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Channel: I Pasticci dello Ziopiero
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Il Ciambellone più buono del mondo!!!

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Certo, detta così sembra che uno se la tiri!

Be', in questo caso, non è proprio così, visto che la ricetta non è mia ma l'ho presa da Gambetto che a sua volta l'ha presa da Ady che non a torto l'ha definito "il ciambellone più soffice del mondo".

Effettivamente questo ciambellone è notevole!

La prima volta che l'ho provato è stato grazie ad un graditissimo regalo portato direttamente a casa mia, poi l'ha rifatto da mia cognata la quale mi aveva chiesto la ricetta battendomi sul tempo clonazione, e infine l'ho rifatto con le mie mani e... devo proprio dirlo:  

Questo ciambellone merita davvero la corona dei ciambelloni!

Di facilissima esecuzione, ma di geniale invenzione, questo ciambellone nasconde una magia: i sapori racchiusi tra gli ingredineti iniziano subito a sciogliersi in bocca, solleticano le papille gustative, rivitalizzano tutti i sensi e, soprattutto, senza lasciarvi intorno quella fastidiosa sensazione di allappamento, avete presente?

Putropppo ha un difetto, grave, gravissimo: dopo il primo morso non riesci a fermarti, e non lo dico per esagerare: chi l'ha provato sa di cosa parlo! Va giù che è una meraviglia, leggero come una nuvola.

Per questo motivo, qualora decideste di farlo anche voi, imponetevi delle ferree regole sul suo utilizzo. Una, massimo due fettine a colazione, non di più!

.....ssseeeeeeeeeeeeeeee!!!

Secondo voi ci sono riuscito??? :D :D :D

Adesso sta a voi decidere; io, per non sbagliare, vi lascio dosi e procedimento. E anche una foto. ;)

(Fai click sulla foto per ingrandirla)

Ingredienti:
250 g. di zucchero
250 g. di farina 00
3 uova intere
130 g di olio di semi di ottima qualità
130 g. di acqua
250 g. di marmellata agli agrumi di ottima qualità
una bustina di lievito per torte salate

Preparazione
Montate a lungo le uova con lo zucchero; poi, sempre mentre montate, aggiungete poco per volta la marmellata, l'olio e l'acqua a filo e infine la farina con il lievito.
Solito stampo imburrato e infarinato. Se volete aggiungere un tocco di classe, fate come suggerisce Gambetto: versate prima i 3/4 del composto e poi nel rimanente aggiungete due cucchiai di cacao amaro mescolando per bene; unite poi il tutto a quanto già nello stampo per ottenere l'effetto marmorizzato, ma anche per dare quel sapore in più.
Forno a 180° per 40 minuti circa (prova stecchino)


La marmellata che ho usato è di mandarini, ovviamente fatta in casa.

Allora, avete deciso? Lo farete? Chissà perché ma ho l'impressione di si... :)))



Ciao e alla Prossima.

Lo Ziopiero

Guardate anche le altre realizzazioni:


Crostata di Visciole: la clonazione e... due paroline sugli assaggi

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Chi mi conosce sa bene che non amo i dolci venduti nelle pasticcerie romane.
Il motivo? Semplice. Sono solo belli. E a volte neanche belli.

Disceeee... Ma il sapore? Non senti che sapore hanno?

Si, certo che lo sento. Ed è proprio quello il problema: il sapore è sempre lo stesso, come se fosse prodotto in serie. Serie B, a volte Serie C.
Niente a che fare con i sapori veri, genuini, ai quali, ahimé, ci siamo disabituati.
O verso i quali, forse, non siamo mai stati educati.

Certo, lo riconosco: addestrare il palato non è cosa facile, specialmente in un sistema dove si gusta con gli occhi e si assapora con la pancia, nel vero senso della parola.

Inorridisco quando sento affermazioni del tipo: "mmmm, che buono", un attimo dopo aver visto deglutire un boccone intero senza quasi neanche averlo masticato!!! E ancor peggio quando non si da voce al proprio gusto, esprimendo completa indifferenza verso il cibo che stiamo introducendo nel nostro corpo.

Il Cibo per me è una cosa sacra (e quindi lo scrivo con la C maiuscola).

E quando arriva sulle nostre tavole, o lo predisponiamo per una preparazione di un piatto o lo scegliamo in banco di mercato o, ancora meglio, lo cogliamo dall'albero...ha già una sua storia, una sua vita.

Vi siete mai immaginati che percorso ha fatto prima di arrivare fino a noi?

Il contadino che l'ha seminato, cresciuto, accudito, raccolto. L'autista che l'ha caricato, trasportato, scaricato. Il cuciniereche poi ha unito gli ingredienti, seguendo il suo estro, per poi offrircelo.

E noi che facciamo? In 2 minuti divoriamo il tutto senza rispetto, senza considerazione, accecati dalla fame (che poi me devono spiegà come facciamo ad aver fame quando di certo a noi per fortuna il Cibo non manca mai!).

Il Cibo va rispettato, considerato, apprezzato.

Cominciamo prima col guardarlo, nelle sue forme, nel suo aspetto, nel suo colore. Avete presente quanti bei colori ci sono dietro un alimento? Quante sfumature? Ci avete fatto mai caso che il nero è il colore meno frequente nei cibi (bruciature a parte!)?

Poi il Cibo va toccato, si con le mani. Niente posate. Se poi è crudo tanto meglio!

Quindi va annusato, respirato, quasi inalato.

Un po' per volta. Non un respiro, non due, ma almeno tre, affinché le narici prima si liberino da altri odori e poi entrino in contatto con quello nuovo e alla fine riescono ad annusarlo completamente, inebriandosi e lasciandosi trasportare....

E poi...aspettattiamo sempre qualche secondo prima di addentare....e quando lo mettiamo in bocca...

Il Cibo va prima schiacciato tra lingua e palato e poi masticato, masticato a lungo. 

Cerchiamo i sapori, anche se crediamo di conoscerli.
Proviamo a chiudere gli occhi e sentire le essenze, i retrogusti, i ricordi...

E questo è proprio quello che mi succede ogni volta che assaggio questa crostata di visciole

(Fai click sulla foto per ingrandirla)


E' uno dei pochi prodotti di pasticceria (anzi al momento l'UNICO!) che ancora compro a Roma.

Come sapete quando trovo un prodotto artigianale come si deve, ne rimango estasiato e ci tengo a dirlo. E a cercare di ricopiarlo.

E' successo con questi biscotti qui, il cui assaggio mi ha stupido e la cui clonazione mi ha pienamente soddisfatto al primo colpo.

Mi succede quando mangio la pizza di Bonci...la cui qualità a mio avviso è un universo al di sopra delle altre pizze che si trovano in giro e devo dire che anche in questo caso le clonazioni mi soddisfano in pieno.

E così è successo con questa crostata di visciole del forno Boccione sito nel Ghetto Ebraico.
Vi ricordate? Ne parlai qui.


Ottima, davvero. Anzi spettacolare.

A mio avviso il miglior prodotto di pasticceria che si possa acquistare a Roma e ci tengo pure a sottolineare per chi passa poco da queste parti che io di pubblicità non ne faccio: mi voglio sentir libero di dirvi che se una cosa è buona, lo è davvero.

E come per i biscotti o  per la pizza, dopo averla mangiata son subito passato alla clonazione.

ma.....

ma....

ma....

Il primo tentativo di clonazione è andato fallito!!!
E' venuta una crostata buona, ma diversa.
Decisamente diversa.

Eppure apparentemente il concetto è facile.
Frolla, visciole, ricotta, frolla.

E cos'è che non andava? Proprio lei, la frolla!

C'era qualcosa che non riuscivo a capire nella frolla della crostata comprata.
Qualcosa di particolare.
Una morbidezza, una scioglievolezza, un sapore che....

Insomma, ci dovevo riuscire. Non potevo fallire una seconda volta.

Così un giorno son tornato a comprarla col chiaro intento di ispezionarne ogni singola briciola.

E così mi sono accorto di una cosa che l'avrebbe migliorata sicuramente, perché io quel sapore lo sentivo. Era un sapore di crema, appena accennato. Come se ce ne fosse un sottile strato tra la frolla e le visciole.

Ero sicuro che ci fosse, anche se non si sente marcatamente.
E mi ero fatto l'idea che ci volesse.
Una crema da forno, ovviamente.


E ci voleva!

Ma....

ma...

ma...

Anche al secondo tentativo non ho colpito il centro del bersaglio.
Motivo? Sempre lei, la frolla maledetta!

Diceeee, ma zzipie', co tutte le frolle che fai mo non riesci a trovare come è fatta questa?

No, non ci riesco. Lo ammetto.

Ma io so capoccione! Mi ci imputo. E così ho iniziato a pensare, elugubrare, fino a farmi fumare il cervello.

Inizialmente pensavo che quella morbidezza fosse dovuta al burro, ma poi ho capito che non era così, anzi il contrario!!!!


Così mugina che ti rimugina alla fine ho provato a sconvolgere le regole e ideare una ricetta di frolla per me inedita (magari poi scopro che la conoscono metà dei lettori! :D: D: D)

...e questa volta....

...questa volta.... 

...questa volta.... 

:)))))))

Frolla per la Crostata di Visciole:

Ingredienti per uno stampo da 20 cm

200 g farina
65 g zucchero
45 g burro fuso (si fuso!)
2 tuorli
1 albume
1 cucchiaino di lievito per torte salate
Sale
Zeste di limone


Impastare tutto insieme. Se dopo un po' non si amalgama, aggiungete un goccino-ino-ino di latte.
Lasciate riposare in frigo almeno un paio d'ore.

Ripieno.

Crema da forno (dosi con 2 rossi così ne avanza un po' per le leccate golose!)

500 g ricotta di pecora schiacciata con 150 g di zucchero
350 g marmellata visciole o amarene se no ntrovate le visciole


Stendete la frolla e sistematela nello stampo, poi uno strato sottile di crema, poi la marmellata (se è duretta ammorbiditela sbattendola con una forchetta in una ciotola), ricotta, chiudete con altra frolla.
Spennellate poi la superficie con un ovetto sbattuto.

Forno a 180°. I tempi sono soggettivi e di solito mi regolo a occhio. Comunque credo di averla tenuta 45'.


Quando la tirerete fuori dal forno sarà imperfetta; non preoccupatevi: deve essere imperfetta!

