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Scatti 27 - Luce dipinta

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A Pie', ma tu hai mai dipinto con la luce?

Con la luce ?!?!?!?!!???????

Sì, con la luce. Tu prendi un soggetto e con un filo di luce lo dipingi

O_o ....Scusa, in che senso?!?!!?

Nel senso che illumini il tuo soggetto con un fascio di luce e poi muovi il fascio come fosse un pennello!

O_o .... ah!

Ovviamente devi lavorare completamente al buio, avere la reflex fissa sul cavalletto, regolarti con i tempi, usare un diaframma....bla bla bla

Eccololà! I miei due neuroni sono già andati in tilt!!!

Però il tarlo nel retrocranio del cervello ha iniziato a criccare

cri cri cri
Lucedipinta

cri cri cri
Fascio di luce

cri cri cri
Pennellare

cri cri cri
Tutto buio

Così dopo qualche giorno di elucubrazioni e di tarantelle tra neuroni, ho capito che riuscire a fare foto tipo questa:

(Fai click sullla foto per ingrandirla)

non sarebbe stato poi così difficile.

Basta solo attrezzarsi e organizzarsi.

Che fate? Mi volete seguire nell'avventura?

Occorrente
  • Reflex (vabbe'...)
  • Torcia elettrica
  • Cartoncino nero
  • Nastro adesivo
  • Carta da forno (facoltativa)
  • Telecomando della reflex (facoltativo)
  • Cavalletto*
  • ...un po' di tecnica!

* per chi non l'avesse è sufficiente anche un piano di appoggio stabile e sicuro dove appoggiare la reflex


Preparazione del set

La luce
Con l'illuminazione dovremo lavorare di precisione, per cui la torcia va modificata in modo che faccia solo un filo di luce, sistemando un cartoncino nero sul vetro e facendo un piccolo buchino.

Ammetto che l'accrocco che ho costruito è inguardabile, ma vi assicuro che svolge benissimo la sua funzione! :)))

(Fai click sullla foto per ingrandirla)

Ecco fatto!

Volendo potete schermare il fascio di luce mettendo un pezzo di carta da forno in corrispondenza del buchino che avrete praticato.

Il buio
A questo punto immagino abbiate tutti intuito che lavoraremo praticamente al buio.
L'unica luce sarà quella della nostra torcia elettrica, per cui dovete fare in modo che altre luci non ci siano.
Questo comporta che l'ambiente in cui opereremo debba esserci familiare per consentirci di muoverci senza il rischio di inciampare o cadere.
Liberate quindi il campo da ogni cosa che possa impedirvi dei liberi movimenti.

Il Soggetto
Avrete anche capito che il soggetto dovrà stare fermo immobile, quindi non sognatevi di fotografare il vostro gatto che salta spiritato da una sedia all'altra.
Iniziate con delle "nature morte", come frutta o altri oggetti inanimati.

(Fai click sullla foto per ingrandirla)


La posizione della reflex 
La distanza della reflex dal soggetto dipende essenzialmente da come volete rappresentarlo e da quale obiettivo utilizzate.
La cosa però più importante è che la reflex sia stabile (quindi se avete un cavalletto utilizzatelo)


Impostazioni della reflex 

Come prima prova vi suggerisco:
  • Modalità Manuale (via tutti gli automatismi che prendono decisioni al posto nostro. Se dobbiamo fotografare come si deve le decisioni le dobbiamo prendere solo noi!!!)
  • Esposizione 30 secondi (ci serve tempo)
  • Diaframma f/8 (ci serve nitidezza)
  • ISO 100 (ci serve riduzione minimo del "rumore")
  • Autoscatto (2 secondi di ritardo vanno bene)

La messa a fuoco

Dovendo scattare al buio ovviamente non potete usufruire della messa a fuoco automatica.
O quasi.
Se non siete pratici con la messa a fuoco manuale, potete mettere a fuoco in automatico alla presenza della luce, disabilitare poi la messa a fuoco automatica (di solito c'è una levetta sull'obiettivo con le due posizioni: AF e MF; posizionatela su MF, Manual Focus) e non spostare più la reflex per tutta la durata dell'esperimento.
Vabbe', se la spostate ricordatevi di rimettere poi a fuoco con lo stesso sistema :)

E ora siamo pronti per...


Dipingere con la luce

Il concetto è questo: mentre l'otturatore della reflex è aperto (abbiamo stabilito che lo sarà per 30 secondi), noi con la nostra torcia illuminiamo le parti del soggetto che vogliamo far apparire.
Più le illuminiamo più appariranno chiare nella foto. E viceversa.

In questa maniera possiamo decidere noi cosa far vedere o non vedere in una foto, così come possiamo creare o togliere le ombre. Vediamo alcune prove:

(Fai click sullla foto per ingrandirla)


(Fai click sullla foto per ingrandirla)

Se volete un effetto tipo "Caravaggesco"è importante cercare di non illuminare tutte le parti dietro i soggetti.

Dopo ogni scatto guardate subito il risultato.

All'inizio aspettatevi di fare degli errori; sono necessari per capire meglio il funzionamento di tale tecnica.

In generale se una parte del soggetto è meno illuminata rispetto alle vostre aspettative, rifate lo scatto  soffermandovi di più in quel punto con il vostro fascio di luce. Se risulta troppo illuminata, allora il fascio di luce va tenuto di meno.

Facciamo adesso un passo avanti:

Dopo qualche foto riuscita bene, vorrete fare di più e vi accorgerete che 30 secondi sono pochi.

Se avete una reflex con la funzione "Bulb" potete superare tale limite.

Questa funzione, infatti, ci permette di tenere aperto l'otturatore per un periodo di tempo lungo a piacere, a patto di avere un telecomando che blocchi il pulsante di scatto.

Vi do anche un'altra dritta: se durante lo scatto avete bisogno di accendere la luce (e ovviamente non potete interrompere lo scatto) attrezzatevi con un telo nero che posizionerete davanti all'obiettivo ogni qualvolta avete necessità di accendere la luce senza dover sospendere lo scatto.
E' chiaro che se lasciate il pulsante di scatto la foto sarà conclusa in quel momento. ;)


Variazioni sul tema

Una volta che avete chiara la tecnica, potete lavorare di fantasia.

Iniziamo con uno scatto facile. 

(Fai click sullla foto per ingrandirla)

Come vedete il mandarino è lo stesso e appare ripetuto 3 volte nello stesso scatto.
Come fare?
Semplice.

Si inizia posizionando il mandarino in una certa posizione e lo si "dipinge con la luce".
Poi si spegne la luce e si sposta il mandarino di qualche centimetro e si ricomincia a "dipingerlo".
E così via.

Chiaro, no?

A questo punto, seguendo la stessa tecnica, possiamo poi sbizzarrirci.

Guardate questa serie che ho chiamato Mutazioni Genetiche:

Goldannurca 1
(Fai click sullla foto per ingrandirla)

Goldannurca 2
(Fai click sullla foto per ingrandirla)


Goldannurca 3
(Fai click sullla foto per ingrandirla)

In pratica, come per la foto dei 3 mandarini, prima si dipinge mezza mela di un tipo, poi si sostituisce con un'altra mela, e si dipinge l'altra metà.
La tecnica richiede un po' di occhio, ma alla fine vedrete che ci riuscirete! :)))

Ma ci sono anche altre strane combinazioni che si possono ottenere.
Che ne pensate di un'annurcancia? O di un'arangolden?

Annurcancia
(Fai click sullla foto per ingrandirla)

Arangolden
(Fai click sullla foto per ingrandirla)


Evoluzioni tecniche

Coloro che sono dotati di un flash esterno possono sostituirlo alla torcia, apportando una semplice modifica del costo di 30 centesimi

(Fai click sullla foto per ingrandirla)


Costruite il vostro "tubone", infilateci dentro il flash e fatelo lampeggiare azionandolo a mano.

Ecco un esempio di una foto scattata usando il flash dentro il "tubone".

(Fai click sullla foto per ingrandirla)

I più attenti osservatori avranno certamente notato dai riflessi presenti i diversi scatti di flash sulla mela di destra ;)

Allora, tutto chiaro?
Siete pronti?

Prima di concludere ci tengo a segnalarvi come una svalvolata di nostra conoscenza alla quale avevo svelato in anticipo questa tecnica, si è già messa all'opera, realizzando questo bel servizio fotografico.

Mi piace inserire in questo post un paio di sue foto "dipinte con la luce" e che mi hanno molto colpito.

Notate l'assenza di ombre in questa foto:

(Fai click sullla foto per ingrandirla)
Ottimo risultato, direi.

Idem per quest'altra:

(Fai click sullla foto per ingrandirla)


Brava Tam!
Sei riuscita a fare meraviglie nonostante quelle poche mie spiegazioni incomprensibili! :)))

Mi hai definito il tuo mentore fotografico, ma qui l'artista sei tu!

Questo post lo dedico a te.

E voi?

Vi è piaciuto il tutorial?
Vi piacerebbe averne degli altri, tipo come ottenere effetti tipo questo?

(Fai click sullla foto per ingrandirla)
OK!

Allora....Un grazie di ....

(Fai click sullla foto per ingrandirla)


Ciao e alla Prossima.

Lo Ziopiero

Guardate anche le altre realizzazioni:

Tortelli Milanesi di Carnevale

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Vi siete mai chiesti perché alcuni dolci siano abbianati ad un particolare evento o periodo dell'anno?

Panettone e Pandoro a Natale
Pastiera e Colomba a Pasqua
Frappe e Castagnole a Carnevale.

Ma scusatemi: uno i dolci se li deve fare quando ne ha voglia, quando si sente ispirato. Mica alla feste comandate! 

Disceeeee....ma allora perché tu ti presenti puntuale a Carnevale con i Tortelli Milanesi?

E' vero!
Ma io son 6 mesi che ne avevo voglia e non avevo mai trovato l'occasione giusta per farli.

Anche perché a casa mia quando pronuncio la parola fritto tutti storcon la bocca pensando alle conseguenze, per poi però raddrizzarla modello smile non appena iniziano a mangiarsi qualcuno dei miei fritti, sempre digeribilissimi e per niente pesanti (e lasciatemela "tirare" ogni tanto! :P :P )

Così lo scorso week end mi sono messo all'opera, stimolato anche dalla presenza di mio cognato, ottima forchetta, anzi in questo caso dovrei dire ottime mani, visto che questi tortelli si devono mangiare rigorosamente con le mani!!!

(Fai click sulla foto per ingrandirla)
Azzzi', ma che so 'sti tortelli? A me sembrano dei mini bigné fritti!!!

Effetivamente non ho mai capito perché vengano chiamati tortelli, però ho capito una cosa: che sono micidiali! Danno assuefazione. Se fritti bene manco li senti. Scivolan giù come come le palline da flipper quando puntano la buca!

...e poi...questa crema chantilly con cui li andrete a riempire...mmmmm

(Fai click sulla foto per ingrandirla)
Ora se li volete far per Carnevale, sbrigatevi!

La Ricetta

Dosi per 40 tortelli circa


Crema Chantilly
250 g Latte
100 g Panna liquida
4 Tuorli
100 g zucchero semolato
12 g amido di mais
12 g amido di riso
Zeste di limone
Semi di vaniglia.
e poi
150 g panna montata

Fate la crema come la sapete fare voi.
Se volete vedere come la faccio io, guardatevi il filmato in questo post.
Fatela freddare in frigo per qualche ora.
Poi uniteci la panna montata, con la tecnica spiegata qui.

(Fai click sull'immagine per ingrandirla)

Tortelli
250 g acqua
50 g di burro
150 g di farina ben setacciata
3 uova
2 cucchiai di zucchero
zeste di un limone
un pizzico di sale
(le dosi le ho prese da qui)

La tecnica per l'impasto è quella della Pasta Choux (nel post linkato troverete anche un filmato).

In un pentolino si mettono acqua sale zucchero e zeste e si porta ad ebollizione; quindi si tuffa dentro il burro a pezzetti e lo si lascia sciogliere.
Infine in un sol colpo si versa la farina e si inizia a mescolare fino ad ottenere una pasta che si stacchi con facilità dal pentolino.

A questo punto se avete la planetaria versatevi dentro la pasta e le 3 uova e mescolate usando il gancio a foglia.
Altrimenti togliete la pasta dal fuoco e incorporate le uova una alla volta fin quando il precedente non venga amalgamato perfettamente.

Lasciate riposare la pasta per almeno un'oretta.

A questo punto formate delle palline grandi come noci, prelevando via via l'impasto necessario con un cucchiaio e con un dito bagnato poi lo riversate sulla carta da forno.
Se non volete spoercarvi le dita, allora potete usare un secondo cucchiaio al posto delle dita! :))

(Fai click sulla foto per ingrandirla)

Arrivati a questo punto è giunto il momento di friggere!
Olio di arachidi a 180° e....plof! :)))

La frittura richiederà qualche minuto e la parte divertente, come noterete, è che i tortelli, quasi miracolosamente, si gireranno da soli!!!

Sì, avete capito bene: si girano da soli!!!! :))))

Non ci credete?
Guardatevi questo breve filmato:


Come avete potuto notare durante la frittura i tortelli inizieranno ad aumentare di volume gonfiandosi da sotto, così la parte leggera tenderà a portarsi in alto, facendoli girare su se stessi!

