvolto nella pellicola per alimenti (fino a tre giorni) o congelato. 


        Per circa 12 babà, anzi babini... 
        Bicchierini alti 6,5cm
        60 g lievito madre (o licoli)
        200 g farina manitoba
        3 uova
        50 g burro
        35 g di zucchero
        10 g cacao amaro in polvere
        20 g di gocce di cioccolato
        4 g sale

        Ricetta e procedimento sono miei e trovate tutto illustrato qui.
        Per comodità di lettura riporto anche qui:
        • Se avete l'impastatrice potete impastare tutto insieme fino ad incordatura. Se non l'avete....be'...potete sempre impastare a mano, ma fatelo solo se avete dimestichezza con questo tipo di impasto
        • Avviate prima a velocità moderata
        • Dopo 2-3 minuti passate ad una velocità più sostenuta, direi energica
        • Lasciate lavorare l'impastatrice fino a quando l'impasto non si stacca completamente dalle pareti (tempi orientativi: dai 10 ai 15 minuti)
        • Alla fine l'impasto dovrà risultare liscio e non appiccicoso
        • A questo punto schiacciate l'impasto e inserite le gocce di cioccolata
        • Con l'aiuto della spatola piegate l'impasto sopra le gocce, schiacciatelo ancora e continuate a metter le gocce rimanenti, usando la stessa tecnica
        • Lasciate quindi riposare l'impasto per una decina di minuti
        • Dividete l'impasto in pezzi da 50g l'uno e sistemateli nei bicchierini di alluminio precedentemente imburrati
        • Coprite con della pellicola trasparente e lasciate lievitare (qui i tempi possono variare in funzione di diversi fattori, per cui ci potrebbero volere dalle 6 alle 12 ore)
        • Quando gli impasti sono arrivati quasi al bordo, togliete la pellicola e aspettate che fuoriescano dal bordo
        • Infornate a 160° per circa 35'-40'
        • A fine cottura toglieteli dai bicchieri e immergeteli nella bagna al caffè
        • Lasciateli riposare almeno una mezzoretta.
         Bagna al caffè
        450g di acqua
        135g di zucchero
        8g di caffè solubile
        30g di polvere di caffè
        • Scaldate il tutto fino a sciogliere completamente lo zucchero
        • Lasciate in infusione per almeno 20'
        • Filtrarla prima di usarla.
            Mousse di Ricotta
            85g di zucchero
            40g di tuorli
            20g di acqua
            250g di ricotta
            9g di colla di pesce
            250g di panna
            75g di uvetta
            Semi di una bacca di vaniglia
            • Scaldate sul fuoco uova, zucchero, acqua e i semi di vaniglia mescolando con una frusta e fino a 85° (questa operazione serve a pastorizzare i tuorli)
            • Aggiungete la ricotta e montate a lungo
            • Sciogliete al microonde la colla di pesce precedentemente ammollata e strizzata
            • Versate la colla di pesce nella montata
            • Aggiungete l'uvetta
            • Incorporate la panna semi montata
            N.B. Questo composto va preparato poco prima di iniziare il montaggio della torta e consiglio di farlo durante la cottura dei babà
              Mousse al Cioccolato e Caffè
              65g di zucchero
              40g di caffè espresso
              5g di caffè solubile
              135g di tuorli
              225g di cioccolato fondente al 70%
              30g di burro fuso
              350g di panna semi montata
              • Sciogliete il caffè solubile nel caffè espresso caldo
              • Scaldate sul fuoco uova, zucchero, caffè mescolando con una frusta e fino a 85° (questa operazione serve a pastorizzare i tuorli) 
              • Togliete dal fuoco e montate a lungo
              • Aggiungete il burro fuso
              • Sciogliete il cioccolato
              • Aggiungete il cioccolato
              • Incorporate la panna semi montata.
              Questo composto va preparato poco prima di inserirlo nella torta.