(Fai click sulla foto per ingrandirla)

La torta va gustata tiepida...
Mangiata a mozzichi, con le mani...
(Fai click sulla foto per ingrandirla)
O con la forchetta, magari comodamente seduti

(Fai click sulla foto per ingrandirla)

Ovviamente mai saprò se la ricetta originale del forno Boccione (che non rivelano neanche sotto tortura) è esattamente quella che ho elaborato, ma vi posso assicurare che quanto a sapore, friabilità, consistenza ed equilibri ci siamo!

Fatela, anzi clonatela!!! 

:)))

Ciao e alla Prossima.

Lo Ziopiero

Guardate anche le altre realizzazioni:

Biscotti ai Cereali

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Ci sono molti lettori che non commentano.
Poi, magari, improvvisamente rompono il ghiaccio e in una volta sola si rifanno del tempo perduto!
:)))

Poi ce ne sono altri che piuttosto che commentare preferiscono inviarmi mail per stabilire un contatto diretto, chiedendomi pareri, suggerimenti, o anche dandomi delle indicazioni.
:)))

E' quanto accaduto con Eleonora, che un giorno mi scrive tutta felice elencandomi una molteplicità di sue realizzazioni culinarie, tra cui questi biscotti ai cereali!

"Zio, che ti sembrano?" 

"Ele, ti dico solo che mi hai fatto venir voglia! :)))"

"Non mi dire che li farai?"

"E certo! Magari ritoccherò qualcosina..."

Effettivamente da una prima lettura delle dosi mi è subito saltata all'occhio la grande quantità di burro, che ho ovviamente ridotto.

Ma a prescindere dalle dosi devo dire che mi son piaciute molto le foto con cui Sabina ha rappresentato i suoi biscotti e alla fine non ci ho pensato su due volte e li ho rifatti così:

Ingredienti per 18 biscotti circa

100 g di farina integrale
100 g di fiocchi d'avena
100 g di burro (io 75 g)
50 g di zucchero di canna
(io ho usato il muscovado)
un pizzico di sale
un cucchiaino di lievito per dolci
2 cucchiai di latte o quanto basta



L'impasto, come tutti gli impasti per biscotti, va fatto riposare in frigo almeno un'oretta.

Poi forno a 180°, fino a quando cambiano colore.

Ricordatevi: i biscotti vanno tirati fuori dal forno ancora morbidi e lasciati freddare su una gratella.

Farli è stato un attimo.

Mangiarli a colazione...pure!

Mi piace questa cosa!

(Fai click sulla foto pre ingrandirla)
Ovviamente, ve li consiglio! ;)


Ciao e alla Prossima.

Lo Ziopiero

Guardate anche le altre realizzazioni:

E con oggi son 51!

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Lo scorso anno il mio compleanno lo festeggiai con le zeppole, senza sapere che di lì a poco avrei  ricevuto un regalo bellissimo da parte di molti di voi.

Ne rimasi commosso. Ogni tanto mi vado a rileggere qualche vostro post di quel giorno, di cui conservo un ricordo molto particolare, anche perché poi il regalo fu doppio!!! :)))

I ricordi, si sa, fanno parte integrante della nostra vita.

E più si ....ehm...cresce, più se ne hanno.

Poi si arriva ad un certo punto della vita in cui i ricordi diventano talmente tanti che fai fatica a tenerli tutti a mente.
Episodi, svolte, storie, amori, avventure, viaggi...quanti ricordi ognuno di noi ha nella propria memoria...?

E quanti ricordi abbiamo in comune?

Oggi mi son fatto aiutare. Ho ripreso un vecchio testo da internet e ve lo ripropongo qui.

Intendiamoci, l'avrebbe potuto scriverlo chiunque di noi, con le stesse parole, gli stessi ricordi o altri ancora...se volete nei commenti ritenetevi liberi di fare delle aggiunte, che dite?

Buona lettura e...buoni ricordi! :)))

Noi, che...

Noi, che le nostre mamme mica ci hanno visti con l'ecografia.
Noi, che a scuola ci andavamo da soli e da soli tornavamo.
Noi, che la scuola durava fino alla mezza e poi andavamo a casa per il pranzo con tutta la famiglia (si, anche con papà).
Noi, che eravamo tutti buoni compagni di classe, ma se c’era qualche bullo, ci pensava il maestro a sistemarlo sul serio.
Noi, che se a scuola la maestra ti dava un ceffone, mamma a casa te ne dava 2.
Noi, che se a scuola la maestra ti metteva una nota sul diario, a casa era il terrore.
Noi, che quando a scuola c'era l'ora di ginnastica partivamo da casa in tuta, tutti felici.
Noi, che avevamo le tute lucide acetate dell’Adidas che facevano fico, ma erano pure le uniche.
Noi, che la gita annuale era un evento speciale e nelle foto delle gite facevamo le corna ed eravamo sempre sorridenti.
Noi, che le ricerche le facevamo in biblioteca, mica su internet.
Noi, che la vita di quartiere era piacevole e serena.
Noi, che andare al mare nei sedili posteriori della 850 di papà o nella 1100 di nonno era una passeggiata speciale e serbiamo ancora il ricordo di un bagno “pulito” a Rimini, Ostia o all’Idroscalo
Noi, che non avevamo videogiochi, né registratori, né computer. Ma avevamo tanti amici lo stesso anche senza s. n.
Noi, che per cambiare canale alla TV dovevamo alzarci e i canali erano solo 2.
Noi, che andavamo a letto dopo Carosello.
Noi, che sapevamo che era pronta la cena perché c'era Happy Days e Fonzie.
Noi, che guardavamo allucinati il futuro con “Spazio 1999” .
Noi, che se la notte ti svegliavi e accendevi la TV vedevi solo il monoscopio Rai con le nuvole o le pecorelle di interruzione delle trasmissioni.
Noi, che ci sentivamo ricchi se avevamo 'Parco Della Vittoria e Viale Dei Giardini'.
Noi, che i pattini avevano 4 ruote e si allungavano quando il piede cresceva.
Noi, che chi lasciava la scia più lunga nella frenata con la bici era il più fico e che se anche andavi in strada non era così pericoloso.
Noi, che dopo la prima partita c'era la rivincita, e poi la bella, e poi la bella della bella.
Noi, che avevamo il 'nascondiglio segreto' con il 'passaggio segreto'.
Noi, che giocavamo a nomi-cose-animali-città.
Noi, che ci divertivamo anche facendo Strega-comanda-colori.
Noi, che ci mancavano sempre 4 figurine per finire l'album Panini (celò, celò, celò, celò, celò, celò, mi manca!).
Noi, che suonavamo al campanello per chiedere se c'era l'amico in casa, ma che a quelli degli altri suonavamo e poi scappavamo.
Noi, che compravamo dal fornaio pizza bianca e mortadella per 100 £ire (= € 0,050!) e non andavamo dal dietologo per problemi di sovrappeso, perché stavamo sempre in giro a giocare.
Noi, che bevevamo acqua dalle fontanelle dei giardini, non dalla bottiglia PET della minerale ed un gelato costava 50 £ire (pari a € 0,025!).
Noi, che le cassette se le mangiava il mangianastri, e ci toccava riavvolgere il nastro con la Bic.
Noi, che sentivamo la musica nei mangiadischi sui 45 giri vinile (non nell’Ipod) e adesso se ne vedi uno in un negozio di modernariato tuo figlio ti chiede
cos'è.
Noi, che al cinema usciva un cartone animato ogni 10 anni e vedevi sempre gli stessi tre o quattro e solo di Disney.
Noi, che non avevamo cellulari (c’erano le cabine SIP per telefonare) e
nessuno poteva rintracciarci, ma tanto eravamo sicuri anche ai giardinetti.
Noi, che giocavamo a pallone in mezzo alla strada con l'unico obbligo di rientrare prima del tramonto.
Noi, che trascorrevamo ore a costruirci carretti per lanciarci poi senza
freni, finendo inevitabilmente in fossi e cespugli.
Noi, che ci sbucciavamo il ginocchio, ci mettevamo il mercurio cromo, e più era rosso più eri fico.
Noi, che giocavamo con sassi e legni, palline e carte.
Noi, che le barzellette erano Pierino, il fantasma formaggino o c’è un francese-un tedesco-un italiano.
Noi, che c'era la Polaroid e aspettavi che si vedesse la foto.
Noi, che la Barbie aveva le gambe rigide.
Noi, che l'unica merendina era il Buondì Motta e mangiavamo solo i chicchi di zucchero sopra la glassa.
Noi, che il 1° Novembre era 'Ognissanti', mica Halloween.
Noi, che il Raider faceva concorrenza al Mars.
Noi, che a scuola le caramelle costavano 5 £ire.
Noi, che si suonava la pianola Bontempi.
Noi, che la Ferrari era Lauda e Alboreto, la McLaren Prost , la Williams Mansell , la Lotus Senna e Piquet, la Benetton Nannini e la Tyrrel a 6 ruote!
Noi, che la penitenza era 'dire-fare-baciare-lettera-testamento'.
Noi, che ci emozionavamo per un bacio su una guancia.
Noi, che il Ciao e il Boxer si accendevano pedalando.
Noi, che nei mercatini dell'antiquariato troviamo i giocattoli di quando eravamo piccoli e diciamo "guarda! te lo ricordi?" e poi sentiamo un nodo in gola.
Noi, che vivevamo negli anni di piombo, in mezzo ad inaudite violenze per lotte sociali e di classe.
Noi, che votavamo per i partiti della 1° Repubblica: MSI, DC, PRI, PLI, PSI, PCI, e non per 70 diversi gruppi dai nomi fantasiosi.
Noi, che trovammo lavoro tutti e subito.
Noi, che siamo ancora qui e certe cose le abbiamo dimenticate e sorridiamo quando ce le ricordiamo.

......... Noi, che siamo stati tutte queste cose e tanto altro ancora....

Noim che...Vi saluto con una foto.

(Fai click sulla foto per ingrandirla)
Fotografare le colonne mi ha sempre affascinato. Sono un simbolo di stabilità, ma anche di continuità, a volte infinita...

Ciao e alla Prossima

Lo Ziopiero

Farfalle Integrali Fatte in Casa

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Lo avevo detto in questo commento a Michela: le farò, ma mi verranno degli aquiloni, altro che farfalline! :D :D :D

E infatti così è stato!

Ma che aquiloni, però!