Se ben fritti rimarranno cavi all’interno, condizione indispensabile perché dovrete generosamente riempirli con la crema chantilly.

(Fai click sulla foto per ingrandirla)

Una volta riempiti cospargerteli di zucchero a velo e serviteli.

(Fai click sulla foto per ingrandirla)


Allora, che aspettate? Che ve lo devo dire io?


(Fai click sulla foto per ingrandirla)



Aho, se poi li volete fare pure a Pasqua, o a Natale, o il 27 marzo, non si offende nessuno, eh?
Purché vengano così!!!!
:)))))

(Fai click sull'immagine per ingrandirla)


Ciao e alla Prossima.

Lo Ziopiero

Guardate anche le altre realizzazioni:

Frutta Fritta Caramellata

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(Fai click sulla foto per ingrandirla)

Qui la gente arriva a frotte
Esce fuor da ogni fratta
E mi chiede della frutta...
E la vuole pure fritta!
E avrebbe pure fretta!!!


(Fai click sulla foto per ingrandirla)

Dovrei prender la scodella
Farci dentro la pastella
Scaldar l'olio su in padella
Tagliar frutta poi a rotella

(Fai click sulla foto per ingrandirla)


Dargli poi una spintarella
Fargli far la tarantella
Poi a scolar su una gratella
E finisce la storiella...

Ma siam sicuri verrà bella?

(Fai click sulla foto per ingrandirla)

Ma ecco che alla chetichella
Mi si è accessa una fiammella:
E se mettessi la cannella?
Verrà come una modella!
Già la vedo in passerella...
Una bella femminella...
Con il don della favella...
Forse un poco puttanella...
Certo no una santerella...
Mi si torcon le budella...
Sto per fare una cappella?

(Fai click sull'immagine per ingrandirla)

Sento già la campanella
Già mi casca la mascella
Guardo in alto la tavella
Si riaccende la fiammella...
Sarà a mo' di caramella!!!!
Tutta quanta scrocchiarella
Snella come una gazzella
Potrar far la damigella!
Con un po' di tintarella
Di sicuro sarà assai bella!

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Ma cos'esce dallo scrigno?
Ha uno sguardo un poco arcigno
Con quel collo segaligno
A dir vero un po' serpigno
Di colore sul rossigno
Dalla rabbia già digrigno
E per poco non mi indigno
Quasi quasi me la svigno...

Ma alla fine poi sogghigno
Guardo bene e lo designo:
Questo qua è un gran bel cigno!

(Fai click sulla foto per ingrandirla)


Già lo so, me lo chiedete
La ricetta voi volete
Di sicur non resistete
E tosto poi vi butterete

Via di corsa la farete
Di sicur non resistete 
Appagati rimarrete
E questo fritto poi amerete


(Fai click sull'immagine per ingrandirla)

Quindi tosto mi confesso
E ai segreti vi do accesso
Sicché chi sarà connesso
Puo' rifarla con successo

Ora in versi ve lo svelo
Certo un po' ci vuol di zelo
E d'astuzia almeno un pelo
Per non combinar sfacelo

La tempura s'ha da fare
E la frutta poi tagliare
Dentro poi la tufferete
ed infin la friggerete

Nel frattempo il caramello
Sotto il fuoco pazzerello
Sta cuocendo bello bello
Pronto per il gran duello

Sarà dura e già vi avviso
Ma in un gesto ben deciso
E in un tempo assai conciso
Il lavor sarà preciso

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E per crear la giusta crosta
Giù nell'acqua andrà disposta
Ma un secondo e poi trasposta
E in un piatto poi riposta

(Fai click sulla foto per ingrandirla)




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Se fin qui siete arrivati
Spero voi siate appagati
I vostri sogni poi avverati
E i complimenti meritati

Come vostro consigliero
Mi si legge nel pensiero:
Di voi tutti son assai fiero
Qui mi firmo....Lo Ziopiero



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Ciao e alla Prossima.

Lo Ziopiero

Guardate anche le altre realizzazioni:

Pane caldo del mattino

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Quante volte alzandoci dal letto la mattina vorremmo trovare una bella pagnotta calda calda appena sfornata?

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Iniziare la giornata con lo scricchiolio della crosta, vedere il fumo che esce durante il taglio...inebriarsi poi dal profumo che emana e che si diffonde....

...e poi condire il tutto con una generosa dose di marmellata ...il primo morso...il secondo...il terzo...

Già, ma come fare ad avere al mattino il pane appena sfornato, magari fatto da noi?

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Chi panifica sa bene che ci sono tempi da rispettare e riuscire a coordinare il tutto non è sempre facile.

Qualche sacrificio bisogna pur farlo, ma neanche tanti!

Seguitemi!

E vedrete che tutto si può fare.
Anche senza sacrifici!
Basta un minimo di organizzazione! ;)

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Si parte dal mattino del giorno prima, con un prefermento.
Poi si va a lavorare o a fare altre cose.
Nel tardo pomeriggio un rapido impasto e la sera prima di andare a dormire si dà la forma al pane.
Il mattino seguente, appena alzati, si accende il forno a 240° e si inforna; una doccia, il tempo di metter su la macchinetta del caffé e.....

(Fai click sulla foto per ingrandirla)
Visto?
Tempo massimo 20' da quando ci siamo alzati ed il nostro pane è pronto!

Ecco la tabella di marcia in sintesi.




Ed ecco dosi e procedimento:

Al mattino:
200 g di acqua
200 g di farina manitoba
50 g LM o licoli (o 3 g di lievito di birrra fresco)
  • Impastate e coprite.

Al pomeriggio
800 g di farine*
550 g di acqua (ma poi regolati fino a 600 g è ok)
18 g di sale

*fate voi il mix che più vi aggrada, tra farina 00, farina integrale, kamut, enkir, segale, grano saraceno, grano duro...

  • Impastate fino a incordatura (o quasi); eventualmente finite a mano con un po' di Slap and Fold
  • Lasciate riposare un paio d'ore.

La sera
  • Mettete negli stampi da plumcake due strofinacci ben infarinati con farina di semola:
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  • Con l'impasto fate due rotolini e adagiateli negli stampi
  • Spolverateli di semola:
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  • Ricopriteli con gli strofinacci
  • Andate a dormire

Al mattino dopo

 Troverete il vostro pane pronto per esser cotto:
(Fai click sulla foto per ingrandirla)

  • Accendete il forno a 240°
  • Infarinate una teglia (preferibilmente in ferro) 
  • Girate delicatamente il pane sopra la teglia (vedete il filmato che segue)
  • Cuocete fino a cottura....
  • Gioite al primo taglio...
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Comeeee?
Ah, sì! Il filmato!




Ciao e alla Prossima.

Lo Ziopiero


(Fai click sull'immagine per ingrandirla)



Guardate anche le altre realizzazioni:

Tonno (quasi) in crosta - Post in rima nr. 2

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Se la frutta vi è piaciuta
E le scritte tutte in rima
Un’idea mi è già venuta
Ve la dico quanto prima

Sarà buon sarà veloce
Ed il gusto garantito
Sarà un piatto che non scuoce
E non si tratta di bollito

Pan grattato e pecorino
Son di alto gradimento
Aglio, zenzero e cumino
E poi un bel mescolamento

Tonno poi va sì acquistato
Bello fresco e poi panato
Nella teglia sì adagiato
E ovviamente bello oliato

Con pinoli, per finire
Sotto e sopra voi ornerete
Il prezzemolo a guarnire
E del pepe se l’avete

(Fai click sulla foto per ingrandirla)

Teglia in forno giusto il tempo
Di veder sopra la crosta
Io vi svelo nel contempo
Dove ho preso la proposta

Lei del mar è la regina
Anche se un po’ svalvolata
Ha la mente sopraffina
Anche se arzigogolata

Vero è che non fu tonno
Ma giganti calamari
Che mi tolser pure il sonno
Dopo tutti quei calvari

E’ un gran degno sostituto
A cui son molto devoto
Orsù dai, mo vi saluto
Regalandovi una foto

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Questo fiore ho immortalato
Mentre rapido cadea
Dal rametto si è staccato
E la terra raggiungea

La fortuna ha qui voluto
Prima che terra toccasse
Che scattassi risoluto
Molto prima che atterrasse

Certo un po’ ci vuole impegno
E la reflex sempre pronta
Sper per voi di esser degno
Questo è quanto per me conta!

Lo Ziopiero


Guardate anche le altre realizzazioni:

Pane al pomodoro e rosmarino (con filmati!)

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Quando ho visto questo pane prima da Piccola Peste Due e poi da Piccola Peste Uno ho pensato subito di rifarlo.

L'idea di unire nell'impasto il concentrato di pomodoro e il rosmarino tagliuzzato ha solleticato la mia fantasia.

Solo che il metodo di impastamento anzi, per meglio dire, di non impastamento, non mi aveva molto convinto, lo ammetto.

Poi, dopo aver fatto questo panepizza con un metodo assai simile, mi son fatto persuaso! :)))

E ho fatto bene!

(Fai click sulla foto per ingrandirla)

Il risultato, come vedete, è un pane dal colore attraente, giustamente alveolato, assai profumato e dal sapore deciso!

Ovvio, dovete usare delle farine buone e voi lo sapete...ve lo dico sempre...le farine sono...

 FON-DA-MEN-TA-LI


Fondamentali sono anche gli altri ingredienti, ovviamente.
Anche del semplice rosmarino, che deve essere fresco e profumato.

(Fai click sulla foto per ingrandirla)

 Mescolatelo insieme alla farina, in modo da profumarla da subito...


(Fai click sulla foto per ingrandirla)

Ma vediamo meglio il passo passo che, come già detto, è semplicissimo:

Ingredienti per due filoncini:

Ricetta Originale
400 g di licoli
600 g di farina 0
300 g di acqua molto calda
60 g di concentrato di pomodoro (meglio se avete lo strattu)
3 cucchiai di olio evo
una manciata abbondante di rosmarino tritato
15 g di sale

Ricetta Modificata da Ziopiero
Prefermento
200 g farina manitoba
200 g acqua
50 g di licoli o 50 g di Pasta Madre o 2 g di lievito di birra
  • Impastare e dopo 12 ore inserite gli altri ingredienti

600 g di farina 0
300 g di acqua molto calda
60 g di concentrato di pomodoro (meglio se avete lo strattu)
3 cucchiai di olio evo
una manciata abbondante di rosmarino tritato
15 g di sale

Da qui il procedimento è uguale.
  • Impastate in un ciotolone, mescolando il tutto con una forchetta.

(Fai click sull'immagine per ingrandirla)

  •  Lasciate poi riposare una decina di minuti
  • A questo punto occorre una decina di pieghe di rigenero, come in questo filmato.


  • Ripetete l'operazione altre due volte, facendo una pausa di 10' ogni giro di pieghe.
  • Dopo il terzo giro di pieghe fate riposare l'impasto per circa un'oretta.
  • Predisponete i vostri stampi con dentro un telo da cucina spolverato di semola rimacinata di grano duro.
  • Formate i vostri filoncini, sistemateli negli stampi, copriteli e lasciateli lievitare (tempo stimato tra le 6 e le 8 ore, dipende dall'ambiente e dalla temperatura)

(Fai click sull'immagine per ingrandirla)

  • Accendete il forno impostando la temperatura a 250°
  • Infarinate una teglia (preferibilmente in ferro) con della semola di grano duro
  • Rivoltate i due filoncini, come illustrato nel filmato


  • Infornate direttamente sulla base del forno per 12'
  • Abbassate poi la temperatura a 220°
  • Portate il pane al primo piano basso del forno e continuate fino a cottura

(Fai click sull'immagine per ingrandirla)

Devo dirvi che questo pane mi ha ricordato tanto le merende campagnole, un po' rustiche, modello tovaglia a quadtretti bianchi e rossi.
A casetta mia me lo sono apparecchiato e gustato, ancora caldo fumante, con del semplice formaggio e qualche oliva.

E così ho allestito il set fotografico:

(Fai click sulla foto per ingrandirla)

Fotografavo e...smozzicavo!!! :D :D :D


(Fai click sulla foto per ingrandirla)

Smozzicavo e fotografavo!


(Fai click sull'immagine per ingrandirla)

Vi confesso una cosa: una volta che ho finito di smozzicare, ho subito rinfrescato il licoli per farlo di nuovo!
Ho però adottato dosi e procedimento diversi (vedi sopra "Ricetta Modificata da Ziopiero").
L'ho rifatto anche con il lievito madre solido e il risultato è stato pressoché identico ;)

Quindi a voi la scelta: se avete tanto licoli da smaltire, fate pure la ricetta originale, che peraltro è un impasto diretto per cui fate pure prima, altrimenti potete adottare mie dosi e modifiche.

Questo pane fatto con i lieviti naturali si conserva bene per 6-7 giorni, purché coperto con un panno.

Se poi non avete lieviti naturali, potete usare 2 g di lievito di birra (vedi sopra "Ricetta Modificata da Ziopiero"). Il risultato non sarò identico, soprattutto per la conservazione, ma vale comunque la pena farlo!

