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Channel: I Pasticci dello Ziopiero
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Londra con i miei occhi

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Azzipie’, ‘o raccontamo er viaggio a Londra?

Be'…su Londra è stato detto tutto e il contrario di tutto, cosa potremmo dire di nuovo?

Intanto potemo di’ che Londra val bene una messa!

Ecco! Il solito ignorante! Questo lo si diceva di Parigi!

Scusa, ma se voi di' quarcosa de novo...

…(che devo fa’ co’ questo…?)

Senti, facciamo una specie di gioco: iniziando dalla lettera A esprimiamo un giudizio, una caratteristica o una cosa che ci ha colpito di Londra, magari infilandoci dentro anche qualche foto, e poi vediamo cosa succede; tu, se vuoi, seguimi.

Daje, Zzzzipie'! Inizia!

Affascinante! Mancavo da Londra dal 1990 (!) e ovviamente l’ho trovata decisamente cambiata; oltre che Affascinante l'ho trovata anche Accogliente, Attraente, Allegra, Animata...

Il Parlamento e il suo Big Ben
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Westminster Cathedreal
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Ammazza quanto è cara, Zzzipie'!!!

(Secondo me non ha capito come funziona....)

Bella! Decisamente bella! Sarò Banale, ma Londra è davvero una bella città!

St. Paul Cathedreal da un'angolazione originale
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Boni i Biscotti, Zipie’!!! Qui i biscotti che vendono nun ze battono!!! Da noi ce li sognamo sti biscotti; meno male che ce li facciamo in casa! 

(Be'..forse ci siamo....)

Cibo! Come non parlare del Cibo? E questa, ve lo dico subito, è stata per me una piacevolissima sorpresa, inaspettata! Londra è la patria del cibo, di tutti i tipi. Interi edifici dedicati al mangiare (basti pensare alla catena Whole Foods), prodotti di tutte le specie; e poi ristoranti di tutte le nazionalità, soprattutto orientali. Per non parlare del cibo da strada. Qui mi sono letteralmente sbizzarrito!

Mega Panini a Camden Market
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Doughnuts a Borough Market
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Lievitati a Borough Market
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Formaggi a Borough Market
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Contromano! Azzipie’, ma che nun te sei accorto che vanno tutti contromano?!?!!?

(...come non detto: è irrecuperabile, davvero!)

Diversa! Come dicevo prima l’ho trovata molto cambiata, più ricca, più viva, più tutto! Londra è!

London Eye dal Westminster Bridge
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 London Eye con i miei occhi
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Dovete annàcce!

(...povero me, quante lettere mancano ancora?)

Etnie…! E’ una città davvero multietnica, dove nell'arco di un giorno puoi sentir parlare 15 lingue diverse!

Enorme. ZZZipie', me so perso 'nzacco de vorte sott''aaa metro!

(...giusto a te poteva capitare!)

Folla! La folla di Londra ha il suo Fascino; Fiumi di persone che camminano per la loro strada, Facce dai mille colori e lineamenti.


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Forte! Azzipie’, Londra è proprio Forte! Ce dovemo torna’!
(...a Roma "forte" si usa per esprimere un insieme generale di cose positive)

Gentilezza. A Londra sono tutti gentili! Ogni persona a cui ti rivolgi ti regala un sorriso e se può aiutarti lo fa con estremo Garbo.

Funivia di Greenwich
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Greenwich - Cupola del Collegio Navale
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Grande. Zzzipie’! Londra è proprio Grande!!!

(...a Roma "grande" si usa sempre per esprimere un insieme generale di cose positive, abbiate pazienza...)

Hamburger! A Londra ho mangiato il miglior Hamburgher della vita mia! Questo:

(Goodman presso Canary Warf. Le sue 15 Sterline le valeva tutte!)
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Hello! Che bello, Zzzipie'! Tutti che me salutaveno anche si numme conoscevano! 

(...però, qualcosa ha imparato!)

Impressa. E' una città che ti rimane decisamente impressa nella mente. Con i suoi skyline, le vetrine, i negozi...
Un inconfondibile skyline
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Skyline della City
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Vetrine "All Saint's"
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Una curiosità: tutte le vetrine di questa catena di negozi sono formate da vecchie macchine per cucine Singer


Imbattibile!!! Azzipie', è davvero una città imbattibile!!!

(...se lo dice lui...!)

Londra! E sì... Londra è Londra! Anche con i suoi contrasti architetonici:

 Contrasti - Il moderno incorniciato dall'antico
(Tower Bridge che incornicia la City)
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Lievitato! Azzipie', co tutto quello che me so magnato so lievitato!!! :)))

(...e caro mi sei costato!!!)

Mercati. Londra è anhe la città dei Mercati! Di tutti i tipi. Dall'ormai intramontabile Portobello, al più recente di Borough, interamente dedicato al food, o al più caratteristico Camden, assolutamente da non perdere!

Camden Town
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Forchettine al Borough Market
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 Cannucce al Borough Market
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Metro. Azzi', che bella sta cosa, mica come a Roma! Sciai 'na fermata ogni cento metri, poi anna' dappertutto in pochi minuti!! ...certo se la fanno paga' cara, eh?  

(...ma non ci si era perso?!?!?)

Noodles!!! Ho mangiato Noodles in ogni dove e in tutte le salse!

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Notting Hill. Zzzzipie', che bello che me sciai portato! Grazie Grazie Grazie!!!

(...di' la verità: speravi di incontrarci Julia Roberts, eh?)

Organizzata. Sì, Londra è ben organizzata, e non solo per i turisti, ma anche per chi ci vive. Tutto è facile, anche aprire un'attività!


Onesta. Azzipie', qui nessuno sembra volerti fregare! Nun te devi guarda' sempre le spalle. Se vive tranquilli!!!

(...si vede che siamo abituati male...molto male...)

Parchi. Come non menzionare i Parchi? Uno più bello dell'altro. Curatissimi, pulitissimi, verdissimi! Con le tipiche Panchine

Panchine (Hyde Park)
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 Giardino all'Italiana (Kensington Garden)
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Arcobaleno di fiori (Regent's Park)
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Scoiattolo ad Hyde Park
(non vi dico che impresa per beccarlo fermo!!!)
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Pulita! Zzzipie', non ho visto una cartaccia per terra, un ramo fuori posto, spazzatura per le strade...

(...quanto ha ragione...)

Qualità. Direi che questo aggettivo esprime bene tutto l'insieme. Londra è senza dubbio una città di Qualità, in ogni cosa.

Quanta gente, Zzzipie'! E mica solo turisti! Questa città è davvero viva!!!

(...vero!)

Ricordi... E' una città che inevitabilmente ricordi nel tempo. E ti rimane impressa...

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Royal baby. Azzi', però 'na foto al royal baby la potevi fare, no? E' nato proprio quando c'eravamo noi!
(...e sì, mo ce mancava pure questa!)

 Scalinata davanti Buckingham Palace
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Street. Londra è una città che va vissuta sulle strade...dove si riescono a "rubare" tanti scatti!

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Strisce!!! Zioooo! Hai visto qui come se fermano sulle strisce?
(...si però come si sono incazzati quando ha attraversato col rosso!!!)


Tutto! Tutto quello che vorresti a Londra lo puoi trovare! Pure una giostra mozzafiato dietro un palazzo!

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Tevere!!! Azzipie', hai visto pure loro sci hanno er Tevere? Uguale uguale, stesso colore!
(...vabbe, sarebbe il Tamigi, ma sempre con la T comincia, quindi lo lasciamo qui!)

Il "Biondo" Tamigi
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Underground, come si può non rimanere incantati. Da oltre 150 anni collega ogni angolo della città, in lungo e largo. E ovviamente anche qui non potevo esimermi dal fare qualche scatto....

Gente che va - Gente che viene
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Sguardo basso
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Tutto scorre
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Riflessi e Riflessione



 Vite riflesse
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Unica!!! Londra è unica!

 (...qui non posso darti torto)

Viva, Vivace, Vera, Vasta, Veloce, Verace, Versatile, Vertiginosa, Vorticosa, Vibrante... può bastare? :)))

In corsa dall'autobus a due piani
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Variabile. Hai visto Zziii' come varie velocemente il tempo? Tutte le mattine la bibbissì diceva sempre la stessa cosa: sole e pioggia, sole e pioggia! :))

 (...effettivamente)


Zzzzzz...che dormite che mi son fatto!!!

Zzzzzzzzzz.... Zzzipie'... pur'io!!!! :))))

= = = = = = = = = =

Insomma, la settimana a Londra è letteralmente volata veloce ma è stata anche molto intensa.

Ho volutamente omesso di visitare i musei, prestigiosissimi, a vantaggio della vita di strada.

Unica eccezione una mostra dedicata a Ferran Adria, genio indiscusso dell'arte culinaria, che con il suo estro e coraggio ha rivoluzionato il modo di interpretare il cibo degli ultimi 30 anni. 

Vi saluto con questa foto, a mio avviso molto particolare:

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Un raggio di sole coglie la gioia di una bambina, mentre cerca di nascondere il dispiacere di un bimbo al quale, forse, è stato impedito di bagnarsi...


...eeeee non scappate: dopo Londra il viaggio continua...



Ciao e alla Prossima

Lo Ziopiero

Devon e Cornovaglia - Prima parte

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Eccomi di nuovo a voi per raccontarvi il seguito del viaggio.

Dopo la settimana trascorsa a Londra era in programma l'affitto di una macchina per arrivare in Cornovaglia passando ovviamente per il Devon.

Ora so che voi tutti vi starete chiedendo: "ma come ti sei trovato con la guida a sinistra e il volante a destra?"

Benissimo!
Be'...bene.
Oddio, qualche volta mi confondevo...
...
....un gran casino!!!! :D :D :D

Scherzi a parte, guidare in Gran Bretagna è facile, anche perché lì è tutto facile.
Le strade sono enormi, ben segnalate, le indicazioni precise e gli automobilisti corretti.

Le rotatorie, poi, ti aiutano a non sbagliare strada: ogni volta che ne imbocchi una puoi girarci intorno fino a quando hai deciso e sei sicuro di qual è la tua uscita; pare che il record di giri lo detenga un automobilista di Atene che ne ha fatti 10 prima di capire quale fosse la sua uscita!!! (e dicono pure che l'abbia sbagliata!)

In più, se si ha l'accortezza di affittare una macchina col cambio automatico e dotata di navigatore, è ancora più facile.
Prima di tutto perché non devi pensare a cambiare marcia con la sinistra (quella si che la vedo dura!). Secondo perché non devi pensare a quali strade imboccare...ve le dice tutte lui, il navigatore!!!

....Oddio, quello che avevo io spesso per farti evitare 10 minuti di traffico sull'autostrada mi ha fatto dirottare su viottoli di campagna a doppio senso di circolazione dove a malapena riesci a passarci da solo a piedi!
Ma poi, con un po' di pratica, si riesce anche a trovare il modo incrociarvi con un camper senza eccessivi traumi!!!

Come per i post del viaggio in Canada, anche qui vi riporto le impressioni del viaggio attraverso il mio itinerario, con qualche commento e una valanga di foto; magari vi puo' tornare utile! ;)

Seguitemi!

1° giorno: Oxford

Da Londra siamo partiti alla volta di Oxford; incredibile a dirsi, ma usciti dal garage vicino Marble Arch, e svoltando a sinistra (o era a destra?!?!?) è bastato andare sempre dritto per arrivare dopo qualche decina di miglia al bivio per Oxford. Mai strada fu tanto semplice!!!

Oxford è una città che con estrema astuzia ha sfruttato economicamente la sua fama di luogo al mondo deputato ad insegnare il vero l'inglese; in questa maniera si è garantita una rendita vitalizia, almeno fino a quando la lingua ufficiale diventerà il Cinese (e allora saranno cavoli amari per tutti!!!)

Come tutti sappiamo Oxford, insieme a Cambridge, è la città dei College. E che college!

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Devo anche dire che Oxford è davvero carina; attreverso i suoi vicoli spesso si respira un'atmosfera mediavele, d'altri tempi....

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Delizioso anche l'albergo dove abbiamo allogiato (Cotswold Lodge Classic Hotel), il cui ristorante ha preso un voto alto:
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2° giorno: Stonehenge- Salisbury - Exeter

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Da Oxford mi sembrava inevitabile andare a visitare Stonehenge:

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Disceeee: perché inevitabile?
Be', tutti ne parlano, le foto di queste pietrone sono tra le più scattate al mondo...come fai a non farci un salto?
 
Ecco, se vi capita, potete tranquillamente evitare di farci un salto! Quello che potreste vedere è esattamente quello che vedete nelle foto, senza l'aggiunta di nessuna emozione.
Fra le tante cose viste in questo viaggio, Stonehenge è stata la più deludente.

Non mi ha deluso invece Salisbury, con la sua Cattedrale, sicuramente tra le più belle e suggestive di tutta la Gran Bretagna.
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I suoi interni meritavano questa foto, che dite?

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Notte a Exeter: niente di che, ma da qualche parte bisognava pure dormire, no? :))

3° giorno: Dartmoor Park - Dartmouth - Leaskeard


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Per raggiungere la Cornovaglia suggerisco di attraversare il Dartmoor Park, dal paesaggio assai suggestivo, spesso immerso tra le nuvole e bagnato da una leggerissima pioggerellina.

Primo paese che si incontra è Moretonhampstead. Mi è piaciuto fotografare il suo cimitero:
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 Usciti dal parco si puo' comodamente raggiungere Dartmouth, piacevole località sulle foci del fiume Dart (appunto)


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Non potevo esimermi dal fotografarla anche attraverso questo quadrifoglio...