Certo, non hanno né capo né coda, non sono colorati e il loro volo non è legato ad un filo.

Però...però...però...

Quando ho impiattato è stato come volare...

(Fai click sulla foto per ingrandirla)

Si è svolto tutto molto rapidamente.

Una scelta delle farine da usare: FON-DA-MEN-TA-LI, come ormai sapete meglio di me.
Un'idea al condimento, colorato appunto!
Un pensiero allo scatto fotografico.

Ed ecco che ero già all'opera, in men che non si dica.

Per l'impasto qui ho voluto fare il sofisticato, sapete che a me piace sentire i vari sapori e per queste farfalle ho voluto unire un po' di farine che avevo, cercando di trovare il giusto mix.

Voi, ovviamente, fate come meglio credete. Intanto vi svelo questa alchimia:

Ingredineti per ogni persona:

40 g farina integrale
25 g farina di farro integrale
10 g farina di segale
25 g farina di grano duro
50 g acqua

L'impasto va fatto riposare almeno un'ora.
Poi va steso non troppo sottile; la carnosità della pasta si deve sentire chiara, decisa.

Poi ritagliate dei quadrati (4x4cm se volete gli aquiloni, altrimenti più piccoli) con la rotella zigrinata lungo un lato e con la rotella normale lungo il rispettivo lato perpendicolare.

Senza alzare dal tavolo di lavoro i quadratini, formate le farfalle schiacciandoli tra pollice e indice dal lato non zigrinato. Potete fare questa operazione in contemporanea, sia con la mano destra sia con la sinistra. Alla fine vi ci vorrà metà del tempo! ;)

(Fai click sulla foto per ingrandirla)

3 porzioni si fanno in un batter baleno, giusto quei pochi minuti per far bollire l'acqua.

E quindi questo piatto lo possiamo pure classificare tra quelli Buoni e Veloci, che dite?

(Fai click sulla foto per ingrandirla)


Per il condimento:
cuocete la zucca nel forno (o se preferite in padella con dell'olio e già tagliata a pezzetti);
lessate dei broccoli, ovviamente senza buttare l'acqua nella quale cuocerete le farfalle;
una volta cotte fate saltare in padella le farfalle con il condimento o, meglio, le ripassatele nel wok.

Sopra ci ho messo del formaggio ragusano, ma anche una ricotta salata ci sta molto bene.
(Fai click sulla foto per ingrandirla)


p.s Miché, le tue son molto più belle, lo so, ma il mix di farine che ti ho fatto in questa pasta lo devi assolutamente provare!!!


Ciao e alla Prossima.

Lo Ziopiero

Guardate anche le altre realizzazioni:

Kugelhupf a 4 mani

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Pie', vojo fa un lievitato tosto, impegnativo! Trovane uno e poi lo facciamo insieme!

Miché, tu mi inviti a nozze! Lo sai che con certi impasti io ce sguazzo!

Appunto. Se non chiedo a te a chi chiedo....?

.....
(toccato nell'orgoglio, sa come stuzzicarmi, l'Allieva eh?)

Senti, fammece penza' mpochetto e poi ti faccio sapere.

...in realtà dopo questo scambio di battute avevo già in mente cosa.

E' un pò che infatti avevo preso di mira questo Kugelhupf di Paoletta, ma avevo sempre rimandato per motivi di tempo.

Poi arriva lei, fresca fresca e mi provoca....e allora...

TA-DAAA!

(Fai click sulla foto per ingrandirla)

Miché, ho trovato! Facciamo il Kugelhupf

....

Oi? ci sei?

Scusa, non ho capito bene...cosa dovremmo fare io e te?

Il Kugelhupf

Uhm

Vai a guardarti il blog di Paoletta e poi mi dici.

Qualche ora dopo...

Pie', ho stampato tutto ora studio.

Per chi ancora non lo sapesse, Michela quando dice che stampa in realtà si ricopia tutto sul suo quadernino e se dice che studia vuol dire che ha già chiaro quello che vuole fare...e infatti:

Allora ci sono. L'unica cosa è che uvetta e canditi non piacciono a molti della mia famiglia. Penso di metterci il cioccolato.

OK. Vada per il cioccolato.
Io lo faccio come da ricetta, ok

in realtà poi ho cambiato qualcosina:

Ingredienti
300 g manitoba
150 g burro (io 120 g)
75 g zucchero
10 g Lievito di Birra fresco (io 8 g)
50 g Latte
75 g Acqua
2 Tuorli
2 Uova
6 g sale
1 cucchiaino di miele
Zeste arancio
 

A scelta
25 g uvetta (io 60 g)

25 g arancia candita (io 120 g)
oppure
100 g cioccolato tagliato a quadratini piccoli


Si parte con una Biga fatta con l'Acqua, Lievito di Birra, 75 g manitoba e il miele.
Si impasta e si lascia riposare 45’-60’.

Poi si passa all'impasto vero e proprio. Si uniscono i rimanenti ingredienti tranne il burro, l'uvetta e l'arancia candita (o il cioccolato). Si incorda.
Ci vorrà un po' di tempo, l'impasto è di quelli molto liquidi, ma voi non dubitate: l'impastatrice saprà fare il proprio dovere. Basta aver pazienza. ;)

Una volta incordato, si inizia ad inserire il burro un pezzo per volta, sempre continuando ad impastare per non perdere l'incordatura.

Infine si aggiungono l'uvette e i canditi (o il cioccolato)
Si mette l'impasto in un contenitore con chiusura ermetica e si lascia riposare 30’.
Quindi si ripone l'impsto in frigorifero, a 4°, per minimo 6 ore e un massimo di 24.


Una volta tolto si aspetta una mezzoretta, poi si fa un giro di pieghe al centro e si lascia riposare 15'.

Si forma bucando al centro con le dita infarinate e sistemandolo in uno stampo da ciambelloni o da Kugelhupf, imburrandolo e posizionando sul fondo un po' di mandorle.


Si lascia lievitare fino a quasi triplicare.

Si inforna a 180° per 20-30' Controllate con il solito metodo dello stecchino.

Sformate quando l'impasto si è raffreddato e apritelo solo dopo qualche ora:


(Fai click sulla foto per ingrandirla)
Miché, allora? Come ti è venuto?

A Pie, è divino. Guarda qua! Lo devi prova' al cioccolato! Secondo me è ancora più buono!

....

Pie', ci sei? Piero? Pieroooooo?

Lo confesso: ero già con le mani in pasta per fare la versione al cioccolato!

E visto che c'ero ho pure fatto un piccolo filmato col cellulare; questa volta ve lo propongo senza musica e senza scritte, abbiate pietà per la qualità:


Sul risultato finale, invece....

(Fai click sulla foto per ingrandirla)
mmmmmmmmmmmm
Decisamente divino!!!!!

Se dovessi consigliarvi quale tra i due, non avrei dubbi: cioccolato forever!

Vi lascio con queste due fette...amichevolmente unite; a sinistra il classico, a destra quello al cioccolato.

Scegliete voi....

(Fai click sulla foto per ingrandirla)


Chiudo con una nota tecnica, doverosa dopo aver scritto il post:

Il Kugelhupf è più facile a farsi che a scriversi.

Davvero! Non so quante volte ho dovuto correggere la grafia! :D :D :D



Ciao e alla Prossima.E non dimenticate di andare a vedere anche il Kugelhupf di Michela! ;)

Lo Ziopiero

Guardate anche le altre realizzazioni:

Brioches al Cioccolato con Crema agli Amaretti by Montersino

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Quando ho visto la foto a pag. 153 del libro "Peccati al Cioccolato" mi son detto: mmmmmm, mi attizzano 'ste brioches! Le devo rifare!

E le ho rifatte!

(Fai click sulla foto per ingrandirla)
Disceeeee: "Ma come son fatte? Dentro che c'è? E quella cosa sopra cos'è?"

Calma, calma, calma, andiamo con ordine partendo dalla ricetta...

Per le brioches:
500 g farina 360 w
80 g latte intero
15 g di lievito di birra (io 10 g)
175 g di uova
80 g di zucchero
25 g di miele di acacia
8 g di marsala
140 g di burro (io 100 g)
8 g di sale
15 g di cacao
50 g di cioccolato fondente al 70%
Semi di Vaniglia

Ripieno
120 g Pan di Spangna
250 g di crema pasticcera
80 g di cioccolato fondente in gocce
60 g di amaretti
15 g di marsala

per la crosta in cialda

60 g di burro
75 g zucchero
1 g di pectina
30 g di latte
75 g di cru di cacao in granella
20 g di sciroppo di glucosio in polvere

che ho subito convertito con questa mia, i cui ingredienti sono di più facile reperibilità:

50 g mandorle pralinate e poi tritate
120 g di cioccolato fondente al 70%
60 g di corn flakes sbriciolati


Insomma, avete capito che si è inventato Montersino?
Un ripieno a base di crema, pan di spagna, cioccolato, amaretti e chi più ne ha più ne metta!

Mica male l'idea, eh?

Così non ci ho pensato su due volte: ho preparato subito l'impasto, che era praticamente uguale a quello dei Kranz, e poi il ripieno (basta unire tutti gli ingredienti sbriciolando Pan di Spagna e amaretti).

Dopo una prima lievitazione ho fatto una serie di palline e schiacciate per ottenere dei dischetti, sui quali ho adagiato il ripieno:

(Fai click sulla foto per ingrandirla)
Ho poi richiuso il dischetto sigillando con la classica stretta nell'incavo tra pollice e indice e ho messo a lievitare con la chiusura sotto fino almeno al raddoppio.

Quindi forno a 180° fino a cottura.

Per la crosta in cialda ho sciolto il cioccolato e mescolato dentro le mandorle e il corn flakes. Lasciata intiepidire un po' e quindi l'ho versata sopra le brioches cotte e....


(Fai click sulla foto per ingrandirla)
GNAM! Letteralmente divorate!!!

Le farete? :))))

Prima di salutarvi, visto che è quasi Pasqua, vi lascio con un uovo artistico, che ho ricevuto in regalo da un carissimo amico:

(Fai click sulla foto per ingrandirla)
Vi piace? Non è un'opera d'arte?
Guardate che cura dei particolari:

(Fai click sulla foto per ingrandirla)
....

(Fai click sulla foto per ingrandirla)
E sapete chi l'ha ideato?

Ma sempre Lui, Montersino !!!
(Fai click sulla foto per ingrandirla)

Auguri a Tutti!!!