Ve lo dico: questo pane, in pratica è diventato, il mio pane di tutti i giorni! :))))

Ve lo consiglio caldamente! ;)

E per concludere....un regalo alla mia amica Patty Patty, che questo mese ospita Panissimo, la raccolta ideata da Sandra e Barbara. :)))


Image and video hosting by TinyPic

Patty, Sandra, Barbara, questo pane è piccola cosa rispetto alle tante che vedo pubblicate su Panissimo, ma spero che almeno il metodo e i filmati possano tornare utile per tutte le persone che vi leggono.

Ciao e alla Prossima.


(Fai click sull'immagine per ingrandirla)



Lo Ziopiero

Guardate anche le altre realizzazioni:

Crumble di mele semplice e veloce!

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Ma quanto è semplice il crumble!
E quanto è buono!!!
E poi mi piace questa cosa che c'è un sotto e poi un sopra

...e soprattutto...un sano mescolamento di sapori e densità!

(Fai click sulla foto per ingrandirla)

In pasticceria si dice che un dolce debba essere morbido, croccante e cremoso.

Il crumble sicuramente è morbido (il sotto) e croccante (il sopra):

(Fai click sulla foto per ingrandirla)

Ma noi basta poco per renderlo cremoso, vero? ;)

(Fai click sulla foto per ingrandirla)

E' un dolce, quindi, che può tranquillamente essere messo nella categoria Buoni e Veloci, una delle più visitate di questo blog.

DiSceeeeee....sì, vabbe', ma ce voj di' come se fa?

:))))

Ingredienti

Per una teglia rettangolare 33x20cm o una teglia rotonda di diametro 28cm


Il sotto
5 mele tipo golden tagliate a tocchetti
5 cucchiai di zucchero
2,5 cucchiai di farina (cattura il liquido rilaciato dalle mele mentre cuociono formando una cremina)
Una manciata abbondante di uvetta (non c'è bisogno di ammollarla e strizzarla)
Succo di un limone
Zeste di limone

  • Mescolate il tutto
  • Versate in una teglia imburrata e infarinata
  • Livellate il tutto con una spatola

Il sopra
300 g di farina
150 g di burro
150 g di zucchero

  • Frullate fino ad ottenere tante briciole
  • Ricoprite il sotto
  • Appiattite con le mani
  • Infornate a 200°
  • Cuocere per circa un'ora o fin quando sopra non si forma una bella crosticina (eventualmente alla fine accendete il grill per due minuti)

 Il Cremoso
Be', che ve lo devo dire io come si fa la Crema Pasticcera?


(Fai click sull'immagine per ingrandirla)

Dai, cosa aspettate a farlo e papparlo?

(Fai click sulla foto per ingrandirla)


Ciao e alla Prossima.


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Lo Ziopiero

Guardate anche le altre realizzazioni:

La "Vera" storia della Tarte Tatin e la mia versione con Pere e Gorgonzola

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(Fai click sulla foto per ingrandirla)

Vi ricordate la "vera" storia di come è nato il Kaiserschmarrn?
(Se non ve la ricordate andatevela a rileggere che è esilarante!)

Ecco. Oggi vi svelerò l'origine di un'altra delizia, con l'aggiunta finale di una mia ricetta inedita!

Mettetevi comodi!
:)))

C'era una volta a Lamotte-Beuvron, un antico paesino al centro della Francia, un ristorantino tanto carino, gestito da due sorelle: Stephanie e Caroline Tatin.

Tutti i cacciatori della zona, prima di andare nei boschi, facevano tappa in questo locale per fare la scorta di cibo e, soprattutto, per rifarsi gli occhi!

La bellezza di Stephanie, infatti, era sconvolgente.

Le sue vesti, spesso discinte, nulla lasciavan immaginare attraverso le scollature: era tutto più che evidente!
Forse per questo motivo si preoccupava di ricevere lei i clienti e di prendere poi tutte le ordinazioni.

Madame Tatin, je voudrais...
puntualmente esordiva il cacciatore di turno guardandola non proprio negli occhi mentre lei, altrettanto puntualmente, mesceva il vino inchinandosi esageratamente...

Gli affari, ovviamente, andavano a gonfie vele!

Sempre puntualmente, alla fine della caccia, la cui durata guarda caso diventava sempre più breve, tutti i cacciatori tornavano al ristorantino per rifocillarsi, pancia e vista.

E la sosta, guarda caso, durava sempre di più.

Il bottino dei cacciatori, invece, era sempre più povero.
Tanto è vero che proprio accanto al ristorantino aveva aperto una sorta di boucherie la cui specialità pare fosse la vendita di animali già belli impallinati a testimonianza dell'avvenuta caccia, giusto per salvare l'apparenza al rientro a casa. I francesi, si sa, sono molto orgogliosi!

L'altra sorella, Caroline, era invece timida e bruttarella ma, per la legge della compensazione, aveva una dote innata: cucinava meravigliosamente bene!

Sicuramente per questi motivi fu destinata a forni e fornelli.

Certo è che la gelosia e l'invidia la divoravano!
Tutti i meriti, e le attenzioni, se li beccava la sorella!

Il n'est ne pas possible! Tous les homme se li becc chel fetent de ma soeur! Gnaafazz plus!
Je me dev inventer chelchesciua'!

E fu così che un giorno si presentò al ristorantino vestita di tutto punto e truccata manco fosse la Parietti.

Che t'ha pres?
Le chiese sbigottita Stephanie.

Ma cher, ho pense' que potem fa' mpoperùn! 
Disse, mentre tra sé e sé pensava: Aujourd'hui tous les hommes me li cuc mua' !

Poi, perentoria, aggiunse:
Tua' va' a cousinier que à le ordinations ce penz mua'!

Stephanie, forse stanca dello sfarfallare tra i tavolini, non batté ciglio e si diresse dritto in cucina mentre Caroline iniziava la sua tarantella tra i cacciatori.

Sarà stata la novità, sarà stato il trucco provocante, sarà stata la fame, fatto sta che i cacciatori la accolsero con enorme gioia e, pur di averla sempre al tavolo, iniziarono ad ordinare ogni cosa passasse loro per la testa!

Nel frattempo la povera Stephanie iniziava ad esser in affanno tra i fornelli, combinando i primi casini!
Cominciò col mettere les aubergines nell' omellette aux oignons....
Poi decorò una torta con la mayonnaise pensando fosse della crema pasticcera!
Infine usò il petrolio dei lumicini per fare le crêpes flambées!!!

Ma quando poi arrivò il momento della famossissima tarte des pommes, Stephanie la fece proprio grossa e mise tutte le mele tagliate a fette direttamente nella teglia, dimenticandosi di stendervi sotto la pasta frolla!

Oooohhhh mon Dieu, mon Dieu de Paris!!!
Mais regarde tua' che casin hai combina'! 
Non te se po' lasser manc une fois en cousine que me topp tuttesciose!!!
L'apostrofò indignata Caroline

E mmo comm fam?
Disse piangendo Stephanie

A quel punto apparve chiaro che ognuna doveva riprendere possesso del proprio ruolo originale e fu così che Stephanie, accolta da un boato tipo stadio San Paolo ai tempi di Maradona, riapparve tra i tavolini e Caroline, indossata la parannans, si rimese tra i fornelli.

In men che non si dica modificò la frittata di aubergines in un raffinatissimo flan-de-melanzan e altrettanto rapidamente realizzò una crema pasticcera con il metodo Montersìn, un promettente pasticcere dell'epoca.
(Per le crêpes flambée non ci fu niente da fare, ormai erano completamente carbonizzate!).

Quanto alla tarte des pommes, poi, escogitò un metodo che, a sua insaputa, sarebbe poi diventato universale: fece la frolla e ce la schiaffò sopra pensando:

Quand serà pront, la catafott à l'envers et com va, va!

Il fatto fu che andò talmente bene che la ricetta non solo fu ripetuta negli anni seguenti ma venne poi riproposta anche nei grandi ristoranti francesi, tra cui il famosissimo Chez Maxim.
Ovviamente prese il nome delle due sorelle e ancor oggi viene chiamata Tarte Tatin!

Il ristorantino, peraltro, esiste ancora.

Veniamo adesso alla mia ricetta.

(Fai click sull'immagine per ingrandirla)


Il principio è identico con la differenza che qui la tarte è salata e ci va una brisé e al posto della frolla.

E il sotto, che poi diventerà il sopra, è con le pere e il gorgonzola.

(Fai click sull'immagine per ingrandirla)



Ingredienti
Per una teglia tonda da 26 cm

Per la brisé
300 g di farina
150 g di burro
Acqua fredda qb

  • Impastate fino ad ottenere prima una sabbiatura
  • Aggiungete qualche goccio d'acqua
  • Continuate ad impastare fino ad ottenere una palla bella compatta
  • Avvolgete la palla nel cellophane
  • Mettere in frigo a riposare un paio d'ore.

Per la farcia
4 pere abate grandi tagliate a fettine
150 g di gorgonzola dolce
150 g di formaggio morbido tipo fontina o asiago
una manciata di noci o arachidi (facoltativa)

  • Imburrate la teglia (solo burro, no farina!)
  • Disponete le fettine di pere a raggiera 
  • Sparpagliate il formaggio a dadini
  • A parte stendete la pasta brisé fino ad ottenere un cerchio un po' più grande della teglia
  • Adagiate la pasta brisé sopra la teglia 
  • Bucherellate con i rebbi di una forchetta la superficie
  • Infornate a 200° per 45 minuti circa o fino a quando la pasta risulta bella dorata e dai bordi si veda il "bruciacchiato" dello zucchero rilasciato dalla pere
  • Aspettate 10' che si intiepidisca
  • Capovolgete la tarte in un vassoio, preferibilmente piatto

La sua preparazione, come avete visto, è davvero facile e veloce e non a caso la troverete anche nella rubrica Buoni e Veloci

I suoi sapori hanno qualcosa di speciale.

Il contrasto tra il dolce zuccherino delle pere leggermente caramellate e il leggero acidulo del gorgonzola, impreziosito dal croccante della brisé, vi lasceranno in bocca una tale armonia di sapori che difficilmente resisterete alla tentazione di bissare, e poi trissare, e poi..come si dice? Quadrissare?

Insomma se la farete sarà come aver fatto tombola!!!!


(Fai click sulla foto per ingrandirla)


Ciao e alla Prossima.


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Lo Ziopiero

Guardate anche le altre realizzazioni:


Pizza Dolce di Pasqua - Versione dello Ziopiero

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Marzo 2013

Maria Teresa, alias Guadalupe, alias Emmettì, alias svalvolatadelcondominio (aho, manco Al Capone aveva tutti questi alias!!!) circa un anno fa mi sottopose la ricetta di questa pizza dolce dicendomi:

La farai?

Eccerto!

E poi mi dirai cosa ne pensi?

Eccerto! Anzi, la faremo insieme, ognuno per conto proprio, e poi confronteremo i risultati, ok?

OK! :))


Io la ricetta l'ho fatta e con Maria Teresa, alias Guadalupe, alias Emmettì, alias svalvolatadelcondominio ci siamo pure confrontati, ma poi, sapete come sono fatto, no?

Pubblica qui, pubblica lì, il post di questa pizza dolce è rimasto sempre in bozza.


In realtà c'è stato anche un altro motivo per cui non ho pubblicato subito: il rusultato di questo lievitato non mi aveva convinto.

Così mi ero ripromesso di rivederla facendo delle correzioni e magari rifacendola con il licoli

Ma andiamo con ordine, iniziando dalla ricetta originale, fatta con il lievito di birra, e le prime considerazioni:
 

Ricetta base con il lievito di birra (2013):
(in rosso le prime correzioni apportate)

Ingredienti:
600 g farina 0
150 g manitoba
150 g zucchero
100 g latte (io 200 g)
100 g olio evo
6 g lievito di birra
1 cucchiaio di semi di anice
1 cucchiaio di alchermes
1 cucchiaio di marsala
1 cucchiaio di rum
Zeste di un'arancia e un limone
2 uova (io 3)
3 g di sale


La ricetta dice di preparare la biga con tutto il lievito, 130 g di latte e 260 g di farina (manitoba + 110 di farina 0) e di lasciare lievitare tutta la notte.

A questo punto mi sembra doverosa una mia precisazione:
Chi panifica sa bene che nella biga la quantità di lievito si deve proporzionare a seconda del tempo di utilizzo successivo della biga stessa.

Per 12 ore (più o meno una notte) il peso del lievito non dovrebbe superare l'1% del peso della farina, altrimenti si rischia l'inacidimento del preimpasto, per cui, se si vuole far riposare la biga una notte intera, in questa ricetta dovreste sciogliere al massimo 2,6 g di lievito di birra (ma anche 2 g sono più che sufficienti) in 130 g di latte e 260 g di farina (manitoba + 110 di farina 0) e andarvene a dormire.
Ah, per la cronaca ne io ho messo solo 1g ;)
Il lievito rimanente lo metterete nel secondo impasto.

Se invece avete fretta, mettete pure tutto il lievito nelle stesse dosi di latte e farina, impastate, coprite con altra farina e aspettate fino a quando l'impasto crea delle crepe nella farina che lo copre.