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A Dartmouth abbiamo scoperto che si puo' posteggiare anche senza pagare, a patto di non sostare più di un'ora e di non ripresentarsi prima delle successive 4 ore!!! Strana regola, almeno per noi italiani.

Dopo aver trovato un posto (questi posti ovviamente vanno a ruba, visto che mediamente il posteggio costa 2 sterline l'ora, praticamente 2,40 €), abbiamo cercato invano il famigerato disco orario nei vari scomparti dell'auto: niente!
Così abbiamo chiesto lumi su come era meglio comportarci ad un tale che aveva posteggiato accanto a noi.  Il tizio ci guarda sbigottiti e ci dice: "Semplice. Entro un'ora tornate e ve ne andate."
Grande paese la Gran Bretagna, basato sulla fiducia e sul rispetto altrui...

Dopo 59 minuti esatti abbiamo ripreso la nostra macchina e ci siamo diretti verso Leaskeard, dove avevamo prenotato presso il Great Trethew Manor Country Hotel.

Raggiungere questo hotel è stata un'impresa pure per il navigatore, che prima ci ha portati in una vecchia fattoria semi abbandonata, poi in un campo di grano appena concimato e infine su una rotatoria dove è entrato in loop e continuava a ripetere presuntuosamente: "You are just arrived at your destination" , e per stargli appresso ho anche infranto il record dell'automobilista di Atene (leggi sopra)!!!

Per fortuna che avevamo anche un buon vecchio aipad che con il suo ultimo 3% di batteria residuo ci ha portato veramente a destinazione... Ma il bello doveva ancora avvenire!

Davanti a noi si presenta una villa desolata e dall'aspetto trascurato (forse sarebbe stato meglio dormire sulla rotatoria!)
Dopo aver bussato ripetutamente e invano alla porta, i primi dubbi hanno iniziato a sorgere...

Possibile che l'albergo sia stato davvero abbandonato?

Poi... strani canti iniziavano a giungere alle nostre orecchie, accompagnati da grida e ululati...

Una porticina alle nostre spalle ha iniziato a cigolare...

Entriamo.

Sembra il retro di un ristorante...anzi lo è!

In fondo scorgiamo quella che in situazioni normali corrisponderebbe ad una reception.

C'è una campanella....la suono...

"Hi" ha detto una signora apparsa improvvisamente dalla penonmbra; sembrava vestita come una comare dell'ottocento... per un attimo ho davvero creduto di ritrovarmi nel testo di Hotel California "This could be heaven or this could be Hell".

"Ahi" ho risposto io, stessa pronuncia ma non credo che lei abbia colto la differenza che potete vedere voi da come l'ho scritto!

"Can I help you?"

No, dico, sei un albergo (anzi dici di esserlo), vedi dei tipi con la valigia che sventolano l'inconfondibile prenotazione di booking-punto-com e che, chissà come, sono arrivati fin qui e tu cosa fai?
Chiedi se abbiamo bisogno di aiuto?!?!? :))))
Come minimo abbiamo bisogno di un pronto soccorso!!

Ma cavolicchio! Non ti viene in mente che potremmo esser qui proprio per te e che come minimo dovresti accoglierci a braccia aperte?!?!?

Per fortuna alla fine ci ha accolto (e per fortuna le braccia le ha lasciate al suo posto!!!)

L'interno dell'albergo ricordava i film dei vampiri: moquette rossa, scale che scricchiolano, porte che cigolano, strani esseri che corrono nei corridoi, teste mozze di cervo appese alle pareti ad altezza d'uomo....Sarà questa la mia ultima notte? Domani mi sveglierò con due buchi sul collo? Diventerò allergico all'aglio? Non riuscirò più a mangiare la mia aio, oio e peperoncino?

Saliamo in camera.
Ci chiudiamo la porta alle spalle. A chiave. Due mandate.
Apro subito la finestra per capire come eventualmente fuggire nel bel mezzo della notte e....cosa mi trovo davanti?

Un pavone!!!!

Sì, avete capito bene, un pavone!!! Sul tetto!!! Non ci credete? Guardate qui:

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Anziché rimanere a bocca aperta dallo stupore, ho iniziato davvero ad avere paura!!! Un pavone sui tetti?!?!?!
Avevo paura persino di andare in bagno, dove come minimo avrei incontrato un folletto che si faceva il bagno!!

Ora son sicuro che voi volete sapere come è andata a finire, vero?

...Il seguito alla prossima puntata! ;)



Ciao e alla Prossima.

Lo Ziopiero

Devon e Cornovaglia - Seconda parte

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Ecco alla seconda parte del viaggio (la prima la potete leggere qui).

Ci eravamo salutati con l'arrivo all'albergo spettrale e con questo pavone sul tetto, ricordate? No? Potete sempre rileggervi la parte finale del post, se volete.

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Be', penso che tutti voi abbiate dato per scontato che se sono ancora qui a scrivere vuol dire che il resto della permanenza è andato bene! Anzi, benone!

La mattina ho anche fatto amicizia con pavone, che impavido mi si è pure avvicinato per farsi fotografare...che pavone sto pavone!

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Abbiamo anche fatto pure una partita a briscola e ho vinto!! Anzi, l'ho praticamente spennato!!!

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:D :D :D

Scherzi a parte, l'albergo alla fine è stato molto accogliente.

La mattina la signora ci voleva per forza servire la Full English Breakfast, che per chi non lo sapesse è un mega piatto a base di uova fritte o in camicia, pomodori (fritti o grigliati), funghi (fritti!), bacon (fritto!), 3 fette di pane (fritto!) e poi salsicce, fagioli e patate (stranamente non fritte!).

Ora, a parte le varie considerazioni alimentari sulle quali meglio sorvolare, ma mi volete spiegare perché si ostinano ancora a chiamarla breakfast?!?!?!? Prima di tutto break de che cosa, visto che ti sei appena alzato!!! Forse break dal sonno? E poi fast de che visto che per consumarla come minimo ti bruci mezza giornata di vacanza (per non parlare poi delle varie conseguenze durante la digestione!)

Eppure al tavolo accanto al mio ho visto due vecchiette arzille trangugiare e bissare tale porzione nello stesso tempo che io ho impiegato per sbucciare una banana!

"Sir?"
"May I have some brauwn toasts, marmelade and orange juice, please?"
(son sicuro che le vecchiette, sentendomi ordinare, hanno pensato fossi allo stato terminale di qualche inguaribile malattia intestinale!)

Inizia così il quarto giorno, con la pancia leggera e l'alito fresco! :))
La Cornovaglia ci aspetta!!!

4° giorno: Looe - Polperro - Fowey - Charlestown - Porthleven 

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Eccoci subito a Looe, più boe che abitanti, quasi!

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Looe...Looe...Looe

No, scusate, ora io dico: ognuno è libero di chiamare una città, presumibilmente la propria al momento della sua fondazione, come meglio crede, ok.
Lo ha fatto Romolo, lo ha fatto Enea, lo hanno fatto tutti!

Però la tua città non puoi chiamarmela "cesso"! E' scorretto! In tutti i sensi!

Peggio della famiglia "Maggio" che ha chiamato "Primo" il proprio figlio, o della famiglia "Scopa" che ha chiamato la figlia "Tina" (giuro, entrambi esistono, li ho trovati sull'elenco e vi assicuro che c'è di peggio!)

D'accordo, al battesimo della città sul registro ci hanno aggiunto una "e" finale, ma se tu poi me la pronunci alla stessa maniera di "loo" non è carino nei confronti della tua cittadina, soprattutto quando questa cittadina è davvero un gioiellino!

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Avvolta in un'atmosfera da favola, spesso immersa nelle sottili nebbie britanniche, con le sue casette colorate che sembrano abbracciare le rive del fiume, fino alla spiaggetta sulla costa, Looe sicuramente è stato uno dei posti più incantevoli di tutto il viaggio. Voto alto.
 
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 E poi sono riuscito a scattare questa foto a mio avviso molto particolare; guardatela iniziando dal basso e facendo poi scorrere lo sguardo verso l'alto...

  Looe - Fila di boe rosse
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Dopo Looe, si fa tappa a Polperro, altrettanto deliziosa, anche se più turistica.

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Per arrivarci occorre posteggiare la macchina fuori dal paese e munirsi di soldi spicci per il parcheggio.

Non li avete? Nessun problema! Il mega posteggio è fornito di una macchinetta cambia soldi...sapete no, quelle in cui metti una banconota e quella te la macina restituendoti l'equivalente monete.
Eccola qui. Ma attenzione! Le monete cambiate devono essere usate esclusivamente per pagarvi il biglietto.

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Nun ce provate!!!


Ma dico, non potevano dotare la macchinetta dei biglietti di un lettore di banconote con l'opzione resto?!?!?!

(ovviamente noi abbiamo fatto la scorta di spicci, tie'!)

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Dopo Polperro con un traghetto si arriva subito a Fowey.

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Quindi si fa tappa a Charlestown, famosa per i suoi velieri in esposizione, molti dei quali vengono usati a scopi cinematografici:

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Tutte queste cittadine sulla costa sono caratterizzate da un fattor comune;
Il mare, direte voi.  Neeeaaaa
Le case? Neeeaaaa
La gente? neeeaaa

Ma allora cosa?

L'urlo incessante dei gabbiani!!!

Molto suggestivo...quasi inquietante...troppo!!!

E indovinate in quale di queste cittadine erano più incazzati? Ma nell'ultima, no? In quella in cui avremmo dovuto dormire!!!  Cioè Porthleven, detta anche la città dalle barche arenate (oltre che dei gabbiani incazzati!).

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E sì, perché qui la marea fa questi scherzi.
Tu lasci la tua barchetta posteggiata in mezzo al porto e poi il mare che fa? Se ne va via, lasciando la tua barchetta così:
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:)))

E intanto i gabbiani continuavano ad urlare come pazzi! Che ve possino!!!

Poi ho anche capito perché urlavano come dannati! Non mangiano!!!

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Per fortuna poi che con il buio si sono tutti azzittiti e si è potuto dormire!!!

A proposito, sapete mica come si chiama il verso del gabbiano? Pare che comunemente si usi il verbo "garrire", anche se mi piace di più il poetico e molto più onomatopeico "stridio del gabbiano".

5° giorno: Penzance - Moushole - Porthcurno - Land's End - Botallack - St. Ives - Lanteglos

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Continua il viaggio lungo le coste. Oggi arriveremo alla punta estrema ovest dell'isola (Land's End) attraverso un percorso lungo tutte le coste frastagliate.

Prima tappa Penzance; nulla di straordinario

Molto più caratteristica, invece, Mousehole (ma se po' chiama' na città "tana del topo" ??? Quasi peggio di Looe!!!).

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Qui quasi tutte le case sono in pietra, stradine strette, atmosfera tranquilla e rilassata... un sogno.

Guardate poi questo terrazzino sul mare, con tanto di insalata a disposizione...

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Dopo la "Tana del Topo" eccoci a Porthcurno, sede di un teatro all'aperto molto spettacolare, così come spettacolari sono le sue rocce, a picco sul mare.

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Interrotte a volte da lingue di sabbia:

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Forse dalla foto no si capisce, ma i coraggiosi in acqua indosano tutti le mute!

E finalmente...

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Il nome, in origine, voleva indicare una specie di "fine del mondo" , in realtà oggi è un vero e proprio sito dedito al business turistico. Basti pensare che il mega posteggio a disposizione è praticamente più grande dell'intero posto da visitare!!!

Immancabili i cartelli inverosimili come questo:

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sotto il quale un omino ti componeva il nome di una città a tua scelta al modico prezzo di una sterlina.
(guarda caso avevo il teleobiettivo montato e questa l'ho fatta di straforo! :)))) )

Suggestivo anche questo cartello...soprattutto al pensiero di ciò che rappresenta:

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Mi immagino un naufrago che approda sulle scogliere e si trova davanti a questa "First Refreshment House"...ma che je ne po' frega' se è la prima o l'ultima?!?!? A quello nun je pare vero d'esse ancora vivo!

E poi "Last" de che? L'ultima è se uno decide di buttarsi in acqua e nuotare verso Ovest! Ma voi vi buttereste qui?

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Tutto ciò, comunque, nulla toglie alla particolarità del posto, perennemente violentato dalle acque e di sicuro molto spettacolare.

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(Fai click sulla foto per ingrandirla)
Per chi fosse interessato può tornar comodo sapere che tutte le coste della Cornovaglia sono percorribili a piedi attraverso sentieri tracciati.
Si organizzano tour per percorrerla tutta o parte di essa, zaino al seguito o, per i più pigri, trasportato da apposite agenzie di servizi.
 
Da Land's End si arriva subito a Botallak, sede di vecchie miniere ora abbandonate.

Anche qui gli scorci sono incantevoli quanto suggestivi, punteggiati dai resti delle antiche miniere e ciminiere.

(Fai click sulla foto per ingrandirla)

Si sta facendo tardi...St. Ives, il regno dei surfisti, ci aspetta:
(Fai click sulla foto per ingrandirla)

Incredibile la quantità di surfisti: vi assicuro la foto non rappresenta al meglio lo spettacolo che offre la vista di questa insenatura.

Non avendo il surf al seguito né gana di affitarlo (anche perché nun ce so anda'!), la tappa a St. Ives è assai rapida.