Ciao e alla Prossima.

Lo Ziopiero

Guardate anche le altre realizzazioni:

Cannoli di Frolla con Crema

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Vi ricordate la frolla che tanto mi fece disperare?

Molti di voi nei commenti hanno detto che l'avrebbero copiata.

Efffettivamente è una frolla particolare, diversa.

L'ho voluta rifare, cambiandone però la destinazione: non più crostata, ma semplici cannoli.
Alla Crema

(Fai click sulla foto per ingrandirla)
Vi dico subito che è venuto un dolce semplice, ma che sa di antico.

Sapete quando la nonna vi preparava "qualcosa di buono"?
O la zia vi faceva "quella cosa che ti piace tanto"?
O chiedevate alla mamma: "mi fai la cosa buona"?


Chissà perché a certe cose non si è mai dato un nome proprio, però quando le volevi ti capivano subito al volo!

E la cucina si riempiva di odori, e noi di gioia.

Giravamo impazienti attorno al tavolo, incuranti delle raccomandazioni: "Attento, che ti sporchi tutto!" oppure "Guarda che ti riempi tutto di farina!"

"Nonna quando è pronto?"
"Zia me ne posso mangiare una?"
"Mamma, mica dovrò aspettare domenica????"

E questi cannoli sanno di antico, perché sono pieni di ricordi e, soprattutto, sono semplici.
Una frolla
Una crema

La frolla:

200 g farina
65 g zucchero
45 g burro fuso
2 tuorli
1 albume
1 cucchiaino di lievito per torte salate
Sale
Zeste di limone


La Crema:

400 g. Latte
100 g. Panna
150 g. Tuorli (circa 6)
150 g. zucchero semolato
18 g. amido di mais
18 g. amido di riso
½  baccello vaniglia
Scorza di limone

Stendete la frolla e arrotolatela intorno alle "cannule"

(Fai click sulla foto per ingrandirla)
Se i cannoli vi piacciono corposi, la frolla va stesa un po' più spessa di quanto fareste per una crostata.

Poi li cuocete in forno a 180°

Sfilate le cannule e riempite i cannoli di crema.


(Fai click sulla foto per ingrandirla)
Chiudete gli occhi

Mordete

Sognate....

P.S. Se poi volete fare i Cannoli alla Siciliana, allora sapete dove puntare ;)


Ciao e alla Prossima.

Lo Ziopiero

Guardate anche le altre realizzazioni:

Trancetti di Fragole

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Son tornate le fragole!!!!

Come le ho viste al mercato le ho subito prese.
E sapete perché?

Era un po' di tempo che volevo fare questi trancetti:
(Fai click sulla foto per ingrandirla)
L'ispirazione, manco a dirlo, me l'ha detta Lui, a pag 222 del suo "Tiramisù e Chantilly".

Io ho solo cambiato un po' gli ingredienti.

Sono un dolcetto di sicuro effetto e anche piuttosto semplice da preparare, a patto di avere sempre a disposizione un paio di ingredienti di base.

Disceee...Ma uno mica puo' sempre avere a disposizione tutto!

E perché no? In fondo ve l'ho sempre suggerito: Tenetevi sempre pronti nel freezer queste 3 cose:

Tuorli Pastorizzati
Meringa Italiana
Pan di Spagna

A farle ci vuole poco e possono sempre tornare utili.

Peraltro in questo dolcetto i Tuorli Pastorizzati non ci servono, ma voi fateli ugualmente, soprattutto adesso che arriva la bella stagione!!!
Capissshhhhammme!!! ;)

Oltre alle fragole e a quanto su indicato, vi occorrerà della panna e della colla di pesce e, se volete fare scena, un po' di polvere d'oro...

Come attrezzatura ho usato il classico Ring Quadrato (che poi me devono spiega' perché lo chiamano Anello Quadrato e non Quadrato d'Acciaio che mi sembra più corretto!)

Il dolce si fa a strati e con le creme già pronte costruirlo è davvero un gioco da bambini.

Ma andiamo con ordine.

Mousse di Fragole
Laviamo un chilo di fragole, tagliamole e mettiamole in una scodella con zucchero a piacere, limone se piace e le lasciamo stare coperte 12 ore in frigorifero.
Il liquido che troveremo ovviamente non va buttato: ci servirà per la bagna.
Le fragole invece le frulleremo (non dalla finestra, eh? :D :D :D)



Ne togliamo circa 1/3 che ci servirà per la gelée.

Dai 2/3 che ne rimane ne preleviamo 3 cucchiai e li scaldiamo.
Poi ci uniamo 4 g di colla di pesce ammollata in acqua e ben strizzata.
Mescoliamo fino a completo sciogliemento e uniamo il rimanente della polpa.

Il tutto lo versiamo in 200 g di Meringa Italiana



Inglobiamo energicamente:



Infine aggiungiamo 400 g di panna montata con 40 g di zucchero.

La mousse è pronta. E' doveroso un assaggio. Attenti, pero': da assuefazione!!!!



Tranquilli! Le dosi che vi ho dato prevedono anche un altro piccolo assaggio!!!!
:)))

A questo punto abbiamo tutto l'occorrente per montare il nostro dolce

Strato di Pan di Spagna
Bagnamolo poi con il succo di fragole
Poi lo strato di mousse di fragole
Ancora Pan di spagna bagnato
Ancora mousse.
Livelliamo per bene

Mettiamo quindi nel congelatore giusto il tempo di lasciar solidificare la superficie.

Nel frattempo prepariamoci la

Gelée di Fragole:
Scaldiamo con un po' di zucchero le fragole frullate che avevamo messo da parte.
Aggiungiamoci 4 g di colla di pesce predentemente ammollata in acqua e ben strizzata.
Mescoliamo per bene affinché si sciolga e lasciamo appena intiepidire.

Versiamola quindi sopra il dolce e riponiamo nuovamente nel congelatore.

Se volete fare i trancetti vi consiglio di tagliarli quando ancora il dolce è congelato, scaldando prima la lama di un coltello.

Il dolce si conserva nel congelatore anche qualche mese, ma prima di essere consumato dovete ricordarvi di metterlo in frigo almeno 12 ore prima.

Ultimo tocco di classe una spolveratina d'oro:
(Fai click sulla foto per ingrandirla)

Che ve ne pare?

Li farete...?

Ciao e alla Prossima.

Lo Ziopiero

Guardate anche le altre realizzazioni:

Crocchette di Pollo

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Quante volte ci facciamo la punta al cervello per decidere cosa preparare da mangiare?

Questo non mi va
Quest'altro l'ho fatto da l'altro giorno
Questo è buono ma ci vuole troppo tempo
....

Eppure di scelte già solo in questo mio blog ce ne sarebbero infinite, tra primi, secondi o preparazioni varie potrei campare di rendita. Per non parlare poi dei dolci...

Però... diciamocelo: noi vogliamo sempre fare qualcosa di diverso, che non abbiamo ancora provato. E non necessariamente impegnativo o spettacolare. Anzi! A volte abbiamo proprio bisogno di qualcosa di semplice, facile da preparare e...diciamocelo ancora, anche gustoso!

Avevo letto di queste crocchette sia da Martina (che le ha proposte fritte) sia da Michela (che le ha cotte in forno): potevo non farle, visto che Martina e Michela sono spesso mie muse ispiratrici? Gnoooo!!! :))

Così, visto che avevo pure un bel pezzo di pollo da consumare, non ho esitato un secondo di più!

Ingredienti

1 petto di pollo intero, disossato
2 uova
Pangrattato
Corn flakes
Sale
Olio EVO


Sbattete le uova in una ciotola, aggiungetevi il sale e tuffateci i pezzi di pollo tagliati a cubetti
In un altra ciotola sbriciolate i corn flakes e unitevi il pangrattato ...e se volete un pangrattato d'eccezione, fatelo aromatico (Miché, con questo link fanno 10€ :D :D :D)

Ripassate i cubetti nel pangrattato, stendeteli in una teglia bel oleata.
Cuocete a 180°, avendo cura di girarli di tanto in tanto.
A doratura completa saranno pronti:
(Fai click sulla foto per ingrandirla)
Volendo potete guarnirli con una salsa di vostra invenzione:
(Fai click sulla foto per ingrandirla)
o con la più classica delle maionesi

Ovviamente questo piatto, vista la sua bontà e la sua velocità di esecuzione, entra di diritto nelle ricette Buoni e Veloci


Ciao e alla Prossima.

Lo Ziopiero

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Cornetti Integrali al Miele

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Confessate: quando entrate in un blog di cucina qual è la prima cosa che notate?

Di sicuro come è impostato.
Poi se è facilmente navigabile.
L'aspetto dei piatti.
Magari la qualità delle fotografie.


Un giorno capito nel blog di Simona e vengo subito attratto dalle sue foto e dalle sue meticolose descrizioni passo passo.

Così, complici anche le recenti vacanze di Pasqua, inizio a navigare un po' e ci trovo questi cornetti integrali al miele.

Leggo ricetta e procedimento e, visto che era sabato e non avevo programmi per il pomeriggio mi son detto: quasi quasi....

Scorro rapidamente la lista degli ingredienti certo che avrei avuto tutto in casa: manitoba, latte, uova, zucchero di canna, burro..ok. Lievito di birra (ahahahaaah, quello non manca mai), miele di castagno (OK), farina integrale (aho, e certo che quella non mi manca, con tutti i panini integrali che faccio!), farina di farro integrale: bingo!!! Ho anche quella!!!!
(giusto un pazzo come me poteva avere la farina di farro integrale in casa! ahahahaah)

Ok, ci siamo.
Rileggo meglio dosi e procedimento, scrivo a Simona e le dico:
Simo', guarda che la cambio, eh? Sia alcune dosi, sia il procedimento.
Ok, Pie'. Vai tranquillo!

E così mi metto subito al lavoro:

Prima di tutto predispongo nelle varie ciotoline tutti gli ingredienti e gli attrezzi che mi serviranno.
Mmmmmm..... Adoro la "mise en place".
Certo richiede un po' di tempo, ma poi è bello avere davanti a se tutto pronto, già dosato...