                Decorazioni al cioccolato al latte
                60g di cioccolato al latte
                • Sciogliete il cioccolato
                • Mettetelo in un conetto di carta (se non sapete come farlo guardate qui)
                • Fate dei ghirigori su dell'acetato
                • Se volete dare una forma curva, arrotolate l'acetato avendo cura di tenerlo fermo con degli elastici
                • Dopo un paio d'ore potete staccare il cioccolato dall'acetato, ma vi consiglio di fare questa operazione solo poco prima di decorare la torta.
                (Fai click sull'immagine per ingrandirla)
                Decorazioni con la panna
                350g di panna 34% di grassi
                70g di zucchero
                • Montate la panna con lo zucchero
                • Guarnite la torta usando una sac a poche con una bocchetta rigata.

                MONTIAMO LA TORTA

                Questa torta va montata al contrario, cioè iniziando dallo strato che alla fine sarà in alto.

                Primo strato
                • Munitevi di un cerchio di acciaio di diametro almeno 34cm
                • Metteteci sopra un grande foglio di acetato
                • Sistemate il disco da 22cm in cui avete cotto il pandispagna
                • Sistemate, lungo i bordi interni, una striscia di acetato alta quanto il disco
                • Tagliate in due i babà, precedentemente imbevuti
                • Sistemateli sulla base, con il lato tagliato a contatto con l'acetato (di solito bastano 5 mezzi babà)
                • Mettete la mousse di ricotta nella sac a poche
                • Distribuite la mousse negli spazi vuoti non occupati dai babà
                • Livellate con una spatolina
                • Sistemate la torta nel congelatore (minimo 2 ore massimo 3 mesi)
                N.B. se pensate di non terminare il lavoro entro un giorno, dovete congelare anche i rimanenti babà, imbevuti e tagliati a metà.

                (Fai click sull'immagine per ingrandirla)


                Secondo strato
                • Togliete la torta dal congelatore
                • Versate la mousse al cioccolato
                • Sistemate sopra il disco di pandispagna
                • Livellate con una spatolina
                • Imbevete il disco con la bagna al caffè
                • Sistemate la torta nel congelatore (minimo 2 ore massimo 3 mesi).

                  Strato esterno 

                  Questa operazione consiglio di farla il giorno prima di servire la torta.
                  • Togliete la torta dal congelatore
                  • Giratela 
                  • Togliete il foglio di acetato dalla superficie
                  • Lucidate la superficie con la gelatina neutra
                  • Sistemate la torta sulla tortiera in cui la servirete
                  • Sfilate il cerchio di acciaio
                  • Togliete la striscia di acetato dai bordi
                  • Sistemate i babà lungo i bordi della torta
                  • Se volete esser sicuri di fare aderire i babà, chiudete la torta con un disco di acciaio di adeguato diametro (consiglio di munirvi di un disco di acciaio a diametro variabile)
                  • Sistemate la torta in frigorifero.

                  (Fai click sulla foto per ingrandirla)
                    Decorazione Finale

                    • Montate la panna
                    • Guarnite la torta usando una sac a poche con una bocchetta rigata
                    • Sistemate sui ciuffetti di panna le guarnizioni di cioccolato precedentemente realizzate.


                    Direi che a questo punto vi siete meritati la prima fetta!!!!

                    (Fai click sulla foto per ingrandirla)
                    ...ehi ehi ehi ...andateci piano che così me la finite subito!!!! :)))))))))))))

                    (Fai click sulla foto per ingrandirla)

                    Ciao e alla Prossima e.... mi raccomando:

                    ISCRIVETEVI AL CORSO DELLO ZIOPIERO!!!! 
                    ANCORA POCHI POSTI!!!

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                    Ah, quasi dimenticavo: l'ultimo collage!
                    Dopo tutta questa fatica....

                    (Fai click sull'immagine per ingrandirla)


                    Lo Ziopiero


                    Guardate anche le altre realizzazioni:




                    Amore, Cucina e... Pollo Tandoori

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                    "Ziopiero,
                    stiamo promuovendo un nuovo film distribuito da Universal Pictures: Amore, Cucina e Curry.
                    Avremmo piacere a invitarti all'anteprima, preceduta da una lezione di cucina che ti darà la possibilità di realizzare alcune delle ricette ispirate al film.