La giornata continua con la visita di Newquay (niente di che) e l'arrivo al Golf Park Hotel di Lanteglos.
Non fraintendetemi per la scelta dell'albergo: non ho mai sopportato il golf, non l'ho mai capito, non l'ho mai considerato uno sport; ho prenotato qui solo perché ho approfittato di una mega offerta :))

6° giorno: Clovelly - Exmoor Park - Lynton - Bath

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Oggi si ritorna nel Devon.
Prima tappa Clovelly, ovverosia come far diventare business un paese di quattro anime.
Ma andiamo con ordine.

All'arrivo la prima sorpresa: il mega posteggio è gratis!!!
Bene, anzi no, male: sono diffidente per natura davanti alla gratuità.Gatta ci cova.

E infatti un signore con una strana divisa ci dice subito:
"You must entry over there"
Agli ordini, capo!

"Over there"  aveva tutta l'aria di una biglietteria. Anzi lo era.
6,50 sterline, a testa.
Ok. Siamo arrivati fino a qui che fai, non entri?

Usciti dalla biglietteria siamo stati accolti da due asinelli che chiedevano l'elemosina per una foto (mi son rifiutato di dare loro la fatidica sterlina, ma se proprio ci tenete vado subito a fotografarvi due asini italiani).

Girato l'angolo c'era anche un gufo ammaestrato appollaiato sulla mano della padrona (un'altra sterlina per uno scatto, due se lo volevi tenere in mano tu!!!)

Poi c'era un gatto che sonnecchiava sornione su una sedia (ma questo non se lo filava nessuno, forse perché lo scatto era gratis!)

Infine il corso, pieno di bandierine:

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...oddio, chiamarlo corso forse è pretenzioso. Diciamo una stradina, la principale, anzi l'unica.

Che ti porta al porticciolo, questo:
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Ecco. Clovelly è tutta qui. Carina...anzi...CARISSIMA! :)))


Risaliamo quindi verso l'Exmoor Park, fermandoci a Lynton.
Qui non si paga per entrare. Non si paga neanche il posteggio.

La cittadina è assai suggestiva, sarà stato pure per il sole che ha rifatto la sua comparsa.

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L'immancabile foto al cimitero:

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Mangiato al The Oak Room degli ottimi scones, proprio mentre due ragazze di Tripadvisor consegnavano alla proprietaria targa "Eccellente". Anche io mi sento di dare un voto alto.

Lungo il tragitto visitiamo Minehead, una specie di Rimini in stile britanico.
Posteggio gratis. Massimo un'ora. Poi non ti devi far rivedere per le prossime 4. (Ricordate Dathmouth?
Non ci siamo stati 35 minuti, e non credo ci rivedrà mai più!
Ma, d'altra parte, ogni nazione con almeno un chilometro di spiaggia ha diritto alla sua Rimini, no?

Ultima tappa, Bath, ma prima arriviamo davanti a questo tollgate:

Vi ricordate la scena di "Non ci resta che piangere"?
"Chi siete?"
"Cosa volete?"
"Un fiorino!"

Ecco, qua sembrava ripetersi:

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Sembra sonnecchiare anche lui...ma provate ad avvicinarvi con un qualsiasi mezzo a motore:

"Who are you?"
"What do you want?"
"One pound!"

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Eccoci a Bath, presentata da tutte le guide come città romana.

A me piace presentarvela come città dei comignoli:

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Ovunque vi troviate è sufficiente alzare la testa per avere davanti scenari pittoreschi, molto particolari.
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La costruzione qui sotto è il "Crescent", un enorme palazzo a forma di semisfera, anche lui con tutti i suoi bei comignoli!

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Bath è famosa anche per le sue terme, ma è anche una piacevole cittadina dove passeggiare, magari scegliendo un vestitino appariscente, giusto per no ndare nell'occhio...

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Particolare il suo ponte...

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Che chissà perché mi ricorda tanto "Ponte Vecchio"...

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A questo punto il tour è finito. L'ultima tappa è Heathrow...e poi Roma.

Un grazie particolare per chi ha avuto la pazienza di leggermi fin qui. Per me è stato un piacere rievocare le varie tappe di un viaggio...è stato come riviverlo. Davvero.

Ciao e alla Prossima.

Lo Ziopiero

Torta Caprese al Limone

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Ci sono dolci che si gustano con gli occhi 
(e quando poi li mangi veramente spesso ne rimani deluso)

Ci sono dolci che si gustano col naso 
(sì, col naso! Avete presente quando per strada sentite l'inconfondibile odore di pasticceria?)

Ci sono dolci che si gustano col tatto
(le creme a me fanno questo effetto)

e dopo questa anafora sinestetica  finalmente arriviamo a dire che...

Ci sono dolci che si gustano e basta!

Non hanno bisogno di bellurie varie, di spray profumati che diffondo aromi improbabili, di consistenze invitanti da condurti verso sublimi esperienze tattili.

Sono buoni e basta!

Anzi spesso sono pure brutti, non invogliano...e solo i più audaci, i più temerari, i più astuti, alla fine, saranno premiati.

E' il caso di questa caprese al limone

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Ho visto tante foto in giro e mi dicevo
ma la caprese deve essere umidiccia dentro, non deve sembrare una torta margherita (!)
ma la caprese deve essere sbriciolosa, non deve sembrare un ciambellone (!)
ma la caprese deve essere imperfetta, non deve sembrare dipinta (!)

(giuro che per un anno non farò più anafore!)

Ok, allora ho deciso: la caprese al limone per me è questa!

Ingredienti per una tortiera da 26 cm

250 g mandorle, leggermente tostate + 2 amare
200 g zucchero
9 fette biscottate
5 uova
150 g burro
250 g cioccolato bianco
50 g fecola di patate
Mezzo bicchiere di limoncello
Succo di un limone
Zeste di 3 limoni
1 cucchiaino di lievito
Zucchero a velo

Tritate finemente le mandorle; scegliete voi se pelarle o meno; a me piacciono con la pellicina, le trovo più saporite. ;)
Sbriciolate poi le fette biscottate (volete farle a casa?)
Sciogliete burro e cioccolato.
Montate a neve gli albumi con 100 g di zucchero.
Montate poi i tuorli con gli altri 100 g di zucchero; incorporate qui la fecola e il lievito; unite poi le mandorle con le fette e infine il burro col cioccolato.
Per finire amalgamate al tutto gli albumi montati.

Versate il composto in una teglia imburrata e infarinata, sistemandolo delicatamente con una spatola.
Infornate a 180 gradi per 30 minuti.

Come detto prima la torta deve restare morbida all’interno (inserendo uno stecchino questo deve uscire umidiccio e con un po’ di impasto appiccicato)

Una volta raffreddata, si capovolge e prima di servirla si spolvera di zucchero a velo.

(Fai click sulla foto per ingrandirla)
 
Questa caprese si conserva anche 8-9 giorni fuori dal frigo.

E se la conservate in frigo, provate anche ad assaggiarla fredda: ha il suo perché! ;)

Ciao e alla Prossima.

Lo Ziopiero

Guardate anche le altre realizzazioni:

Sponziamo le frise?

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Piero, ce l'hai lo sponza friseddhe?

????

Sì, lo sponza frise, sai? Quel coso che prima ci ficchi dentro le frise e poi le passi supra a sponzare!

In un bi e un ba gugglo "sponza" e il sistema mi propone subito "sponza frise" con anche tutta una serie di immagini a corredo (per fortuna avevo il pc acceso davanti)


Ma veramente no, anzi fino a due secondi fa non ne conoscevo neanche l'esistenza, nonostante abbia mezzo sangue leccese...

E fu così che mi arrivò un pacco:

Mittente: FrammentAria, alias Tamara, alias ZiaTam, alias la tarantolata dei ciciri e tria!


Noooo, non ci potevo credere!
Dentro c'era tutto l'occorrente per l'uso: sponza frise, frise e olio (oltre a tante altre leccornie salentine!).

Sono rimasto a bocca aperta fino a farmi venire i crampi!!!
Sapete che queste cose mi commuovono...

E quale miglior risposta a questo ricchissimo dono?

Il tempo di riprendermi e subito avevo apparecchiato per l'occasione:
(Fai click sull'immagine per ingrandirla)

Come potete vedere anche voi, lo sponza frise consiste in un piatto fondo di coccio con sopra un altro piatto a forma di mezzaluna e con dei piccoli buchi (in realtà non visibili in foto ma ci sono!).

La frisa va prima messa a bagno nel piatto di sotto e poi, dopo 4-5 secondi che si è bella imbevuta d'acqua, va adagiata su quello di sopra a sponzare, cioè a sgocciolare.

E poi?
E poi il piatto leccese per eccellenza: con i pomodorini.

Questi vanno rigorosamente spiaccicati sopra, così:

(Fai click sull'immagine per ingrandirla)

Io ci ho aggiunto mozzarella di bufala (rigorosamente spezzata con le mani, anche perché - ricordatevi - le vere mozzarelle di bufala quasi non si riescono a tagliare col coltello...) e alcune foglie di basilico (che quest'anno si è degnato di fiorire all'impazzata sul mio balcone!)

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Quindi abbondante olio...
(Fai click sull'immagine per ingrandirla)
...fino a farle quasi galleggiare!
(Fai click sull'immagine per ingrandirla)
(prego notare il colore dell'olio....)

Che ve ne pare?

Questo piatto mi ha accompagnato per tutta l'estate...

(Fai click sull'immagine per ingrandirla)


Per chi volesse farsi le friselle a casa, consiglio questa ricetta, alla quale potete applicare varianti tipo la farina di grano duro rimacinata, la farina di farro, l'aggiunta di peperoncino e via dicendo.

Certo le friselle di Tamara provenivano da un forno speciale ed erano cotte a legna. Non è facile trovarle così buone al di fuori di alcuni paesi salentini.

Ve lo dico subito: diffidate di quelle che si trovano nei supermercati: quelle non sono vere friselle, non hanno nulla a che vedere con i veri sapori.

Per chi poi volesse saperne di più, suggerisco questo simaptico articolo di Massimo Vaglio


E ora, siete pronte anche voi a sponzare?




Ciao e alla Prossima.

Lo Ziopiero

p.s. Ahhhh, Tamara Tamara, che me faci passari co 'ste friseddhe!!! :))))


Guardate anche le altre realizzazioni:

C'è sempre una prima volta: pane con il LI.CO.LI.

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Tu quando l'hai fatto la prima volta?

Io lo scorso anno
Io invece saranno almeno 3 anni che lo faccio tutte le settimane.
Io l'ho sempre fatto! Lo faceva mia nonna, lo faceva mia madre. Adesso lo faccio anche io! E in alcuni periodo lo faccio pure tutti i giorni!

E tu, Ziopiero? Quando lo hai fatto la prima volta...?
Be'..io l'altra settimana!
Comeeeeeeeeee??? E uno come te ha aspettato tutto questo tempo?!?!?!

Ebbene sì, lo ammetto. Ho aspettato tanto. Forse troppo.
Non mi sentivo preparato, ero insicuro, sfiduciato, avevo paura...

Poi senti che tutte le persone intorno a te lo hanno fatto e allora inizi a maturare l'idea...
Sai quando senti che è nell'aria, che hai gli stimoli giusti, i sensori attivi e pensi di esser pronto?

E cosa ti ha spinto alla fine?

Sai, come spesso capita in questi casi, penso di aver trovato la persona giusta, anzi le persone giuste.

Persone?!?!?

Be' sì, dopo un po' di chiacchiere con Michela, Maya, Francy, Emmettì, ZiaTam alla fine mi sono deciso!
E l'ho fatto!


(Fai click sulla foto per ingrandirla)
Ho fatto il mio primo pane col li.co.li.

Complice diretta è stata Maya, che mi ha donato un vasetto con qualche decina di grammi del suo li.co.li.

Il primo rinfresco è stato fantastico.

Partito da soli 50 grammi...
(Fai click sulla foto per ingrandirla)
...è stato sufficiente aggiungere 50 g di acqua e 50 g di manitoba, una bella frullata...

(Fai click sulla foto per ingrandirla)
e dopo due ore il bambinello era cresciuto vispo, arzillo, come la sua precedente padrona!!! :D :D :D

(Fai click sulla foto per ingrandirla)


Come molti di voi sanno, usarlo è semplicissimo.
Basta rinfrescarlo una, due o tre volte a seconda dei casi e di quanto è in tiro e poi lo si unisce all'impasto.

Si conserva in frigo anche un mese senza doverlo rinfrescare, quindi mantenerlo non è poi così stressante.

Inoltre è sufficiente averne pochi grammi a disposizione, anche solo una ventina. Ad ogni rinfresco si ottiene quasi il triplo della quantità iniziale e visto che per una preparazione media bastano tra i 70 e 150 grammi con due massimo tre rinreschi è bello che pronto.


L'importante è ricordarsi di conservarne sempre un pochino per la volta succesiva e se ne dovesse avanzare un po', allora si puo' sempre stenderlo su una piastra rovente, aggiungerci un po' di sale e farci una schiacciatina di pane! :))

(Fai click sulla foto per ingrandirla)
...che potete gustare in vari modi...come ad esempio con del formaggio e della marmellata piccante:
(Fai click sulla foto per ingrandirla)
Comeeee? Volete sapere la ricetta della marmellata? .....abbiate pazienza qualche giorno, adesso torniamo al pane. :)))
(Fai click sulla foto per ingrandirla)

Un pane semplice, senza troppi fronzoli. Giusto per prendere dimestichezza con il licoli.

Per partire ho dato un paio di rinfreschi all'amicomio, ne ho pesati 100 g e li ho uniti a 500 g ad un mix di farine, 350 di acqua, aggiunto un po' di sale, impastato e lasciato riposare in frigorifero una notte, accuratamente avvolto in uno strofinaccio infarinato.