Ingredienti (in rosso le mie varianti):

300 g manitoba
100 g integrale
100 g farro integrale
150 g latte (io 220 g)
25 g lievito di birra (io 8 g)
2 uova
45 g zucchero di canna (io 50 g)
2 Cucchiai di miele di castagno (io mooooolto abbondanti)
9 g sale
100 g burro

Vaniglia (omessa)

Prepariamoci un lievitino con
150 g di manitoba, 75 g di latte, il lievito e 15 g di zucchero.
Impastiamo, copriamo con della farina e lasciamo lievitare fino a quando l'impasto crescnedo inizia a formare delle crepe sulla farina.

Qui vorrei fare subito una precisazione: ho letto da alcune parti che il lievitino viene lasciato anche 12 ore prima di essere riutilizzato: niente di più scorretto! Prima di tutto perché con queste dosi (5% di lievito rispetto alla farina) l'impasto è pronto all'uso gia dopo 45'; secondo perché dopo un po' l'impasto tende ad inacidire, pregiudicando il sapore finale.

Una volta pronto il lievitino, iniziate ad impastare gli altri ingredienti tranne il burro, fino ad incordare.

A questo punto unite il burro ammorbidito, un pezzettino per volta in modo che non si perda l'incoratura.

Lasciate l'impasto in una ciotola capiente (deve raddoppiare) e copritelo con un piatto.

Quindi infarinate leggermente il tavolo di lavoro e il matterello, stendete l'impasto fino ad ottenenere un rettangolo alto almeno 20 cm e tagliatelo formando dei triangoli isosceli con la base lunga 6-8 cm.

Staccateli dal piano e tirateli leggermente prendendoli con una mano dalla base e con l'altra dalla punta.

Formate ora i cornetti arrotolando dalla base e poneteli a lievitare sulla piastra ricoperta con la carta da forno, avendo cura di posizionare la punta del triangolo poggiata sulla piastra (altrimenti rischiate che in cottura vi si alzi!)

A questo punto lasciate lievitare fino almeno il raddoppio, spennellate con rosso d'uovo sbattuto con un cucchiaio di latte e infornate a 200° per i primi 10 minuti, per poi abbassare la temperatura a 180° fino a cottura avvenuta.

Lasciateli freddare su una gratella e....

(Fai click sulla foto per ingrandirla)
 Fateci colazione, come ho fatto io.

Per giunta, se mi avete seguito, avrete pure capito che questa è stata per me la mia colazione di Pasqua, altro che uova sode e coratella!!! :D :D :D

Inzuppati nel cappuccino o in un bibitone di caffé americano rendono al massimo!

(Fai click sulla foto per ingrandirla)


Ciao e alla Prossima.

Lo Ziopiero

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Cecina o Farinata di Ceci

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Tanto tempo fa pubblicai questo post in cui narravo di quando fui invitato ad un corso dove spiegavano come fare sia il vero pesto alla genovese (esperienza che definirei quasi idilliaca), sia la farinata di ceci.

Il pesto alla genovese ha delle regole ben precise di preparazione che se ben eseguite porteranno le vostre trenette a livelli afrodisiaci (giuro!).
...e badate bene parliamo di PESTO, NON di FRULLO eh?


Così, ogni volta che trovo del basilico come si deve, mi attrezzo con il mio mortaio, rigorosamente in marmo, e il mio pestello, rigorosamente in legno di faggio, e passo all'attacco, seguendo tutto il passo passo qui descritto. (E rileggetevi il post, che merita)

Per quanto riguarda invece la Cecina, in verità, l'avevo un po' tralasciata...
Grave, Gravissimo ERRORE!!!
Sono state queste le parole che mi sono uscite dopo averla servita a tavola:
(Fai click sulla foto per ingrandirla)
La Farinata di Ceci o Cecina è un piatto semplicissimo e contemporaneamente gustoso.

L'unica accortezza è dosare bene i due ingredienti in funzione della grandezza teglia che usate. L'impasto, molto liquido, non deve superare l'altezza di 2 cm una volta versato, per cui se vi avanza conservatelo e se è poco, cercate una teglia più piccola.

Ingredienti per uno stampo tondo da 20 cm

360 g Acqua
120 g Farina di Ceci
Un pizzicotto di sale
Rosmarino


Frullate acqua, farina e sale e lasciate riposare per 4-5 ore.
Versate poi l'impasto nello stampo oliato, aggiungete abbondante rosmarino e infornate alla massima temperatura sul fondo del forno per i primi minuti.

Se vedete che tende a bruciare, passate poi lo stampo al piano superiore.

La Farinata sarà cotta quando più o meno apparirà di questo colore:
(Fai click sulla foto per ingrandirla)

Che fate? Siete ancora lì? Andate subito a comprare la farina di ceci e, visto che ci siete, comprate anche il basilico....ma non lo frullate, mi raccomando. Lo uccidereste!

Ciao e alla Prossima.

Lo Ziopiero

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Pane in "Staffetta"

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Tamara, Piero, Sandra, se ci siete battete un colpo!!!!

Finiva più o meno così il post di Michela di qualche tempo fa.

Era una fine impegnativa, almeno per noi tre.

Un po' come quei quei film che alla fine non finiscono nel vero senso della parola, ma piuttosto ti fanno capire che da li a qualche mese ci sarà il seguito. Avete presente, no?

Solo che in questo caso era previsto un cambio di regista, e pure di produttore.
Una sorta di staffetta, insomma.

E di certo non potevo lasciar cadere il testimone!

Tamara l'ha fatto praticamente subito.
Io ho aspettato un paio di giorni prima di farlo ma poi, come al solito, ci ho messo molto di più a pubblicarlo.

E si! D'altra parte volevo pubblicare prima il kugelhupf, e poi questi trancetti di fragole e anche i cannoli alla crema. Insomma, mica potevi tenermi tutti 'sti ceci in bocca!!! :D :D :D

Ma alla fine.....
(Fai click sulla foto per ingrandirla)
Questo pane è fantastico, merito anche delle farine particolarmente buone che, come sono solito ripete, sono FON-DA-MEN-TA-LI!

Ecco le dosi per 2 stampi da plume cake:

480 g farina sette effe (mulino marino)
300 g farina di farro bianca
30 g zucchero
18 g sale
7 g lievito di birra
480 g latte
145 g burro

Impastate fino ad incordatura, inserendo il burro per ultimo e a piccole dosi in modo che l'impasto no nperda l'incordatura.
Fate raddoppiare in una ciotola unta d’olio e coperta.
Quindi date una piega a tre, la stessa che si da nella preparazione della sfoglia, e lasciate riposare l'impasto ancora 45’.

Dividere poi l’impasto in due e fare 2 filoncini, che andranno divisi ancora in due e intrecciati, riposti negli stampi oliati e oliati a loro volta in superficie.

Lievitare fino al raddoppio, anche qual cosina di più.

Forno a 190° coperti per la prima mezzora, poi altri 20 minuti circa, ma voi controllate sempre la cottura.

A questo punto altro non mi rimane che passare il testimone...
(Fai click sulla foto per ingrandirla)

Vediamo un po' chi potrebbe continuare la staffetta....Un nome a caso...

Nanni????

:))))))


Ciao e alla Prossima.

Lo Ziopiero

Guardate anche le altre realizzazioni:

Due Plumcake al prezzo di uno! (e qualche info sulle uova)

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Venghino, siori, venghino!

Aho, ma che, è arrivato l'arrotino?
Ma no! Non vedi che è Lo Ziopiero?

E che ci fa su un carrettino con su un megafono?
Booo, avviciniamoci un po'...

Venghino, siori, venghino! Oggi grande svendita di ricette!
Due plumcake al prezzo di uno! Venghino siori!

Disceeee, ma che te sei impazzito?


Ma gnooooo!!! 

Il fatto è che la lista di attesa di cose che vi voglio proporre inizia a diventare ingovernabile, motivo per cui o mi licenzio e passo il resto dei miei giorni a scrivere e pubblicare ricette (e vengo a vivere a turno a casa vostra ospitato e coccolato) oppure inizio a concentrare alcune realizzazioni in un unico post.

Diciamo che in attesa di vostre proposte per adesso ho optato per la seconda opzione! :)))


Dunque, come dice il titolo trattasi di plumcake, questa volta salati.
Si fanno in un attimo e per questo li classificherei subito come Buoni e Veloci.

Il primo plumcake è ai carciofi, visto che questo è il periodo.


Sapete come si fanno i carciofi alla romana, si? In caso contrario potete rileggervi questo post qui

Ma non ci sono solo carciofi. Anche uova sode!

....sapete come si fanno le uova sode, si?

Seeee, azzipie', ma per chi ci hai preso?!?!?!?
Mo te pare che non sappiamo fa' le uova sode!!!!

...mmmmm e invece penso che molti di voi sappiano ben poco sulle uova....

Per esempio, vi siete mai chiesti perché al supermercato vengono tenute fuori dal frigo mentre, una volta arrivati a casa, tutti si precipitano a metterle in frigo? Non vi sembra un controsenso?

Oppure: siete così convinti che lavarle sotto l'acqua corrente sia così corretto?
O ancora: come fate a capire se un uovo è fresco senza aprirlo?
Mmmmmmm... se sapete tutte e tre le risposte, allora vi promuovo a pieni voti!

Si, vabbe', ma poi scusa: sto' ovo sodo come lo fai?

Prendete l'uovo (che è meglio tenere sempre a temperatura ambiente, così come quando lo comprate) e immergetelo in un pentolino con abbondante acqua.
Qui potete subito verificare se l'uovo è fresco: se va a fondo è fresco. Se galleggia (a causa dell'aria che si forma al suo interno col passare dei giorni) allora lo potete buttare direttamente. Se sta a metà...vabbe', non è proprio freschissimo ma è ancora edibile.
Se invece appartenete a quella schiera di persone che conserva le uova in frigorifero, allora sappiate che mettendolo freddo nell'acqua rischiate che il guscio si apra non appena questa inizia a scaldarsi.
Se poi fate come alcune persone di mia conoscenza che l'uovo lo passano direttamente dal frigorifero nell'acqua bollente...be allora lo shock termico sarà tale che lo spacco è praticamente certo!

Detto questo, portate ad ebollizione l'acqua tenendo il fuoco molto basso, quindi spegnete e mettete un coperchio sul pentolino.
Quando l'acqua si sarà freddata, l'uovo sarà pronto.
Il tuorlo non sara una pallina da tennis e il tutto non avrà quel tipico quanto fastidioso odore di zolfo.
Provare per credere! ;)

OK! A questo punto avete tutto il necessario per farvi il vostro...