                    Rispondimi entro questa mattina"

                    Questo più o meno è il testo della mail che ho ricevuto dopo le 12 di qualche giorno fa e l'invito era...per il giorno dopo!!!!!
                    E la mattina stava finendo!
                    E il giorno dopo stava arrivando!
                    Ed era pure un giorno lavorativo!
                    Ed avevo pure diversi impegni...

                    ...se avessi accettato avrei dovuto riorganizzare una serie di attività....
                    ...e in più mi sarei dovuto prendere un giorno di ferie....

                    Ma certe occasioni vanno prese al volo!

                    Corso di cucina indiana da Eataly in compagnia di due chef e poi visione in anteprima di un film in lingua originale che parla di cucina....be', diciamocelo: queste cose non capitano tutti i giorni!!!

                    Così, senza pensarci due volte, ho subito risposto:
                    "OK! Ci vediamo domani!"


                    In men che non si dica ho rimandato tutti gli impegni concedendomi una giornata tutta per me!

                    Vi dico solo che è stata una giornata entusiasmante!!!

                    Ma andiamo con ordine.

                    Per prima cosa: La Location.
                    L'area corsi di Eataly, per chi non la conoscesse, è ben pensata ed attrezzata.
                    Consente di cucinare comodamente utilizzando tutti gli strumenti di cui si necessita, compresi forno elettrico e piastre ad induzione per la cottura.

                    (Fai click sulla foto per ingrandirla)


                    Poi: Gli Chef.
                    Eleonora Cesarinie Franco Calafatti hanno assistito meticolasamente tutti i partecipanti, in ogni fase delle varie preparazioni.

                    (Fai click sulla foto per ingrandirla)

                    In particolare Franco, travolgendoci col suo entusiasmo, ci ha fatto sniffare una tale innumerevole quantità di spezie che alla fine i nostri nasi erano completamente inebriati di odori...

                    (Fai click sulla foto per ingrandirla)


                    Quindi: I piatti.
                    Abbiamo preparato Zuppa di Cipolle (delicatissima, gustosissima anche per i non amanti delle cipolle) e Pollo Tandoori(che tra poco vedremo).

                    (Fai click sull'immagine per ingrandirla)


                    E, dulcis in fundo: il FILM.

                    Amore, Cucina e Curryè un film delicato, armonioso, con una trama semplice, lineare, ma che coinvolge da subito.
                    E ve lo confesso: è un film che mi ha commosso!
                    Sì, davvero!
                    E poi diciamocelo: è così bello commuoversi....

                    In questo film, come potete immaginare, tutto ruota intorno alla cucina, nei suoi aspetti più intensi, dalla spesa ai mercati al dietro le quinte in cucina...

                    Aggiungeteci poi un premio oscar come Helen Mirren (attrice protagonista ), un regista come Lasse Hallström (sì, lo stesso di Chocolat) e un caratteristico villaggio come quello di Saint-Antonin-Noble-Val, nel sud della Francia, un ambiente da sogno...

                    Insomma! Lo dovete andare a vedere!!!
                    Sono sicuro vi piacerà moltissimo!!!!

                    ...e per farvelo "assaggiare"...ecco a voi un piccolo trailer:



                    Il film uscirà il 9 ottobre.
                    E per chi volesse partecipare alla conversazione su Twitter l’hashtag è  #amorecucinaecurry


                    Ma io so cosa volete adesso....
                    Voi volete la ricetta del...
                    Pollo Tandoori


                    Ingredienti per 4 persone

                    4 cosce di pollo (belle grandi)
                    100 g di yougurt greco
                    Un cucchiaio di succo di limone
                    4 spicchi d'aglio
                    Zenzero fresco di grandezza totale quanto gli spicchi d'aglio
                    Olio evo 
                    Sale
                    Pepe

                    e, possibilmente, tutte queste spezie:
                    Paprika dolce
                    Garam masala
                    Cumino
                    Coriandolo

                    Per prima cosa prepariamo la salsa.