La mattina l'ho formato, lasciato lievitare e poi forno a 240° per 15 minuti circa, poi son passato a 200° fino a cottura desiderata.Volendo gli ultimi 10 minuti si può lasciare aperto uno spiraglio dello sportello del forno.

(Fai click sulla foto per ingrandirla)

(Fai click sulla foto per ingrandirla)
Be', come prima volta direi che mi è piaciuto, più di quanto immaginassi.

Avere quel barattoletto di licoli in frigorifero mi da una gioia particolare e la sensazione di avere un cibo vivo da curare, senza sforzi eccessivi.

Impastare poi con qualcosa di tuo è una soddisfazione che va vissuta!
Ec hi già la prova sa cosa intendo dire!

A questo punto che aggiungere ancora?
Preparatevi, che ci saranno nuove preparazioni in vista!!!!

:))))

Ciao e alla Prossima.

Lo Ziopiero

Guardate anche le altre realizzazioni:

Lebkuchen, cioè i Biscotti di Kipepeo

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Come sapete a me piace dare un volto a chi, puntualmente, passa di qui e commenta.

E non mi basta una vostra fotografia in un avatar.
Mi piace vedervi di persona. Guardarvi negli occhi. ridere insieme.

E così alla prima occasione cerco di incontrarvi.

Ci sono casi quasi irripetibili in cui incontro 60 e più blogger tutte assieme, giornate memorabili, alla fine delle quali se riesco ad accoppiare 3 volti a 3 nomi è già tanto! :)))

Ci sono poi altri casi in cui l'incontro è limitato a 2, 3 persone.

Altri casi, infine, in cui l'incontro è a 4 occhi, come nel caso di Kipepeo, alias Zia Farfallina!
E sì, perché kipepeo in lingua Swahilisignifica proprio farfalla; ed essendo lei un pochettino più grande di me, automaticamente l'ho eletta a zia, Zia Farfallina, appunto.

E' bello avere una Zia nel blog! :)))

Zia Farfallina era di passaggio a Roma proveniente dal "suo" lontano Kenia.
Quale migliore occasione per un incontro?

Ci siamo dati un primo appuntamento e proprio quel giorno a Roma si è scatenato un violentissimo acquazzone.

Forse voi tutti non sapete che quando a Roma fa due gocce d'acqua, la città si paralizza!
Figuriamoci con un acquazzone!!!
Già mi immaginavo arrivare a remi all'appuntamento e trovarmi Zia Farfallina appollaiata su un isolotto e coperta da una mantellina gialla con cappuccio!

"Zia, senti a me, forse è il caso di rimandare"

Non l'avessi mai detto! Questa mia rinuncia ha significato simpaticissime prese in giro da parte sua.

"Voi romani vi fermate alle prime piogge"
"Voi romani siete pigri!"
"Voi romani..."

Ok, ok! Ha ragione lei. Sta di fatto che, dopo un paio di rinvii, siamo finalmente riusciti a conoscerci!

Kipepeo non indossava una mantellina gialla, ma una simpaticissima magliettina con sopra disegnate tante farfalle! Che bella! :)))

Abbiamo fatto prima una lunga passeggiata per Trastevere,  visitando chiese come Santa Cecilia e Santa Maria in Trastevere, poi attraverso il rione Regola siamo arrivati fino al Ghetto. Oltre due ore di camminata e alla fine, dopo che ci eravamo salutati, la vedo che torna indietro baldanzosa e con un pacchetto in mano!

"Piero, questi sono per te. Li ho fatti io con le mie mani"

Voi sapete quanto sono sensibile a certi gesti... Quando qualcuna FA una cosa per te, cioè pensa di farla, si organizza per farla, recupera il necessario per farla, la fa, la confeziona e te la porta...insomma è un grande gesto di attenzione e generosità.

E il minimo che potessi fare è contraccambiare anche pubblicamente questo mio grazie con un piccolo omaggio.

Ecco a voi i...

Lebkuchen o, meglio, I Biscotti di Kipepeo

(Fai click sulla foto per ingrandirla)

Ingredienti
180 g. di miele
100 g. di zucchero di canna chiaro
100 g. di burro
3 cucchiaiate d'acqua
1 uovo
300 g. di farina
60 g. di farina di mandorle pelate
mezzo cucciaino di lievito chimico
mezzo cucchiaino di bicarbonato
scorzette d'arancia candite in pezzetti piccoli
sale
tutte le spezie che ti piacciono in polvere (cannella, chiodi di garofano, zenzero, cardamomo, noce moscata, coriandolo, pepe della Giamaica, vaniglia, mezzo cucchiaino scarso di ciascuno con prevalenza di cannella)

Sciogliete a fuoco lento zucchero, miele, burro ,acqua e sale.
Lo zucchero non si scioglierà tutto, ma non importa.
Aggiungete le spezie e lasciare raffreddare.
Poi amalgamate bene con il resto degli ingredienti e lasciate riposare in frigorifero per una nottata.
Formate delle palline e schiacciatele leggermente.
Forno a 180 ma non cuoceteli troppo, devono rimanere morbidi.
Ancora caldi pitturateli da ambo i lati con una glassa piuttosto fluida di brandy e zucchero a velo.

Si conservano anche dei mesi!!!


Grazie, Zia Farfallina.

Questo post è dedicato tutto a te.

E a te, ovviamente, sono dedicate anche queste foto:

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Ciao e alla Prossima.

Lo Ziopiero

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Facciamo i Cioccolatini? (Filmato!)

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Se vi piacciono le storie lunghe, allora mettetevi comodi, perché questa storia viene da lontano....molto lontano...

Chi mi conosce sa che in cucina amo le sfide, ma non quelle competitive con gli altri, bensì quelle personali, con me stesso.

Non mi fermo mai davanti ad un insuccesso, ma nemmeno davanti ad un successo. Anzi, direi soprattutto davanti ad un successo.

C'è chi afferma che sia più utile e proficuo investire del tempo per migliorare le proprie capacità piuttosto che arrovellarsi per rendere accettabili le proprie incapacità.

Ma è anche vero che non si nasce imparati, e i primi passi, i primi tentativi, non saranno mai di successo, ma saranno comunque indicatori di passioni o tendenze che ci portiamo dentro.

Quando dieversi anni fa, senza saper né leggere né scrivere, sciolsi della cioccolata e la misi ad addensarsi dentro dei semplici stampini di silicone, per poi sfoggiare allegramente il risultato, mi sembrava di aver fatto un'opera d'arte (per vostra informazione i cioccolatini in questione sono quelli che vedete in alto a sinistra nel logo del mio blog).

Strafelice esibii il mio risultato a destra e a manca e solo una persona, cui devo un doveroso ringraziamento, mi disse:
"Piero, si vede che non sono temperati!"

Da perfetto ignorante pensai ad una battuta di spirito, alle quale risposi:
"Be' sì, si vede: ma d'altra parte come facevo a temperarli? Mica esistono temperini per quelle forme e dimensioni?"

Poi mi spiegarono alcune cosettine...del tipo "i cioccolatini non si temperano come la matite colorate";  altre le andai a ricercare in rete fino a quando approdai al blog del Nanni.

Così iniziò tra noi un simpatico scambio di mail nelle quali Nanni, anzi Nannibis come lo chiamo amichevolmente io, mi elargiva pazientemente consigli e conoscenze.
 
Poi un giorno il Nanni mi invitò ad un suo corso, di cui ancora conservo un nitido quanto piacevolissimo ricordo.

E dal quel giorno ho fatto e pubblicato diversi cioccolatini ma non mi sono mai dilungato troppo nello spiegare tecniche o sistemi.

Oggi penso che che sia giunto il momento di farlo, per condividere con voi questa esperienza che può portare a realizzare cioccolatini come questi:


(Fai click sulla foto per ingrandirla)

Nel post sono racchiusi i passi principali per iniziare la lavorazione del cioccolato e per arrivare ad ottenere nel tempo dei cioccolatini di buona se non elevata qualità e fattura.

Il post l'ho suddiviso in una lunga parte teorica, che come tutte le teorie è utile soprattutto quando poi si è fatta un po' di pratica, e in un filmato autoprodotto dove provo a mostrarvi sinteticamente i passi principali da seguire.

Siamo pronti a cominciare questa avventura?????



Temperaggio del Cioccolato

Occorrente

Uno stampo in policarbonato con gli incavi per formare i cioccolatini
Tarocco rigido
Spatola a Gomito
Spatola a Triangolo (tipo muratore)
Sac a poche
Carta da forno
2 scodelle di vetro da un litro di ugual peso
Una scodella di vetro da mezzo litro
Termometro
Piano di marmo o acciaio o comunque freddo
Pentola che possa contenere le ciotole
2 spatole semimorbide
Bilancia

Ingredienti Copertura
500 gr cioccolato fondente 70% ottima qualità


Premesse e Consigli Vari

Il cioccolato macchia.
Le prime volte potreste fare delle vere stragi in cucina, per cui attrezzatevi per bene, vestendovi in modo appropriato e avendo sempre a disposizione della carta cucina vicino a voi.

Il cioccolato odia l’acqua.
Non usatela mai durante tutta la lavorazione, tranne quella della pentola di cui vi dirò dopo.

Il cioccolato temperato che avanza non si butta, ma si raccoglie, si conserva in un barattolo e si riutilizza la volta successiva (o si mangia così com’è).

In questa descrizione suppongo di sciogliere il cioccolato nel forno a microonde, ma potete ottenere lo stesso risultato fondendolo a bagno maria, stando ovviamente attenti a non far entrare in contatto il cioccolato con l'acqua.

E infine ricordatevi: la qualità del prodotto finale dipende molto dalla qualità del prodotto iniziale, ergo usate cioccolato di primissime scelta. ;)


Fase 1
Preparazione piano di lavoro e consigli vari

Il piano di lavoro deve essere pulitissimo
Se avete un ripiano in marmo è preferibile, anche se non indispensabile.
Tenete sempre pulitissima la Spatola a Triangolo. Ad ogni suoutilizzo, ripulitela sempre utilizzando il tarocco rigido, che andrà a sua volta pulito.
Predisponete una scodella vuota vicino al piano di lavoro; vi servirà per mettere dentro gli oggetti sporchi di cioccolata
Predisporre 4-5 fogli di carta cucina.

Versate dell'acqua nella pentola fino a metà  e scaldarla fino a 80 gradi circa.
Mettete vicino uno strofinaccio.


Fase 2
Sciogliere il cioccolato

Tagliate il cioccolato in scaglie piccole. Più son piccole meglio si scioglierà.
Mettete le scaglie in una scodella da un litro.
Misurate esattamente quanto cioccolato si va a sciogliere e appuntatevi questo numero.
Mettete la ciotola nel microonde alla massima potenza per 30-45 sec
Tirate fuori la ciotola e con la spatola iniziare a veder quanto cioccolato si è sciolto.
Se ha iniziato a sciogliersi, girare da sotto
Rimettete la ciotola nel microonde alla massima potenza per altri 30-45 sec
Togliete e mescolate sempre da sotto.
Ripetere queste operazioni fino a quando durante il mescolamento le scaglie di cioccolato rimanenti si sciolgono a contatto col cioccolato già sciolto.
Non abbiate mai fretta di sciogliere al microonde, piuttosto sfruttare il calore del cioccolato già sciolto.

Quando la massa inizia ad essere quasi tutta sciolta, rimettere nel microonde per 10 sec, togliere, mescolare e misurare la temperatura avendo l’accortezza di girare il sondino del termometro e mandarci sopra il cioccolato aiutandosi con la spatola.

La cioccolata dovrà arrivare gradualmente a 50°, mai superarli!  
Il termometro non misurerà mai all’istante la temperatura, per cui durante la misurazione occorrerà controllare quanto velocemente questa sale per capire più o meno quanto siamo vicini alla temperatura che si deve raggiungere.
La temperatura ideale per iniziare il tablage è 49-50 gradi. Ma già a 48 si può iniziare, onde evitare di correre il rischio di oltrepassare i fatidici 50°

Attenzione, al sondino rimarrà attaccato del cioccolato. Questo se si indurisce altera la misurazione della temperatura, per cui va pulito in continuazione o con la spatola o con della carta cucina.


Fase 3
Tablage

Lo scopo di questa operazione è di abbassare la temperatura del cioccolato fuso fino a 32°.
Per far ciò ci sono diverse tecniche; in quella qui descritta si divide il cioccolato appena fuso a 50° in due parti: 1/3 va nella seconda scodella da un litro e i 2/3 si modellano con il tablage. Durante questa operazione la temperatura scenderà. Deve arrivare circa a 27-28°, dopo di ché si unisce al terzo tenuto da parte e si mischia.
La temperatura dovrebbe essere intorno ai 32°. Se fosse più bassa, si immerge un terzo della ciotola dentro l’acqua calda della pentola per 5-8 secondi e si continua a mescolare. In questa maniera la temperatura dovrebbe arrivare a 32° Se fosse più alta, allora si continua a mescolare con la spatola fino a quando scende a 32°. Tutte questo operazioni devono esser fatte con estrema cautela e avendo l’accortezza di tenere sempre la temperatura sotto controllo.