A questo punto, sia che abbiate optato per la biga notturna, sia per quella di poche decine di minuti, impastate tutti gli ingredienti rimanenti insieme alla biga.

Dopo l'impasto anche qui avete due possibilità:
a) o fate lievitare fino al raddoppio
b) oppure fate partire la lievitazione (una trentina di minuti), parcheggiate poi l'impasto in frigo per qualche ora (anche una notte intera), tirate fuori l'impasto e lasciate lievitare fino al raddoppio.

Una volta che l'impasto è lievitato fino al raddoppio, indipendentemente dal procedimento a) o b), si fa un giro di pieghe dal bordo verso il centro, si gira l'impasto e lo si mette a lievitare in un pirottino:

(Fai click sulla foto per ingrandirla)
Fino a quando arriva a due cm dal bordo:

(Fai click sulla foto per ingrandirla)

Quindi si inforna a 200° per i primi 15 minuti e poi si passa a 180° fino a cottura avvenuta.

Durante la cottura la pizza lieviterà ancora, fino a presentare una bella cupoletta:

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Come sapete è buona norma aspettare qualche ora prima di tagliare la prima fetta....

(Fai click sulla foto per ingrandirla)
...e poi la seconda....
(Fai click sulla foto per ingrandirla)
...e infine la terza....
(Fai click sulla foto per ingrandirla)

(Fai click sull'immagine per ingrandirla)


Poi...è arrivato il momento dell'assaggio e dei commenti incrociati, che Emmettì ha raccolto fedelmente e che vi riporto qui:

Piero: "buon profumo, anche se dovuto tutto all'anice. Non ho sentito le arance."
Emmetti: è vero, solo anice e niente arance.
Piero: "i liquori non si sentono, non so se tu li hai percepiti."
Emmetti: io ho messo un 3 cucchiai di rosolio alla cannella perché mi piace molto, ma nonostante ciò il suo gusto andava quasi immaginato....
Piero: "L'impasto si presenta uniforme e compatto."
Emmetti: concordo
Piero: "Da mangiare è un po' una mappazza....ma se la inzuppi nel caffé...allora dà il suo meglio!"
Emmetti: vero, ma anche con un pezzo di uovo al cioccolato l'accoppiata è davvero strepitosa, secondo me! La scioglievolezza del cioccolato ben si sposa con la mappazza!
Piero: Insomma, è una torta da inzuppo.
Emmetti: non solo
Piero: Non credo ripeterei l'esperimento, (...) dubito possa meritare il lavoro che c'è dietro. A parità di sforzo si possono fare lievitati molto più saporiti...
Emmetti: ma alla fine non è che ci sia proprio un lavorone dietro, forse più i tempi di attesa..

...e la cosa finì lì...
...finì pure la pizza dolce...
...e finì nel dimenticatoio pure il post a suo tempo abbozzato!!!

Marzo 2014

Qualche settimana fa andai a riprendere questo post, che era rimasto abbozzato quasi un anno! (e non solo questo post!).

L'idea era quella di pubblicare questa ricetta prima di Pasqua.

Così mi son divertito a fare qualche collage....

(Fai click sull'immagine per ingrandirla)

Giusto per divertirmi un po' con le fotografie...e con alcuni giochi geometrici...

(Fai click sull'immagine per ingrandirla)

Solo che...sapete come la penso, no?
Quando una cosa non mi convince, non la posso pubblicare!

A meno che....non la rifaccio a modo mio!!!!

Nel frattempo Maria Teresa, alias Guadalupe, alias Emmettì, alias svalvolatadelcondominio aveva aperto un blog condiviso con Silvia e Tamara, e visto che è pure brava, le mando una mail con una proposta:

Emmettì, ricordi la pizza dolce di Pasqua? Che ne diresti se rivedessi tutto il procedimento e provassi a farne una versione Ziopieresca? Magari ci facciamo pure un post a 4 mani, che dici? :)))

Dopo 47" secondi arriva la risposta:
Sìììììììì

Mai Emmettì fu così rapida!!! :)))

E così, invogliato dall'entusiasmo di Emmettì, mi sono messo a meditare, riproporzionare, riflettere, immaginare ...e infine:

(Fai click sulla foto per ingrandirla)

Pizza Dolce di Pasqua dello Ziopiero (2014)
Ingredienti per un pirottino da 1 kg (tipo panettone per intenderci)

Prefermento
200 g farina manitoba
240 g di latte (100 g in origine)
70 g di lievito naturale (licoli o pasta madre)

  • Mescolate il tutto a far riposare 12 ore
Impasto
L'impasto prefermentato
400 g di farina manitoba
4 uova (in origine erano 2)
150 g di zucchero
100 g di olio di semi
65 g di limoncello (o altro liquore)
Zeste di limone e arancia
Semi di anice in abbondanza
3 g di sale.

Totale farina (compresa quella nel lievito) 650g rispetto i 750g della ricetta originale.
  • Impastate tutto insieme fino a incordatura
  • Lasciate riposare l'impasto 30'
  • Fate due pirlature a distanza di 30' l'una dall'altra, usando un goccino d'olio per far scivolare meglio l'impasto (guardate il filmato qua sotto, dove mostro la pirlatura del panettone)



  • Mettete nel pirottino a lievitare
  • Aspettate che arrivi fino a 2 cm dal bordo
  • Infornate a 160°
  • Tempo di cottura tra 55' e 65' circa

Adesso voi tutti vi domanderete, anzi mi domanderete: ma come è venuta?!?!?!!?

Prima di rispondervi provate ad indovinare voi la risposta...

Iniziate a guardare e poi immaginare la sofficità di questa mollica, la leggerezza dell'alveolatura...:

(Fai click sulla foto per ingrandirla)

Da parte mia posso dirvi che, dopo i cambiamenti apportati, questo lievitato ha cambiato notevolmente sapore, consistenza e, soprattutto, aspetto!

E lo si vede chiaramente dal confronto visivo (a sinistra quella del 2013 con il lievito di birra, a destra quella del 2014 con il lievito naturale):

(Fai click sull'immagine per ingrandirla)

Come potete vedere già dalla cupoletta lo sviluppo in verticale è stato notevole, merito sia del lievito naturale sia della pirlatura.

Ma poi anche l'alveolatura è molto differente. A sinistra molto più compatta mentre a destra è molto più aperta, anche qui merito sia del lievito naturale sia della tecnica di impastamento.

(Fai click sulla foto per ingrandirla)
Insomma, a questo punto mi sento di dirvi: FATELA!
(ma fate la mia, però, eh?)

Se volete poi uno schema dei tempi, eccovi la ormai nota tabella di marcia:



Per chi poi volesse godersi qualche collage...


(Fai click sull'immagine per ingrandirla)


(Fai click sull'immagine per ingrandirla)

piesse: anche questo che segue è un collage, anche se non sembra...  :))))

(Fai click sull'immagine per ingrandirla)
E adesso, dopo tutta questa sbrodolata di collage, andatevi a vedere il post di Maria Teresa, alias Guadalupe, alias Emmettì, alias svalvolatadelcondominio.

Ciao e alla Prossima.

Lo Ziopiero

Guardate anche le altre realizzazioni:

La Colomba di Pasqua e la sua "vera" storia...

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(Fai click sulla foto per ingrandirla)

PROLOGA...MENTE

Tam, ti ricordi cosa avevamo promesso dopo la Maratòn-Panettòn?

No!

Dai Tam. Davvero non ti ricordi?

NO!

Allora ti ricordi? 

NOO!

....????

...Pie', gnaaafazz! Dopo i panettoni ho avuto una crisi di rigetto! Solo all'idea di passare i fine settimana appresso ai grandi lievitati mi fa venire le bolle!

Ahahaha! Come ti capisco!
(che poi non l'ho detto, ma anche io ho avuto una crisi di rigetto...)
(cosa potrei fare per convincerla....o, meglio, per motivarla...)
(Idea!!!!!!)

Tam, ma tu lo sapevi che la Colomba ha origini salentine?

Pie', ma cosa dici? La Colomba è milanese, meneghina, longobarda!!!

...mmmm, ne sei proprio sicura? Senti qua...

LEGGENDA...MENTE

La "vera" Storia della Colomba
(libera interpretazione dello Ziopiero)

La storia della nascita della colomba pasquale è legata ad una leggenda risalente al VI secolo d.C. che vede come protagonisti la Regina del Salento, Tamaralinda, famosa all'epoca in tutta l'Apulia per le sue straordinarie doti culinarie, e l'abate irlandese Colombano, che in seguito a quanto sto per raccontare, divenne pure Santo!

Pare infatti che quando Colombano, insieme ai suoi monaci, andò a trovare la Regina Tamaralinda, questa offrì a Colombano e a tutti i monaci al suo seguito un lussuoso banchetto a base di Carne, Pere Candite, Riso Venere e Sacher Torte.

La svalvolata, però, non aveva considerato una cosa che subito Colombano le fece notare: era il periodo quaresimale (anche se pare che l'abate davanti a cotante  visioni gustative avesse invece detto: "Qua te senti male!").
Fatto sta che si era venuta a creare una situazione alquanto imbarazzante, anche dal punto di vista diplomatico (questa volta non in senso dolciario).
Come fare?

Fu così che a Colombano venne la brillante idea aggiustare capra e cavoli, ponendo la seguente condizione: avrebbero potuto consumare le carni solo dopo averle benedette!

Tutti annuirono felici e già stavano con i tovaglioli legati al collo e le gambe sotto i tavoli quando Colombano alzò la mano destra in segno di croce.

Fu allora che avvenne il miracolo (che poi a me sembra più una fregatura!): tutte le pietanze si trasformarono in candide colombe di pane, bianche come le tuniche degli stessi monaci i quali, ovviamente, si misero subito a pregare.

"Ekkekazz" pare invece avesse esclamato Tamaralinda prima di cadere a terra tarantolata!

Prontamente le sue due fidate ancelle, Maya da Cuminus e Francy de Colatio, la soccorsero e la portarono nelle sue stanze condominiali, riferendo poi agli storici che la Regina fosse svenuta per l'emozione di aver assistito in prima persona ad un miracolo e avesse sospirato un più diplomatico "gnaaafazz", tipica espressione della Regina.

Fatto sta che dopo questa paraculata Colombano fu pure fatto santo e, ovviamente, la colomba bianca divenne il suo simbolo iconografico, tanto è vero che la troviamo sempre raffigurata sulla sua spalla.

Tamaralinda, invece, dopo l'affronto subìto decise di abdicare e, insieme ad altre due valide cuoche, tali Silvia da Gattamielata e Maria Teresa de Guadalupe, fondò la Congrega delle Svalvolate e giurò di non voler più sentir parlare di colombe per il resto dei suoi giorni!

.....

Tamarali... ehmm, cioè, Tamara? Sei sempre lì...?
Mica sarai svenuta pure tu?

Pie'...gnaaafazzz!!!

Come? Sei ancora dell'idea di non fare la colomba pure ora che ti ho svelato le sue origini "salentine"? 
Dai, dai! Magari solo una colombina...su su!

Pie'! Che hai capito? Gnaaafazz dalle risate!!!
:D :D :D :D :D 

:))))
E la colomba...?

Pie', una sola però, eh? Come viene viene! :)))

Eddai che lo sai mejo de me che te vie' bene!!!!
E poi le promesse vanno mantenute! 
Dai, mentre tu vai a preparare gli ingredienti, io scrivo il post e magari racconto la versione ufficiale della storia! :)))


UFFICIAL...MENTE

La Colomba, si può dire, è la sorella minore del Panettone.

Il fatto che sia minore non vuol dir che sia meno difficile da fare; diciamo solo che è nata dopo.

L'invenzione, oserei dire commerciale, è da attribuire sempre a lui, Angelo Motta,  lo stesso pasticcere che nel 1919 ha inventato il Panettone.
(a proposito lo sapevate che fu proprio lui in persona ad inventare il pirottino con i buchi sotto?).

Ho parlato di invenzione commerciale perché dal punto di vista alimentare non si era inventato proprio nulla: stessa pasta, stessi ingredienti, e pure stessi macchinari!

Al prodotto finale cambiò solo la forma e la superficie, glassandola.

Fu poi grazie a Dino Villani, che la Colomba divenne famosa.

Ma prima di andare avanti varrebbe la pena spendere due paroline su questo signore, perché la sua storia, (questa volta vera!) è affascinante.

Dino Villani è l'inventore in Italia della comunicazione integrata(all'epoca non si chiamava così), che è una sorta di mix (all'epoca non si usava questa parola) di 3 cose: slogan (all'epoca non si chiamavano così), valorizzazione del prodotto e azione a sostegno dei media(all'epoca non si chiamavano così!).

Così Dino Villani nel 1937 lanciò (all'epoca questo verbo ancora non si usava ancora in questa accezione!) sul mercato (all'epoca il mercato era quello solo della frutta!) la Colomba Motta! (all'epoca la chiamarono proprio così!).

Non solo!
Come se non bastasse il buon Villani si inventò anche il logo (all'epoca non si chiamava così)  della Motta con la famosa M (sembra una banalità ma non lo è!).

Non solo!
Nel 1939 ideò insieme al grande Cesare Zavattini il concorso 5000lire per un sorriso, divenuto poi nel 1946 il ben più noto Miss Italia, lo spumeggiante concorso tra frizzi e lazzi (adesso c'è rimasto solo Frizzi!)