Plumcake ai Carciofi e Uova Sode 
(Fai click sulla foto per ingrandirla)

Ingredienti

180 g farina
3 uova
3 uova sode
60 g olio evo
100 g latte
100 g di groviera grattuggiata grossolanamente
100 g di parmigiano reggiano
3 carciofi
Una bustina di lievito per torte salate 
Un pizzico di sale

Allora, una volta cotti i carciofi alla romana spezzettateli con le mani e tagliate a fettine le uova sode.
Amalgamate il resto degli ingredienti in maniera grossolona e mettete l'impasto nello stampo dei plumcake, rivestito con carta da forno bagnata e ben strizzata..
Forno a 180° .
A cottura completa (prova stecchino) sfilatelo dallo stampo, togliete la carta da forno e fatelo freddare su una gratella.
Fatto!
Visto come è semplice?

Passiamo ora al secondo plumcake, quello aggratise!


Plumcake al Pesto di Pomodorini e Rughetta
(Fai click sulla foto per ingrandirla)

Invitante, eh?

Gli ingredienti di base rimangon gli stessi, ma uova sode e carciofi vengo sostituiti da questo Pesto Pomodorini e Rughetta.

Ingredienti:

180 g farina
3 uova
60 g olio evo
100 g latte
200 g di parmigiano reggiano
Pesto di Pomodorini e Rughetta
Una bustina di lievito per torte salate
Un pizzico di sale

Stessa tecnica di prima.
La quantità di pesto da aggiungere all'impasto la decidete voi, ma di pesto fatene tanto visto che con le trofie ci sta divinamente!
(Fai click sulla foto per ingrandirla)

Ciao e alla Prossima.

p.s. quanto alla prima opzione...si accettano inviti e tenete presente che non sporco, non faccio rumore, posso badare ai nipotini  e....vabbe', che me la cavicchio in cucina lo sapete! :D :D :D

Lo Ziopiero

Guardate anche le altre realizzazioni:

La vera storia del Kaiserschmarrn

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Vi ricordate il kugelhupf? Avete poi provato a farlo?
E a scriverlo?
E a pronunciarlo?
:)))

Oggi vi presento un'altra di quelle cose impossibili da scrivere e pure da pronunciare, anche se incredibilmente facile a farsi.


(Fia click sulla foto per ingrandirla)

Il Kaiserschmarrn o Kaiserschmarren viene definito da Wikipedia come uno dei più famosi dessert austrici.

Letteralmente significa "Frittata dolce dell'Imperatore" e la sua origine, come le storie che si raccontano sulla nascita casuale di molti piatti, mi ha sempre divertito.

Questa la mia interpretazione dei fatti:

Prima di tutto: chi è l'Imperatore?

I Romani potrebbero pensare si tratti di Gaio Giulio Cesare Ottaviano Augusto.
Gnoooooo. Non era lui!

I Francesi sicuramente staranno pensando a Napoleone Bonaparte?
Gnoooooo! Sbagliato!
E poi semmai il dolce si sarebbe chiamato "Omelette de l'Empereur" , vi pare?
(e mi raccomando l'erre moscia, eh?)

Nel nostro caso, invece, si tratti di nientepopodimenoche  Francesco Giuseppe I d'Austria, l'uomo che vanta il più alto numero di traduzioni del proprio nome: in tedesco: Franz Joseph I von Österreich, in ceco: František Josef I, in ungherese: Ferenc József, in slovacco: František Jozef I, in polacco Franciszek Józef I, in croato Franjo Josip I, in sloveno: Franc Jožef I, in serbo: Фрањо Јосиф I, in rumeno: Francisc Iosif I, in friulano: Francesc Josef, in ucraino: Франц Йосиф I
(come avete potuto notare la I c'è in tutte le lingue tranne che in friulano!)

Lo stesso personaggio vanta anche un altro record: il suo fu il più lungo regno della storia.

Di certo è stato un uomo molto impegnato, per cui spesso non cenava a tavola con i suoi cari ma si faceva portare qualcosa da sgranocchiare direttamente nel suo studio, che poi era una misera stanzetta 40x50 metri.

Per questo motivo il suo cuoco (all'epoca il termine chef  lo usavano solo i francesi e forse avrebbero fatto bene a tenerselo per loro!) era stressatissimo.
All'approssimarsi dell'ora di cena viveva dei momenti di assoluto panico per timore di eventuali estemporanee richieste di EffeGGiUan (è accertato che in cucina Francesco Giuseppe venisse chiamato EffeGiUan proprio per non turbare l'animo del cuoco, il qualeal sol sentir pronunciare il nome iniziava a sudare freddo, gli tremavano le gambe e spesso gli venivano le bolle!)

Voi capite che uno come l'Imperatore (cioè EffeGGiUan) non si accontenta di una busta di pop corn o di un panino al prosciutto. Quello (EffeGGiUan) vuole sempre qualcosa di sofisticato. E va pure accontentato!!!

E così una sera, quando il suo chef, pardon!, il suo cuoco, era intento a preparare la cena per la non meno esigente famiglia reale, ecco che arriva un paggeto che gli fa:

Der Kaiser wollen eine Krepp
(Ahoo, molla tutto che er capo vole na crep!)

Panico totale! Come poteva mollare la cottura del Gefüllter Truthahn (tacchino ripieno), le Aubergine Parmesan (melanzane alla parmigiana), i Bohnen mit Schwarte (fagioli con le cotiche) e i non meno impegnativi Nudeln mit Käse und Pfeffer (che sarebbero i tagliolini cacio e pepe) per una banalissima frittatina?

E fu così che mentre il nostro povero cuoco era impegnato a non far incollare la cacio e pepe, la Crepe del Kaiser (qui è proprio il caso di dirlo!) iniziò a bruciacchiarsi.

Schlampe Schaufel! 
(porca paletta!)

E siccome le rogne non vengon mai da sole, mentre tentò di girarla gli si ruppe pure!


Schlampe Schaufel Bis! 
(ariporca paletta!)

E mentre dal piano di sopra già arrivavano le urla inferocite di EffeGGiUan:

kommt diese krepp?
(ahoo, ariva 'sta creeeep?)

Ecco che al cuoco venne un'idea!!!

Finì di spezzettare la frittatina (tanto ormai...) e, non potendola più farcire, mise della marmellata sul bordo del piatto e coprì le bruciature con abbondante zucchero.

Meine Hoden!!!!
Pare avesse esclamato EffeGGiUan!
(questa non ve la traduco)

E fu così che da quel giorno EffeGGiUan volle cenare sempre con questa frittatina mal riuscita, al quale immodestamente diede il proprio appellativo; contemporaneamente conferì al suo cuoco il titolo di chef, senza dire nulla ai francesi che per altri 80 anni credettero di essere gli unici ad usarlo; al suo cuoco, pardon, al suo chef gli attacchi di panico si intensificarono ma per fortuna, prima dell'ultimo, fatale attacco, riuscì a sospirare la segretissima ricetta al suosotto-cuoco, facendosi promettere di non rivelarla a nessuno.

Ovviamente il sotto-cuoco venne promosso a cuoco e per vile denaro rivelò la ricetta alle tre le riviste di cucina che all'epoca venivano vendute in Austria: Die goldenen löffel (Il cucchiaio d'oro), Die österreichische küche (La cucina austriaca), Sauerkraut und Senf (Crauti e Mostarda). Partecipò anche a Der Test der Koch (Una sorta de La prova del cuoco) dove addirittura spacciò la Frittata del Kaiser per sua. Della serie il lupo perde il pelo ma non il vizio.

Ma torniamo a noi.
Il dolce, come anticipatovi, è semplicissimo da fare (quindi il neo chef aveva poco da tirarsela).
Per giunta nel tempo ha subito qualche inevitabile cambiamento nel procedimento.
Lo zucchero di guarnizione è stato sostituito dal più fighettino zucchero a velo, è stata aggiunta l'uva passa e gli albumi vengono montati a neve (cosa che all'epoca era tassativamente proibita ma non domandatemi perché).

Voi fatelo così:

Ingredienti per 4 persone

120 g di farina 00
270 g di latte intero
3 tuorli
3 albumi
25 g di zucchero
45 g di uva passa ammollata prima nell'acqua
3 pizzichi di sale
40 g di burro.

Montate gli albumi con lo zucchero
Con il minipimer frullate tutto tranne il burro e l'uva passa.
Unite i due composti senza sgonfiare la montata. Questo è importante.
Infine aggiungete l'uva passa.

In una padella bella capiente sciogliere il burro e iniziate a cuocere la frittata. Giratela e, se ancora non vi si è rotta, rompetela voi. Se pensate vi possa piacere un po' bruciacchiata, cuocetela fino a farla scurire un pochino, altrimenti toglietela dal fuoco prima.

Servitela con della marmellata (ribes, lamponi, fragole o quello che avete) e spolverate di zucchero a velo.


Di sicuro questo dessert può essere inserito tra i piatti Buoni e Veloci!

Vi rimetto la foto, va! ;)
(Fia click sulla foto per ingrandirla)


Ciao e alla Prossima.

Lo Ziopiero

Guardate anche le altre realizzazioni:

Meglio un giorno da leone o...

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...due da blogGALLO?

Che domande! La seconda che hai detto!

Tutto iniziò con una mail di Vaty

Zio, stiamo organizzando un incontro a Roma per il 26 e 27 aprile. Che fai? Vieni?

Vatyyy, ma che bello! Non so che dirti... di solito in quei giorni vado fuori per il ponte.

Zio, guarda che questo non è un incontro come gli altri, ma è speciale.

Beh, non lo metto in dubbio! Dai...dimmi qualcosa di più...

Prima di tutto siamo tutte donne! E ci siamo battezzate Blog...galline!

Uhm...e quindi io sarei...?

Si, tu saresti l'unico uomo! In pratica il blog-gallo in mezzo al pollaio!

:D :D :D :D 
Senti Vaty, vediamo. Se rimango a Roma sarò certamente il blog-gallo! :))))

E così fu!