Come si esegue il Tablage:

Si usa la spatola a gomito (mano destra) e quella a triangolo (mano sinistra).
SI versa tutto il cioccolato sul ripiano e con la destra si stende, come per spalmare, e con la sinistra si raccoglie verso il centro, pulendo di volta in volta le due spatole tra di loro e lasciando colare il cioccolato residuo sul tavolo.
Si ripete questa operazione 3 volte e poi si misura la temperatura, che va misurata al centro, dopo a aver ammucchiato la cioccolata. Se è più alta di 27-28°, si fa un altro passaggio, altrimenti si raccoglie tutta la cioccolata facendola scivolare dal marmo direttamente dentro la scodella dove si era lasciato 1/3 della cioccolata fusa. Si mischia per bene e si misura la temperatura.
Se è 32°, perfetto, si può fare la colatura.
Se è maggiore di 32°, si fa freddare continuando a mescolare.
Se è minore, allora si mette la scodella dentro l’acqua calda, fino a raggiungimento dei fatidici 32°, come già spiegatosopra.

Colatura
Questa operazione consiste nel far colare il cioccolato fuso e alla temperatura  di 32° dentro gli stampi.
Importantissimo: all’inizio di questa fase la spatola a triangolo deve essere pulitissima.
Usare il tarocco per ripulirla al meglio.

Versate la cioccolata negli incavi dello stampo in modo da riempirli tutti.
Poi vibrate energicamente lo stampo in modo da far uscire eventuali bolle d’aria.
Poi sbattete lo stampo 3-4 volte sul marmo.
La cioccolata tenderà a diventare più lucida.
Infine rigirate lo stampo di botto, facendo colare tutta la cioccolata sul tavolo di lavoro.
Per far uscire meglio la cioccolata aiutatevi sbattendo forte la spatola sul bordo dello stampo; uscirà molta altra cioccolata.
Quindi con la spatola a triangolo raschiate via tutta la cioccolata dalla superficie.
Importante: ad ogni raschiata pulite subito la spatola sul marmo, strisciandola letteralmente. Questo gesto deve seguire immediatamente la raschiata fatto sulla superficie.

A questo punto si mette lo stampo a faccia in giù sulla carta forno e si lascia 5-6 minuti.
Poi, quando la cioccolata si è un po’ seccata, si passa ancora la spatola a triangolo per rifinire eventuali piccole increspature.
Lo stampo dovrà risultare pulitissimo, tranne che negli incavi dove c’è la cioccolata.
Si copre con la carta forno e si mette in frigo per almeno 15 minuti, questa volta a faccia in alto.

I cioccolatini sono pronti per esser riempiti quando il cioccolato si staccherà dal fondo degli incavi.. Per capirlo basata guardare da sotto. Se si è staccato, si vedranno come delle striscioline bianche in corrispondenza dei disegni negli incavi.

Ripieno
Riempite i cioccolatini con un ripieno a piacere, usando una sac a poche o un apposito imbuto, arrivando poco sotto il bordo; se il cioccolatino è troppo pieno, sarà difficile chiuderlo, se è troppo vuoto, sarà predominante il sapore del cioccolato rispetto al ripieno.
L’ideale è riempirli fino a 2-3mm dal bordo. Con l’esperienza si capirà fin quando è giusto riempirli.

Copertura e chiusura
Per chiudere i cioccolatini occorre temperare nuovamente il cioccolato (vedi sopra).


Prima di tutto con la spatola a triangolo si raccoglie, raschiandolo, tutto il cioccolato colato sul tavolo e lo si rimette nella scodella, possibilmente spezzettandolo.
Una volta poi arrivati a 32°, si procede esattamente come si è fatto per la prima colatura, con la differenza che dopo aver pulito lo stampo, questo non va messo a faccia in giù, a a faccia in su.

E’ importante ora lisciare e livellare per bene la superficie al fine di non avere imperfezioni su quella che poi sarà la base del cioccolatino.
Se dovessero comparire dei minuscoli buchi, con la punta della spatola a triangolo raccogliete del cioccolato dal tavolo e tappateci il buchino.

Fate asciugare bene il cioccolato (10-20 minuti, volendo anche in frigo).

Smodellare
Questa è la fase che apparentemente potrebbe sembrare più difficile ma in pratica, se si è eseguito tutto alla lettera, è la più facile.
Impugnate lo stampo con due mani sui lati corti, tenendolo a faccia in su.
Torcete lo stampo; in realtà lo stampo non si torcerà, ma il movimento è quello della torsione e va fatto.

A questo punto, poggiate il lato lungo sul tavolo con la superficie inferiore rivolta verso di voi.

Con un unico movimento secco, voltate lo stampo sul tavolo facendolo completamente  sbattere con tutta la superficie da cui devono uscire i cioccolatini..

Se tutto è stato fatto a dovere, i cioccolatini usciranno tutti insieme.
Può capitare che qualche cioccolatino non sia uscito al primo colpo.
In questo caso ripetete l’operazione di rivoltare lo stampo sul tavolo.
I cioccolatini rimasti dovrebbero uscire tutti al secondo colpo.

Bene. La teoria finisce qui.

Altro non mi rimane che lasciare le parole alle immagini, augurandomi di esser stato chiaro e di avervi dato un piccolo stimolo per fare dei supercioccolatini!







(Fai click sulla foto per ingrandirla)


Questo post, ovviamente, lo dedico a Nanni ma anche a tutti coloro che vorranno cimentarsi in questo percorso!


Ciao e alla Prossima.

Lo Ziopiero

Guardate anche le altre realizzazioni:

Panini all'olio veloci veloci

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(Fai click sulla foto per ingrandirla)


Possibile che questi panini non li avevo ancora pubblicati?

Non ci posso credere!!!

In tre anni e passa di blog neanche un accenno??!?!?!

Fammi andare un attimo a vedere nella sessione dedicata ai pani...

Effettivamente non ci sono!

Bene, anzi male! Occorre subito rimediare.

Sono i panini che faccio più spesso, visto che spesso nei giorni lavorativi per pranzo mi organizzo con i panini e quindi me ne servono in gran quantità.

Per questo motivo faccio un pane molto semplice, mirando più alla velocità di realizzazione,  ma non per questo meno gustoso.

E' un impasto diretto, non richiede troppo tempo. Lo potete fare in meno di 4 ore, tutto compreso!

Ingredienti per 20 panini:

1200 g farina 0
630 g di acqua
80 g di olio evo
14 g sale
14 g di lievito di birra
1 uovo

Sciogliete il lievito nell'acqua, aggiugente poi tutto il resto tranne il sale e iniziate ad impastare.
Dopo un paio di minuti aggiungete pure il sale.
Impastate fino ad ottenere un impasto morbido.
Coprite e lasciate lievitare fino al raddoppio circa.

Formate quindi i panini.
Formateli bene, eh? Non mi fate vedere quei panini orribili tutti bozzi...
Come?? Non vi ricordate come si formano?

Ok, ok, vi rimetto qui il filmato :)))) 


Dopo che li avete formati lasciateli lievitare coperti fino al raddoppio; quindi spennellateli con altro olio evo e cuoceteli a 240° per i primi 10 minuti, quindi portate la temperatura a 200° fino a cottura.

Potete farci panini, ma anche semplicemente inzupparli in altro olio extra vergine d'oliva...

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Vi saluto con una foto, che ho chiamato "L'incertezza"

(Fai click sulla foto per ingrandirla)


Ciao e alla Prossima.

Lo Ziopiero

Guardate anche le altre realizzazioni:

Un condominio di svalvolate...

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Zipie', ma che me significa 'sta foto?

Significa che oggi apre un nuovo blog di cucina!

...mmmmm famme capi' mejo!

Hai presente quelle tre svalvolate di ZiaTam, Esseppì ed Emmettì
Quelle che si sono conosciute virtualmente qui sul mio blog e che per mesi non hanno fatto altro che casciara qui da me?

...mmmm me pare de sì...sì sì, che poi ZiaTam sarebbe Tamara di Ciceri e Tria, giusto?

Ecco bravo. Ed Esseppì sarebbe Silvia ed Emmettì Maria Teresa, alias Guadalupe. 
Tanto hanno detto e tanto hanno fatto che alla fine si sono decise a farsi un blog tutto loro!!! E che blog!!!

Ma allora tocca annallo a vede', sto blog!

Ecco, bravo! Ora vai a vederlo e mi raccomando...guardalo bene!!!!

...e voi, che aspettate?

Guardate che le svalvol...ehm, le ragazze son brave assai! Mettetevi questo link nella vostra blog roll e non ve ne pentirete!



Ciao e alla Prossima.

Lo Ziopiero

Guardate anche le altre realizzazioni:

Marmellata piccante ai peperoncini tondi

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Vi ricordate tutto il discorso sul termine marmellata?

Dopo quel post ricevo una telefonata dalla ZiaTam, alias Tamara, che mi fa:

Ma tu la fai mai la marmellata coi peperoncini tondi?

Confesso che come nel caso dello sponzafriselle anche in questa occasione sono stato colto impreparato, solo che questa volta non avevo google a portata di mano, per cui mi sono dovuto arrendere subito.

Tama', che so' sti peperoncini tondi?

Cooome??? Non li conosci? Li devi assolutamente conoscere! E poi ci devi pure fare la marmellata!!! Guarda è semplicissima. Parti subito alla loro ricerca e sappi che non è facile trovarli!!

...E io li ho trovati:
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Li ho puliti:
(Fai click sulla foto per ingrandirla)

...cercando di lasciare qualche semino per farla hard! ;)

Poi li ho uniti ad un paio di mele tagliate a cubetti e irrorate con mezzo bicchiere di aceto di mele.
Il tutto l'ho coperto con dell'acqua e ho fatto bollire una decina di minuti.

Quindi ho frullato il tutto, setacciato e aggiungeto zucchero pari al 70% del peso della polpa.

Infine ho continuato la cottura come fosse una marmellata. Solita prova piattino e poi ho invasato:

(Fai click sulla foto per ingrandirla)
Tappato e capovolto:

(Fai click sulla foto per ingrandirla)

Come ogni marmellata sarebbe meglio aspettare almeno un paio di settimane, prima di aprirla...ma non ho resistito!!!

L'ho subito provata col formaggio:


...e che vi devo dire?

E' superlativa!!!! Fantastica!!! Buonissima!!!

Ma il bello è che potete spingervi oltre!!!!!

Volete qualche ideuzza?

Provatela sulle galettes!
(Fai click sulla foto per ingrandirla)

...o anche su un hamburger, magari con delle patatine fritte!!!

(Fai click sulla foto per ingrandirla)
E qui non vi dico che goduria....in pratica i vasetti me li sono spazzolati in pochi giorni!!!
(Fai click sulla foto per ingrandirla)

L'unico problema è che i peperoncini tondi non si trovano tutto l'anno, ma voi potete benissimo sostituirli con i peperoni rossi e l'aggiunta di un peperoncino, ma attenzione a non metterne troppo, eh?

Il resto del procedimento rimane invariato.

(Fai click sulla foto per ingrandirla)

Certo ora potrei nuovamente obiettare sul termine marmellata...ma questa volta in modo diverso rispetto a questo post.

E sì, perché questa è più di una marmellata, è più di una confettura, è più di una salsa...

E' una libidine allo stato puro!!!! E' troppo!!! E' Peccaminosa!!!

Sta bene ovunque!!! Provatela assolutamente e non ve ne pentirete!!!

(Fai click sulla foto per ingrandirla)

E se siete arrivati fin qui, non potete assolutamente perdervi il post di Tamara!

Ciao e alla Prossima.

Lo Ziopiero

Guardate anche le altre realizzazioni:

Ziopiero, ma è vero che è magica?

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Roma.
Primi di agosto.
38 gradi all'ombra.
Appena tornato da Londra.
Mi prudevano le mani...troppa astinenza dai fornelli
...e troppa astinenza dai blog!!!
Capito su questo post

Come è mai possibile?!?!?!??
Un unico impasto, versato nello stampo, e poi esce fuori una torta a 3 strati di diversa consistenza?!?!?

Ci devo provare.
Subito.

E infatti...ecco che si realizza la magia:
(Fai click sulla foto per ingrandirla)


Il primo strato, quello più basso, ha una consistenza budinosa; il secondo assomiglia ad una specie di crema densa, il terzo ricorda un pandispagna.


Copio e incollo la ricetta presa dal blog di Martina

Ingredienti:
per uno stampo 20x20 


4 tuorli a temperatura ambiente
4 albumi a temperatura ambiente
150 g di zucchero semolato
1 cucchiaio d'acqua
125 g di burro
120 g di farina 00

2 cucchiaini di estratto di vaniglia liquido homemade (o i semi di 1 bacca)
un pizzico di sale
500 g di latte intero
4-5 gocce di aceto bianco (o di limone)
zucchero a velo


Preparazione:

portate il forno a 160°. Fondete il burro a bagnomaria o al microonde e fate raffreddare. Intiepidite il latte in una casseruola e mettete da parte. Montate i tuorli con lo zucchero, fino a che diventeranno gonfi, chiari e spumosi; aggiungete ora il cucchiaio di acqua e poi il burro fuso e freddo e montate ancora per un paio di minuti. Aggiungere quindi la farina setacciata e amalgamare bene il tutto. Unire quindi l'estratto di vaniglia, il sale e in ultimo il latte poco alla volta. Mescolate bene.

Montate gli albumi con le gocce di aceto (o di limone) a neve non troppo ferma. Incorporate quindi gli albumi al composto preparato precedentemente mescolando dal basso verso l'alto delicatamente (consiglio di usare una frusta per questa operazione). Imburrate uno stampo 20x20, infarinatelo e versateci il composto. Infornate per circa 60 minuti o finché a superficie sarà ben dorata e la torta si restringerà leggermente staccandosi in qualche punto dalle pareti.
Sfornate, lasciate raffreddare e riponete in frigo per 3-4 ore, dopodiché spolverate con abbondante zucchero a velo e tagliate a cubotti. 


La torta va conservata in frigo.