Non solo!
Trasformò il giorno di San Valentino nella Festa degli Innamorati.

Non solo!
Vi aggiungo anche che sempre il buon Villani, insieme a Giordano Dell'Amore, nel 1955 creò la Scuola di perfezionamento in economia aziendale per la formazione quadri direttivi di azienda, scuola che in seguito si sarebbe trasformata nella a noi nota più SDA Bocconi School of Management.

Insomma, avete capito di che personaggio stiamo parlando, sì?



PRATICA...MENTE

Ma torniamo, giustamente, alla nostra colomba e alla tanto attesa ricetta!

Dicevamo che il suo impasto è come quello del Panettone.
La farcitura non prevede l'uvetta passa.
E il sopra gode di una glassatura da leccarsi i baffi!!!
Una glassatura che ha trovato per noi direttamente Tamaralinda (!) e a mio avviso è la migliore di tutte.

Ricetta Colomba Pasquale

Ingredienti per una colomba da 1 kg

Primo impasto
80 g lievito madre o 95 g di licoli
180 g farina di forza o manitoba
70 g zucchero
90 g acqua
80 g burro
70 g tuorli
  • Montate tutto fino ad incordatura
  • Lasciate lievitare 10-12 ore (l'impasto deve raggiungere circa due volte e mezzo il volume iniziale)

Secondo impasto
Primo impasto
80 g farina di forza o manitoba
70 g zucchero
70 g tuorli
70 burro
4 g sale
15 g acqua
50 g pasta aromatica (vedi sotto)
150 g canditi di arancia (fateli in casa!!!)
50 g canditi di mandarino (idem come sopra)

Pasta Aromatica
20 g di miele
10 g di burro sciolto
20 g di canditi di arancia home-made
10 g di canditi di mandarino home-made
10 g di sciroppo di arancia candita
1 cucchiaino di estratto di vaniglia (oppure 1 baccello di vaniglia e tutti i semini dello stesso)
zeste grattugiate  di 1 limone
  • Si frulla tutto e si conserva in frigorifero dentro un barattolo di vetro chiuso.
Per la tecnica di impastamento consiglio di leggervi questo post partendo da qui


Glassa
40 g di mandorle grezze
20 g di nocciole tostate
160 g di zucchero semolato
4 g di cacao amaro in polvere
4 g di fecola di patate
4 g di farina di mais
60 g di albume
  • Polverizzate in un cutter tutti gli ingredienti secchi
  • Unite poi le varie polveri
  • Aggiungete quindi l'albume continuando a frullare per un paio di minuti
  • Mettetela nella sac a poche
  • Fatela riposare in frigo almeno 4/5 ore prima di utilizzarla

Una volta che la colomba è lievitata, con la sac a poche fate delle striscioline di glassa:

(Fai click sulla foto per ingrandirla)

In pochi secondi la glassa si distribuirà in maniera uniforme sulla colomba.
A questo punto metteteci sopra lo zucchero in granella e le mandorle.

(Fai click sulla foto per ingrandirla)

Forno a 160° per 50-70 minuti (la durata dipende dal vostro forno).

(Fai click sulla foto per ingrandirla)

Una volta cotta infilzatela con dei ferri da calza e mettetela sottosopra per qualche ora.

Vi ricordo che la colomba, come il panettone, prima di essere consumata va tenuta chiusa in una busta per alimenti per almeno 5 giorni.


FINAL...MENTE

Passati i 5 giorni (ma chiusa si conserva bene anche 20 giorni), la potete gustare....

(Fai click sulla foto per ingrandirla)

La mollica dovrà risultare soffice....

(Fai click sulla foto per ingrandirla)

...scioglievole....

(Fai click sulla foto per ingrandirla)



COLLAGE...MENTE

Allora, tutto chiaro?

E' vero, forse in questo post sono stato meno tecnico di altre volte, ma visto che praticamente l'argomento è stato ampiamente dettagliato nel post riassuntivo dei Panettoni, so che voi tutti andrete lì per scoprire trucchi e segreti! ;)

Ma non finisce qui!

Intanto vi regalo alcune composizioni appositamente ideate per voi...spero vi piacciano :)))

Le fasi
(Fai click sull'immagine per ingrandirla)

Le fette
(Fai click sull'immagine per ingrandirla)


Le fasi e le fette
(Fai click sull'immagine per ingrandirla)




APPROFONDI... MENTI

La storia della Motta la potete ritrovare qui

La storia di Tamaralinda, invece, è stata da me arbitrariamente estrapolata da qui e da qui.

Se qualcuno ci ha voluto trovare dei casi di omonimia o verosimiglianza...ecco sappia sin da subito che è tutto puramente casuale!!! :D :D :D


EPILOGA...MENTE


Tamara, ci sei?
Hai colombato anche tu?
Adesso vengo a vedere cosa hai combinato!




Ciao e alla Prossima.

Lo Ziopiero

Guardate anche le altre realizzazioni:

Pizza al Formaggio - Doppia versione

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Con questo post chiudiamo il tris dei lievitati pasquali.

Dopo la Pizza Dolce e la Super Colomba, (a proposito, cho non l'avesse ancora fatto consigilio vivamente di leggersi la sua storia!) adesso è il turno della Pizza al Formaggio.

E' una pizza tipica pasquale di origine umbra.
La faccio praticamente tutti gli anni.
In varie versioni.
Lo scorso anno feci una versione con il lievito di birra, forse la migliore che mi sia mai venuta ma che non ho mai pubblicato.

Poi è arrivato LUI!
Il Signor Licoli.

Con il quale ho fatto di tutto! Pani, panettoni, pizze, pizzette, focacce.

Potevo non farci anche la Pizza al Formaggio di Pasqua?

Certamente no!

Un semplice prefermento la mattina prima di andare in ufficio, un impasto la sera, un paio di pirlature e via a dormire. Al mattino la pizza era pronta per essere infornata.

Le differenze tra quella con il lievito di birra e quella con il licoli? Abissali, direi!
Guardate sia l'alveolatura, sia lo sviluppo (le dosi degli ingredienti sono le stesse).


(è inutile dirvi che quella a sinistra è la versione con il lievito di birra)

Diciamo pure, a beneficio di coloro che non hanno dimestichezza con i lieviti naturali, che anche la versione con il lievito di birra è comunque molto buona, a patto, però, di avere dimestichezza con l'incordatura. Quella è fondamentale (come le farine!).

La Ricetta

Prefermento
200 g farina manitoba
200 g di acqua
80 g di lievito madre o licoli - In alternativa 2 g di lievito di birra
  • Mescolate tutti gli ingredienti e lasciare riposare 10-12 ore

Impasto
Tutto il prefermento
300 g manitoba
120 g pecorino romano grattugiato
120 g parmigiano reggiano grattugiato
80 g provolone piccante tritato
50 g di olio evo
5 uova
Una macinata di pepe

  • Impastate fino ad incordatura
  • Lasciate riposare una mezzoretta
  • Ungete con un filino d'olio il tavolo da lavoro
  • Fate una prima pirlatura e lasciate riposare l'impasto 20'-30'(se non sapete come si esegue una pirlatura guardatevi il filmato qui sotto)


  • Fate poi una seconda pirlatura
  • Adagiate l'impasto dentro un pirottino
  • Coprite con del cellophane
  • Aspettate fino a quando l'impasto arriva a 2 cm dal bordo
  • Togliete il cellophane
  • Infornate a 160° per 50-60 minuti (dipende dal vostro forno)
  • Una volta fredda, riponetela in una busta per alimenti e non apritela prima di 3 giorni

Se fatta con il lievito naturale, la pizza in busta chiusa può essere conservata anche 15 giorni prima di essere aperta.
E anche una volta aperta può stare tranquillamente 15 giorni sempre nella sua stessa busta.
Ma sono sicuro che non durerà così tanto!
Soprattutto se vi verrà così! ;)

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E per finire, la mia carrellata di collage per voi!

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E se siete arrivati fin qui, allora una fetta ve la siete proprio meritata!

Ciao e alla Prossima. 

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Lo Ziopiero

Guardate anche le altre realizzazioni:

Tortelli di Zucca Mantovana

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Trovare la Zucca Mantovana a Roma non è facile.
La zucca si trova, intendiamoci.
Ma non è quella mantovana.

La Zucca Mantovana ha un sapore molto più intenso, particolare, quasi tendente al dolce.

E quando ne trovo una al mercato....la compro di corsa!!!!

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E poi....subito un ragù!

DiSceeee...ma come un ragù?!?!?
Con la zucca?

Ma nooooooooo!!!
Il ragù per condirci i tortelli, fatti appunto con il ripieno a base di Zucca Mantovana!!!

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Immagino sappiate tutti fare il ragù....veroooo?

Vabbe', a scanso di equivoci vi riporto la mia ricetta, tante volte volete farne uno come si deve.... :)))

Ragù dello Ziopiero
Macinato di manzo e maiale

Carota, sedano, cipolla.

Estratto di pomodoro

Salsa di pomodoro

Olio, sale, 2-3 chiodi di garofano.

Tempo...

Le quantità le lascio decidere a voi, ma per 400 gr di macinato non andate troppo oltre un litro di salsa.
  • Fate il solito battuto con carota, sedano e cipolla e soffriggetelo.
  • A parte scottate il macinato
  • Unitelo al battuto affinché i sapori si amalghino per bene. Se avete una pentola di coccio fate il ragù la dentro ;)
  • Aggiungete poi l'estratto di pomodoro. Se non avete questo, sarete costretti a comprarlo...
  • Idem per la salsa, che io aggiungo 5 minuti dopo aver messo l'estratto e un po' per volta...
  • Mettete poi i chiodi di garofano e portate la fiamma al minimo, coprendo la pentola ma non del tutto.
Lasciate andare per qualche ora, 5 almeno. Il sugo deve risultare bello denso. A questo punto avete il vostro bel ragù.


DiSceeee.... ma il ripieno?!?!!?

Ecco, appunto!

Ripieno di Zucca
Zucca
Amaretti
Mostarda di frutta tritata (facoltativa)
Poco pane grattugiato
Parmigiano grattugiato
Buccia grattugiata di limone

  • Tagliate la zucca a fette
  • Cucinatela nel forno per circa 40 minuti.
  • Sbucciatela
  • Tritatela insieme agli amaretti, il pan grattato e il parmigiano.
  • Riempite i tortelli
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DiSceeeee...sì, vabbé, ma i tortelli? Le loro dosi? La formatura?!?!?

Ecco, appunto!

I Tortelli

Qui si potrebbe aprire una discussione infinita, sul nome (tortelli, cappellacci, ...), sugli ingredienti (grano duro, farina 0, uovo sì uovo no), sulla formatura...

La verità è che ogni volta che faccio i tortelli (o la pasta a mano in generale), cambio sempre qualcosina.

A volte la faccio all'uovo con la farina 0, altre volte con l'acqua e la semola rimacinata di grano duro.
A volte la faccio solo con gli albumi, altre ci metto sia l'uovo sia la semola sia l'acqua.
A volte metto solo semola e uovo, a volte solo acqua e farina 0.

Diciamo che non esistono regole, e chi le vuole imporre sbaglia, perché alla fine le regole le stabiliscono i nostri gusti, e i gusti son diversi e pure cangianti.


Per questi tortelli ho fatto, per la parte liquida, metà acqua e metà uova intere.
Per la parte farinosa, che di solito deve pesare il doppio della parte liquida (ma anche qui dovete regolarvi di volta in volta a occhio) ho usato 30% di semola rimacinata di grano duro e 70% farina 0.

Impastato, lasciato riposare un'ora, steso, riempiti, formati....

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Non mi metto a fare filmati sulla loro formatura, anche perché un video molto istruttivo lo potete trovare qui. Se volete vedere solo la formatura andate direttamente a minuto 1'30".

A questo punto abbiamo tutto pronto!
Dobbiamo sole cuocere i tortelli e.....

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DiSceeee....ma i collage?

Ecco, appunto!


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DiSceeee....

No, non diSce niente!
Il post finisce qui! :))))

Ciao e alla Prossima.

Lo Ziopiero

Guardate anche le altre realizzazioni:

Puccia Leccese

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Mia nonna era di Lecce
Mia mamma era di Lecce
Le due sorelle di mia mamma sono di Lecce

Vabbe', io sono nato a cresicuto a Roma, ma è naturale che dentro le mie vene scorra del sangue leccese e quindi mi sento molto salentino anche io, no?


Lu Salentu....
Lu sule...
Lu mare...
Lu ientu...

Cita un vecchio adagio...
Il sole, il mare, il vento....quando pronuncio queste parole mi sembra di sentire gli effetti nelle orecchie...sulla pelle...

Ma il Salento non è solo sole, mare e vento; è anche una terra ricchissima, di tradizioni, di cultura, di cucina (appunto!)

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A volte penso che non dedico mai abbastanza spazio alla cucina salentina.

Sì, ok ho fatto Ciciri e Tria e poi i Porcedruzzi e poi i Pasticciotti

Ma un pane leccese, tipicamente leccese, ancora non l'avevo ancora fatto!