Che dire....penso che ormai tra facebook e decine di post sia stato detto tutto e di più dalle innumervoli blog...ehmmm galline! :)))


Perfetta l'organizzazione, ottima la scelta di Palazzo Manfredi come location (grazie Monica!!!), la cui terrazza affaccia direttamente sul Colosseo e presso cui abbiamo potuto gustare l'ultima creazione di Giuseppe Iorio, Chef Executive del Ristorante: Cappellotti di panzanella e baccalà alla romana su coulis di pachino confit e basilico

Da parte mia posso solo aggiungere che sono stati due giorni emozionanti, intensi, passati in allegria e in perfetta sintonia con tutte, tra tanti coccodé e qualche mio chicchirichì! :D :D :D

...e al termine della seconda giornata, non vi nascondo, non riuscivamo a salutarci... (e c'è anche chi ha perso il treno!!!)

Lascio ora la parola alle immagini, a qualche mio commento e ai vostri a seguire....

Le risate:
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Gli abbracci:
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Le pubblicazioni in tempo reale su facebook ...
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 Il food:

Questi i cappellotti di panzanella e baccalà alla romana su coulis di pachino confit e basilico
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 Un'immancabile foto di gruppo finale:
(Fai click sulla foto per ingrandirla)

.....e...dulcis in fundo... l'assalto (fotografico e non) all'Opera dello Ziopiero :))))

(Fai click sulla foto per ingrandirla)
Chiccirichììììì...ehm, volevo dire..

Ciao e alla Prossima :
D :D :D

Lo Ziopiero

Elenco delle partecipanti:

Vaty Suvimol http://www.vatineesuvimol.blogspot.it
Monica Zacchia http://www.dolcigusti.com/
Mary Pellegrino, http://www.angolodidafneilgusto.com
Ombretta Finotello http://dolcemeringa.blogspot.it
Valentina Cappiello http://laricettachevale.blogspot.it/
Roberta Paris http://thedreamingseed.blogspot.it/
Daniela  http://cucinalibriegatti.com
Simona Mirto http://www.tavolartegusto.it/
Claudia di Nardo http://www.myricettarium.com/
Monica Chiocca http://mogiukitchen.blogspot.it/
Berry http://mirtillielamponi.blogspot.it  
Patrizia de Angelis http://www.idolcinellamente.com/
Roberta Morasco http://facciamocheerolacuoca.blogspot.it/
Sara Salvoni http://magiedalforno.blogspot.it/
Emanuela Martinelli http://www.ricamidipastafrolla.com/
Silvia Macedonio http://perleaiporchy.blogspot.it/
Giulia Cappelli http://kappaincucina.blogspot.it/
Rita Armellini http://ondinaincucina.blogspot.it/
Simona Mastantuono http://dolcipeccatidigola.blogspot.it
Silvia http://www.acquaefarina-sississima.com/
Cristiana Valeri  www.beufalamode.blogspot.it
Sabrina Tocchio http://www.natosottoilcavoloblog.com/
Helena Bruno http://helena-bruno.blogspot.it/
Luana Canepa http://limonestracciatella.blogspot.it/
Claudia Casadio http://lacuisinedetantocaruccia.blogspot.it/
Paola Raso http://www.nastrodiraso.com
Lalla http://www.semplicementecucinando.it
Patrizia Zanni http://ilcastellodipattipatti.blogspot.it/
Luisa Ciucci http://www.laprincesseilservo.blogspot.it/
Tania del Giudice http://www.speckandthecity.com/
Patrizia http://cucinarecondede.blogspot.it/
Chiara Caruso http://cucinandoconmiasorella.blogspot.it/
Claudia Tiberti http://verdecardamomo.blogspot.it/
Chiara Setti http://lacucinadellostivale.blogspot.it/
Anima Paleo http://armoniapaleo.blogspot.it/
Candida De Amicis http://mmmbuonissimo.blogspot.it/
Giulia Possanzini  http://www.cookingwithjulia.net/
Cinzia Tamburo http://pasticciaifornelli.blogspot.it/
Sara Drilli http://ipiattinididrilli.blogspot.it
Tania Valentini http://pintaincucina.it/
Agnese Gambini http://amarantomelograno.blogspot.it
Elena Castiglione http://elly-chezentity.blogspot.it/
Maddalena Laschi http://www.cucinascacciapensieri.blogspot.it/
Elena Levati http://conunpocodizucchero.it
Antonello Corsi http://antonellocorsi.wix.co/photography
Silvia Cretella http://misssilcrecloset.blogspot.it/
Stefania Verardi http://ilmiociboperlanimablogspot.it
Celeste Papi http://lacucinaceleste.blogspot.it/
Mirko Viviani http://kcetrom.blogspot.it/
Monica Ruggiti http://il-pappamondo.blogspot.it/
Ada Parisi http://www.sicilianicreativiincucina.it
Rosalia http://www.caramelalafleurdesel.blogspot.it/


Scatti 23 - Il volo del gabbiano

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Zio, a parte quelle del raduno delle bloggalline, è tanto che non pubblichi qualche foto che non sia di food.

E' vero. Dopo la "Mia Trastevere", il post in cui abbiamo ripercorso insieme le strade del vecchio rione in cui ho vissuto metà della vita mia, ho solo pubblicato cose mangerecce.

Zio, e ti ricordi quella serie di foto scattate nell'istante in cui il fiammifero si accendeva?
O quelle in cui scoccava il fulmine?

E come non me le ricordo?

Zio, e quelle degli insetti? E quelle dei volatili
Zio, a proposito, hai più fotografato gli uccelli?

Be, ultimamente ne ho fotografati uno solo: questo cormorano qui.
Però ora che ci penso ho qualcosa in archivio che potrebbe piacerti, che dici? Si tratta di un gabbiano.
O meglio, del suo volo...

Siiii Zio, dai, dai!


Il gabbiano è un uccello libero e a nessuno, credo, è mai venuto in mente di allevarlo o addestrarlo.

Però a volte si creano degli strani legami, o forse siamo noi che crediamo si siano creati.

Ero su un battello sul San Lorenzo, lungo il confine tra gli USA e il Canada.

Ad un certo punto si avvicina un gabbiano...

Come resistere alla tentazione di fotografarlo? 

....

Click

(Fai click sulla foto per ingrandirla)
Ogni tanto un colpo di ali e....

Click.

(Fai click sulla foto per ingrandirla)

...che armonia il suo volo. E le zampette? Guardate le zampette, perfettamente attaccate al corpo.

E' stato affascinante vederlo planare, senza sforzi, immobile, come se fosse trainato da forze invisibili...

Click


(Fai click sulla foto per ingrandirla)
Sembrava andasse avanti per inerzia...seguendo una rotta già disegnata per lui....


Chissà se riesco a fargli un primo piano come si deve....... mettendo per bene a fuoco l'occhio...

Click

(Fai click sulla foto per ingrandirla)

Avendo pazienza si riescono a cogliere attimi ed espressioni particolari...

Click

(Fai click sulla foto per ingrandirla)
Chissà cosa l'aveva incuriosito.
Molto buffa questa espressione che mi ha regalato...non è vero?

Ciao, mio gabbiano. E' stato un piacere fotografarti.

Click

(Fai click sulla foto per ingrandirla)
Ciao anche a voi e.... alla Prossima

Lo Ziopiero

Crostata di Cioccolato alla Crema di Mandarino

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Vi ricordate i Nannibis-cotti?

Nanni nel post di presentazione suggerì di usare lo stesso impasto per una crostata...

E crostata fu:

(Fai click sulla foto per ingrandirla)

E' una crostata nata dalla voglia di non fare niente.

Disceee.... Ma come, non vuoi fare niente e tiri fuori questa crostata?

Ebbene si!  :)))

Sapete come vanno queste cose, no?

Arrivi alla fine della settimana che stanco, svogliato...
Personalmente in questi casi mi "impongo" di non fare nulla in cucina.

...be', per nulla io intendo limitarmi a poche cose, mi capite, no?

Per cui dopo aver replicato le farfallone con zucca e broccoli il venerdì sera (tanto si fanno in pochi minuti), sfornato l'ennesimo pane nero noci e semini il sabato mattina (devo pure fare le scarpette durante la settimana, no?), una dose doppia di CiCCiCCCì (colazioni) il sabato pomeriggio, le galettes il sabato a cena (mica penserete che stia a digiuno!), mi ero mentalmente predisposto per un assoluto riposo la domenica.
Meritato riposo. :))

Solo che...come dire...insomma...quando ho visto che alle 6.30 ero già in piedi bello arzillo, il tempo fuori non era un granché, la cucina era tutta troooppo ordinata...mi son guardato intorno un po' spaesato..le mani fremevano, la testa ronzava, gli occhi alla ricerca di qualche ispirazione...

Ecco che mi va l'occhio su 3 mandarini.... mmmmm, mi sa che questi non se li mangia nessuno...o, per lo meno, non se li mangia nessuno così come sono.

E il primo neurone parte all'attacco: crema al mandarino!

Ma posso servire solo una crema al mandarino...?
Gnooooo!
Sotto ci vuole qualcos'altro.

Dov'è finito il secondo neurone....?
Ah, eccolo! Forza mettiti al lavoro.

asdòlfkjas dòfasdlkh

Cosa?

asdfhasdòfh sdèofasdfh

Ah, si, bravo! Ora che ci penso nel congelatore ho ancora l'avanzo dell'impasto dei Nannibis-cotti al cioccolato.
E proprio Nanni suggeriva di farci una frolla...(terzo neurone)

Ok, affare fatto. Una banana ce l'ho, due kiwi pure. Abbiamo pure il sopra!!!

Vi riassumo qui per vostra comodità

Frolla al cioccolato di Nannibis

Ingredienti (dal blog di Nanni)

Farina di frumento 225 gr
Fecola (o altro amido) 75 gr
Panna 150 gr
Zucchero a velo 100 gr
Cioccolato fondente (al 64% di cacao) 300 gr
Burro 100 gr

Tritate il cioccolato
Sciogliete il burro e mettetelo nella panna portando quasi ad ebollizione.
Unite il cioccolato e mescolate per bene.
Aggiungete poi la farina e l'amido ben setacciati, quindi lo zucchero a velo.


Avvolgete nel cellophane e lasciate riposare qualche ora in frigo.

Lavoartela poi come qualsiasi frolla fino a renderla malleabile.

Stendetela e sistematela quindi in uno stampo da crostata.

Cottura in forno a 180°. Quindi spalmateci sopra la...

Crema al Mandarino

Ingredienti

3 mandarini
100 gr zucchero (80 gr se si usano clementine)
1 tuorlo
30 gr amido di riso (in alternativa amido di mais)
250 gr acqua


Questa crema a mio avviso è davvero delicata. Affrettatevi prima che finisca la stagione dei mandarini!!!

asdfhasdòfh sdèofasdfh

E questo chi è? Ah, si! Il quarto neurone! Che vuoi?

dsfgòlkartoyu aòsldkfjqopw!!!