Opinione personale: come torta non è un granché, però è una torta rapidissima da fare e anche simpatica da presentare.

Anche oggi vi saluto con una foto particolare. L'ho chiamata l'abbraccio timoroso.
Sì, perché quel rametto sulla destra, incantato dalla bellezza del fiore, sembra volerlo timidamente abbracciare... ma poi si ferma, come se avesse timore di sciuparlo:

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Ciao e alla Prossima.

Lo Ziopiero

Guardate anche le altre realizzazioni:

Due paroline sul LI.CO.LI.

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Premessa:
Chi mi conosce sa che non ho mai avuto un buon rapporto con il lievito madre.

E' vero, l'ho usato diverse volte, ma alla fine la sua "gestione e manutenzione" non era compatibile con le mie varie attività per cui dopo aver iniziato più volte l'avventura alla fine ho sempre dovuto desistere fino ad abbandonarlo.

I fatti:
Poi, un giorno, arriva lei che inizia a farmi "na capa tanta" co' sto benedetto licoli (vabbe', "na capa tanta" me la fa ogni volta che parla, ma questo è un altro discorso :D :D :D ).

Poi ci si è messa pure quest'altra pazza qui, che lo ha ricevuto in regalo sempre da lei (e altra "capa tanta").

Infine, come se non bastasse, si è aggiunta l'ultima della serie...(ma lei è una "capa tosta")

Insomma, licoli di qua, licoli di là, guarda che è facile, ne occorre pochissimo, lo puoi tenere anche un mese in frigo senza doverlo rinfrescare, non ci sono sprechi, nessuna sovrabbondanza di produzione...e così, alla fine, mi hanno convinto ed è iniziata la mia avventura.

Conclusioni:
Adesso che ce l'ho da più di un mese posso dirvi che:
  • E' facilissimo da fare
  • E' facilissimo da gestire
  • E' facilissimo da usare
Insomma, tutto facilissimo.
E, come se non bastasse:
  • Non sporca
  • Non urla
  • Non pretende
Ma, soprattutto:
  • Se ne può conservare una piccolissima quantità (anche soli 20 g)
  • Lievita che è una meraviglia
  • Da ottimi risultati
Ad oggi ho già fatto diverse cosettine che via via pubblicherò, per cui rimanete sintonizzati su queste frequenze che ne leggerete di belle!!! :)))

(Fai click sulla foto per ingrandirla)

Per adesso vi riassumo alcune nozioni pratiche che ci torneranno utili a breve.

Come si parte:

Gli occorrenti per iniziare: 
(Fai click sulla foto per ingrandirla)
Se non ve lo regalano, potete frullare in un barattolo acqua e farina* in uguale quantità (es. 30 g) e un cucchiaino-ino di yogurt o di miele, chiudete il barattolo con una garza (nessun coperchio),  in modo che i batteri arrivino e inizino la loro opera.

(Fai click sulla foto per ingrandirla)

Aspettate 36 ore circa, quindi unitevi 30 g di acqua e 30 g di farina*. Mischiate. Coprite con la garza:

(Fai click sulla foto per ingrandirla)

Questo è quello che potreste trovare dopo 13 ore!!!

(Fai click sulla foto per ingrandirla)
E' qualcosa di incredibile, miracoloso, non crederete ai vostri occhi!!!!

In 48 ore avrete creato un licoli che è una bomba!!!!

A questo punto lo potete già usare per il vostro primo impasto oppure  tappatelo e mettetelo in frigorifero.

* usate sempre una farina di forza, tipo manitoba e, preferibilmente, sempre lo stesso tipo.


Come e quanto si conserva:
In frigorifero.
Se per un mese non lo usate, allora fategli un bel rinfresco (vedi sotto) e rimettetelo in frigorifero.

Come si usa:
Come un normale lievito.
Il giorno prima di panificare, vanno fatti i cosidetti rinfreschi (vedi sotto).

Quanto ne occorre:
Ovviamente dipende dalla ricetta; quelle che pubblicherò saranno precedentemente da me testate per cercare di darvi la giusta dose.

Il rinfresco:Il rinfresco è l'unico impegno che vi richiede il licoli, ma come vedrete è un impegno da niente.
Consiste nell'aggiungere pari quantità di acqua e di farina e miscolare col il minipimer o con la frusta o semplicemente con una forchetta. .
Es. avete 20 g di licoli nel barattolo? Aggiungete 20 g di acqua e 20 g di farina e mescolate.

Il rinfresco viene fatto generalmente prima di utilizzare il licoli (o dopo al massimo un mese di non utilizzo).

Nel caso di lievitati semplici (es. pane) è sufficiente un rinfresco; nel caso di lievitati dolci meglio farne 2 o 3.

Per rinfrescare il licoli prima di tutto tiratelo fuori dal frigorifero, aspettate che arrivi a temperatura ambiente, pesatelo direttamente nel barattolo**  quindi, come detto sopra, aggiungete pari quantità di acqua e di farina e mescolate.
Lasciate il coperchio poggiato sopra in modo che passi un pochino d'aria e dopo una mezz'oretta chiudete.
Aspettate che raddoppi quindi o lo rimettete in frigo, o lo usate, o fate un secondo rinfresco a seconda dell'utilizzo a cui è destinato.


** ricordatevi di segnarvi da qualche parte il peso del barattolo vuoto o, se ne avete uno identico, pesatelo per fare poi la tara.
Licoli appena rinfrescato
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Licoli dopo il raddoppio
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Ricordatevi sempre di lasciarne una minima quantità da parte per gli utilizzi successivi, altrimenti la volta successiva sarete costretti a ripartire nuovamente da zero.

Suggerimento:
Se fate subito un secondo e/o un terzo rinfresco non è necessario rimettere la stessa quantità di acqua e farina rispetto al peso del licoli; l'importante è che le due aggiunte abbiano lo stesso peso. Es. 50 g di licoli possono essere rinfrescati anche con solo 20 g di acqua e 20 di farina. Tutto dipende da quanto ve ne serve. Consiglio di non esagerare.

(Fai click sulla foto per ingrandirla)
E quello che avanza?
Come abbiamo visto se vi regolate bene non ne avanza tanto e in ogni caso DEVE avanzarvene un po' per la volta successiva.
La cosa più semplice da fare con quello che avanza è una piadina-chapati; basta aggiungere un po' di sale e spalmarlo sulla piastra calda. Tre minuti di cottura per parte e voilà.

Allora, tutto chiaroooo???

Bene!

Tenetevi pronti, che a breve sfornerò altre cose, tra cui Focaccia Pugliese e...udite udite.. Panettone!!!

Ora vado a coccolarmi il mio licoli:
(Fai click sulla foto per ingrandirla)

Ciao e alla Prossima.

Lo Ziopiero

Guardate anche le altre realizzazioni:

Focaccia Pugliese col LI.CO.LI.

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Vi ricordate? Ve lo avevo detto, no? 

Quest'anno mi voglio dedicare al licoli

E così, dopo il primo pane col licoli, oggi è il turno della focaccia pugliese!

(Fai click sulla foto per ingrandirla)

Chi l'ha mangiata nei forni di Bari o di Lecce, sa bene di cosa parlo: questa non è una focaccia qualsiasi e, soprattutto, questa non è una pizza!

La focaccia pugliese è qualcosa che ti manda in estasi al primo morso.
Appena la prendi in mano già capisci che la tua vita sta per cambiare.
Il suo profumo ti assale, il suo unto ti inonda, la sua croccantezza ti inebria, la sua morbidezza di squaglia.

E sì, perché questa robaqui è contemporaneamente sia croccante sia morbida!

Oggi vi do la sua versione  licolizzata.

Se volete invece una versione con il lievito di birra, andate sul blog Ornella, pugliese DOC! Chi meglio di lei?

Se invece volete vedere la versione di Tamara (altamente consigliata la lettura del suo post!) sbirciate dentro il suo condominio!

Ora, prima della ricetta, è corretto darvi qualche piccola indicazione importante:

L'impasto:
è fatto prevalentemente (o esclusivamente) di semola rimacinata di grano duro, in percentuali che vanno dal 50% al 100% rispetto all'altra farina usata.

L'alveolatura:
deve essere fitta, non aperta. In altre parole se vi viene con dei bei buchi grandi, sarà sicuramente un'ottima pizza, ma non chiamatela focaccia pugliese. L'intero tacco d'Italia potrebbe insorgere contro di voi! :)))

La consistenza:
deve essere spugnosa. Su questo c'è unanimità di vedute!

Bordi e fondo:
croccanti!

La patata:
ci va!

A questo punto passiamo ai fatti:

Ingredienti dell'impasto per una teglia tonda di 26 cm:

80 g di licoli rinfrescato
280 g di semola rimacinata
70 g di manitoba
280 g di acqua
80 g di patata lessa
4 cucchiai di olio evo per l'impasto
7 g di sale

Per il condimento:
3 cucchiai di olio evo per la teglia
pomodorini ciliegini
olive verdi baresane in salamoia (se non si trovano quelle baresi, comunque olive verdi di media grandezza col nocciolo)
origano a iosa


La preparazione della focaccia, se avete il licoli pronto, richiede 18 ore circa di attesa, per cui regolatevi con i tempi.

Per mangiarla a pranzo ho iniziato la sera prima, impastando tutta l'acqua con il licoli, la farina di semola e 3 g di sale, una specie di poolish, per intenderci. Quindi ho coperto e lasciato riposare una notte.

Nota olfattiva: ho usato una farina macinata a pietra, graditissimo regalo di Emmettì. Il suo profumo si è irradiato per tutta la cucina.

Al mattino ho aggiunto gli altri ingredienti, impastato, quasi fino ad incordatura e sistemato in una teglia precedentemente unta.
Con i polpastrelli l'ho spianata leggermente, ho poi ho coperto.

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Quindi l'ho fatta lievitare fino al raddoppio.
Nel frattempo ho tagliato a metà i pomodorini e li ho conditi con olio evo (preferibilmente pugliese)
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 Una volta lievitata, ho affondato  i pomodorini, sistemate le olive e aspettato ancora un’oretta.

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N.B. le olive andrebbero messe col nocciolo, ma come vedete ho preferito snocciolarle. Hai visto mai che qualcuno si rompe un dente e mi fa causa! :)))

Ho condito ancora con olio, il condimento dei pomodorini e tanto origano.

Infornata sul fondo del forno per 10/15 minuti alla massima temperatura, poi spostata nella parte centrale, abbassando leggermente la temperatura, e lasciata fino a cottura completa.

Appena tirata fuori l'ho coperta subito con un telo umido. Il vapore che si formerà all'interno ammorbidirà soprattutto la parte superiore qualora si fosse biscottata.

Volendo potete farne una versione più alta, aumentando le dosi di un 30-35% circa. Verrà qualcosa del genere.
(Fai click sulla foto per ingrandirla)
che potete farcire a vostro gusto

(Fai click sulla foto per ingrandirla)


...come ad esempio con del formaggio:
(Fai click sulla foto per ingrandirla)

Per oggi mi fermo qui.

A breve altre ricette col licoli  ;)

EDIT delle 11.10: INCREDIBILE!!! Oggi, oltre a Tamara, hanno pubblicato la focaccia anche Maya e Ornella!!!! Fortissima 'sta cosa! C'è stato come un richiamo subliminale!!!! Focaccia per tutti, quindi!!!

Ciao e alla Prossima.

Lo Ziopiero

Guardate anche le altre realizzazioni:

Pane Integrale col licoli (e semini)

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Questo è sempre stato uno dei miei pani preferiti.

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Insieme ai panini all'olioè quello che faccio più frequentemente.

E' semplice, non richiede troppo tempo, e ne faccio sempre grandi quantità.

L'ho sempre fatto con il lievito di birra; si conserva anche 6-7 giorni, sempre se ben coperto da un canovaccio.Se poi avanza, lo congelo a fette, così è sempre pronto in pochi minuti.

Già qui ne pubblicai una prima versione
Poi, dopo opportune modifiche, regalai la ricetta a Michela che la pubblicò qui.

Oggi vi presento una nuova versione con licoli.


Ingredienti per due forme da plumcake di formato 28x13x10cm :

180 g di licoli rinfrescato almeno un paio di volte
585 g di acqua
430 g di farina bianca (va benissimo una 00)
520 g di farina mista integrale *
12 g di sale
2 cucchiai di olio evo
una manciata di semi di girasole e di zucca.

* nel pane della foto ho mischiato 100 g di farina integrale di segale, 130 g di farina di grano saraceno e 290 g di farina integrale.


Impastate il tutto e lasciate riposare un paio d'ore.

Dividete poi l'impasto in due e formate due filoncini.
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Metteteli a riposare negli stampi,copriteli e andate a dormire.


(Fai click sulla foto per ingrandirla)

(Fai click sulla foto per ingrandirla)
Il mattino seguente saranno pronti per essere infornati





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Ricordatevi sempre di farli freddare su una gratella e, soprattutto, di affettarli almeno due ore dopo averli sfornati.

(Fai click sulla foto per ingrandirla)

OK?


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Note Tecnica: questo pane l'ho fatto con un licoli di soli due giorni di vita. Come potete vedere l'impasto è lievitato senza problemi e vi posso garantire che il sapore finale è risultato esente da ogni forma di acidità.

Sapete come generare il licoli, sì?  ;)


.........e visto che siamo in tema di licoli....voglio darvi un piccolo anticipo di qualcosina che a breve pubblicherò...
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....vedete come è "puffettosa" questa fetta? Una vera nuvoletta....

Rimanete collegati! Presto saprete tutti i segreti per fare un panettone col licoli!!!!