                    Tagliuzziamo e tritiamo finemente aglio e zenzero e, se abbiamo un mortaio con il suo pestello, lavoriamoli a lungo per far amalgamare meglio i loro sapori.

                    (Fai click sulla foto per ingrandirla)


                    Poi, in una padella antiaderente, scaldiamo le varie spezie, aggiungendole una per volta e facendo attenzione a non farle tostare; tenetele giusto il tempo per far sprigionare al meglio le loro essenze.


                    (Fai click sull'immagine per ingrandirla)


                    Quindi uniamo sale e pepe allo yougurt, mescoliamo un po', aggiungiamo il pesto di aglio e zenzero, il succo di limone e infine le polveri.



                    (Fai click sull'immagine per ingrandirla)

                    A parte prepariamoci le cosce di pollo, incidendo per bene la carne fino all'osso.


                    (Fai click sull'immagine per ingrandirla)

                    Alla fine ogni cosciotto dovrà apparire più o meno così:
                    (Fai click sulla foto per ingrandirla)
                    Che ve ne pare? Niente male, eh? :)))

                    Finalmente tuffiamo le cosce di pollo nella salsa.
                    Massaggiamole per bene in modo da far penetrare la salsa in ogni fessura...

                    (Fai click sull'immagine per ingrandirla)

                    Lasciamole poi insaporire qualche minuto prima di sistemarle su una teglia.
                    Anche qui usate le mani per distribuire meglio la salsa.

                    (Fai click sull'immagine per ingrandirla)

                    Quindi inforniamole a 230° per circa 45 minuti, rigirandole ogni tanto finché non si sarà formata una crosticina dorata. 5' di grill ad una distanza di 15 cm per bruciacchiarle leggermente.

                    Ed ecco pronto il nostro cosciotto di pollo tandoori:

                    (Fai click sulla foto per ingrandirla)

                    Come vedete c'è stato un vero e proprio l'assalto alle cosce!!!

                    (Fai click sulla foto per ingrandirla)
                    Armati di coltelli e forchette tutti ci siamo precipitati per gli assaggi...

                    C'è poi chi non si è fatta scrupoli e si è accaparrata un cosciotto intero, mangiandolo con il metodo tradizionale!!!!

                    (Fai click sulla foto per ingrandirla)

                    Ma d'altra parte i buongustai lo sanno benissimo: il pollo va mangiato con le mani!!!

                    DiSceeee.....ma la zuppa di cipolle?

                    (Fai click sulla foto per ingrandirla)


                    La zuppa di cipolle era ottima, davvero.

                    (Fai click sull'immagine per ingrandirla)


                    Ma di questa vi racconterò un'altra volta! :)))


                    Ciao e alla Prossima.

                    Lo Ziopiero

                    Guardate anche le altre realizzazioni:

                    Panepizza...di Mezzo!!!

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                    DiSceeeeee.....perché "di Mezzo"??

                    ...di mezzo perché è una via di mezzo!

                    DiSceeee... ma in mezzo a cosa?!?!??

                    In mezzo al procedimento!

                    Scusa, ma quale procedimento...?

                    Aho, ma se me lo fai dire invece di fare tutte queste domande forse capirai!!!

                    :))))))

                    ALLA LONTANA...
                    Domanda:
                    Voi cosa fate se una ricetta non viene bene?
                    Ci riprovate? Gettate la spugna? Maledite l'autore? Vi incaz...e?

                    In linea di massima io opto per l'ultima scelta...anche perché - come ben sapete - di solito non mi limito a due semplici spaghetti ajo e ojo e quando, dopo due giorni di lavorazione, mi viene male un Super Lievitato o un Dolce di Grande Effetto ....be'...diciamo che proprio non vado tanto per il sottile e mi assale...ehmm un po' di nervoso! :)))

                    Altre volte, invece, la prendo a ridere, come nel caso di questa Cheese Cake d'Autore :))))

                    Ma ora la vera domanda è: cosa fate se una ricetta vi viene bene???