Giusto! Dimenticavo!

Una fetta per voi:

(Fai click sulla foto per ingrandirla)
:))))

Ciao e alla Prossima.

Lo Ziopiero

Guardate anche le altre realizzazioni:

Fusilli fatti in casa...ovvero il rosikamento dello Ziopiero!

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Un giorno, subito dopo pranzo, mi arriva una mail:

A Pie', ma li hai visti i fusilli di Terry?

A Miche', eccerto che li ho visti!

Io li faccio presto! Anzi li facciamo insieme e poi li pubblichiamo come abbiamo fatto per i Nannibiscotti al Cioccolato?

Vabbe', li famo, li famo.

Uhm... A Pie', ma nun te vedo tanto convinto.

A Miche', ciooosai: non è tanto farli, e che non so quando pubblicarli. Troppi post in attesa...e io so uno solo...

Vabbe', tu adesso non ti preoccupare.

E' proprio quando qualcuno mi dice "non ti preoccupare" che io inizio a preoccuparmi!
Qui gatta ci cova...mmmmmmm

Infatti... un po' prima delle 17 mi arriva una mail con una foto, molto esplicita.

Naaaaaa, sta pazza non solo stava già a casa, ma si era pure messa di gran lena a impastare!!!

Vabbe...beatallei!

Intanto io ho continuato a lavorare visto che avevo ancora per un bel po' di cose da sbrigare.

....solo che... crii criiii criiiiii 
uuummmmm

 ...dunque la mail al capo l'ho mandata, anzi no!......crii criiii criiiiii

 ...le carte che dovevo firmare le ho firmate tutte. Anzi no, qui ce ne sono altre.....crii criiii criiiiii
uuuummmmm che nervoso che mi sta venendo....

Andrea l'ho chiamato. O forse no?

.....cri crii criiiii
Uffa, ma che è sto tarlo!!!!

Insomma, non riuscivo a concentrarmi... il mio pensiero andava diritto a sti fusilli....

E per farla breve ve lo dico alla romana: stavo arosika' (si, tutto attaccato e pure col kappa!)

Io sti fusilli non solo li volevo fare, ma li volevo fare subito!!!
(e poi dice che uno non si deve preoccupare!!!)

Uno sguardo all'orologio...mmm 17.30. Se per le 18 esco, arrivo a casa...potrei avere tutto il tempo per...
mmmmm, fammi pensare: nel congelatore dovrei avere del ragù di carne.
Le farine manco a dirlo le ho...eeeeee

Ok. Stacco tutto eeee...
Ciaooooooooooo!!!!

La fortuna era dalla mia: niente traffico sul GRA; a casa neanche mi tolgo il giubbotto, avvio direttamente l'impastatrice con dentro (dosi per due porzioni):

140 g di farina 00
60 g di farina rimacinata di grano duro 
2 uova

Quando il tutto si è amalgamato, mi sono inumidito leggermente le mani, ho finito l'impasto a mano, l'ho incartato con il cellophane e...si, lo ammetto, a questo punto mi sono andato a togliere il giubotto.

Dopo una mezzoretta mi sono messo all'opera:

(Fai click sulla foto per ingrandirla)
Accendi picci
Scarica foto
Ticche-e-tacche  ticche-e-tacche
Invia mail

Tie', Miche'. Bèkkate questa! (sempre col Kappa!)

Intanto qualcuno di voi si starà chiedendo: ma che sono quelle bacchette colorate?
...eeeee so bacchette! Cinesi! Del periodo di Kung-Fu Panda, in cui mia figlia mangiava solo con le bacchette, pure il brodo!!!

Mai avrei pensato mi sarebbero tornate utili!!!

Nel frattempo mi è arrivata la mail di risposta:

Naaaaaaa!!!! Ma li hai fatti?!?!?!!?

(E no, stai a vede che me mettevo a fotoscioppa' i fusilli intorno alle bacchette!!!)

Certo che li ho fatti! Anzi ora li ho pure sfilati!
Bèkkate pure 'startra foto!

(Fai click sulla foto per ingrandirla)
Ci sentiamo a cose fatte!

.....

Cose fatte:

(Fai click sulla foto per ingrandirla)



A questo punto sono curioso di andarmi a leggere il post di Michela. Mi seguite?

Un doveroso ringraziamento anche a Terry, musa ispiratrice! :))

Ciao e alla Prossima.

Lo Ziopiero

Guardate anche le altre realizzazioni:

Ciciri e Tria a 6 mani ovverosia Il Morso della Tarantola

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Avete mai visto una donna morsa dalla tarantola?
Io si.

Avete mai parlato con una donna morsa dalla tarantola?
Io si.

Avete mai scambiato una mail con una donna morsa dalla tarantola?
Io si.

Avete mai dovuto combattere con 45 commenti in un unico post generati da una donna morsa dalla tarantola?
Io si.

....


«Genuit hic natura arachneum animal nocentissimum…», scriveva nel 1513 il medico umanista Antonio De Ferrariis nella più famosa delle sue epistole, De situ Japygiae, senza sapere che esattamente 500 anni dopo anche Lo Ziopiero avrebbe avuto a che fare con tale fenomeno!

E si, un ragno dal morso praticamente letale, che genera uno stato di prostrazione e malessere, il cui veleno puo' essere espulso solo al suono di flauti e tamburi mentre la malcapitata si dimena a terra con movimenti piuttosto espliciti ed evocativi...

Insomma.... una spiritata, una folle, una donna senza freni inibitori, ma anche piena di energia, di impeto, di vitalità!  Instancabile!

Che non riesce a stare ferma con le mani...sulla tastiera come in cucina!


Una donna come Tamara, alias FrammentAria  :)))))

Dicevamo.... Femmina impetuosa, energica, instancabile, che come vede un post mio o di Michela, subito inizia a dimenarsi in cucina, come se fosse stata pizzicata dalla tarantola, spiritata come non mai.

E un giorno Tamara-la-tarantolata, in preda ad una delle sue crisi, inizia a fremere sulla tastiera e manda una mail a me e Michela:

Carissimi, dopo aver fatto decine di vostre realizzazioni, questa volta sono io a proporvi un piatto.
Un piatto tipico del Salento
Ciciri e Tria.
Che ne pensate?

Tamara non lo sa, ma questa volta è come se il pizzico della tarantola me lo avesse dato lei!!!!
Ho cominciato a dimentarmi sulla sedia, scompormi, a sudare, vaneggiare, ruzzolarmi a terra, fino a quando, al suon di flauti e tamburelli, ho ripreso gradualmente coscienza e conoscenza e ho risposto, compostamente:

Ciceri e Tria era il piatto preferito di mia madre, leccese di nascita.
E' un piatto che non ho mai fatto ma che ho nella mia mente da mesi, anzi da anni.

E tra me e me mi son detto:
"Ora non ho più scuse per rimandare. Lo farò!"

Contemporaneamente anche Michela, altra spiritata in cucina, diciamocelo (!!), ha aderito senza batter ciglio e così ci siamo messi all'opera.

Tamara, dopo aver confessato che anche per lei era la prima volta, si è fatta dare la ricetta dalla mamma.
Io da mia zia.

Le rispettive versioni, manco a dirlo, erano leggermente diverse.

E io, manco a dirlo, ho fatto di testa mia! :)))


Il piatto è semplicissimo.

Consiste di ceci (ciceri) cotti, in parte frullati per ottenere una cremina e tagliatelle fatte di sola acqua e farina grano duro rimacinato (dette tria), che in parte vengono lessate e in parte fritte.

Unite il tutto...così:

(Fai click sulla foto per ingrandirla)


Per i ceci: teneteli a bagno una notte e poi cuoceteli in una pentola, preferibilemnte di coccio, con del brodo vegetale e aromi a piacere.

Una volta pronti, prendetene una parte e frullateli con un filo d'olio evo, fino ad ottenere una cremina.
Vi avviso: non assaggiatela! Da assuefazione!!!!

La pasta andrebbe fatta secondo la regola 100 g di farina ogni 50 grammi di acqua a persona, ma voi fate "a occhio", cioè tanta acqua quanto ne piglia la farina.

Ovviamente va fatta riposare almeno un'oretta e poi stesa e tagliata.

Come detto prima, una parte di questa pasta va fritta (io preferisco usare l'olio d'arachidi) e mi raccomando: si deve gonfiare e devono venire le bolle!!!

L'altra va lessata normalmente e scolata molto al dente. Non fate come gli americani! :D :D :D

Ora vi confesso una cosa....io adoro mangiare la pasta con il pane...per cui non vi scandalizzate della foto che segue, piuttosto adocchiate bene quella fetta di cui presto vi svelerò (anzi sveleremo, perché saremo in due) la ricetta di un pane fantastico!!!

(Fai click sulla foto per ingrandirla)


Prima di concludere, vi lascio alcuni riferimenti storici sulla Pizzica e il Morso della Tarantola, di cui si fino a qualche anno fa poco si sapeva in Italia e nel mondo se non per sentito dire.

Il primo è un documento filmato del 1962 di Gianfranco Mingozzi e di un certo valore storico, che vi suggerisco di vedere..


Il secondo è un documento, sempre filmato, credo della fine degli anni sessanta, primi settanta.

Uno dei più grandi storici salentini viventi e studioso del fenomeno delle tarantolate è senza dubbio il Prof.  Luigi Chiriatti, un uomo di una cultura straordinaria.

Per chi invece volesse qualche informazione spicciola sul Tarantismo, può sempre far riferimento a wikipedia


L'opera citata all'inizio, De situ Japygiae, parla della Japigia, che corrisponde alla parte più meridionale dell'attuale Puglia, in particlare alla zona Messapica.


Concludo dicendovi che negli ultimi 30 anni il fenomeno del Tarantismo ha assunto un carattere più spettacolare, se non commerciale, perdendo via via quelle ritualità, quella gestualità e, soprattutto, quella tradizione che lo hanno tenuto in vita nei secoli attraverso affascinanti quanto misteriosi racconti.


E adesso.... armatevi di flauto e tamburello e andatevi di corsa a vedere i post di Tamara e di Michela.



Ciao e alla Prossima.

Lo Ziopiero

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