E parlando di pane leccese, cosa c'è di più leccese della Puccia?

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Per chi non la conoscesse la puccia è un pane molto soffice, impastato con un mix di farine di grano duro e tenero e con olive nere "celline" (tipiche salentine).

E' un pane che i contadini consumavano durante il lavoro nei campi, per non perder tempo.

E ora vi dico anche una prima curiosità che caratterizza la puccia: la vigilia dell'Immacolata (l'8 dicembre) la puccia diventa il pasto principale poichè la tradizione vuole che in questo giorno si digiuni e si mangi al più una puccia, velocemente, per poi partecipare ai vari, interminabili, riti religiosi.

Negli anni la sua diffusione si è ovviamente estesa e oggi la si trova spesso, in versioni rielaborate, anche nelle paninoteche e nei fast food.

Ma questo pane non è fatto per chi non ha tempo.
Non è un pane da consumarsi velocemente.

Questo pane va gustato, piano piano, morso dopo morso, mollica dopo crosta, crosta dopo mollica.
Questo pane va assaporato lentamente.
Questo pane va goduto.

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Ma veniamo alla ricetta; non avendo mai fatto le pucce, ho pensato bene di rivolgermi direttamente ad una leccese DOC, DOP, POP e pure un po' TOC! :))))

Chi meglio di lei, la più svalvolata del web?


Ricetta
Dosi per circa 12 pucce:

Prefermento
150 g di acqua
150g di farina manitoba
40 g di lievito naturale (licoli o pasta madre) o 2 g di lievito di birra 

  • Impastate e lasciate fermentare per 12 ore circa (potete farlo la mattina presto e la sera prima di andare a dormire)

Impasto
Prefermento
100 g farina manitoba
400 g di farina di grano duro (dona alle pucce un sapore rustico)
100 g di semola rimacinata di grano duro (ammorbidisce un poco le pucce)
420 g acqua
14 g sale
2 cucchiai di olio evo
Tante olive col nocciolo, preferibilmente tipo leccese, qualità Celline
  • Impastate fino a incordatura
  • Lasciate riposare l'impasto per un'oretta
  • Formate le pucce seguendo questa tecnica
  • Lasciar lievitare fino al raddoppio
  • Infornare a 240° per i primi 10 minuti
  • Portare la temperatura a 220° per altri 10-15'
  • Continuare a 200° fino a cottura (il tempo lo decidete voi)

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Il colore che vedete all'interno è dato da un po' d'acqua delle olive.
Devo dirvi che è un colore che non mi dispiace.
Ovviamente potete farle venire molto più bianche, facendo sgocciolare per bene le olive ;) 

Le pucce possono essere gustate in vario modo.
Questa volta ve le propongo con un abbinamento particolarmente gustoso:

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Pomodorini secchi soleggiati e una caciotta toscana semistagionata.

(Fai click sulla foto per ingrandirla)
Vi assicuro una vera delizia! :)))

E con questa vi saluto.

Ciao e alla pr...

Azzzipieee' ?!?!? Ma la seconda curiosità?!?!?

....aho, ma a te nun sfugge niente, eh?

Allora: forse non tutti sanno che a Caprarica di Lecce ogni anno verso la fine di luglio si tiene la "Festa Te La Uliata", termine con cui si identifica prorio la puccia con le olive nere!

E durante queste serate - udite udite - si può partecipare alla "Gara dello Sputo del Nocciolo" che consiste nello sputare il più lontano possibile il nocciolo delle piccole olive nere!!!

Ora provate a chiudere gli occhi e immaginatevi i suoni che accompagnano questo tipo di competizione...contornati poi dalle risate e le urla di approvazione (o disapprovazione!)

Siete pronti per gareggiare?
Iniziamo gli allenamenti?

:)))

Intanto iniziate a prepararvi le pucce, ah! :))))


Ciao e alla Prossima.

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Lo Ziopiero

Guardate anche le altre realizzazioni:

Sformato di avanzi - Post in rima nr. 3

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Zio, ma quando pubblichi un'altra ricetta in rima

Aho, ma mica me chiamo Pascoli?!?!?

Dai, che col Tonno in crosta mi hai fatto sbellicare....

Vabbe', ci riprovo. Sai, giusto l'altro giorno avevo in frigo un po' di avanzi da smaltire e così....


Se di avanzi hai il frigo pieno
Cucinar puoi in un baleno!
Basta solo un po' d'impegno
Ed agir col proprio ingegno!

Se dal tonno in scatoletta
Non vuoi far una pappetta
Tu dovresti già sapere:
Che sformato puoi ottenere!

Se poi il pane hai conservato
Di sicur non hai sbagliato
Ché nel latte va sì versato
E lasciato un po' ammollato.

Parmigiano grattugiato
Va poi insieme mescolato
Anche un uovo ben ci stà
Con sale e pepe a volontà

Coi formaggi puoi abbondare
Non ti devi limitare
Ad esempio il provolone
Vai lì messo a propulsione!

Sei una vera cuciniera?
Devi aggiungere il groviera
A striscine lo puoi fare
Per poi farlo rosolare

Ora in forno va sì messo
Ma gli devi stare appresso
Dopo circa una mezzora
Con la crosta si colora

E se crosta non appare
Or tu il grill dovrai usare
Giusto il tempo di dorare
Non lo devi sbruciacchiare!

A vederlo non è bello
Anzi è proprio bruttarello
Ma il sapore è prelibato
Ed un pasto avrai svoltato!

(Fai click sulla foto per ingrandirla)


Azzipie', a poesia è bella, ma non ci ho capito gniente come fare a cuScinarlo...

Ok, meglio che dosi e procedimento le riscrivo con il metodo tradizionale ;)

Ricetta
Per una teglia 20x30 cm

400 g di pane raffermo
400 g latte
1 uovo
300 g tonno sottolio scolato
100 g parmigiano grattugiato
100 g provolone tritato
100 g groviera a scaglie
sale e pepe

  • Tagliate a fette il pane
  • Mettetelo nel latte per una mezzoretta
  • Strizzatelo 
  • Mescolate il pane insieme al tonno, al provolone, al parmigiano e parte del groviera
  • Salate e pepate
  • Sistemate il tutto in una teglia imburrata
  • Spolverate il restante groviera sopra
  • Infornate a 180° per circa 30'
  • Eventualmente accendete il grill gli ultimi minuti per indorare.

Trovo queste preparazioni assai comode, anche perché possono esser fatte in momenti diversi dalla cottura (basta mettere la teglia in frigo per poi infornarla al momento giusto).

Inoltre un volta cotte si possono conservare o congelare (se avanzano...)

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Conservatevi questa ricetta, potrebbe sempre tornarvi utile! ;)

Ciao e alla Prossima.

Lo Ziopiero

Guardate anche le altre realizzazioni:

I Baicoli con il Licoli...e giù di rime!

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Ve lo dico subito: nonostante il titolo, questo non è un post in rima come questi altri! :))))

Certo, uno legge il titolo e subito pensa: Baìcoli...Lìcoli... ecco che lo Ziopiero se ne esce con un altro post in rima. Che ci dirà questa volta?
Magari che....

Che i Baìcoli se li Manìpoli fanno i Miràcoli e cacciano i Brùfoli?

Oppure che...

Anche gli Oracoli, da sotto i Pinnacoli, scacciavan Pericoli, mangiando i Baicoli?

O anche che...

Verso i Crepuscoli, anche gli Omuncoli, seduti ai Cenacoli, guastavan Baìcoli?

Niente di tutto questo!!!
State tranquilli! :)))))


Vi dico invece che i Baicoli veneziani li avevo adocchiati tempo fa da Eleonora, e già mi avevano attizzato!

Poi li avevi fatti anche Emmettì e mi avevano riattizzato!

Alla fine li ho fatti anche io (aho! E mica si puo' vivere di soli attizzamenti!!!)

(Fai click sulla foto per ingrandirla)

I Baicoli sono biscotti tipici di Venezia, di grandezza però maggiore rispetto ai tradizionali biscotti, tanto da essere utilizzati più come fette biscottate.

Come tutte le fette biscottate prima di tutto va impastato e cotto un panetto di pane, lasciato riposare qualche ora (o al massimo uno o due giorni), tagliato a fette che andranno poi tostate in forno.

Attenzione, però!

Se prima di tostare le fette provate ad assaggiarle... be', sappiate da subito che rischiate davvero di non arrivare alla fine di tutto il procedimento a causa della mancanza di materia prima premutaramente consumata!!!

Perciò...fate direttamente almeno 3 filoncini di pane e sappiate sin da ora che il primo filoncino ve lo mangerete subito!!!

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I baicoli sono ottimi da soli, ma se avete della marmellata....come nel mio caso...

(Fai click sulla foto per ingrandirla)

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Io li ho provati anche con il salato...e vi dirò..vi dirò...non sono affatto male!!!

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Questi sono farciti con stracchino e salmone; provateli e poi mi direte! ;)

Ricetta

Quanto alla ricetta....ehm...lo ammetto...qualcosina-ina l'ho modificata.
Tutta quella quantità di lievito madre (in origine 350g poi ridotti a 260g da Eleonora) mi sembravano davvero un'esagerazione!!!! Manco fosse un panettone!!!!!

Inoltre, ma qui la differenza come sapete è praticamente irrilevante, invece di usare il lievito madre solido ho usato quello liquido (il licoli appunto) e in minima quantità!

Cominciate con un 

Prefermento
40 g licoli
160 g farina
160 g acqua

  • Mescolate il tutto in una ciotola fino a quando il composto appare bello cremoso e senza grumi
  • Coprite e lasciate riposare 8-10 ore


Impasto
Prefermento
70 g acqua
410 g farina
90 g di burro morbido
90 g di zucchero
5 g di sale

  • Impastate il tutto a lungo fino a quando risulterà un impasto morbido e omogeneo
  • Lasciate riposare un'oretta
  • Formate 3-4 filoncini
  • Coprite con un canovaccio
  • Lasciate lievitare 8 ore circa
  • Cuocete in forno a 220° per 10 minuti
  • Portate poi la temperatura a 200° e ultimate la cottura (altri 15-20 minuti al massimo)

A questo punto concedetevi il lusso di assaggiare qualche fetta...ma lasciate almeno un paio di filoncini per ottenere poi i baicoli tostati.

Tostatura
  • Tagliate a fatte i filoncini
  • Tostate nel forno a 200°
Se vi puo' far comodo riassumo qui la

Tabella di marcia



Come potete vedere con questo procedimento potete partire la mattina con un prefermento (10' di tempo), impastare e formare nel tardo pomeriggio (a mio avviso è il momento migliore senza dover fare le cose di corsa) e cuocerli la mattina successiva appena alzati (la cottura porta via al massimo una mezzoretta, il tempo medio di preparazione prima di andare in ufficio).

Cos'altro aggiungere?

Sono di una semplicità disarmante e, fatto ancor più interessante, sono anche ottimi!!!!

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Cosa aspettate?
Che tutto formicoli?
Non esitate!
...e fate i Baicoli!!!

:))))

Ciao e alla Prossima.

Lo Ziopiero

Guardate anche le altre realizzazioni:

Babà con lievito madre e impasto semplificato

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Avete presente quei momenti della vita in cui si ha bisogno di nuovi stimoli, di provare qualcosa di diverso, di uscire fuori dai soliti canoni, dalle regole ormai consolidate e sicure per cercare strade nuove, innovative, "rischiose"?

No, no, non vi preoccupate!!!
Non sto pensando di partire per il Tibet con tre tocchi di pane e un lenzuolo arancione!!! :D :D :D

Parlo invece di regole e stimoli culinari!

Un po' come è accaduto con il Panettone col Licoli, vi ricordate?

Molti sostenevano che il licoli non era adatto a questo tipo di impasto, che ci voleva il lievito madre "solido", che la cupola non sarebbe mai venuta (no, dico, ve la ricordate questa? E' opera del licoli!)  .
Personalmente ho sempre pensato che pochi grammi di acqua in più (quelli contenuti nel licoli rispetto a quelli della pasta madre) non potessero stravolgere un impasto di un chilo e così mi sono incaponito e inisieme ad un'altra temeraria  abbiamo sfatato una credenza molto comune.

Ora ho voluto provare a sfatare un altro mito, anzi due, anzi tre!!!

  1. Quello del doppio impasto
  2. Quello della progressiva sequenza di inserimento degli ingredienti 
  3. Quello della lunga serie di rinfreschi!!!

Ho iniziato da un dolce che non facevo da tantissimo tempo: IL BABÀ!

(Fai click sulla foto per ingrandirla)

E visto che l'ultima volta l'ho fatto con il lievito di birra seguendo alla lettera la ricetta di Adriano, questa volta ho pensato ad una sua evoluzione adattando le sue dosi al lievito madre (volendo anche il licoli), e  stravolgendo completamente il procedimento, rendendolo a mio avviso molto più semplice.

Tecnicamente
Normalmente, infatti, si porta ad incordatura l'impasto costituito da acqua e farina per poi procedere con l'inserimento alternato di un po' di tuorli, un po' di zucchero e al limite un pochino di farina, cercando di non perdere l'incordatura. Infine si aggiunge il burro un pezzettino alla volta, sempre cercando di mantenere l'incordatura. 