                    Confessatelo!
                    Gioite? Siete appagati? Acccendete un cero a Sant'Antonio? Vi precipitate a pubblicarla?

                    Ecco. Ora vi dico cosa faccio io: se una ricetta viene bene ovviamente la pubblico, ma subito dopo cerco di migliorarla!
                    :))))

                    DiSceeeee.....ma tu sei incontentabile?

                    Sì, sempre!
                    (come diceva Giampiero Albertini in una famosa pubblicità degli anni '70)


                    La verità è che non bisognerebbe mai fermarsi: né davanti agli insuccessi, né, soprattutto, davanti ai successi. C'è sempre qualcosina che si può migliorare! Sempre!

                    Mi è successo con la sacher piccante, come per l'operà e la setteveli (..anche se poi in verità non ho mai ripubblicato con le varianti). 

                    E così ho fatto anche per un panepizza, prendendo spunto da due ricette i cui risultati a mio avviso erano già notevoli.


                    UNA VIA DI MEZZO

                    Son partito da questo panepizza  di Silvia e ho adottato questo metodo di Salvatore per arrivare poi a questa "via di mezzo": 

                    (Fai click sulla foto per ingrandirla)


                    Certo, uno pensa che per quanto riguarda il pane c'è poco da inventare o da aggiungere, però...però...però...mai dire mai!!! :)))

                    Qui il metodo ha esaltato ulteriormente il sapore!
                    Vediamo come:

                    La sera
                    Prepariamoci un poolish con queste dosi:
                    300g di farina manitoba
                    335 di acqua
                    0,8g di lievito di birra
                    3g di sale

                    Mescoliamo il tutto e lasciamolo fermentare per 8-10 ore, in pratica fino alla mattina successiva.
                    (Fai click sulla foto per ingrandirla)

                    La mattina
                    Al poolish aggiungiamo:
                    130g di semola rimacinata di grano duro
                    18g di olio evo
                    7g di sale
                    1,4 di lievito di birra

                    Impastiamo fino ad incordatura.
                    L'impasto dovrà risultare liscissimo...

                    (Fai click sulla foto per ingrandirla)


                    E, di conseguenza, la ciotola dovrà risultare pulita, anzi pulitissima:

                    (Fai click sulla foto per ingrandirla)


                    A questo punto facciamo lievitare fino al raddoppio, in una ciotola di plastica appena unta d'olio e chiusa ermeticamente.

                    Quindi infariniamo il piano di lavoro.
                    Rovesciamoci l'impasto, altra spolveratina sopra e piega a 3.

                    (Fai click sulla foto per ingrandirla)


                    Lasciamo riposare un'altra mezzoretta.

                    A questo punto, sempre con la semola rimacinata di grano duro, diamo una leggerissima spolveratina in una teglia in ferro 30x40 cm e stendiamoci sopra la nostra pizza cercando di non schiacciare le bolle d'aria:

                    (Fai click sulla foto per ingrandirla)

                    Spennelliamo d'olio la superficie, qualche granello di sale grosso qua e là,  quindi in forno nella parte bassa quando questo avrà raggiunto la temperatura massima (tipicamente intorno a 270-280°).

                    Il panepizza inizierà a gonfiare quasi sotto i vostri occhi!
                    Dopo 6-7' abbassiamo la temperatura a 240° e portiamo la teglia al primo piano del forno, fino al termine della cottura.

                    Quanto si gonfierà questo panepizza dipenderà da come avete lavorato bene l'impasto, da come l'avete messo in forza e da come l'avete steso; potrebbe diventare anche così:

                    (Fai click sulla foto per ingrandirla)
                    Uno spettacolo!!!
                    Senza vie di mezzo!!!
                    :))))

                    (Fai click sull'immagine per ingrandirla)
                    Per i nostalgici, i curiosi e i giovanissimi, vi saluto con il "Carosello" dell'incontentabile Albertini.





                    ...e per i ritardatari... ricordo che ci sono dei posti per il corso delle Colombe e Cioccolatini!!!

                    ISCRIVETEVI!!!


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                    Ciao e alla Prossima


                    Lo Ziopiero


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