Ciao e alla Prossima.

Lo Ziopiero

Guardate anche le altre realizzazioni:

Pane in 40 secondi...

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...seeeee, ma come fai a fare un pane in 40 secondi?!?!?

Be', effettivamente son pochi, ma sono quelli che ti servono per fare questo pane.


(Fai click sulla foto per ingrandirla)


No, scusa, ma ho capito bene?!?!?!? 40 secondi???

Sì. Cioè sì e no! Cioè no!

????

E' un pane velocissimo, senza pretese, l'ideale per chi ha pochissimo tempo da dedicare agli impastamenti.

E tu, zio, ti metti a fare questo pane?

Certo! Bisogna provare tutto, no? Ti ricordi la Torta Magica? Anche in quell'occasione provai per capire meglio di cosa si trattava.

E da questo pane cosa hai capito?

Be'...diciamo che ad un occhio allenato è abbastanza chiaro il risultato. 

...eeeee..... per me che son cecato?

Guarda ti dico subito che si sente che non è un pane impastato; o meglio, chi ci capisce lo sente. Ma questo non è detto che sia un difetto. Probabilmente se lo fai assaggiare a 100 persone qualsiasi, 98 non se ne accorgono. E poi il pane appena sfornato ha sempre un suo fascino...il calore che emana, il profumo che diffonde, gli aromi che rilascia. E poi per le successive 2-3 ore rimane anche bello croccante! Poi tenderà pian pianino a diventare gommosetto.

Ma la ricetta....?

La ricetta l'ho presa da Maya.
La riporto qui.
Ovviamente anche in questo pane ho usato il mio licoli, appena nato.

Ingredienti

150 g licoli
250 g farina 00
100 g farina integrale
50 g farina di segale integrale
300 g acqua calda
11 g sale

Mischiate il tutto in una ciotola (ci vorranno 10 secondi) e lasciate riposare 10 minuti.
Quindi, nella stessa ciotola, fate una decina di pieghe in questa maniera: infilate una spatola sotto l'impasto e ripiegatelo verso il centro. Girate la ciotola di un quarto di giro e ripetete l'operazione. Tutto questo per 10 volte. (ci vorranno 10 secondi)
Lasciate poi riposare l'impasto altri 10 minuti e rifate lo stesso giro di 10 pieghe una seconda volta.
Altri 10 minuti di riposo, altre 10 pieghe.
Ancora 10 minuti di riposo, ancora altre 10 pieghe.
In tutto 4 volte.
Totale 40 secondi del vostro tempo di impastamento.
Vabbe', contando il primo mescolamento sarebbero 50, ma vi faccio lo sconto! :)))

Fate lievitare un'oretta circa e poi formate la pagnotta..

A questo punto parte l'ultima lievitazione. Meglio se la fate in un cestino o in una pentola, avvolgendo l'impasto in uno strofinaccio infarinato con della semola rimacinata.

Questa lievitazione potrebbe richiedere dalle 3 alle 6 ore.

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Togliete poi l'impasto lievitato dal cestino (o dalla pentola) e infornate a 240° per i primi 10 minuti.
Abbassate poi la temperatura a 200° e dopo altri 10 minuti a 180°, fino a cottura.

Come dicevo prima, questo pane appena sfornato è una tentazione al quale difficilmente si può resistere.
Vi dico solo che mi son fatto fuori quasi mezza pagnotta inzuppando le fette nell'olio (quello buono pugliese, ovviamente!)

(Fai click sulla foto per ingrandirla)



....

.......

.............

..................mmmm zio...senti un po'...ma è vero che a breve ci dirai come hai fatto a far venire delle fette di panettone così puffettose?

(Fai click sulla foto per ingrandirla)
sssssssshhhhhhhhhh


Ciao e alla Prossima.

Lo Ziopiero

Guardate anche le altre realizzazioni:

Il Panettone (con filmati impasti e pirlatura!!!)

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Ho sempre detto che ilPanettone è la tesi di laurea dei lievitati.
E' vero.

Ho sempre sconsigliato ai novelli panificatori di lanciarsi in questa avventura perché occorre molta esperienza di impasti lievitati e i risultati non sono sempre garantiti.
E' vero.

Poi un giorno mi hanno fatto notare che non avevo mai pubblicato un mio panettone!
E' vero.

...Ma da oggi, almeno questo, non sarà più vero!!! :))))


(Fai click sulla foto per ingrandirla)

Devo confessarvi che ho pensato a lungo a come impostare questo post, cercando di renderlo utile soprattutto a chi si volesse avventurarsi per la prima volta in questo tipo di lievitato.

Per forza di cose il post sarà lungo, spesso accademico e comunque pieno di informazioni utili.

Ho cercato di alleggerire la lettura con un po' di foto scattate durante le varie preprazioni e aiutare la comprensione dei vari passaggi con un filmato finale.

...e alla fine, come spesso capita, è stato più difficile il post che tutto il resto dell'avventura...

...e sì! Perché proprio di un'avventura si tratta: nella preparazione del panettone ci sono troppe variabili in gioco, troppi rischi, troppe incertezze e aleatorietà, troppo di tutto

...ma vi assicuro che per chi ama produrre lievitati è una cosa che vale la pena di fare. Assolutamente.

E noi lo faremo. Insieme.

e in più...lo faremo con il LI.CO.LI!

E anche questa è una gran bella novità!!

E per Natale ci mangeremo tutti delle fette spettacolari, puffettose, come queste:

(Fai click sulla foto per ingrandirla)

Ora, prima di passare alla ricetta e al metodo, mi sembra doveroso iniziare con alcuni consigli generali, apparentemente banali o scontati, ma che alla distanza vedrete ci torneranno utili.

Consigli generali:
  • Per fare il panettone occorre molto tempo, quindi prendetevi un intero week end da dedicare anima e cuore al vostro panettone.
  • Probabilmente al primo tentativo non vi verrà perfetto; non vi scoraggiate, piuttosto cercate di capire il perché e rifatelo a breve, anche 2, 3 volte. Sappiate che è un test assai difficile e solo dopo alcuni tentativi si riesce ad avere quella sicurezza tale che permetterà di migliorare.
  • Le prime volte fatene solo uno; solo quando sarete sicuri di voi lanciatevi nella produzione di due o più panettoni contemporaneamente.
  • Non aspettate gli ultimi giorni prima di Natale per iniziare la produzione, ma fatelo già da subito; un panettone fatto come si deve si conserva anche 20 giorni e se non vi dovesse venire bene, avrete tutto il tempo per rifarne un altro.
  • Questo impasto è meglio farlo con una impastatrice. Se non la possedete, potete impastare a mano, ma fatelo solo se avete già molta dimestichezza altrimenti non riuscirete mai ad incordarlo. 
  • Ultimo consiglio, banale ma è meglio ricordarlo: usate sempre ingredienti di prima qualità. Certo, un buon panettone vi costerà tra i 5 e i 7 € ma questo è il suo costo. (e poi quando vedrete in vendita quelli confezionati a 2/4€ capirete cosa si mangia chi li compra, visto che alla produzione al massimo sarà costato 20-30 centesimi!!!! CHIARO????)

(Fai click sulla foto per ingrandirla)


Tabella di marcia.

Il panettone richiede due impastamenti e due periodi di lievitazione.
Occorre quindi programmare per bene il nostro lavoro in base ai nostri impegni, tempi e abitudini.

Il momento più delicato di tutto il processo è quello dell'ultima lievitazione perché non esistono tempi fissi su cui contare.
Per questo motivo suggerisco di far partire l'ultima lievitazione la mattina per poi infornare in un momento che potrebbe capitare tra il primo pomeriggio e la sera.
Se pensate di fare diversamente, tenete sempre bene a mente che l'ultima lievitazione potrebbe richiedere dalle 6 alle 12 ore, ma non lo saprete mai prima con esattezza.

Potete anche fare l'ultima lievitazione di notte per poi cuocerlo la mattina, ma vi consiglio di fare in modo di poterlo controllare minimo dopo 6 ore; potrebbe già esser pronto per esser infornato. Quindi se optate per la lievitazione notturna, ricordatevi che dovete alzarvi per controllarlo minimo dopo 6 ore da quando lo avete formato.

Il giorno a mio avviso più indicato per la cottura è la domenica, giorno in cui tutti più o meno siamo più liberi da impegni di lavoro.

Per esser pratici al massimo ho qui predisposto due tipi di tabelle di marcia (Programma 1 e Programma 2), scegliete voi quella più consona alle vostre esigenze.






Ok, se siete arrivati fin qui vuol dire che non vi siete terrorizzati.
Possiamo procedere con ulteriori consigli pratici che via via ripeterò al momento opportuno ma che è meglio avere chiari in mente già da subito.

Consigli pratici:
  • Fate sempre prima tutte le pesate!!! Anche la sera prima, se impastate la mattina. Vedrete quanto questo vi risulterà più pratico al momento opportuno.
  • Preparate vicino a voi tutti gli strumenti necessari (posate, strofinacci, carta cucina, attrezzi vari).
  • Mescolate tuorli e zucchero e metteteli in frigorifero (metodo dello Ziopiero); questo sistema contribuirà a non far salire troppo la temperatura dell'impasto ma, soprattutto, l'inserimento della parte grassa data dai tuorli risulterà più facile. 
  • Non usate mai tutta la farina insieme, ma inseritela solo un po' per volta e sempre dopo un inserimento di uova o di burro, aspettando che questi siano stati ben assorbiti dall'impasto.
  • Ogni tanto fermate la planetaria e ribaltate l'impasto.
  • Lasciate lievitare il primo impasto direttamente nell'impastatrice, coperta con un piatto piano.
  • Infarinate i canditi e quando li inserirete con l'uvetta dentro l'impasto, mescolateli con una spatola, prendendo l'impasto dal basso e ripiegandolo verso l'alto.
  • Il burro andrà inserito morbido, quindi né freddo (rischiate che la sua durezza spacchi la maglia glutinica)  né sciolto (fa molta più fatica ad essere assorbito).
  • Finito il secondo impasto, fate riposare l'impasto in frigorifero almeno per 6 ore. Il sapore finale ne guadagnerà moltissimo. Le varie prove che ho fatto con o senza passaggio in frigo hanno connfermato ciò.
  • L'impasto finale avrà raggiunto il giusto livello di lievitazione quando sarà arrivato ad un centimetro dal bordo del pirottino.
  • Una volta che il panettone è pronto, resistete alla tentazione di aprirlo subito; lasciate passare almeno una settimana durante la quale lo conserverete chiuso in una busta per alimenti.

Allora, visto quante cose?

Tenetele bene a mente! ;)

Passiamo adesso agli ingredienti per un panettone da 1 kg, che cuocerà in un pirottino di 17 cm di diametro x 12,5 cm di altezza


Ingredienti Primo Impasto
220 g di licoli bello in forza
160 g farina manitoba
70 g di zucchero
4 rossi (media grandezza)
80 g di burro

Qualcuno potrebbe già storcere il naso di fronte ai 220 g di licoli. Libero di farlo, ovviamente.
Personalmente ho provato questo impasto con 70, 100, 120  e 220 g di licoli (riproporzionando ovviamente gli altri pesi di acqua e farina) e alla fine sono giunto alla conclusione che questa è la dose giusta. E poi in fondo il licoli altro non è che acqua e farina, giusto?

Il licoli che useremo per il panettone necessita di almeno un paio di rinfreschi prima i essere utilizzato.
Potete fare l'ultimo rinfresco anche il giorno prima e poi mettere il vostro licoli in frigorifero per poi tirarlo fuori al momento di impastare, senza dover fare null'altro.
In questa maniera partirete da una temperatura molto bassa che consentirà all'impasto di non arrivare subito a temperature a rischio.

Si parte!

  • Montate il gancio a foglia della vostra impastatrice.
  • Mettete i 220 g di licoli
  • Unite un paio di cucchiai di farina e portate l'impasto ad incordatura.
  • Inserite a filo le uova precedentemente mischiate con lo zucchero, come suggerito sopra.
  • In queste, come nelle fasi successive, l'impasto NON deve mai perdere l'incordatura.
  • Dopo che avrete aggiunto un terzo del totale del mix uova e zucchero, aspettate che il tutto sia stato ben assorbito e aggiungete un cucchiaio di farina.
  • Prima di continuare con le uova aspettate che anche la farina venga ben assorbita.
  • Aggiungete il secondo terzo delle uova con lo zucchero. Quindi altra farina.
  • Ultimo terzo di uova e farina. Quindi altra farina.
  • A questo punto l'impasto si presenterà bello liscio e pronto per ricevere il burro! Questo dovrà essere morbido (se lo usate freddo rischiate che la sua durezza possa rompere la maglia glutinica dell'impasto e allora son dolori!) e tagliato a fettine. Inserite una fettina per volta, aspettando che questa venga assorbitaprima di inserire la successiva. Ogni tanto aggiungete un po' di farina.
  • Anche in questa fase l'impasto NON dovrà mai perdere l'incordatura, ma se tutto è andato bene vedrete che sarà lo stesso impasto a "chiedervi" del burro! ;))
  • Alla fine vi troverete un impasto ben incordato e bello grasso.
  • Togliete il gancio a foglia e inserite quello ad uncino. Fate fare qualche altro giro all'impastatrice in modo da serrare bene l'impasto. Togliete quindi il gancio, coprite l'impastatrice con un piatto piano e andate a riposarvi.
L'impasto dovrà più che raddoppiare, ma possibilmente non triplicare.

(Fai click sulla foto per ingrandirla)
Tutto chiaro?

Bene.