Voi tutti che mi seguite da tempo sapete bene che in questi impasti di super lievitati iniziai prima a mischiare tuorli e zucchero, versandoli a filo durante l'impastamento, sempre ad incordatura avvenuta.

Poi passai ad un impasto più veloce, con l'inserimento delle uova e dello zucchero da subito (insieme ad acqua e farina, per intenderci), impastando il tutto fino ad ottenere l'incordatura, per poi aggiungerci il burro. E già qui c'è stata una prima semplificazione.

Adesso è un po' che sto sperimentando l'impasto in cui anche il burro è inserito da subito.

Quindi tutti gli ingredienti da subito e via con l'impastatrice

Complessivamente il tempo di impastamento potrebbe essere leggermente superiore, ma in questo modo si ha il vantaggio di non dover monitorare l'impasto passo passo, ma di arrivare direttamente alla fine potendo dedicare ad altre cose il tempo in cui la planetaria lavora.

Il risultato finale a me è sembrato equivalente in termini di consistenza, alveolatura e sapore; inoltre, grazie alla presenza del lievito madre, il babà ha notevolmente guadagnato in leggerezza e sofficità.

Altra novità importante
Come accennato sopra e dichiarato nel titolo, non solo è stata semplificata la tecnica di impastamento, ma anche la fase di preparazione del lievito: è bene evidenziare, infatti, che non è necessario ricorrere alla classica serie di rinfreschi.
Ma veniamo al dunque!

Ricetta

Per 12 babà circa
100 g lievito madre (o licoli)
350 g farina manitoba
6 tuorli
5 albumi
90 g burro
60 g di zucchero
Zeste di limone
7 g sale
  • Mettete tutto nell'impastatrice (personalmente preferisco usare esclusivamente il gancio a foglia rispetto a quello ad uncino, ma voi fate come siete abituati a fare)
  • Avviate prima a velocità moderata
  • Dopo 2-3 minuti passate ad una velocità più sostenuta, direi energica
  • Lasciate lavorare l'impastatrice fino a quando l'impasto non si stacca completamente dalle pareti (tempi orientativi: dai 10 ai 15 minuti)
  • A questo punto rifinite l'impasto a mano con la tecnica dello Slap e Fold; in questo estratto di filmato potete vedere come fare: 


  • Lasciate quindi riposare l'impasto per una decina di minuti.
  • Fate una pirlatura, come mostrato nel filmato che segue:



  • Dividete l'impasto in pezzi da 65-70g l'uno
  • Per ognuno di questi pezzi fate delle mini pirlature e sistematele poi nei bicchierini di alluminio per babà alti 8 cm, precedentemente imburrati
(Fai click sulla foto per ingrandirla)

  • Coprite con della pellicola trasparente e lasciate lievitare (qui i tempi possono variare in funzione di diversi fattori, per cui ci potrebbero volere dalle 6 alle 12 ore)
  • Quando gli impasti sono arrivati quasi al bordo, togliete la pellicola e aspettate che fuoriescano dal bordo

(Fare click sulla foto per ingrandirla)

  • Infornate a 160° per circa 35'-40'.
N.B. Dalla prima formatura alla fine della cottura i vostri babà saranno aumentati di volume tra le 6 e le 8 volte!!!!!

Bagna al liquore
Caratteristica del babà è che vanno immersi in una bagna liquorosa e zuccherosa.

So che molte persone non amano il babà proprio a causa di questa sua caratteristica, però conosco anche tante persone che hanno cambiato opinione. Se appartenete alla prima categoria vi auguro di passare a breve alla seconda categoria! ;)

Il trucco è saper dosare per bene gli ingredienti della bagna; vedrete che anche i più scettici cambieranno idea sui babà!!! :)))

Ingredienti
890 g acqua
445 g di zucchero
85 g di liquore (vi consiglio il limoncello o, in alternativa, il rum)
Zeste di limone 

  • Fate bollire bollire l’acqua con lo zucchero e la zeste di un limone
  • Fate freddare
  • Aggiungete il liquore
  • Mettete da parte un paio di cucchiai di bagna
  • Immergete i babà intiepiditi nella bagna
  • Strizzarli leggermente
  • Metteteli poi in piedi, poggiati uno con l’altro, con la parte bombata verso il basso. 
(Fai click sulla foto per ingrandirla)

A parte scaldate tre cucchiai di marmellata di albicocche e mischiateli con i due cucchiai di bagna messi precedentemente da parte.
Setacciate il composto e pennellateci i babà.

Farcitura
Il babà è già buono così.
Se qualcuno lo ama ancor più liquoroso, può sempre aggiungerci del liquore a parte.

Poi se volete davvero godervelo insieme "a pieno carico" potete farcirlo con panna e fragole:

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(Fai click sulla foto per ingrandirla)

Oppure con crema chantilly e amarene:

(Fai click sulla foto per ingrandirla)

(Fai click sulla foto per ingrandirla)

Scegliete voi!


(Fai click sull'immagine per ingrandirla)

E adesso, prima di concludere, vi racconto...


La storiella dei miei primi babà
Quando qualche anno fa feci i babà per la prima volta fu un lavorone!
Anzi fu una vera impresa.

Ricordo ancora che alla fine ero sfinito.
Mi stesi sul divano e chiamai Adriano tutto contento!
Gli descrissi passo passo e mentre parlavo iniziarono a formarsi delle goccioline di sudore sulla fronte....

Ma non fu per il caldo!!!

....

Volete sapere il vero motivo?
Mentre raccontavo all'improvviso realizzai nella mia mente che non avevo messo il burro nell'impasto!!!!

Avete presente quando rimanete immobili senza parole? Peraltro i babà erano ormai belli sistemati dentro i loro bicchierini!!!

"Piero Piero? Ma ci sei?" 

Ma come facevo a dire ad Adriano che mi ero dimenticato il burro?!?!?!

Fatto sta che i babà vennero comunque buoni, ma ovviamente non come sarebbero dovuti essere.

E così la settimana successiva li rifeci. Altro lavorone. Altra impresa.
Questa volta il burro non me lo dimenticai.
I babà vennero ottimi, ma per un lungo periodo di tempo rimasi scottato dal lavoro che richiedevano.



Alla fine...

...in questi ultimi anni, a forza di impastare pizze, pani e panettoni, mi son detto: Vuoi vedere che ora i babà mi sembreranno una passeggiata?

E infatti...

(Fai click sull'immagine per ingrandirla)


Soprattutto se fatti con la tecnica di impastamento sopra descritta in 10 massimo 15 minuti il nostro impasto è bello che pronto.
Altri 10 minuti per pesare e formare le palline e il più è fatto.

Inzupparli dopo la cottura e farcirli prima di servirli risulterà anche divertente, oltre che darvi una gran bella soddisfazione una volta che scoprirete come è venuta l'alveolatura! :))

(Fai click sull'immagine per ingrandirla)


PROVATELI!!!!!

Suggerimento sulla tabella di marcia: l'impasto fatelo al mattino. La sera i babà saranno pronti per la cottura.  :)))


Ciao e alla Prossima.

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Lo Ziopiero

Guardate anche le altre realizzazioni:

Il Pandorlato di Paoletta con il LicoliZio e una tecnica diversa

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Il Pandorlatoè un dolce inventato diverso tempo fa da Paoletta , che a sua volta prese l'ispirazione dal Panbabà di Adriano.

Ogni tanto mi diverto a rifarlo (il mio primo lo pubblicai qui) 

È un impasto non facilissimo, difficile da incordare, anche con una planetaria.
Ma alla fine vi restituirà tutta la fatica in un soave connubio di sapori e sofficità.

La ricetta originale prevede il lievito di birra.
Per cambiar qualcosa, e sperando di far cosa gradita, ho pensato di adattare la ricetta al licoli 

D'altra parte, dopo tutte le avventure con i panettoni e la gestione dei lieviti naturali, non potevo fare diversamente, no?

Inoltre mi sono preso la briga di fare anche una doppia versione: una con due impasti e l'altra ad impasto diretto.

(Fai click sulla foto per ingrandirla)

Devo dirvi che alla fine il risultato è pressochè identico, anzi oserei dire che con l'impasto diretto è venuto pure meglio e si fa prima!

Peccato non potervelo fare assaggiare...
Vi posso far vedere solo le immagini: a sinistra quello ottenuto col doppio impasto (superficie non glassata e cupola molto sviluppata) e a destra quello con impasto diretto (dove ho glassato la superficie):

 


Ma veniamo adesso ad alcuni...

Cambiamenti significativi

Dopo aver provato e riprovato diverse varianti di super lievitiati, con lieviti naturali rinfrescati fino all'inverosimile, impasti calibrati al grammo per non perdere le incordature, inserimenti di ingredienti con precisioni certosine, ecco che da un tratto mi son detto:

Ma ha davvero senso tutto ciò?!?!?!?
Ma se osassi e facessi di testa mia?!?!?

E così come prima cosa ho semplificato la tecnica di impastamento inserendo tutti gli ingredienti insieme:

(Fai click sulla foto per ingrandirla)

Questa tecnica, già sperimentata nei babà, è stato un primo significativo passo avanti in termini di tempo e praticità.

Altro cambiamento: ho provato ad usare un licoli rifrescato da qualche giorno piuttosto che da qualche ora, e anche qui la cosa ha funzionato.

Questo significa che il momento in cui vogliamo fare un lievitato come questo non siamo costretti ad iniziare tutta la fase di rinfreschi consecutivi.

E vi pare poco?!?!?!!?

Veniamo ora alla parte pratica.

Praticamente

Vi riporto qui entrambi i procedimenti.
Le dosi si riferiscono per un pandorlato da 1 Kg.

Procedimento con doppio impasto

Primo impasto
100 g lievito madre (solido o liquido)
260 g di farina manitoba
100 g di latte
2 uova
1 albume
60 g di zucchero
80 g di burro tagliato a fettine
Zeste di limone

  • Mettete tutti gli ingredienti nella planetaria (personalmente preferisco usare il gancio a foglia)
  • Avviate prima a velocità bassa 
  • Passate poi a velocità più sostenuta
  • Fermate la macchina quando l'impasto si stacca dalle pareti
  • Rifinite con qualche colpo di Slap&Fold


  • Lasciate quindi riposare l'impasto per una decina di minuti.
  • Fate una pirlatura, come mostrato nel filmato che segue:



  • Riponete nella ciotola della planetaria e lasciate lievitare una notte

Secondo Impasto
Tutto il primo impasto
55 g di farina manitoba
1 uovo
1 rosso
60 g di zucchero
65 g di burro tagliato a fettine
4 g di sale
3 cucchiai di limoncello

  • Mischiate le uova con lo zucchero e il sale
  • Avviate la planetaria con dentro il primo impasto facendo riprender corda all'impasto. Attenzione: l'impasto da questo punto in poi non deve perdere assolutamente l'incordatura
  • Aumentate la velocità
  • Aggiungete a filo uova zucchero e sale
  • Ogni tanto aggiungete un po' di farina ma non tutta.
  • Aggiungete ora il limoncello, sempre a filo
  • Quindi inserite il burro, un pezzettino per volta
  • Aggiungete la farina rimanente
  • Quando l'impasto si sarà staccato per bene dalle pareti, allora è pronto
  • Date qualche botta di Slap and Fold
  • Fate riposare l'impasto per 10-15 minuti
  • Fate due serie di pirlature a distanza di 10 minuti l'una dall'altra
  • Adagiate l'impasto nel pirottino
  • Coprite con della pellicola
  • Lasciate lievitare fino a 2 cm dal bordo (tempo variabile tra le 6 e le 10 ore)
  • Togliete la pellicola e aspettate un'oretta
  • Glassate (per le dosi e procedimeto vedete sotto) e guarnite con zucchero in granella e qualche mandorla



  • Infornate a 160°
  • Non aprite il forno almeno per 50 minuti
  • Dopo 50 minuti se vi sembra cotto, togliete il vostro pandorlato e fatelo riposare a testa in giù per qualche ora (tipicamente lo si infila alla base con due ferri da calza che si incastrano poi tra due sedie


Procedimento Impasto diretto
100 g lievito madre (solido o liquido)
315 g di farina manitoba
100 g di latte
4 uova
120 g di zucchero
145 g di burro
4 g di sale
Zeste di limone
3 cucchiai di limoncello

  • Mettete tutti gli ingredienti nella planetaria (personalmente preferisco usare il gancio a foglia)
  • Avviate prima a velocità bassa 
  • Passate poi a velocità più sostenuta
  • Fermate la macchina quando l'impasto si stacca dalle pareti
  • Rifinite con qualche colpo di Slap and Fold (come nel filmato precendete)
  • Fate riposare l'impasto per 10-15 minuti
  • Fate due serie di pirlature a distanza di 10 minuti l'una dall'altra 
  • Adagiate l'impasto nel pirottino
  • Coprite con della pellicola
  • Lasciate lievitare fino a 2 cm dal bordo (tempo variabile tra le 6 e le 10 ore)
  • Togliete la pellicola e aspettate un'oretta
  • Glassate (per le dosi vedete sotto) e guarnite con zucchero in granella e qualche mandorla
  • Infornate a 160°
  • Non aprite il forno almeno per 50 minuti
  • Dopo 50 minuti se vi sembra cotto, togliete il vostro pandorlato e fatelo riposare a testa in giù per qualche ora (tipicamente lo si infila alla base con due ferri da calza che si incastrano poi tra due sedie

Dosi per la Glassa

Per la glassa mi sono ispirato alla glassa per le colombe
10 g di nocciole
20 g di mandorle
80 g di zucchero
30 g di albume
2 g di fecola di patate
2 g di amido di mais
  • Polverizzate in un cutter tutti gli ingredienti secchi
  • Unite poi le varie polveri
  • Aggiungete quindi l'albume continuando a frullare per un paio di minuti
  • Mettetela nella sac a poche
  • Fatela riposare in frigo almeno 4/5 ore prima di utilizzarla
  • Una volta che il pandorlato è lievitato, con la sac a poche fate delle striscioline di glassa
  • Guarnite con zucchero in granella e qualche mandorla non pelata

Concludendo

Il Pandorlato con il licoli si conserva in una busta per alimenti.

È consigliabile aprirlo non prima di 3 giorni per dar modo ai sapori di sviluppare tutto il loro aroma.
Chiuso si conserva anche 20 giorni.

Una volta aperto di solito viene spazzolato via molto rapidamente, ma se lo volete preservare riponetelo nella sua busta e per altri 15 giorni potete star tranquilli che non va a male.



(Fai click sulla foto per ingrandirla)

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Ma siete ancora lì?!?!?!?

Cosa aspettate? Andate a pesare tutti gli ingredienti!!!!  :)))))


Ciao e alla Prossima.

Lo Ziopiero

Guardate anche le altre realizzazioni:

Cornetti Integrali col LICOLI e considerazioni varie

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Devo ammettere che il licoliè stata una gran bella scoperta.
Offre tanti vantaggi.

Prima di tutto è un ottimo agente lievitante naturale.

Poi è di facile gestione. In pratica basta un rinfresco a settimana e, quando voglio panificare, ne prendo un po' e faccio un prefermento.

Infine, ma non ultima cosa, permette di organizzare panificazioni senza dover ricorrere a particolari equilibrismi tra impegni e lievitazioni.

Diciamo anche che il licoli mi ha fatto riappacificare pure con il lievito madre.
In pratica tratto entrambi alla stessa maniera e convivono serenamente e arzilli nel mio frigorifero.

E così, inevitabilmente, ho iniziato a fare (e proporvi) ricette che prima facevo usando il lievito di birra.
Abbiamo visto diversi pani come quelli all'olio o le Pucce Leccesi, ma anche super lievitati come il Babà prima e il Pandorlato poi. 

Oggi è la volta di questi cornetti integrali.

(Fai click sulla foto per ingrandirla)

La ricetta l'ho rielaborata da qui e devo dirvi che il risultato finale è stato di gran lunga migliore.

Guardate ad esempio l'alveolatura
(Fai click sulla foto per ingrandirla)

e confrontatela con questa ; c'è una bella differenza, non trovate?


Ma passiamo direttamente alla...

Ricetta

Prefermento
50 g licoli o lievito madre
200 g farina manitoba
220 g di latte

  • Mescolate tutti gli ingredienti 
  • Coprite la ciotola
  • Lasciate fermentare per 8-10 ore

Impasto 
Tutto il prefermento
100 g farina manitoba
200 g farina integrale
50 g di zucchero
2 uova
100 g di olio di semi (arachidi o girasole)
zeste di arancia
9 g di sale

  • Impastate tutto insieme (come fatto nei Babà)
  • Quando l'impasto risulterà ben incordato, fate qualche Slap and Fold

  • Sistemate l'impasto in ciotola e coprite
  • Lasciate riposare l'impasto per un paio d'ore
  • Infarinate il tavolo di lavoro
  • Stendete poi l'impasto ad un altezza di circa 3mm
  • Ritagliate dei triangoli di base 8cm e di altezza 20cm
  • Prendete con una mano la base e con l'altra mano la punta e tirate delicatamente in modo da allungare meglio il triangolo
  • Formatei cornetti e adagiateli su una teglia dove avrete steso un foglio di carta da forno
  • Coprite con la pellicola trasparente 
  • Lasciate lievitare per 8-10 ore
  • Infornate a 160° per circa 30' (controllate la cottura)
  • Una volta tolti dal forno, spennellateli con acqua e zucchero oppure polverizzate sopra dello zucchero a velo.
(Fai click sulla foto per ingrandirla)





Come potete immaginare è molto importante la lievitazione.
Per avere un'idea di quanto debbano lievitare guardate questa foto:

Cornetti prima e dopo la lievitazione
(Fai click sulla foto per ingrandirla)

Vi dico che dal vivo fanno quasi impressione per quanto sono grandi e gonfi, ma di fatto vi posso assicurare che uno di questi cornetti non arriva a pesare neanche 60 grammi!

(Fai click sulla foto per ingrandirla)


Come Tabella di Marcia vi consiglio questa, che vi consente di avere i cornetti pronti al mattino e con un minimo sforzo.




Vi dico solo che questi li ho sfornati una mattina di un giorno di lavoro senza dovermi alzare prima.
Basta infornarli appena scesi dal letto e 30 minuti dopo li avete sul tavolo per la colazione.

Li farete....?
:))))

Ciao e alla Prossima.

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Lo Ziopiero

Guardate anche le altre realizzazioni:

Gelato alla Zabaione...senza gelatiera!!!

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Non ci volevo credere.
Mi sembrava impossibile.
Era un sogno.
O forse un incubo.
Eppure ci sono tornato già 4 volte da quando l'ho scoperto...

"Noi facciamo lo zabaione più buono di Roma".
Sentenziava un cartello fuori dal locale.
Un "buco" di locale.
Anche se in uno dei posti più turistici dei Roma.

Solito specchietto per allodole, ho pensato.
Peraltro in un posto circondato da gelaterie rinomate e prese puntualmente d'assalto da orde di turisti e di romani attratti dai colori impossibili, oltre che dalle interminabili code, non sempre indice di qualità.

Questo "buco" però è sempre vuoto.
Nessun turista.
Nessun romano.
Eppure questo "buco"è lì da più di 30 anni.
...e l'ho sempre ignorato.
...e poi quel cartello..così autoproclamatorio.

Diamogli una possibilità

Entriamo...

Una ragazza giovane accenna ad un sorriso, forzata dietro un bancone largo un centimetro più del suo girovita.
In mostra ci sono pochi gusti.
Buon segno.
L'occhio scorre veloce, driblando tra cartellini scritti a mano e palette sull'attenti.
Altro buon segno.
In un angolino sulla destra, quasi nascosto, c'era lui, lo zabaione.

Di solito, prima di ordinare, chiedo spudoratamente un assaggio.
E il 90% delle volte me ne esco schifato.
Questa volta ho voluto dar loro fiducia incondizionata.

Una coppetta.
Solo zabaione.

La ragazza accenna ad un altro sorriso di circostanza.
Poi lascia letteralmente scivolare il gelato nella coppetta...

La cremosità è visibile, quasi palpabile.

Il cucchiaino di plastica fa non poca fatica a rimanere in piedi.
Bene.

L'assaggio....
C'è qualcosa che non mi convince...
Da subito
Qualcosa non mi torna...

Sa incredibilmente di zabaione!

È incredibilmente cremoso!!

È lo zabaione migliore che abbia mai trovato nelle gelaterie!!!

È più buono anche del mio gelato allo zabaione!!!!!!!

Com'è possibile?!?!?
Cremosità, sapore, intensità...tutto era perfetto!!!

Lo devo assolutamente rifare.

E l'ho rifatto!

(Fai click sulla foto per ingrandirla)

E ve lo dico da subito:

Mi è venuto ancora più buono di quello da me assaggiato!!! 
Ve lo giuro!
Sapete che non mento!



Ricetta
5 tuorli
125 g di zucchero
150 g di marsala
250 g di panna montata con 50 g di zucchero

  • Montate i rossi con metà dello zucchero
  • Aggiungete l'altra metà, continuando a montare.
  • Aggiungete a filo il marsala, senza smettere di montare.
  • Cuocete a fiamma bassissima fino a raggiungere la giusta consistenza oppure cuocete al micronde alla minima potenza girando ogni 2' e controllando sempre che non si addensi troppo
  • Fate freddare
  • Incorporate delicatamente la panna, precedentemente montata con lo zucchero
  • Mescolate per bene, in modo che il composto risulti omogeneo, anche nel colore
  • Fate freddare in frigorifero
  • Fate solidificare in freezer per massimo un'ora
A questo punto il gelato dovrebbe essere della giusta consistenza.

Il gelato lo potete conservare in freezer; quando lo vorrete guastare sarà sufficiente tirarlo fuori qualche minuto prima di servirlo, dargli una leggera mescolata in modo da fargli riprendere la giusta consistenza, e poi sarà pronto!


(Fai click sull'immagine per ingrandirla)


È un gelato dal gusto spiccatamente alcolico, deciso, così come deve essere il gelato allo zabaione.
Ma non vi lasciate intimorire!
Io stesso, nonostante io non ami molto i liquori, ho trovato che il forte gusto di marsala ci sta benissimo!

Lo potete gustare da solo o dentro una classica biosche col tuppo....

(Fai click sulla foto per ingrandirla)
Disceeee...ma la ricetta della brioche?

eheheheheheh, un po' di pazienza...a breve pubblicherò anche quella!!!

Intanto gustatevi questo super gelato allo zabaione!!!!


Ciao e alla Prossima.

(Fai click sull'immagine per ingrandirla)


Lo Ziopiero

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Panini al Latte Semidolci con Lievito Madre

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Tanti anni or sono, in un piccolo forno di un paesino del Molise, assaggiai dei panini al latte a dir poco strepitosi.

Morbidi, soffici, eterei...

Ho pensato con invidia a chi senza fatica poteva averli tutti i giorni semplicemente uscendo di casa e andandoseli a comprare.

Unica mia consolazione fu la discreta scorta che ne feci per portarmeli a Roma.

Si conservarono diversi giorni chiusi in un sacchetto di plastica, al sicuro da bocche fameliche.
Ogni volta che, a distanza di giorni dall'acquisto, ne mangiavo uno rimanevo stupito di come fossero rimasti soffici e freschi.

Così, ogni volta che ne ho avuto l'occasione, passavo da quel forno e li ricompravo.

Disceeeee.....ma scusa, ZiPie', non puoi farteli da solo?!?!?!?

Effettivamente....sì.
E li avrei pure fatti!
Ma le due volte che ci ho provato il risultato che ho ottenuto non è stato all'altezza di quelli comprati!
Incredibile, eh?
E sapete perché?
L'ho scoperto da poco!

Il colpevole, mi spiace dirlo, è lui: il lievito di birra!

Questo lievito non conferiva ai panini la giusta sofficità.
Inoltre già dal secondo giorno i panini risultavano meno soffici, tendenti al duretto, perdendo tutta la loro freschezza.

Ma qualche settimana fa, visti i recenti risultati ottenuti con i Babà e con il Pandorlato, entrambi preparati con il Lievito Naturale (solido o liquido che sia) mi son detto: ci devi riprovare!

E ci ho riprovato:
(Fai click sulla foto per ingrandirla)
E come avrete intuito, visto che ho pubblicato questo post, penso di esserci riuscito! :)))

Disceeeee.....ma non ci fai vedere l'interno?!?!?!

E certo che sì!!!

(Fai click sulla foto per ingrandirla)

Visto che alveoli?
Immagino si possa intuire dalla foto quanto siano soffici....

Il Lievito Madre indubbiamente ha fatto la differenza.
Ma anche la lenta lievitazione notturna.
Guardate come sono cresciuti dalla sera al mattino:

(Fai click sull'immagine per ingrandirla)

Anche qui ho seguito la mia solita tabella di marcia, ideale per sfornare al mattino presto:






Ricetta

Prefermento
50 g licoli o lievito madre (25 g se fa molto caldo)
200 g farina manitoba
235 g di latte

  • Mescolate tutti gli ingredienti 
  • Coprite la ciotola
  • Lasciate fermentare per 8-10 ore

Impasto 
Tutto il prefermento
120 g farina manitoba
200 g farina 0
50 g di zucchero
2 uova intere
1 tuorlo
75 g di burro 
25 g di strutto sciolto
8 g di sale


  • Impastate tutto insieme
  • Quando l'impasto risulterà ben amalgamato, fate qualche Slap and Fold
  • Sistemate l'impasto in ciotola e coprite
  • Lasciate riposare l'impasto per un paio d'ore
  • Formate i panini (se volete vedere come fare, guardatevi il filmato in questo post)
  • Coprite con la pellicola trasparente 
  • Lasciate lievitare per 8-10 ore
  • Spennellate con albume sbattuto mischiato a qualche goccio di latte
  • Infornate a 160° per circa 30' (controllate la cottura)
  • Gustateli...
Disceeeee.....ma come ci consigli di gustarli?!?!?!

Ma che c'è anche bisogno che ve lo dica?!?!?

:))))))

(Fai click sulla foto per ingrandirla)



Ciao e alla Prossima.

(Fai click sull'immagine per ingrandirla)


Lo Ziopiero

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