Finito il primo impasto prepariamo la parte aromatica:

Aromi
30 g di miele d'arancio
Zeste di un'arancia
semi di mezza bacca di vaniglia

Scaldate il miele, unitevi  le zeste e i semi di vaniglia, mischiate per bene, coprite con la pelicola trasparente e mettete in frigorifero.

Approfittate poi per preparavi gli...

Ingredienti Secondo Impasto

90 g farina manitoba
40 g di acqua fredda
70 g di zucchero
4 rossi (media grandezza)
85 g di burro
5 g di sale
Aromi
120 g arancia candita
115 g uvetta ammoribidita in acqua e poi strizzata
...e ovviamente il primo impasto lievitato!

(Fai click sulla foto per ingrandirla)

Anche qui vi consiglio di unire i 4 tuorli ai 70 g di zucchero e di tagliare i canditi a quadratini

(Fai click sulla foto per ingrandirla)
per poi unirli ai 90 g di farina manitoba

(Fai click sulla foto per ingrandirla)

Secondi Impasto:

La tecnica del secondo impasto è molto simile a quella usata nel primo impasto, con la differenza che qui alla fine vanno aggiunti anche i canditi e l'uvetta.


  • Setacciate i canditi e raccogliete la farina in una ciotola; sarà quella che userete nel secondo impasto
  • Inserite il gancio ad uncino nell'impastatrice dove avete lasciato l'impasto a lievitare e avviate lentamente, in modo da far riprendere per bene l'incordatura.
  • Montate il gancio a foglia
  • Aggiungete quindi un po' per volta l'acqua e un paio di cucchiai di farina.
  • Quindi le uova  a filo, come spiegato nel primo impasto, alternando con una cucchiaiata di farina ogni tanto.
  • Prima di inserire l'ultima parte delle uova, mischiatevi dentro i 5 g di sale.
  • Quando avrete finito con le uova e lo zucchero, sarà il turno del miele aromatizzato, che va inserito sempre a filo.
  • Poi è il turno del burro; inseritelo un pezzo per volta, come avete fatto per il primo impasto.
  • Anche in questa fase l'impasto NON deve mai perdere l'incordatura, ma ormai questo lo sapete ;)
  • Infine è il turno dei canditi. Personalmente preferisco inserirli un po' per volta e girare poi l'impasto a mano, usando una spatola e ribaltando l'impasto da sotto verso il centro
  • Stessa cosa per l'uvetta.
  • Quasi ci siamo! Togliete l'impasto dalla planetaria e mettetelo in una ciotola a chiusura ermetica. Volendo, prima di questo passaggio, potete dargli un po' di colpetti di Slap and Fold come mostrato nel filmato che seguirà.
  • Mettete quindi la ciotola nel frigorifero per almeno 6 ore. 
  • Finito il riposo in frigorifero, va fatta la cosiddetta pirlatura e poi finalmente l'impasto può esser messo nel pirottino per la lievitazione finale. Vi consiglio di mettere subito il pirottino sopra la teglia in modo tale da non spostarlo più fino a fine cottura.
(Fai click sulla foto per ingrandirla)

  • Coprite con la pellicola trasparente e lasciate lievitare fino a 2 cm dal bordo del pirottino. Come già detto qui non esistono tempi standard. Ogni panettone avrà i tempi suoi.
  • Una volta arrivato a 2 cm dal bordo, togliete la pellicola a lasciatelo per almeno un'altra ora all'aria, affinché si formi come una piccola crosticina sulla superficie superiore e arrivi ad un centimetro dal bordo.

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Scarpatura e Cottura

Per "scarpatura del panettone" si intende un'incisione praticata sopra al panettone. Può essere a croce oppure a stella. Molti pasticcieri mettono del burro all'incrocio dei tagli; altri, dopo aver praticato i tagli, sollevano le punte, per rendere ancora più interessante il gioco di spessori e colori che si viene a creare durante la cottura. Altri ancora mettono il burro e sollevano le punte!

Io ho fatto così (i tagli sono poco visibili ma ci sono):

(Fai click sulla foto per ingrandirla)

  • Mettete la teglia in forno, impostate la temperatura a 160 in modalità NON ventilato, accendete il forno e NON apritelo per almeno 45 minuti.
  • Il panettone dovrà cuocersi lentamente. Sarà pronto non prima di 50', ma potrebbero velorcene anche 60 o 70. Per capire se è pronto ci sono vari sistemi: misurare la temperatura al cuore: a 96° è pronto; infilare uno spiedino sottile, se esce pulito è pronto; fidarvi della vostra esperienza, se quando lo aprirete per mangiarlo risulterà non cotto a dovere...allora NON era pronto!
Una volta tirato fuori dal forno il vostro panettone, infilatevi due lunghi ferri da maglia, rigiratelo e appendetelo a testa in giù:


(Fai click sulla foto per ingrandirla)
Una nottata (o una giornata) è più che sufficiente.

Tutto chiaro?

Sotto la sequenza sintetica dei risultati delle varie fasi:

(Fai click sulla foto per ingrandirla)

A questo punto altro non vi rimane che impacchettare il vostro gioiellino in una busta di plastica per alimenti (assicuratevi di averne una di dimensione gigante) e lasciatelo stare per almeno 5 giorni.

Resistete alla tentazione di aprirlo prima.

Se il tutto è andato per il verso giusto, quando aprirete il panettone il suo interno dovrà presentarsi con delle alveolature piuttosto aperte e la mollica vi deve dare la sensazione di essere soffice, puffettosa, come amo definirla io.


Insomma, qualcosa del genere:

(Fai click sulla foto per ingrandirla)

Qualcosa da prendere delicatamente tra le mani, come se aveste paura di romperla...come fossero ali di una farfalla....qualcosa di etereo...

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Ho reso l'idea?

Così deve venire!
E così vi verrà! :))))


Adesso godetevi il filmato. Non è stato facile realizzarlo, visto che ho dovuto fare tutto da solo, ma credo ne sia valsa la pena.





E adesso tocca a voi!

Tutti a fare i panettoni!!!


(Fai click sulla foto per ingrandirla)

Ciao e alla Prossima.

Lo Ziopiero




Guardate anche le altre realizzazioni:

Pizzete col licoli non rinfrescato - La predizione Maya

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No, no, che avete capito!
Niente paura! Non si tratta della fine del mondo!
Ma di un'altra scoperta che ha fatto Maya (aho, se si chiama così che ce posso fa'?) e della quale ci ha voluto rendere partecipi ieri, e che oggi pubblico volentieri anche io, dopo aver sperimentato le sue intuizioni (poi magari quanto sto per descrivervi già lo sapevate tutti, ma a voi va bene lo stesso, veroooo?)

Preambolo:

♫ ♪ Nananana nananana nananana 'na? ♫ ♪
(suoneria standard nokia del mio nuovo cellulare)

Rispondi chiamata di Maya?
Sì, certamente. Swissshhhh
('sti cavolo di schermi touch....)


Pronto?

AZZIPIEEE' sto a sperimenta' ar contrario!
(se non avete mai sentito parlare Maya vi siete persi una delle 10 cose per cui vale la pena aver aperto un blog)

A Maya ma che stai a di'?????

AZZIPIEEE' sto a sperimenta' ar contrario!

Sì, Maya, t'ho sentito! Ma famme pure capi' mejo che te quando parli sei peggio de''no tsunami!


Cosa stai sperimentando? E perché al contrario!

Sto a sperimenta' er licoli senza rinfresco!

E perché al contrario?

Azzipie', nun so come spiegatte!

Allora dimmi cosa fai.

Prendo il licoli dal frigorifero e lo metto nell'impasto.

Senza rinfresco?

Esatto, senza rinfresco! Ci aggiungo acqua e farina e poi vado a dormire.
(avrei voluto aggiungere: e tutti i condòmini tirano un sospiro di sollievo :D :D :D)

E poi?

La mattina dopo impasto, faccio lievitare (e lievita che è un piacere), poi formo, aspetto un po' e inforno!

Aaahhh, ho capito! Quindi fai una sorta di poolish, o prefermento?

Esatto!!! ...senti, perché non lo provi anche tu e poi mi dici?

Ok, Maya. Dammi tempo che 'sti giorni sto impicciato coi panettoni

...e così...appena ho avuto un po' di tempo....
Ecco che ti ho sfornato 'ste pizzette...

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I dettagli:

Ingredienti Prefermento
70 g di licoli NON rinfrescato
160 g di farina* manitoba
160 g di acqua

Frullate il tutto e lasciate coperto per una notte

Questo prefermento serve sia a far attivare il licoli, sia a conferire all'impasto un sapore più intenso, alla pari del poolish.

Ingredienti impasto
Il prefermento
320 g di farina* di farro
160 g di acqua
20 g di olio
8 g di sale

* ovvio che come potete usare anche altre farine, a voi la scelta.

  • Impastate fino ad incordare, a mano o nella planetaria.
  • Lasciate lievitare fino al raddoppio.
  • Formate le pizzette e lasciatele lievitare ancora un paio d'ore.
  • Conditele con della salsa di pomodoro
  • Metteteci sopra la mozzarella

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  • Infornate a 240° sulla superficie del forno
  • Dopo 10' portare la temperatura a 200° , spostate la teglia al primo piano e continuate fino a cottura
 Eccole appena uscite dal forno:

(Fai click sulla foto per ingrandirla)

E siccome so che voi tutti volete vedere l'interno, ecco a voi la pizzetta dopo il primo morso (nzi il secondo!):


(Fai click sulla foto per ingrandirla)
Poi...se volete guarnirle come si deve..allora spezzettate della mozzarella di bufala (rigorosamente con le mani, mi raccomando eh?), una fogliolina di basilico e ...eccole qui:

(Fai click sulla foto per ingrandirla)


Rispetto alla ricetta di Maya io ho solo diminuito il sale (8 g invece di 14! e omesso il malto)

L'esperimento col licoli NON rinfrescato direi che è riuscito benissimo.
Inoltre in questa maniera risulta molto più comodo panificare e pianificare il resto delle cose da fare.
Brava Maya! :)))

Che altro dire...?
Ah, sì!

Alla fine questa predizione Maya si è avverata!!!


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Ciao e alla Prossima.

Lo Ziopiero

Guardate anche le altre realizzazioni:

Amalgamiamo tre composti diversi - Video

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Quest'inverno stavo facendo per l'ennesima volta l'Opèra e, mentre preparavo il biscuit di nocciole (le mandorle le avevo finite), mi sono reso conto che non avevo mai fatto un filmato di come si dovrebbero unire 3 composti diversi, cioé una massa aereata montata, una massa liquida fissa e una massa polverosa (tipicamente farina).

Così ho pensato di porre subito rimedio!

Ho montato la compattina sul cavalletto e... voilà!


Certo la qualità del filmato lascia molto a desiderare ma i passi essenziali spero siano chiari.


Peraltro questo può esser utile anche per capire come amalgamare due soli composti, come massa montata e massa fissa (es. Crema Chantilly), o massa fissa e farine (es. Pan di Spagna)

Il principio è sempre quello.

E adesso, siete pronti ad amalgamare?

:)))



Ciao e alla Prossima.

Lo Ziopiero

Guardate anche le altre realizzazioni:

Gelato all'Arancia e...un Bacione a Firenze!

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Azzipie'! E' 'na vita che non pubblichi un gelato nuovo!

E' vero! Hai ragione! Confesso che ultimamente ho replicato gelati già fatti e rifatti, come ad esempio questo allo zabaione, o quest'altro ai pistacchi. Te li ricordi?

Eccome no? A me poi piace particolarmente quello al cioccolato, sia cremosissimo sia cioccolatissimo!
Adoro poi quelli alla frutta....

Ecco, appunto. Gelati di frutta.
Non sono sempre facili da fare, ma con qualche accorgimento si possono ottenere risultati più che apprezzabili, come in questo caso:

(Fai click sulla foto per ingrandirla)

Ingredineti:
4 arance succose
½ limone
200 g zucchero
200 g panna
200 g latte
3 cucchiai di liquore all'arancia (facoltativo)


Spremete le arance e il mezzo limone, aggiungetevi lo zucchero e mettete sul fuoco fino a poco prima dell’ebolizione.
Fate freddare.
Unite panna, latte e liquore. Mescolate per bene.
Lasciate in frigo una mezza giornata e poi fate il gelato: con la gelatiera se ne avete una, oppure mettete il composto nel freezer e mescolate ogni mezz'ora fino a quando diventa bello cremoso (questo procedimento non l'ho mai provato personalmente, ma di solito funziona).

= = = = 

Come sapete sono stato a Firenze, al secondo raduno delle bloggalline :)))

Del raduno hanno scritto molto Vaty, Monica, Berry e tante altre.

Per me è stata anche l'occasione per rivedere Nanni e Gaia, due amici di vecchia data, e per fare qualche scatto di una città meravigliosa che ho sempra adorato

Diciamo che sono scatti... da un punto di vista diverso! :)))

Scorcio di Cupola
(Fai click sulla foto per ingrandirla)

Il Duomo dal basso
(Fai click sulla foto per ingrandirla)

 Le Colonne di Piazza Santa Annunziata
(Fai click sulla foto per ingrandirla)
 Il Fianco di Santa Maria Novella
(Fai click sulla foto per ingrandirla)

Scorcio di San Lorenzo attraverso il Capitello
(amo molto questa foto)
(Fai click sulla foto per ingrandirla)

Scorcio di Santa Croce
(anche questa)
(Fai click sulla foto per ingrandirla)
 
Ciao e alla Prossima.

Lo Ziopiero

Guardate anche le altre realizzazioni:
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